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Considerazioni sociali sulla committenza artistica

Un aspetto sociale da considerare riguarda la committenza artistica, sia pubblica che privata. Perché una persona paga privatamente per opere d'arte destinate alla fruizione pubblica? Come venivano fruite le opere d'arte nel passato? Questi sono aspetti che rientrano nella relazione tra opera d'arte e società. Gli archeologi utilizzano lo stesso paradigma per studiare oggetti.

Un altro aspetto in cui archeologia e storia possono interagire è la storia culturale dell'arte. Come avveniva la produzione di manufatti? Come funzionava la trasmissione dei saperi? Come si formavano i repertori iconografici, cioè perché la Vergine col bambino è sempre raffigurata in un certo modo e non in un altro? Ci sono repertori iconografici che cambiano nel tempo in determinate società, mentre altri rimangono immutati per molto tempo.

L'archeologia può mettersi al servizio della storia dell'arte e, attraverso un approccio archeologico, integrare le procedure della storia.

dell'arte con quelle dell'archeologia: idea di stratigrafia e archeometria (disciplina che applica i metodi di alcune scienze applicate alla conoscenza materiale degli oggetti del passato – es. di applicazione archeometrica è il C-14). Oppure applica il concetto di contesto spaziale o funzionale all'opera d'arte. Quali pratiche e idee possiamo mutuare da altre discipline? Dobbiamo considerare ciò non come limiti o paletti, ma come zone di interazione. Maestranze orientali nel "Tempietto longobardo di Cividale". Risultati di recenti analisi dei materiali architettonici – Aurora Cagnana / Stefano Roascio / Sandro Zucchiatti. Primo problema: affreschi di Cividale del Friuli. Cronologia: a cavallo tra la dominazione bizantina e l'epoca longobarda in Italia (i bizantini giungono in Italia entro la metà del VI secolo, dopo la caduta dell'Impero romano d'Occidente (circa un secolo dopo) e, tra 568-569 entrano i

Longobardi e pianificano una rioccupazione italiana in cui la geografia non è particolarmente chiara. Uno dei capisaldi su cui si discute è questo tempietto, situato in un territorio che diviene precocemente longobardo). Cronologia ottenuta su base stilistico. Tra fine VI e inizi VIII secolo.

Molto complesso il suo aspetto storico-artistico. Perché? È un'unione di cultura classica ed elementi innovativi (capitelli, decorazioni a lunette, legati alla tradizione classica, e – nell'ordine superiore – raffigurazione con chiara matrice più vicina alle prospettive tardo-antiche o tardo-medievali).

Nella contro-facciata ovest c'è un intervento di tutela da parte della Sovrintendenza. Decorazioni in stucco importanti, che non hanno enormi problemi; sono gravi le condizioni della decorazione pittorica.

Indagini sulla lunetta presente nella contro-facciata ovest, da studiare per il restauro. È stata effettuata una campionatura.

per studiare i colori e cercare di capire che tipo di pigmento fosse stato usato e come, in fase di restauro, conservare il pigmento e integrare senza alterare il tutto. Studio finalizzato a un intervento. Nel fare questa operazione si sono accorti (tramite analisi microscopiche) che – sulla superficie degli affreschi – fibre vegetali (dovuto a interventi di pulizia: uso di spazzole, pennelli…). Queste fibre vegetali sono state trovate anche sull’intonachino (strato intermedio tra arriccio e pigmento). C’erano filamenti vegetali nel corpo dell’intonachino. Sono andati a vedere cos’erano questi frammenti vegetali: frammenti di paglia (normale: la paglia era usata – ancora oggi – come rallentatore dell’essiccazione. Uno dei grandi problemi degli affreschi è che, se l’intonaco asciuga troppo rapidamente, inizia a crepare e fa sì che la superficie pittorica si stacchi. Con la paglia l’intonaco si asciuga

più lentamente). Guardando a un microscopio elettronico queste fibre vegetalici si è accorti che è cotone. Nell’Alto Medioevo non si usava il cotone, ma altri tipi di fibre (lino,canapa…). Problema fondamentale: chi è che ha questo sapere (parlavamo di trasmissione deisaperi)? Chi sa che per far venire fuori un affresco di buona qualità è opportuno addizionare cotoneall’intonachino? Chi ha a disposizione il cotone? Una delle ipotesi sviluppate è che questo cotonearrivasse a Cividale del Friuli nella cassetta degli attrezzi degli artisti che avevano dipinto gliaffreschi della lunetta (almeno l’affresco della controfacciata) e che fossero orientali; artistibizantini che lavoravano per conto di longobardi (possibile committenza longobarda che erainteressata ad assumere pittori bizantini. Perché?). abbiamo casi, più recenti, di attenzioneoccidentale verso artisti bizantini: nell’Alto Medioevo si

crea sbilanciamento tra crisidell’Occidente e fioritura orientale. VI secolo: crisi delle città in Occidente; si costruisce –contemporaneamente – S. Sofia a Costantinopoli. Sono gli imperatori del S. Romano Impero chemandano ambasciatori a Costantinopoli per vedere questi come si vedono. Quando questi si devonodare un’immagine da imperatori? Mandano Liutprando da Cremona, lo mandano a Costantinopoli elui fa una relazione in cui spiega dettagliatamente come funzionava la questione in Oriente.Ruggero II manda qualcuno a Costantinopoli, prende mosaicisti, li fa venire in Sicilia e si farappresentare con la stessa iconografia usata da imperatori bizantini (modello del Cristo cheincorona l’imperatore). Si raffigura come imperatore bizantino e chiede di scrivere il suo nome concaratteri greci (rogherios rex).Se invece a Cividale abbiamo (VII secolo) un signore longobardo che assume (Sicilia culturalmentevicina al mondo bizantino) degli artisti bizantini

A Costantinopoli per far fare un mosaico è interessante. Oppure... artisti itineranti che vanno in giro, giungendo anche in Occidente e, al momento, trovano qualcuno che gli commissiona un'opera d'arte (tramite le loro tecniche e canali espressivi). Esempio di come archeologia possa dare una mano alla storia dell'arte. Caso più o meno analogo: Affreschi di Castelseprio (vicino a Varese, in Lombardia). Chiesetta vicino alle porte del castrum (Santa Maria Foris Portas). Essendo fuori dalle porte del castrum è difficile da inquadrare cronologicamente. Affreschi meravigliosi: es fuga in Egitto. Storiografia lunghissima: c'è stato e continua ad esserci un feroce dibattito. Di quando sono questi affreschi? Chi li ha commissionati? Come sono arrivati là? Risposta: affreschi che hanno solo confronti in Oriente, di bellezza strepitosa; affreschi con qualità di pittura eccezionale (lumeggiature dell'abito di S. Giuseppe, muso).

espressivo dell'asino...). Matrice chiaramente bizantina. Questi come cui sono arrivati? Un'ipotesi: artista di passaggio, itinerante. Rimane il problema della datazione: di quando sono gli affreschi? Se uno storico dell'arte guarda questi affreschi... direbbe tra metà e fine del VI secolo d.C. (massimo inizio VII secolo). L'archeologia ha cercato di dare una mano agli storici dell'arte tramite datazione muraria su base archeometrica (muri possono essere datati su base edile o archeometrica, per datare - ad esempio - i mattoni). A Castelseprio hanno fatto una datazione sui mattoni (termoluminescenza), che consente di datare quando quella ceramica ha subito un riscaldamento oltre i 450° (normalmente si usa per datare ceramica, in cui al momento della cottura si scalda a più di 450°). I muri di Castelseprio sono di XI secolo. Bisogna inventarsi un modo per cui l'affresco può essere dell'XI secolo. Sifanno dei nuovi sondaggi all'esterno delle mura dell'abside e trovano addossati a quei muri delle tombe di XII secolo. Nessuno storico dell'arte accetterebbe di identificare affreschi del genere a secoli così avanzati. Grande dibattito da cui non siamo ancora usciti perché la datazione stilistica propria della storia dell'arte non può essere ignorata. Non possiamo, però, essere certi che quel mattone sia il prodotto di un restauro che non abbiamo visto bene (o che quell'esame di termoluminescenza sia stato falsato da un incendio che ha aumentato la temperatura della parete). Definiti i parametri della ricerca... possiamo cercare di capire cos'è la metodologia e perché ce n'è bisogno! Prima distinzione tra archeologia che descrive e archeologia che vuole dare un'interpretazione espiegazione non sicura. L'archeologia può dare interpretazioni e spiegazioni consapevoli, tenendo contodei fatti, ma non vende verità.  ARCHEOLOGIA DESCRITTIVA / INNOCENZA che descrive il mondo del passato, guardandolo e descrivendolo (le statue greche di Fidia sono fatte così, il castrum romano è fatto così...). Descrizione legittima; gran parte dell'archeologia racconta il mondo tramite la descrizione. È un'archeologia che entra (o presume di entrare) in contatto diretto col passato; quella che definiremo come "premessa / presupposto pompeiano", cioè l'idea che noi possiamo entrare in contatto con il passato. Gordon Childe e Donadoni dicono che l'archeologia nasce con gli scavi di Pompei nel Settecento (tu scavi ad Ercolano e vedi una città bloccata in una fase finale della sua vita). Però quella che vediamo è la vita di quel momento in una città che non sta vivendo una sua vita normale, ma che è in un enorme stress. Archeologia legittima, che, però, non si pone ilproblema della relazione tra noicontemporanei e il passato; Un'archeologia che vuole fare la storia, che non è innocente (la perdita dell'innocenza in archeologia. Se decide di dare spiegazioni, l'archeologia non può far finta di niente io vado, guardo con occhi neutrali... io sono un uomo del XXI secolo... se devo dare spiegazioni uso paradigmi e concetti che sono il prodotto del nostro modo di pensare). l'innocenza non esiste di fronte al racconto del passato. Entrambe legittime: archeologia descrittiva ha avuto grande successo (e continuerà ad averlo) perché la più banale delle descrizioni arricchisce il nostro patrimonio conoscitivo. Sono modi diversi di narrare il passato: ognuno deve scegliere da che parte stare. Ecco la metodologia: bisogna partire dal fatto che non è come fare un'osservazione scientifica. Tre livelli: - Superiore – teoria della conoscenza (presupposto pompeiano). Come funzionala nostra conoscenza del passato? Quali meccanismi logici dobbiamo attivare per conoscere il passato;  Intermedio – livello delle metodologie – come la nostra idea di passato è influenzata dalle fonti storiche e dalle interpretazioni degli storici;  Avanzato – livello delle teorie – come le teorie storiche influenzano la nostra comprensione del passato e come possiamo valutare la validità di queste teorie.
Dettagli
Publisher
A.A. 2020-2021
9 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ANT/10 Metodologie della ricerca archeologica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher lucabeagle di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Metodologia della ricerca archeologica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Siena o del prof Zanini Enrico.