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TIPO DI FUNZIONAMENTO MOTORE/GENERATORE:
♠ Se la coppia diventa negativa? Diventa generatore.
♠ Cosa è necessario affinchè diventi generatore? S<0 e quindi serve
un motore primo che aumenta la velocità, del rotore, nella sincrona
invece non serve velocità ma coppia.
Praticamente si avvia come un motore e poi aumentando la velocità
del rotore raggiungo s=0 quindi la stessa velocità e poi aumentando
entro in generatore. La corrente dello statore continua a
magnetizzare e riesce a generare (forse).
Se la velocità del rotore è < della velocità del campo magnetico
funzionamento da motore:
: <
Aumentiamo la frequenza e quindi la velocità di rotazione del
campo magnetico indotto dallo statore e quindi il rotore cerca di
seguirlo (per diminuire la variazione di flusso concatenato che
aumenta con lo scorrimento) con una coppia elettro magnetica:
E quindi converte la potenza elettrica in potenza meccanica.
In pratica il motore cerca sempre di uguagliare la coppia meccanica
alla coppia meccanica resistente perché questa condizione
rappresenta il fatto che il rotore non vuole far aumentare troppo lo
scorrimento che è causa proprio di questa coppia meccanica
resistente.
In caso contrario funziona da generatore:
Il motore primo gira per questioni esterne e noi diminuiamo la
frequenza affinchè il campo elettro magnetico rotante dello statore
abbia velocità di rotazione inferiore. Questo genera grande flusso
concatenato che induce fem e correnti negli avvolgimenti statorici e
dunque ricarica.
In condizioni di normale funzionamento, la macchina lavora a
velocità pressochè costanti e prossime alla velocità di sincronismo
(s=0). Dato che lo scorrimento è di norma assai piccolo e varia poco
al variare delle condizioni di carico. Talvolta è tuttavia necessario
poter variare la velocità di rotazione: in quasi tutte le applicazioni
ciò si ottiene variando la frequenza di alimentazione.
Dunque la velocità della macchina si regola con la frequenza grazie
ad un inverter o ad un convertitore elettronico di potenza che
aumenta la frequenza, aumentano così il numero di giri
60
( )
= 1 − = (1 − )
Le macchine asincrone necessitano della corrente magnetizzante
quindi nel funzionamento da generatore, la macchina deve essere
collegata ad una rete elettrica esterna in grado di sostenere una
corrente magnetizzante (o un condensatore ma raro)
A prescindere da se funziona da motore o da generatore stendiamo
le seguenti considerazioni ed analisi:
Fase di avviamento (rotore fermo):
(!) Quando avviamo la macchina, essendo fermo il rotore, per poco
è come se fosse una prova di corto circuito quindi se si usa la
tensione nominale circola una corrente altissima che può
danneggiare gli isolanti. (Vedi manovra stella triangolo)
All’istante in cui un sistema trifase equilibrato di correnti è impresso
nelle fasi dell’avvolgimento di statore (i.e., nell’induttore) si produce
un campo magnetico rotante che induce una f.e.m. sia nelle fasi
dell’avvolgimento di statore che nelle fasi dell’avvolgimento di
rotore A vuoto
Se gli avvolgimenti del rotore sono lasciati aperti si comporta come
un trasformatore trifase a vuoto.
L’avvolgimento statorico assorbe una «corrente a vuoto» che è
costituita da due componenti tra loro in quadratura di fase, una
necessaria a produrre il campo magnetico rotante (i.e., corrente
magnetizzante), l’altra relativa alle perdite di potenza che si
determinano nel circuito magnetico della macchina Ia.
In cortocircuito
Se i terminali dell’avvolgimento rotorico sono chiusi in corto circuito
le f.e.m. indotte nell’avvolgimento rotorico fanno circolare un
sistema equilibrato di correnti nell’avvolgimento rotorico che,
interagendo con il campo magnetico rotante prodotto
dall’induttore, determina la coppia elettromagnetica che, agendo
per ridurre la variazione del flusso concatenato con l’avvolgimento
indotto, trascina il rotore fino a alla velocità Ωr in cui si determina
l’equilibrio meccanico tra la coppia elettromagnetica e la coppia
resistente presente all’albero meccanico della macchina.
Anche le correnti rotoriche determinano un campo magnetico
rotante che costituisce la «reazione di indotto»
cioè un campo magnetico rotante «sincrono» (ma sfasato) con il
campo magnetico rotante prodotto dall’avvolgimento di statore.
IMP(!)
Il campo magnetico gira più velocemente del rotore poichè deve
esserci flusso concatenato variabile che si concatena con le sbarre
del rotore nelle quali scorre corrente.
A questa velocità corrisponde uno scorrimento:
−
−
= =
E le correnti nel rotore hanno pulsazione: s▪ω
Gli scorrimenti devono essere < 10% altrimenti hai tante perdite nel
rotore della macchina per effetto Joule:
Sia la fem indotta che la reattanza rotorica Xr dipendono dallo
scorrimento. X=s*Xr per s=1
Quindi maggiore è la velocità relativa, maggiore è lo slip, maggiore è
la frequenza e quindi aumenta la fem indotta e quindi aumenta la
corrente e quindi aumenta la coppia elettromagnetica volta a
ridurre lo scorrimento.
Quindi il principio di funzionamento il rotore ha un funzionamento
passivo: Su questa struttura rotorica composta da materiale
ferromagnetico a lamierini, pongo un avvolgimento in ogni cava.
Quando si crea un campo magnetico rotante nel traferro, in questi
conduttori dello statore vengono indotte fem che generano una
corrente. Queste correnti interagendo con il campo producono delle
forze tangenziali dalle quali nasce la coppia.
Definisco un modello rappresentativo del funzionamento della
MAT a regime permanente (rotazione del rotore avente
scorrimento rispetto allo statore) dove tutte le grandezze sono
isofrequenziali:
Dato che la frequenza rotorica e statorica sono a diversa frequenza
= ∙
in quanto non possono entrare in relazione, dobbiamo
renderle isofrequenziali, per farlo, nello studio del modello facciamo
delle supposizioni che ci permettono di semplificare il circuito
escludendo la dipendenza dalla frequenza spostando i suoi effetti
sulla resistenza che rappresenta il carico, sotto forma di
scorrimento.
♠ Cosa rappresenta nello specifico il bipolo in derivazione?
Perdite nel ferro.
L’impedenza Z0 è ancora meno trascurabile rispetto ai trasformatori
a causa del traferro più grande che aumenta la riluttanza e quindi la
corrente di magnetizzazione nelle MAT è maggiore che nei
trasformatori.
Se conosco dal problema Xs e Xsr utilizzo il seguente modello (Caso
rarissimo):
La resistenza fittizia di carico: Rsr indica che le condizioni di carico
dell’albero meccanico sono funzione dello scorrimento.
Se invece non le conosco (caso più frequente e ammissibile), posso
effettuare una semplificazione ulteriore del modello portando le
grandezze dello statore sul rotore:
=
Grazie al rapporto di trasformazione:
Determino i parametri del nuovo circuito facendo delle prove e
misurando sui 3 terminali della morsettiera con dei wattmetri:
Per un collegamento di fasi dello statore a stella si ha una resistenza
molto più piccola di un collegamento a triangolo:
3 3
∑ ∑
=1 =1
= < =
6 2
Prova a vuoto:
Statore alimentato con tensione e corrente nominali e rotore gira
senza carico meccanico.
In questa condizione si verifica che la coppia elettromagnetica
prodotta è in equilibrio con la coppia resistente presente sull'albero
dovuta ai piccoli attriti meccanici e fluidodinamici.
SE collego un carico meccanico aumenta la coppia resistente e
quindi la coppia magnetica da fornire deve essere maggiore.
Quindi la corrente sarà proporzionale al carico meccanico.
Maggiore è la corrente maggiore è la fem indotta che dipende dallo
slip e quindi maggiore è lo slip e maggiore è la fem indotta
nell'avvolgimento rotorico.
La potenza assorbita dalla macchina «a vuoto» può ritenersi pari alle
perdite nel circuito magnetico in quanto tutta la corrente serve per
magnetizzare il nucleo e per l’effetto Joule.
♠ Quindi quando scollego il motore primo persiste una coppia
resistente che rallenta istantaneamente il rotore a causa delle
perdite nel ferro.
Senza carico meccanico s→0 quindi I trascurabili.
r
Quindi I =I +I
s a μ
Quindi P =P
0 Fe
Misuro in inserzione Aron (?come?) e ricavo:
2
3
=
0
,
0
=
0
0
= ∙
0 0 0
Prova a rotore bloccato:
La tensione dello statore (tensione a rotore bloccato) sono tali che
inducano nel rotore le correnti nominali. Dunque sono trascurabili
corrente e potenza della parte del circuito magnetico. Posso
rimuovere l’impedenza Z0!
s=1 e dunque la resistenza fittizia di carico è nulla→cortocircuito.
La potenza a rotore bloccato coincide con le perdite di potenza per
effetto joule causati dalla corrente nominale che scorre negli
avvolgimenti di statore e rotore:
n2
P =P +P =3(R +R )I
rb js,n jr,n s sr s,n2
Q =(X +X )=X =Q /3I
rb s sr rb rb
Prova di rallentamento a terminali aperti:
Serve per valutare i valori di Xs e Xsr
In molti casi è lecito considerare: X =X =X /2
s sr rb
Calcolo della potenza assorbita
Psincr è la potenza trasmessa al rotore, la parte 1-s viene trasmessa
al motore mentre la parte s viene dispersa per effetto joule.
♠ Coppia elettromagnetica MAT
La macchina asincrona trifase è autoavviante purchè il carico che
deve eguagliare sia inferiore della sua coppia di avviamento.
♠Conviene sempre un rotore a doppia gabbia o un reostato
d’avviamento per ridurre la corrente in fase di avviamento.
Avviamento stella triangolo:
Per le macchine di piccola potenza, è molto utilizzato un dispositivo
detto commutatore che consente l’avviamento della macchina con
le fasi di alimentazione collegate a stella così da non avere una
corrente troppo elevata all’istante iniziale e che poi commuta il
collegamento in un collegamento a triangolo il quale