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La documentazione archeologica

Si disegna la forma, il perimetro. Ciò che vediamo dall'alto (unica cosa che vediamo dell'unità stratigrafica prima di iniziare a scavare). Riporto la posizione, la quota rispetto all'unità stratigrafica e i caratteri identificativi. Foglio pre-orientato (nord come punto di riferimento). Oggi sistema superato da CAD, droni... cioffrono possibilità diverse. Dunque documentazione scritta... grafica... fotografica! Pellicola e sviluppo costavano tempo e denaro. Disegno e fotografia sono cose diverse: al disegno è affidata l'informazione volumetrica; alla fotografia la definizione qualitativa. L'ansia di scavare fa sì che la cosa che uno fa inizi a scavare... iniziano a saltar fuori reperti... doveli metto? Lì, tanto poi me ne ricordo... Prima di scavare si prende secchio, sacchetto, cassetta... Una volta che tiriamo fuori cocci dalla terra (Manacorda... recidono legami con

(contesto) …abbiamo reciso legami. Si mettono reperti nella cassetta della stessa unità stratigrafica. Scavare significa “distruggere un’unità stratigrafica”. Può avere dimensioni diverse (strati più o meno ampi, può essere un muro che deve essere abbattuto…).

Prima cosa: decidere che strategia usare per scavare. Decidere quali sono strumenti più adatti e procurarseli. Campionare la matrice, ovviamente, è sempre necessario. A livello logistico… conviene? Hospazio? Riesco a mantenere tutta quella quantità di terra?

Raccogliere tutti reperti. Ogni singolo reperto ha la sua storia, ha dentro una data, e può essere identificabile. Capacità di archeologi di interpretare e capire in diretta di quale contesto si tratta e applicare livello di analiticità (da documentazione, a scavo, a raccolta di reperti).

L’idea che l’approccio Harrisiano faccia aumentare tempi deve essere

discussa: velocizzando lo scavo, ma fa anche operazioni complicate. Lo scavo è un'operazione semplice, lo possono fare in tanti (avere mercato aperto a personalità, anche basse...). Il dogma dello scavo semplice proviene dall'Inghilterra. Frutto di stratificazione che non ha elevati solidi. Quando crollano fanno grandi pacconi: è più difficile rimuoverli con la Traul. Vanno affrontati in maniera diversa. No scarpe da scavo, buche profonde non protette, no caschetto... sicurezza sottovalutata negli anni '80. Si retrocede perché lavorando con la cazzuola si tira via la terra, lasciando davanti lo strato successivo immediatamente pulito. Bilanciamento tra campione che puoi analizzare e informazioni. Lo scavo è un equilibrio. Non esiste lo strumento adatto. La scelta è data dall'interazione tra natura della stratificazione che devi lavorare ed esigenze conoscitive. Lo scavo è un'attività costituita da esseri umani con.

esseri umani… c’è una storia di vita. Se con una ruspa travolgi qualcosa di piccolo… e quella piccolezza poteva offrire informazioni storiche importantissime… avremmo perso conoscenze per utilizzare la scelta che, da un punto di vista di tempo e di rapporto costi-benefici, era la più fattibile.

Ogni scelta comporta rischi. Nei 45 anni passati dalla formalizzazione di questi sistemi di scavo… abbiamo lavorato moltissimo sulla fase documentazione; non abbastanza sulla fase scavo. Ancora la facciamo in maniera un po’ troppo tradizionale.

Se uno strato è grosso e, potenzialmente, poco informativo… il livello di analiticità è buono. Sono sicuro di recuperare cocci di una certa dimensione (tranne quelli piccoli); sono abbastanza sicuro di recuperare monete (il coccio sta lì, per terra; la moneta tende a saltellare quando presa a picconate).

So che prenderò tutta la ceramica, gran parte delle monete…

Non prenderò reperti più piccoli (per farlo devo setacciare: operazione che richiede tempo e soldi – devo pagare queste persone...). Setaccerò contesti specifici (stratino di vita, immondezzaio... vicinanza alla vita quotidiana). Si sottopongono a fottazione... fogne (non posso associarli semplicemente a cocci). Siamo nel momento della massima perdita di informazioni. La documentazione non finisce prima dello scavo (vediamo solo ciò che è in superficie). Indagare e registrare posizione di ogni reperto in ogni US. La posizione del reperto nell'US non è così rilevante. Questa cosa vale per la maggioranza delle US dello scavo urbano; non vale se scavo vicino alla vita delle persone (strati di abbandono, vita congelata, fermata da un crollo..) richiedono grande attenzione nel posizionare oggetti (soprattutto preistorici; talmente pochi materiali...)

Come diceva Boni... Archeologia stratigrafica come tassonomia

(capacità di classificare cose). Bisogna annotare anche ciò che non si capisce. Ciò che non capisco oggi, posso capirlo domani. Archeologia inglese si basava su: metto d'accordo sviluppo urbano e tutela del patrimonio archeologico sulla base della documentazione. Uno fa tutto un processo di documentazione, scavo, documentazione... alla fine del processo la stratificazione è sparita, ma sono rimasti pacconi di schede, fotografie, diagramma stratigrafico... così ho tolto semplicemente la terra e sono rimaste fonti di informazioni. Sappiamo tutte le implicazioni e i limiti delle procedure (hai buttato via la terra, chissà cosa c'era dentro). Tra traccia e significato c'è un complicato problema interpretativo. Più separiamo interpretazione da analisi delle tracce e più rischi corriamo. Sistema harrisiano: devo velocizzare scavo, organizzo strumenti e procedure operative che mi consentano di registrare oggi le

Informazioni e poi trasferirle in un archivio per poterle discutere e interpretare domani. Si postpone attività interpretativa (fase che non toglie terra... inutile allo scavo che permette a signori di costruire).

Il tempo che risparmio sullo scavo è semplicemente postposto.

Lavaggio di cocci: attività fondamentale. Lavando cocci si riesce a vedere concretamente ciò che sta producendo lo scavo.

Siglatura dei cocci. All'epoca con pennellino a china. Oggi si fa anche con pennarelli.

Segnatura mette sigla su ogni singolo coccio e ci impedisce di perdere cocci (rischio di perdere rapporto reperto-contesto).

Dopo averli siglati, inizio a dividerli. Tramite la tipologia... metto insieme i cocci che ci sembrano simili (ceramica moderna, materiali edilizi, anfore...).

Una volta classificati... come li conserviamo? Cassette vanno sullo scavo, sono asciutte, si possono lavare...

Messi all'aperto i reperti soffriranno abbastanza (umidità, calore, pioggia...).

sbalzi temperatura…).La sigla dei reperti è importante perché i cartellini si staccheranno, o il quadratino nell’immagine inalto a sinistra si corroderà (non saranno più leggibili).

Dettagli
Publisher
A.A. 2020-2021
20 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ANT/10 Metodologie della ricerca archeologica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher lucabeagle di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Metodologia della ricerca archeologica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Siena o del prof Zanini Enrico.