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La persona incaricata (Guido olim Muccii de Monticiano), al prezzo di 7 fiorini (pro pretio settemflorenorum de auro), vendo, do et trado dicto nomine (a questo titolo, ovvero quello di procuratore)tibi dicto Gherardo unam domum.
ESEMPIO 9:qual è la modalità di nomina dei procuratori? Finora abbiamo detto: i rappresentanti del comune nominano; ma c'erano modalità di selezione? C'era una votazione? Chi lo proponeva, in che modo lo aveva scelto? Non ci dicono molto, in realtà, gli atti: in genere troviamo semplicemente che nominano procuratore x a cose fatte. Ma qualcosa c'è. Cosa c'era prima della dichiarazione della costituzione di x come procuratore? Come avveniva la scelta? Bartolomeo di Ciolo è lì come vicario, come addetto alla giustizia -> è un notaio vicario. In questo caso c'è un gruppetto consistente di persone (25 uomini de radota), elencati, Il fatto che ci sia un appalto così.
forte (per 28 anni) e una libertà di gestione di un bosco non è così banale. Ma a noi interessa vedere cosa accade relativamente alla scelta del procuratore. In questo caso (facta prius inposita [...] eos, nemine discordante) la nomina del procuratore è preceduta da una proposta, una discussione e una votazione, che si conclude all'unanimità. Da cosa può dipendere il fatto che in certi casi si metta questa indicazione? Magari si vuole ricordare questa procedura, che si era ritenuta così rilevante da volerne tenere memoria. Altro caso. Questione che non sappiamo. In questo caso si potrebbe quasi pensare che questo colloquio, trattato, chiacchierata tra i consiglieri e, forse anche con i procuratori, fosse stata in relazione a ciò che i procuratori avrebbero dovuto dire al capitano di guerra, una volta che si fossero presentati da lui. Da un punto di vista giuridico, il notaio non è tenuto a motivare la procedura che portaLa comunità alla nomina e scelta della persona. Gli basta avere il nome e poi mette nel dettato del documento gli elementi che la comunità ha interesse a far mettere. Ma, la maggior parte di queste procure, sono semplicemente che il consiglio della comunità nomina tizio e caio procuratores. Le procurationes nelle quali l'autore si parla dell'autore istituzionale, non materiale. Rispetto a quelle consuete ovvero quelle di ambito privato. Per gli elementi tipici espressi nella narratio nella parte iniziale, nel preambolo del documento. Da un punto di vista giuridico, la cosa importante che fosse stato congregato correttamente l'organo deliberante; è quello il momento di insediamento dell'organo rappresentativo della comunità: congregato al suono della campana, per bando del banditore, per ordine dell'organo che ha potere di convocare...
ciò che vuoi) → sei nominato per fare questa trattativa. Le numerose clausole inserite venivano determinate in dipendenza dal negozio stesso → l'abbiamo visto anche nel caso delle monete veneziane di cui sopra → siete nominati per il cambio di queste monete e dovete prendere almeno un certo numero di soldi → le clausole si definiscono in relazione all'azione giuridica che il procuratore avrebbe dovuto compiere per portare a termine il mandato. I due momenti fondamentali rimangono: - Momento che giustifica l'azione giuridica dell'organo della comunità, che si assume – tramite congregazione, riunione... - il potere di nominare; - L'incarico dato al procuratore. Nell'escatocollo: - Data topica → dove si fa il documento; - Elencazione dei testimoni, che assistono alla stesura del documento - Sottoscrizione notarile Il notaio agisce perché è lui che da publica fides al documento → laLa centralità del notaio in questa operazione è fondamentale, in quanto solo lui da publica fides e convalidare gli atti comunali mediante la propria sottoscrizione. Senza questo passaggio, la documentazione sarebbe poco spendibile sul piano giuridico (il documento privato, stipulato tra privati, non avrebbe valore di prova di fronte a un tribunale). Di qui la centralità del notaio come detentore della publica fides.
Dunque, il notaio è publica fides in quanto notaio. Il fatto che si aggiunga che lui è scriba del comune o, in un determinato momento, vicario (es. in ambito senese, durante il governo dei Nove, i notai mandati nelle comunità oltre a svolgere gli atti potevano ricoprire cariche di giusdicente) sono espressioni aggiuntive (non aggiungono niente alla sua dimensione professionale).
Abbiamo completato il discorso sulla produzione documentaria in ambito di piccole-medie comunità.
Queste tracce documentarie che abbiamo derivano -
perabbracciare altre modalità di conservazione della documentazione. Sono i primi documenti che si pongono sulla porta dell'archivio thesaurus per volgere lo sguardo a quello che sarà l'archivio-sedimento. Archivio thesaurus inteso come deposito di materiali funzionali alla tutela dei diritti comunitativi. Abbiamo visto le carte libertatis. Dunque stratificazione e accumulo di materiali (funzionali alla tutela di diritti) estraneo al contesto corrente dell'amministrazione. Una volta fatto quel documento, quello lo conserviamo; è una tantum (addirittura l'appalto del mulino dura ca. una trentina d'anni). È un tesoro, dunque conservato gelosamente per tutelare i propri diritti patrimoniali e giurisdizionali. Può essere raccolto in una cassa, in un armadio, può essere affidato alla custodia di un ufficiale religioso o di un responsabile della comunità. Cosa ci dicono gli statuti delle comunità in riferimento ad alcuni
1258 → statuto prevede che il podestà debba custodire diligentemente gli atti e i documenti della comunità e che, in caso di necessità, debba richiedere l'aiuto di un notaio per redigere nuovi documenti; 3. Siena, 1302 → statuto prevede che l'archivio comunale debba essere custodito in un luogo sicuro e che i documenti debbano essere conservati in modo ordinato e accessibile; 4. Pienza, 1405 → statuto prevede che l'archivio comunale debba essere custodito dal cancelliere e che i documenti debbano essere conservati in modo tale da poter essere consultati facilmente; 5. San Gimignano, 1425 → statuto prevede che l'archivio comunale debba essere custodito dal podestà e che i documenti debbano essere conservati in modo tale da poter essere consultati facilmente. L'archivio thesaurus è quindi un elemento fondamentale per la conservazione della storia delle comunità, ma spesso richiede un impegno e una cura particolare per essere mantenuto e reso accessibile a tutti.1280 → in quel momento è un castello signorile degli Ardengheschi (involgare) el rectore et el camarlengo sieno tenuti di fare bandire che qualunque del dettocomune avesse carte o vero libro o alcuna scriptura che pertenga al comune, cheincontanente le debbia mandare e dare in mano de’ massari; el camarlengo del comune siatenuto di comprare una cassetta per lo comune, ne la quale si mettano tucte le carte delcomune e sia posta in quello luogo che vorrà el camarlengo.
Dunque, si raccolgono le carte e si mettono in una cassetta, che deve stare in un luogo sicuro(qui abbiamo visto l’affidamento a un camerlengo e in casa di qualcuno).«arcam aliquam vel scrineum […] non frangam» giura il podestà di Anghiari dalla prima metà delXIII secolo; → deve essere così sicuro che lui non lo aprirà, se non in casi eccezionali.
«quod omnes cartae comunis Custozae, tam novae quam veteres, debeant poni et gubernari in
archiviothesaurus.Il soppediano del Comune di Siena → “sotto i piedi” (del letto o come cassapanca che contenessemateriali, posta vicino a strutture su cui sedersi).In Archivio di Stato di Siena si conserva un registrino cartaceo, di grandissimo interesse perché sitratta di una testimonianza di gestione dell’archivio thesaurus di un grande comune cittadino (qualeSiena nel Medioevo).Nel documento questo soppediano è definito anche scrineum, caleffum p tesoro.La definizione archivistica di archivio thesaurus trova qui coincidenza.Siamo negli anni di consolidamento del potere guelfo, fino ai Nove governatori. Dal 1287 i prioriche governano la città (rinnovati ogni due mesi), che stavano nel palazzo pubblico erano 9.Nell’ambito del governo guelfo si era arrivati ad una regolamentazione del meccanismo di gestionedell’archivio; in periodo ghibellino (statuto del 1262) si parlava genericamente di pergameneraccolte in uno scrineo pressoi frati di San Domenico, sotto la responsabilità di un cancellarius (custode dei beni della comunità, più che cancelliere)unoscrinio» si legge in uno statuto del 1290 (provincia di Verona) → dunque, siano riposte in unoscrigno.
Ci sono molti esempi per rassicurarci che sia tenuto in un posto sicuro, dentro una scatola etc. oppure in un luogo sacro, diffusissima pratica nei grandi centri (Siena, Pisa, Firenze…). Per analogia questo avviene in un’epoca più tarda in molte località fra Tre e Quattrocento (a Diano il Liguria il coffano delle scritture si deve porre nella sagrestia della chiesa maggiore). È chiaro che nelle medio-piccole comunità il fenomeno è più tardo (siamo nel Quattrocento): a Moncalieri presso i frati predicatori, a Domodossola (1425), nella chiesa dei frati minori, a Subiaco in custodia del sacerdote della Chiesa di S. Andrea…
Analizziamo adesso un archivio importante del Comune di Siena. Tramite un documento che ora analizzeremo, abbiamo la possibilità di comprendere le modalità di gestione di un