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CREA LA SUA REALTÁ, LE SUE CONVINZIONI

Unico limite da tenere in considerazione è: dove è patologico e dove non lo è, perché tutti alla fine funzioniamo allo stesso modo.

Effetti di danni alle aree associative della corteccia cerebrale:

Per comprendere ciò che sta avvenendo iniziamo dai danni all’emisfero di sinistra e le due aree principali che dobbiamo ricordare sono:

- Area associativa, chiamata AREA DI BROCA (dallo studioso Broca che nell’800 osservando alcune persone che avevano perso all’improvviso la facoltà di parlare, postmortem, osservò questi cervelli dove erano stati danneggiati). Questa area si chiama area di Broca ed è quella deputata alla PRODUZIONE DEL LINGUAGGIO. Chiamiamo quindi AFASIA DI BROCA quella che è conseguente al danno in questa area associativa.

- Si chiama invece AFASIA DI WERNICKE quella che è conseguente ad un danno corrispondente all’area associativa che si trova

dietro l'orecchio, prossima all'area primaria uditiva e in questo caso la persona non è in grado di comprendere il linguaggio, ma parla perfettamente.

Ovviamente possono verificarsi delle combinazioni di questi danni, perché un danno può iniziare in un'area specifica (come, ad esempio, da un'emorragia dovuta ad un colpo di testa) fino ad arrivare a distruggere e rovinare altre aree.

È molto poco probabile che, se ho un danno, questo si circoscriva in maniera così definita in un'area così piccola, per cui solitamente si associa anche un danno alle aree più prossime, cioè un danno alle aree primarie: quelle del controllo motorio o sensoriale (danno non focale, non circoscritto a pochi centimetri cubici del cervello).

Importante: il sangue, un'emorragia, se non viene presa in tempo può compromettere anche le aree visive primarie. Quindi questa persona non vedrà il campo visivo controlaterale.

Emisfero sinistro: Area di Broca e di Wernicke:

Gli effetti di lesioni sull'emisfero sinistro: l'afasia di Broca:

(1824–1880) → Paul Broca e altri studiosi osservarono che le persone con lesioni all'emisfero sinistro manifestavano la perdita delle abilità di verbalizzazione molto più spesso dei soggetti che avevano subito un danno analogo all'emisfero destro. - Di frequente le persone con lesioni all'emisfero sinistro non sono più in grado di sviluppare discorsi coerenti o di comprendere ciò che gli altri dicono, pur conservando intatte le capacità sensoriali e motorie. → (pronuncia: broca) è una parte dell'emisfero del cervello (in generale il sinistro), localizzata nel piede della terza circonvoluzione del lobo frontale, la cui funzione è coinvolta nell'elaborazione del linguaggio. - Tale area può anche essere descritta come

L'unione dell'area 44 e 45 di Brodmann è connessa all'area di Wernicke (22 di Brodmann) da un percorso neurale detto fascicolo arcuato. Lesioni nell'area di Broca: Qui stiamo nel lobo frontale o anche meglio inferiore TEMPOROFRONTALE (in quanto appoggia sul lobo frontale) in quanto l'area compromessa è del frontale (area 44, 45) ma appoggia sul lobo temporale. Se aprissi fessura tra i due lobi troverei il sistema limbico, in quel punto esattamente L'INSULA: quella struttura del sistema emotivo che elabora il disgusto o che elabora allo stesso modo il corrispettivo sociale, culturale, etico del viscerale che è il DISPREZZO, il disappunto.

Afasia di Broca: (video; Tratto da: Basso, A. (2003). Le afasie). Questa neuroscienziata ci spiega bene e ci fa vedere dei pazienti che soffrono di afasia. "Veniamo al disturbo afasico dopo aver chiarito quali possono essere i disturbi che più frequentemente vengono associati ad un'afasia."

Come abbiamo già detto, un'afasia è un disturbo del linguaggio. Una persona afasica può avere delle difficoltà più o meno gravi nel parlare, nel capire, nel leggere e nello scrivere. Nella maggior parte dei casi, tutte queste capacità sono compromesse in modo diverso e ovviamente anche l'entità del disturbo è variabile da persona a persona. Ci sono persone afasiche che dimostrano in modo evidente di avere delle difficoltà nel parlare: cercano una parola e quando l'hanno trovata fanno fatica nel pronunciarla, quando trovano la parola sembrano poi fare fatica a collegarla con un'altra e quindi nel formare frasi. Fanno quindi fatica a compiere tutte quelle azioni che noi riusciamo a fare senza pensarci. Infatti, quando sappiamo ciò che vogliamo dire, noi non abbiamo bisogno di cercare la parola giusta, non abbiamo un'idea cosciente di quali movimenti si devono compiere.

compiere per articolare delle parole, delle frasi (COMPOSTE DA VERBI). Altri pazienti al contrario non sembrano avere alcuna difficoltà nel parlare, ma ciò che dicono risulta strano all'interlocutore in quanto sembrano usare delle parole con un significato diverso da quello che viene generalmente attribuito ad esse. (Quando ad esempio vogliono un bicchiere, possono chiedere un piatto, oppure usano delle parole che inventano e non esistono). È molto difficile riuscire a capire quanto e cosa capisca una persona afasica, in quanto non ci si può basare sulle sue risposte: l'interlocutore deve quindi ricorrere a tanti mezzi per capire se il suo messaggio è stato capito". Non aspettarti che il paziente comprenda, ma bisogna verificare che il paziente ha compreso. "Semplificando molto possiamo dire che il disturbo afasico non si associa ad un disturbo dell'intelligenza, e quindi la persona afasica è in grado di capire la situazione, un

“Se per intelligenza intendiamo strettamente il quoziente intellettivo, queste persone non hanno una compromissione del quoziente intellettivo, ma siccome il linguaggio è l’espressione più alta dell’intelligenza umana, una persona che ha compromesso il linguaggio, soprattutto quello di produzione (afasia di Broca), è una persona che immediatamente manifesta una disabilità potentissima, stigmatizzante: che ci porta all’impressione di avere davanti un imbecille. Quando il problema non è a livello di ragionamento e intelligenza ma a livello di linguaggio (è esattamente quello che succederebbe se si cerca di parlare e comunicare con una lingua che non è la lingua madre, ma una lingua che si è appena imparata). È vero che giustamente bisogna dare una definizione di intelligenza, ed è certo che la compromissione delle funzioni del linguaggio se è nell’età dello sviluppo, è

sicuramente unadisabilità intellettiva. Ma se la persona ha acquisito tutte le competenze linguistiche e le perdea seguito di un trauma, non si può dire che abbiamo davanti una persona con una disabilitàintellettiva.Vedendo un esempio di discorso con un paziente affetto da sindrome di Broca, apparentemente lacomprensione da parte del paziente (a detta del paziente) è buona, mentre sono evidenti le difficoltàche il signore ha nel parlare. In realtà, il signore ha anche delle grosse difficoltà a capire il messaggio.Ma il suo comportamento sempre adeguato alla situazione rende meno evidenti queste difficoltà.La conseguenza è che certe persone vengono trattate come se fossero sceme, e la conseguenzaè che sanno bene la sofferenza che affrontano per l’incapacità di riuscire ad esprimersi (perchénella loro testa il ragionamento e il discorso c’è, ma è il linguaggio che manca).

La riabilitazione tende a recuperare alcune funzioni perse a causa di un danno, nella misura in cui il danno non sia esteso e il cervello riesca a creare nuovi percorsi e reti neurali/sinaptiche nelle aree associative. Tuttavia, se il danno è così esteso da non permettere la plasticità, cioè l'utilizzo di altre reti neurali adiacenti, il recupero/la riabilitazione si baserà sull'utilizzo di strategie. Questo avviene attraverso terapie occupazionali, che sono terapie strategiche per compensare i deficit funzionali. In generale, anche le aree della lettoscrittura tendono a compromettersi, poiché si avvalgono delle aree del linguaggio. È importante ricordare che la lingua dei segni è una lingua e va intesa come tale.

Tale). L'altra sindrome che analizziamo è la sindrome di Wernicke, scoperta da Wernicke alla fine dell'800. Egli individuò un'altra area, che prese poi il suo nome (oltre a quella di Broca) che si trova invece nel LOBO TEMPORALE, in prossimità dell'area primaria uditiva sinistra, e corrisponde all'area 22 di Brodmann.

La sindrome dell'afasia di Wernicke: (1848-1905) → Carl Wernicke nel 1876 descriveva un nuovo tipo di afasia

  • L'afasia di Wernicke è caratterizzata da un disturbo della comprensione del linguaggio e non della pronuncia delle parole.
  • Mentre i pazienti di Broca capivano ma non riuscivano a parlare, quelli di Wernicke parlavano ma non riuscivano a capire.
  • Il nuovo tipo di afasia era dovuto a lesioni della parte posteriore del lobo temporale dove questo si unisce al lobo parietale e a quello occipitale.

Tale area corrisponde all'area 22 di Brodmann ed è connessa da

Un percorso neurale detto fascicolo arcuato alle aree 44 e 45 di Brodmann (area di Broca).

Fascicolo arcuato: complessissima rete neurale

Lesioni nell'area di Wernicke:

Vediamo questo danno massivo, in cui si parte dall'area di Broca all'area occipitale. Quindi non solo ha preso tutte le aree (entrambe del linguaggio) ma anche l'area motoria e l'area somatosensoriale destra (in quanto il danno è a sinistra), fino ad aver compromesso probabilmente una parte dell'area visiva primaria portando quindi una cecità corticale (campo visivo controlaterale).

Afasia di Wernicke: (VIDEO, Tratto da: Basso, A. (2003). Le afasie)

In questa persona, rispetto all'altra, ha una disabilità mascherata. Ma in realtà la sua condizione è più grave in quanto un conto è non esprimersi bene, un conto è non riuscire a comunicare ma un conto è non comprendere quando l'ambiente ti dice qualcosa. Dal punto di vista

Il funzionamento sociale è un po' più complesso viv
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A.A. 2023-2024
48 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/01 Psicologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Alossssss di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia generale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Perugia o del prof Federici Stefano.