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Archeologia e storia: un rapporto dialogico
A volte si risponde come si pensa meglio rispondere, a volte si risponde sinceramente... L'archeologia parte da fonti involontarie. Lavora su scarti involontari delle persone; o anche su scarti volontari (ad es. sepolture). Sono in continuazione prodotte nel contemporaneo. Rapporto dialogico tra storia e archeologia. La stessa traccia che, nel corso del tempo, si può leggere in maniera diversa; perché gli approcci sono diversi.
Immaginiamo una villa romana (tipico insediamento romano nelle campagne) dove si fanno attività produttive (produzione di olio, vino...) + parte residenziale (dove vive signore e servi). Wickham è un caso classico di uno storico che sente molto gli archeologi, parla molto con gli archeologi. Le società dell'alto medioevo: è stato spostato su un livello più sociale perché più appetibile per pubblico italiano. Fino a metà del secolo scorso la disciplina archeologica era una.
Disciplina ausiliaria della storia, poiché procurava oggetti dell'indagine storica. Se prima facevi l'archeologo o lo storico dell'arte antica, sapevi che dovevi occuparti di circa 4 secoli, di una forma espressiva particolare (l'arte antica)... si viveva facile. Se oggi dici di volerti occupare del passato in senso globale, senza distinzioni di genere, distinzioni sociali, di classe... hai un universo conoscitivo enorme, che alla fine non porta ad un sapere "reale" (a meno che tu non ti costruisca un percorso conoscitivo e che poi tu lo racconti a qualcun altro).
Alexander Calder: ricerca sulla continua mutevolezza dell'opera d'arte (oggetti anche fisicamente spostati dal passaggio delle persone).
Immaginiamo che la sfera rossa sia il nostro cervello, collegato alla sfera piccola (tramite una bilancia), a sua volta la nostra conoscenza che finisce nel terreno. È come se lui avesse tolto la terra, lasciando solo oggetti o tracce.
Quando c'è un attivatore esterno (l'uomo con il Cotton fioc) lui da un colpo alla sfera rossa (nostro cervello, la nostra volontà di conoscenza) e determina un movimento di un oggetto. Finisce nel terreno e, in maniera del tutto variabile (dipende da dove, come scavi... - in maniera casuale o in dipendenza di variabili molto complesse...) intercetta tracce casuali...
Relazione biunivoca tra sfera rossa e piccola. La sfera rossa è più grande e determina il movimento della piccola. A seconda del colpo che la sfera piccola dà alle tracce, la sfera rossa (il nostro cervello, la nostra conoscenza) si muove (magari arricchendosi).
Ciò che incontriamo per strada cambia noi e il nostro modo di percepire il passato. Gioco che dipende dalle interazioni.
Fonti materiali sono per definizione vere. Non è vero che le fonti storiche sono più vere di quelle materiali. Non è vero della fonte orale del Tucson project.
è meno vera di quella materiale della Tucson Project. È vero che la fonte materiale ci dice quanta birra quelli bevevano, ma è anche vero che la fonte orale ci dice che il consumo di birra è una pratica non particolarmente condivisa. Ci dice che la menzogna è una pratica abbastanza diffusa. Abbiamo arricchito l’immagine della società.
La metodologia serve a tenere sotto controllo il modo in cui noi costruiamo informazioni a partire dalle fonti (storiche o materiali). E serve anche a tenere sotto controllo il perimetro disciplinare e sviluppare un dialogo, sviluppare limiti, provare a dire a qualcun altro “aiutami con le tue fonti”.
Questa gente aveva lasciato tracce di sé tramite fonti storiche. È molto più probabile che questa gente abbia lasciato tracce di sé nelle fonti archeologiche.