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Il sito archeologico di Vignale

Le arature si sono fermate ad un limite catastale che coincide con un limite di una struttura antica (muro romano). Se con sito archeologico intendiamo resti archeologici, il sito finisce lì. Se intendiamo il sito archeologico come lo definisce Roth, è tutta l'area che ha interazione con questo posto e con chi ci viveva. La zona vicino al muro è, archeologicamente parlando, piena di roba. Ci sono depositi di spazzatura, probabilmente (gli antichi ci buttavano roba, noi la possiamo tirare fuori e capire cose). Solo perché non c'è costruito nulla, non significa che non ci sia nulla. Io riesco a leggere le strutture (che vengono prima della vita), riesco a leggere i crolli (che vengono dopo la vita). La vita vera non riesco a leggerla. Il sito di Vignale è piccolo, ma è collegato con una serie di relazioni spaziali circostanti. Sito come luogo in cui le tracce si sono particolarmente differenziate. Sito come paesaggio.

densità variabile. Il sito archeologico è un pezzo di presente perché noi identifichiamo quello spazio come spazio in cui vale la pena di approfondire la nostra indagine; pensiamo che possa dare risposte alle nostre domande. Valutazione del potenziale archeologico serve a dire: guarda, questo pezzo di spazio può darmi informazioni preziose.

Il sito archeologico contemporaneo non coincide quasi mai con quello antico. Molto probabilmente quello contemporaneo sarà una frazione di quello antico. Noi non saremo mai in grado di scavare un intero sito antico. Ne scaveremo una frazione più o meno grande, a seconda di ciò che più ci interessa in quel momento.

Nella contemporaneità il sito è il luogo dove noi facciamo i lavori.

Primo caso: es. non si può costruire un parcheggio su una domus romana ben conservata, con affreschi più o meno grandi molto belli. Però la domus può diventare una risorsa utile.

alla comunità, in quanto attrattiva. Nel secondo caso passato e presente possono armonizzarsi. Non è detto che tutto ciò che è stato passato non può essere toccato. Ciò che è stato passato può diventare presente. Scavo archeologico: potenziale informativo può essere solamente diminuito. Io posso cercare di fare meno danni possibili. Perdita controllata per ottenere informazioni. Pompei è nata così (gioco dilettantesco quasi). Lo scavo borbonico andava avanti a buchi e rilevamenti; spesso veniva chiamato il re affinché assistesse di persona all'estrazione dalla terra indiretta di cose. Le cose cambiano con Michele Arditi, che elabora per i Borboni il nuovo piano per gli scavi di Pompei. Divide le squadre di operai in due gruppi: quelli che scavano fuori le mura e quelli che scavano dentro le mura. Uno scavo quasi industriale. Lo scavo non partirà mai. Lui aveva immaginato di far arrivare i turisti e

farli pagare per far arrivare lo scavo. L'oggetto di conoscenza non è il manufatto singolo, ma l'intero contesto (città intera). Fiorelli intendeva governare moltissimi operai. Pompei (a un certo punto) prevedeva 1.800 operai contemporaneamente. Grande impresa edilizia che deve eliminare quanta più terra possibile nel minor tempo possibile.

La stratificazione archeologica a Pompei è debole. Pompei è una città, strato di cenere e lapilli soprae, ancora sopra, guscio di lava (a volte assente). Cenere e lapilli è un elemento da portare via per vedere cosa c'è sotto. Quella di Fiorelli è un'operazione adeguata. Quando capisce che ci sono bolle vuote nella cenere... si ferma.

Situazione un po' diversa per gli scavi nel Mediterraneo. Leonard Wolley doveva far lavorare persone diverse, che non erano tutti archeologi. A Pompei c'è città intera. In Oriente ci sono molti monumenti sotto la

sabbia.Lì bisogna portare via la terra e far sì che gli operai che hanno poca voglia di lavorare non spacchino gli oggetti che stanno a contatto col suolo antico.C'è chi dice che divideva per livello di intelligenza i suoi operai.Primi grandi scavi a fine '800: fatti direttamente nelle sue proprietà.

Dettagli
Publisher
A.A. 2020-2021
11 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ANT/10 Metodologie della ricerca archeologica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher lucabeagle di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Metodologia della ricerca archeologica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Siena o del prof Zanini Enrico.