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LA FORMAZIONE

Identificati i ruoli e gli obiettivi da raggiungere e i diversi elementi da proteggere, si procede con l’assegnazione

delle responsabilità e la definizione delle scelte strategiche necessarie per l’implementazione delle misure di

safety e di security necessarie.

L’assegnazione dei ruoli e delle responsabilità è strettamente connessa alla complessità e alla dimensione

dell’organizzazione: per questo le mansioni ordinarie devono essere integrate con i compiti previsti; ad

esempio, è sempre necessario un Security Manager preposto al coordinamento complessivo delle attività

connesse al piano di sicurezza aziendale.

Mantenere il programma di sicurezza richiede un’attività regolare che soddisfi costantemente l’obiettivo che

si vuole raggiungere: se questa attività viene meno o è tralasciata sarà richiesto poi uno sforzo significativo in

risorse per poter tornare a livelli soddisfacenti in termini di risposta concreta nel momento di necessità.

Inoltre, risulta essere di fondamentale importanza la velocità con cui le decisioni devono essere prese per

limitare al minimo la gravità delle conseguenze che si avranno al verificarsi dell’incidente.

La formazione interviene proprio allo scopo di facilitare questo processo di innovazione e riorganizzazione:

per questo, prima di dare avvio ad un piano di sicurezza, le strutture aziendali si devono preoccupare di

progettare opportuni interventi formativi.

La formazione, se ben organizzata e integrata con il piano di sicurezza, consente di ridurre al minimo i rischi

che un evento dannoso si verifichi.

Come abbiamo già visto, esistono numerose tecniche di analisi del rischio, con applicazioni molto diversificate

e quindi raramente interscambiabili, che vengono classificate in base alle loro capacità in termini di Risk

identification ed evaluation.

Riassumendo, per garantire la sicurezza va attuato il seguente procedimento di valutazione del rischio:

1. Identificare i pericoli e le persone esposte;

2. Valutare i rischi;

3. Verificare se le precauzioni sono adeguate o meno;

4. Se adeguate, documentare l’attività, verificarne l’idoneità e l’efficacia e revisionarla periodicamente;

5. Se non adeguate, verificare le soluzioni possibili, definire le priorità d’intervento e attuarle →

procedere con il punto 4;

6. Eventualmente ripetere il processo se ci sono variazioni nei rischi o scadono le validità delle

valutazioni.

25. ECONOMIA CIRCOLARE

Il concetto di economia circolare nasce come contrapposizione a quello di economia lineare, che assume un

numero infinito di risorse e basa le sue azioni sui principi “take-make-use-dispose”: l’economia circolare,

invece, è un sistema in cui tutte le attività della filiera produttiva seguano i principi dettati dalle tre R “reduce,

reuse, recycle”.

Gli obiettivi dell’economia circolare sono i seguenti:

- Progettazione del rifiuto e dell’inquinamento;

- Mantenimento dei prodotti e dei materiali in uso;

- Allungare la vita del prodotto;

- Produrre ex novo prodotti destinati a durare nel tempo;

- Ridurre i rifiuti attraverso il riciclo e la rimessa in circolo dei materiali;

- Rigenerazione dei sistemi naturali.

LA NORMA BS8001:2017

Redatta dalla BSI, è la prima norma a creare una visione organica sull’argomento dell’economia circolare, allo

scopo di standardizzare le regole da seguire per approcciarsi a questo modello economico. Questa norma fa

riferimento ad ogni azienda, indipendentemente dal settore, dalla dimensione e dalla dislocazione geografica.

Per implementare la norma in maniera efficace le aziende devono raggiungere un certo grado di maturità

riconosciuto da cinque livelli:

- Livello 0: unformed → azioni limitate o ad hoc;

- Livello 1: basic → esplorazione attiva delle opportunità;

- Livello 2: improving → innovazione di processo allineate ai principi della CE;

- Livello 3: engaged → innovazione di prodotto/servizio, in modo da allineare la creazione del valore

dell’impresa ai principi della CE;

- Livello 4: optimizing → innovazione del business model, che abbraccia la CE a livello aziendale.

Presa consapevolezza della maturità acquisita, l’organizzazione può procedere lungo le fasi di applicazione

dello standard.

PRINCIPI DELLA CE

- Pensiero Sistemico: adottare un approccio olistico per comprendere come le decisioni e le attività

individuali interagiscano nel sistema più ampio a cui appartiene;

- Innovazione: realizzazione e gestione sostenibile delle risorse progettando processi, prodotti e

modelli di business innovabili;

- Amministrazione: gestione degli effetti diretti e indiretti delle attività nel sistema più ampio in cui

l’azienda si trova;

- Cooperazione: collaborazione internamente ed esternamente attraverso accordi formali e/o

informali per creare valore comune;

- Ottimizzazione del valore: mantenimento del massimo valore di tutti i prodotti, componenti e

materiali;

- Trasparenza: comunicazione in modo chiaro, tempestivo, onesto e completo in modo da influenzare

le attività nel sistema per passare a un modello operativo circolare

FRAMEWORK IN OTTO FASI

1. INQUADRATURA: Considerazioni sullo stato attuale di rilevanza dell’economia circolare nell’azienda;

2. SCOPO: Attenta analisi delle possibilità e/o i requisiti e dei problemi nel contesto sistemico in cui si

agisce;

3. SVILUPPO IDEE: Sviluppo di idee e identificazione dell’abstract trovando i punti di interesse e le

priorità;

4. FATTIBILITÀ: Valutare la fattibilità delle idee con studi e valutazioni avanzate anche dei mercati, clienti

e potenziali stakeholder;

5. BUSINESS CASE: Sviluppare un business case dettagliato per garantire la sufficienza delle risorse e

testare le nuove idee da implementare;

6. PILOTAGGIO E PROTOTIPAZIONE: Provare le idee stilate su piccola scala stabilendone proprietà,

sviluppandone il prototipo e un testo pilota;

7. ESPANSIONE E IMPLEMENTAZIONE: Espandere e promuovere l’adozione e l’integrazione di metodi

collaudati per passare ad un modello più sostenibile;

8. MONITORAGGIO, REVISIONE, REPORTING: Monitoraggio delle prestazioni per garantire un

miglioramento costante continuo.

ECONOMIA CIRCOLARE IN ITALIA

Dal 2017 in Italia è presente l’alleanza per l’economia circolare, composta da 18 aziende leader di diversi

settori unite per l’implementazione della CE nel nostro paese, che viene riconosciuta come eccellenza e

priorità.

Tali aziende si assumono la responsabilità di guidare concretamente il cambiamento attraverso 5 macro-

obiettivi:

1. Governance efficace;

2. Semplificazione normativa;

3. Innovazione sostenibile;

4. Sistemi di misurazione;

5. Comunicazione e formazione.

I risultati di quest’alleanza vengono riportati all’interno di documenti specifici (“quaderno”, “position paper”):

ad oggi, l’Italia è prima in Europa per livello di circolarità, con un tasso occupazionale tra i più elevati.

ESEMPIO: CASO HERA

Azienda multiutility che agisce su quattro macrocategorie:

1. Ambiente: recupero rifiuti e scarti;

2. Energia: sviluppo della mobilità elettrica e soluzioni integrate di autoproduzione;

3. Reti: miglioramento dell’efficienza energetica con soluzioni di riuso delle acque reflue;

4. Illuminazione/TLC: misurazione della circolarità materica (creazione di un database per

rendicontazione) → primo caso europeo di applicazione della CE all’illuminazione pubblica.

Hera Luce risulta sempre più vicina al raggiungimento del suo obiettivo principale, ossia la creazione di valore

condiviso.

SVILUPPI FUTURI DELLA CE

- Competitività maggiore: adottando una medesima linea di azione si riduce il rischio di volatilità dei

prezzi e si crea una struttura dei costi molto meno variabile;

- Innovazione: il sistema circolare prevede una spinta innovativa non trascurabile che spinge le aziende

a rivedere i processi produttivi;

- Ambiente: limita l’impatto ambientale per la lotta all’inquinamento terrestre;

- Occupazione: aggiungendo valore al prodotto e riducendo l’utilizzo di materie prime tutti i costi

sarebbero impiegati nel lavoro umano.

APPENDICE 1. NUCLEAR QUALITY

INTRODUZIONE

L‘energia nucleare è una forma di energia rilasciata dal nucleo degli atomi per fissione, ossia per divisione del

nucleo atomico. Il materiale più comunemente utilizzato per la fissione è l’uranio, un metallo pesante

debolmente radioattivo che si trova naturalmente nella crosta terrestre.

Per produrre energia l’uranio viene caricato in barre di combustibile, che viene collocato all’interno di un

reattore ad acqua pressurizzata, dove i neutroni generati da appositi dispositivi bombardano le barre di uranio

scatenando la reazione nucleare a fissione. Il calore generato da questa reazione scalda l’acqua contenuta nel

reattore fino a produrre vapore, che viene poi incanalato per far girare turbine collegate ad un generatore

elettrico. L’elettricità prodotta da questo processo viene infine convogliata nella rete elettrica. La fissione di

1g di uranio produce un quantitativo di energia pari a quella ottenibile dalla combustione di circa 2800kg di

carbone, senza la produzione di gas serra → fonte energetica chiave per il contenimento degli effetti del

cambiamento climatico.

ORGANI DI VIGILANZA

IAEA – International Atomic Energy Agency

L'IAEA è l'agenzia delle Nazioni unite che promuove, monitora e supporta lo sviluppo pacifico dell'uso della

tecnologia nucleare in tutte le sue forme: Industriale, energetico, medico-sanitario e alimentare.

Fondata nel 1957, il suo statuto si base sui principi espressi dal presidente USA Eisenhower nel discorso

all'ONU del 1953 conosciuto come “Atoms for Peace” e sottoscritto dai principali esperti mondiali in fisica

nucleare del tempo.

L'IAEA è un organo sovranazionale, universalmente riconosciuto come struttura tecnico-ispettiva che vaglia il

livello di sicurezza dell'uso delle tecnologie nucleari, la prevenzione di contaminazione di ambiente e persone,

lo stoccaggio di materiale radioattivo e il monitoraggio dell'uso militare delle tecnologie nucleari. In linea con

il suo statuto, L'IAEA gestisce una biblioteca ad accesso libero di pubblicazioni che raccolgono i principi di base

per la progettazione, gestione ed esercizio sicuro delle tecnologie nucleari per produzione di energia, insieme

a metodi di analisi e modelli di calcolo e pubblicazioni tecniche per specialisti.

WANO – World Association of Nuclear Operators

Fondata nel 1989 dopo l'incidente nucleare di Cernobyl, WANO raccoglie ad oggi

Dettagli
Publisher
A.A. 2023-2024
48 pagine
SSD Ingegneria industriale e dell'informazione ING-INF/07 Misure elettriche e elettroniche

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Dibe1862 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Affidabilità e controllo della qualità T-A e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Rinaldi Nadia.