Anteprima
Vedrai una selezione di 7 pagine su 26
8. Metodologia della ricerca archeologica Pag. 1 8. Metodologia della ricerca archeologica Pag. 2
Anteprima di 7 pagg. su 26.
Scarica il documento per vederlo tutto.
8. Metodologia della ricerca archeologica Pag. 6
Anteprima di 7 pagg. su 26.
Scarica il documento per vederlo tutto.
8. Metodologia della ricerca archeologica Pag. 11
Anteprima di 7 pagg. su 26.
Scarica il documento per vederlo tutto.
8. Metodologia della ricerca archeologica Pag. 16
Anteprima di 7 pagg. su 26.
Scarica il documento per vederlo tutto.
8. Metodologia della ricerca archeologica Pag. 21
Anteprima di 7 pagg. su 26.
Scarica il documento per vederlo tutto.
8. Metodologia della ricerca archeologica Pag. 26
1 su 26
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

Importanza di uno scavo archeologico corretto

Nell'immagine si vede come non deve essere fatto uno scavo (indiscriminato, con due sterri che corrono ai lati dei muri; si perdono associazioni tra strati di terra e con pareti del muro. Si perdono associazioni storiche con cose che sono venute prima del muro - es. pavimenti - o dopo - es. crolli, abbandoni...).

Ultimo punto in cui si dedica nel libro è parlare di "ricostruzione storica". Da un'analisi puntuale (fatta con strumenti, metodi, pratiche adeguati) traggo narrazioni e ricostruzioni storiche.

Idea ripresa da Carandini in "storie dalla terra". È palese la citazione di Wheeler. Wheeler parla di "archaeology" (tecniche di scavo); Carandini racconta "storie" che la terra genera. Inoltre archeologia (per Carandini) non produce storia, ma storie (due concetti profondamente diversi).

Il libro di Carandini arriva agli inizi degli anni Ottanta, quando sono successe cose in giro per il mondo. Wheeler

È divenuto una sorta di star televisiva, ha avuto un grande successo con le donne (si è sposato diverse volte, addirittura ferito da un rivale in amore). Poi ritornato in Inghilterra equell'esperienza è divenuta fondante dello scavo inglese.Scavo inglese ha un'importanza straordinaria per il nostro modo di scavare perché negli anni in cuiMortimer torna in Inghilterra (a fine anni Sessanta) parte una grande stagione di scavo in Inghilterralegata a ricostruzioni dopo la Seconda guerra mondiale (molte cose sono state distrutte, difficoltàeconomiche in Inghilterra. Partono ricostruzione urbane e anche scavi archeologici. Inghilterracome uno dei posti in cui si scava di più al mondo in quel periodo). Nascono due esperienzediverse: - TECNICHE DELLO SCAVO ARCHEOLOGICO (Philip Barker) nato dall'esperienza diWheeler, adattato alle esigenze della nuova archeologia (essenzialmente urbana). È un librodi tecniche. - PRINCIPI DISTRATIGRAFIA ARCHEOLOGICA (Edward Harris). Nasce la figura professionale dello scavatore archeologo. Harris lavora sui cantieri e si fa venire una bella idea per leggere e creare uno strumento concettuale per analizzare stratificazione del terreno. Da qui esce questo libro, non intitolato "principi di archeologia stratigrafica". È un manuale un po' teorico (parla di principi) in cui si fa riferimento ai manuali delle scienze applicate (che hanno principi) e con riferimento a una disciplina che esiste (stratigrafia, non più – però – considerata in senso geologico, ma archeologico). Da questa esperienza viene fuori il nostro modo di scavare attuale, molto ancorato alle idee scritte nel libro di Carandini (anni Ottanta). Tutto questo sistema comincia a scricchiolare un po' oggi, perché le situazioni sono cambiate. Forse bisognerebbe aggiornare il nostro modo di analizzare e scavare (un po' abbiamo cambiato molto). Oggi (lo scavo)è prodotto del nostro modo attuale di interagire col passato) cosa pensiamo? Le informazioni che ci interessano (sul passato dell’uomo, che sono il nostro obiettivo) stanno dentro la terra, non sotto. Questo oggetto conoscitivo sono le tracce, non più gli oggetti. I manufatti sono tracce inserite in un sistema più grande di tracce. Ciò che ci interessa sono le tracce umane e naturali prodotte nel paesaggio e stratificate nel terreno. Gli archeologi lavorano su tracce; lo scavo è finalizzato a individuale, analizzare, leggere e conservare tracce che azioni prodotte dagli uomini del passato si sono conservate nel terreno. Città moderna che sta sopra stratificazioni conservate in maniera diversa nel terreno, oggetto della nostra conoscenza. INIZIAMO A PARLARE DI STRATIFICAZIONE DEL TERRENO Ciò che ci interessa conoscere sono le tracce lasciate dalle azioni dell’uomo e della natura nel passato. Bisogna capire come le tracce sono nate. Per farlo, dobbiamo studiare la stratificazione del terreno.

Il concetto di palinsesto è importante da recuperare e focalizzare. Siamo saliti sulla Torre degli Asinelli a Bologna. Dalla cima della torre si gode di un paesaggio ampio. Quando saliamo sulla cima di qualcosa...vediamo un palinsesto di cose diverse. Dalla Torre degli Asinelli si vedono pezzi della città medievale, ma anche rinascimentale, ottocentesca, pezzi della città moderna (fatti perlopiù per ricucire gli strappi dovuti a demolizioni, bombardamenti... della Seconda guerra mondiale), città attuale (traffico, circolazione...). PALINSESTO. Vediamo convivere, in uno stesso sguardo, cose diverse (torre medievale e autobus urbano che si muove nel contemporaneo).

Se facciamo una specie di astrazione mentale e chiudiamo gli occhi, tornando indietro nel tempo, eli riapriamo nel 2000 a.C. ... cosa c'è a Bologna? Se la Torre fosse esistita allora cosa avremmo visto? Pianura bolognese, attraversata da un fiume... pianura con...

colli sullo sfondo… resti di un villaggio(natura con bassa antropizzazione)

Se fossimo stati sulla stessa Torre in epoca romana… avremo visto una città ormai strutturata con i suoi edifici (es. teatri, monumenti, abitazioni, strade, ponti…)

Nel Medioevo… avremmo visto un panorama tipico di una città medievale: moltissime torri, molte case, un panorama edilizio più fitto (case meno grandi della città romana, che si sviluppavano su piani sovrapposti), strade più strette e tortuose.

Di tutto questo… cosa rimane nel nostro palinsesto? 2 cose:

  • Sopra la terra rimangono cose conservate in maniera differenziale (casualmente – queste torri e non altre / un po’ perché costruite in momenti diversi, individuate come monumenti e che dunque hanno vissuto una vita diversa rispetto ad altre cose / assi viari che si intersecano ad angolo retto, retaggio della città romana / nei singoli nuclei delimitati da assi

rettilineistrade strette e tortuose (sovrapposizione della città romana, sotto i grandi assi, la città medievale, le case, strade più contorte, poi strato cinquecentesco, con strati più regolari e poi la città attuale). Questo è il primo palinsesto che vediamo;

Sotto terra c'è un archivio dei paesaggi del passato: ciascuno di questi edifici ha fondazioni, finite sotto terra. Quella strada avrà livelli precedenti (che stanno sottoterra), spazi liberi e ora occupati, spazi occupati prima e ora liberi... tutto questo è registrato nell'archivio del terreno.

2 palinsesti: architettonico, sopra terra e uno sotto terra.

Divisione a livello del suolo, rimasta in uso fino a tempi recenti. La tutela del patrimonio monumentale sopra terra era competenza della soprintendenza ai monumenti; quella sottoterra spettava alla soprintendenza archeologica.

Oggi diversa concezione: la Torre ha una parte sopra terra e una sotto terra

(i piani di calpestio cheprima erano sopra terra ora sono sotto terra). Insensato dividere a metà la torre e attribuire ogniparte alle autorità responsabili di conservazione e tutela.Oggi archeologia urbana cerca di lavorare contemporaneamente sopra e sotto terra (conquistarecente). La riforma Franceschini ha istituito le Soprintendenze uniche (SAPAB), che unisconocompetenze delle soprintendenze storiche, del paesaggio… non possiamo distinguere il sito dalpaesaggio (in orizzontale) e il sito sottoterra dalla città sopra (verticale). Si tratta solo diinformazioni diverse.

Si vede nell’immagine sopra chiaramente il rapporto tra cosa è sopra e cosa è sotto terra. Una voltaarrivati i lavori per lo svincolo di Roma nord, è stata scoperta la struttura su cui quella che prima erasolo una piccola collinetta si impiantava (villa di epoca romana).Trasformazioni del paesaggio prodotto delle interazioni tra natura uomo, natura, uomo che cerca

diaddomesticare la natura (che talvolta sovverte tentativi umani). Nasce come piccolo villaggio rurale… poi tutto si amplia (case si stabilizzano, divengono più grandi, si costruisce la prima strada, palazzo padronale, alcune case demolite, altre conservate… paesaggio cambia). Al mutare del paesaggio si crea nel sottosuolo una specie di archivio dei paesaggi precedenti. Si crea una specie di libro che può essere di tracce, fatto di pagine sovrapposte di tracce, che può essere osservato tramite scavo archeologico. Se dovessimo trasformare quest'osservazione (anche banale) in un sistema di principi… enunciando i principi scientifici su cui si basa questa continua trasformazione di paesaggio, potremmo astrarre nel seguente modo. Possiamo pensare a un sistema in equilibrio; equilibrio rotto da un'azione (fattore esterno), che ne determina uno nuovo. Prima foto alto a sinistra primo equilibrio (fermo, isolato dal resto, anche se la strada daQualche parte porterà; magari collega a un villaggio vicino distante 20km…). Equilibrio poi mutato daintervento umano (ad es. costruzione di case). Si crea un nuovo equilibrio.Possiamo immaginare il paesaggio (su vari livelli, micro o macro territorio che sia) come continuaalternanza di equilibri, disequilibri e non equilibri.Primo equilibrio, iniziale; equilibrio rotto da un fattore esterno; nuovo equilibrioEs. fattore esterno: situazione piovosa.Equilibrio iniziale: alberi, valle (terreno). Arrivano precipitazioni esterne, che rendono instabile ilterreno; si crea una frana; terra slitta sul pendio e va a formare una pianura (come si sono formategran parte delle pianure di oggi).Pezzo grande di una delle Tre cime di Lavaredo venne giù. Fortunatamente non ammazzò nessuno,nonostante sentieri alla base fossero frequentate (accadde di notte e, fortunatamente, non ammazzònessuno). Il giornalista si lamentava dei cambiamenti climatici (aumento temperature,

maggioresiccità d'estate, maggiore precipitazione invernale, maggiore erosione... rocce venute giù). Non si rendeva conto del fatto che stava scrivendo dalla pianura milanese, il prodotto di questo stesso fenomeno catastrofico avvenuto molte volte in miliardi di anni.

Il nostro sistema globale si muove con questa regola aurea, la quale dice che (nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma) se viviamo in un sistema chiuso (e noi siamo un sistema chiuso: globoterracqueo e atmosfera circostante) e un'azione esterna rompe questo equilibrio, questa azione dovrà pur provenire da qualche parte e generare una qualche azione da qualche parte.

Immaginiamo sistema chiuso: lago e persona che fa il bagno nel lago. Non ci sono scambi con l'esterno. La domanda è: il lago ghiaccia all'improvviso: di cosa muore il signore? In linea teorica muore di freddo, ma questo non è possibile. Se il sistema è chiuso e non comunica con l'esterno,

La temperatura e il calore dell'acqua si è trasferito in massa all'altra.
Dettagli
Publisher
A.A. 2020-2021
26 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ANT/10 Metodologie della ricerca archeologica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher lucabeagle di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Metodologia della ricerca archeologica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Siena o del prof Zanini Enrico.