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8. EDULCORANTI O DOLCIFICANTI, SOSTITUENTI DELLO ZUCCHERO:

-Zuccheri e affini (fruttosio, sorbitolo...)

-Dolcificanti ad alto potere nutritivo (naturali, sintetici)

Alcuni degli additivi che si trovano più spesso sulle etichette degli alimenti sono gli

antiossidanti (per prevenire il deterioramento da ossidazione), i coloranti, gli emulsionanti,

gli stabilizzanti, i gelificanti, gli addensanti, gli esaltatori di sapidità, i conservanti e gli

edulcoranti.

Soltanto gli additivi alimentari indicati nella normativa europea sono autorizzati ad essere

aggiunti agli alimenti; quelli autorizzati sono comunque sottoposti ad un riesame da parte

dell’EFSA, sulla base di un programma stabilito dalle disposizioni del Regolamento UE n.

257/2010 per cui, entro il 2020, tutti gli additivi alimentari approvati saranno oggetto di una

nuova valutazione.

In alcuni prodotti alimentari, come pasta, olio di oliva, miele l’impiego degli additivi non è

consentito, perché non giustificato dal punto di vista tecnologico. Anche se ritenuto non

nocivo, l’additivo non è consentito se non è necessario.

In altri alimenti l’impiego degli additivi è molto limitato. Per prodotti alimentari non

trasformati, come il latte, gli ortofrutticoli freschi, la carne fresca e l’acqua sono autorizzati

solo alcuni additivi.

Più un alimento è trasformato più aumenta il numero di additivi autorizzati e utilizzati.

Snack, salse e dessert sono alcuni dei prodotti che necessitano di più lavorazione, per cui è

consentito l’impiego di più additivi alimentari.

ADDITIVI ALIMENTI PIU’ CONTESTATI

1. COLORANTI ARTIFICIALI

Utilizzati in quasi tutti gli alimenti trasformati, caramelle, dolciumi, snack, bibite gassate,

prodotti per la colazione. Servono a rendere più invitanti i cibi, ma non sono indice di una

reale qualità. Dagli studi e valutazioni comunitarie e internazionali dei coloranti alimentari,

emergono correlazioni che vanno dalle allergie, a congestione dei seni paranasali,

all’iperattività soprattutto nei bambini.

2. CONSERVANTI

Esistono diversi tipi di conservanti, come il TBHQ, i polisorbati 60, 65 e 80, il BHT e ilBHA, il

benzoato di sodio o i solfiti e vengono utilizzati per rallentare oppure impedire il processo di

deterioramento degli alimenti causato da batteri, lieviti e muffe. Si ritiene possano causare

perdita di calcio e irritazioni intestinali, causare mal di testa e problemi respiratori. Il più

additato è forse il nitrito di sodio, utilizzato per mantenere i colori nei derivati della carne,

viene considerato potenzialmente cancerogeno.

3. EMULSIONANTI

Utilizzati per ottenere miscele perfette, permettono di unire ingredienti naturalmente non

mescolabili. Olio bromurato vegetale, polisorbato 80 e carragenina sono i principali. Si

trovano nel latte al cioccolato, nel gelato industriale, nella gelatina e purtroppo anche negli

alimenti per la prima infanzia. Sono accusati di diversi effetti collaterali come problemi

comportamentali, reazioni cutanee, disturbi digestivi, calcoli alla vescica e ai reni, aumento

di peso, infezioni urinarie, cattiva assimilazione del ferro.

4. ANTIAGGLOMERANTI

Si usano per assorbire l’umidità degli alimenti, impediscono la formazione di grumi nei cibi,

di solito si aggiungono ai prodotti in polvere o essiccati. Presenti in sale da cucina, cacao,

latte in polvere, lievito in polvere, miscele per torte, formaggio grattugiato, preparati in

polvere per le zuppe istantanee, caffè solubile, uova in polvere. Si compongono di fosfato,

carbonato, silicato e alluminio. Quest’ultimo noto per la sua tossicità, in quanto può

causare danni ai reni e ai muscoli, è considerato una delle cause dell’Alzheimer. Inoltre è

stato dimostrato che diversi tipi di antiagglomeranti aumentano la velocità di degradazione

della vitamina C eventualmente presente nei prodotti.

5. GRASSI IDROGENATI

Conosciuti come grassi trans o idrogenati e parzialmente idrogenati, si trovano tra gli

ingredienti di molti alimenti trasformati come biscotti, cibi impanati o surgelati. Si ritiene

che possano causare un aumento del colesterolo LDL e una diminuzione quello buono, HDL,

quindi vengono collegati a malattie cardiache e diabete.

6. AROMI ARTIFICIALI

Esistono aromi naturali, artificiali, cioè ottenuti per sintesi chimica, e natural-identici, uguali

a quelli naturali ma costruiti in laboratorio per sintesi chimica. Quando l’etichetta riporta

solo la dicitura aromi si tratta di sintetici o natural-identici. Sono contenuti ad esempio in

dolci, bibite frizzanti e biscotti, per recuperare o migliorare il gusto del cibo trasformato. Si

ritiene siano causa di allergie e disturbi del comportamento come l’iperattività.

7. GLUTAMMATO MONOSODICO MSG

Esaltatore di sapidità presente in molti cibi salati come patatine, alimenti impanati o dadi

da cucina e utilizzato al posto del sale comune o cloruro di sodio, si collega all’insorgenza di

disturbi quali mal di testa, squilibri ormonali, obesità, fino a danni cerebrali.

8. EDULCORANTI ARTIFICIALI

Queste sostanze sostituiscono lo zucchero, aggiunte alle bevande e in generale ai prodotti

alimentari consentono di ottenere un sapore dolce. Possono essere naturali o artificiali.

Fanno parte di questi ultimi l’aspartame, la saccarina, la taumatina, il ciclammato,

l’acelsulfame K, la neosperidina DC, suclarioso. Si trovano nelle gomme e caramelle “senza

zucchero”. Le categorie di prodotti alimentari in Italia con edulcoranti intensivi e/o polioli

sono: confetteria (gomme e caramelle), bevande analcoliche, yogurt, marmellate, biscotti e

edulcoranti da tavola.

L’accusa principale agli edulcoranti artificiali è di essere la causa di forme tumorali, anche se

non ci sono evidenze scientifiche per l’uomo, mentre è stato pubblicato recentemente uno

studio che dimostra come provochino alterazioni metaboliche che si traducono in un

aumento della glicemia.

9. BPA O BISFENOLO-A

Un ormone sintetico studiato per i possibili effetti pre e post natali sui bambini e contenuto

in materie di vario tipo utilizzate per confezionare alimenti. Riuscirebbe a passare dal

contenitore al cibo e quindi attraverso la digestione ad entrare nel nostro organismo,

alterando il sistema endocrino e influenzando lo sviluppo e la salute riproduttiva.

10. FTALATI

Altri ormoni sintetici presenti negli alimenti confezionati in lattina e associati dalla ricerca

all’insorgere di disturbi neurodegenerativi e a livello dell’apparato riproduttivo, nonché al

diabete.

Gli additivi alimentari presenti negli alimenti confezionati sono veramente tanti. Ma non

abbandoniamoci all’allarmismo! L’utilizzo di additivi è autorizzato nell’UE e costantemente

monitorato dall’EFSA, autorità europea per la sicurezza alimentare. Una sigla numerica

preceduta dalla lettera E, come Europa, serve per identificarli, anche se ancora non è

obbligatorio inserirli sulle confezioni. Secondo gli esperti ciò che fa la differenza e che può

rendere veramente nocive queste sostanze non è la presenza di per sé, ma la quantità.

Gli additivi sono classificati in base alla loro funzione e si possono dividere in 3 grandi

gruppi:

– Additivi che aiutano a preservare la freschezza degli alimenti: conservanti, che rallentano

la crescita di microbi, e antiossidanti, che prevengono i fenomeni di irrancidimento,

allungano la durata dei prodotti alimentari, proteggendoli dal deterioramento causato

dall'ossidazione, come l'irrancidimento dei grassi o l'inbrunimento enzimatico (quello delle

mele e delle pere lasciate all'aria, per esempio).

– Additivi che migliorano le caratteristiche sensoriali degli alimenti: coloranti, addensanti,

emulsionanti, dolcificanti, esaltatori di sapidità. Gli addensanti assicurano agli alimenti

determinate caratteristiche fisiche, come aspetto, consistenza, stabilità nel tempo; si

trovano in carni in scatola e budini, salse e prodotti dolciari, confetture e gelatine di frutta.

– Additivi tecnologici, usati per facilitare la lavorazione degli alimenti ma che non hanno

una specifica funzione nel prodotto finale (definiti anche adiuvanti): agenti anti-schiuma,

anti-agglomeranti. L’agente antischiuma è un additivo chimico che riduce e ostacola la

formazione di schiuma nei liquidi dei processi industriali. I termini agente antischiuma e

antischiumante si usano spesso in modo intercambiabile. Agenti usati comunemente sono

oli insolubili, polidimetilsilossani e altri siliconi, certi alcoli, stearati e glicoli. L'additivo si usa

Dettagli
Publisher
A.A. 2017-2018
6 pagine
SSD Ingegneria industriale e dell'informazione ING-IND/25 Impianti chimici

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Martina_1998 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Tecnologie per la protezione ambientale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Catania o del prof Benintende Pio.