Lorena Loiacono
di Lorena Loiacono
Immagine autore
6' di lettura 6' di lettura
Test di Medicina 2015, la prova ad ottobre
Migliaia gli studenti che, da oggi e prima delle vacanze di Natale, possono finalmente tirare un sospiro di sollievo: l'attesa, per sapere se il test di ingresso a medicina si farà o verrà abolito, sembra finita.
Le dichiarazioni del sottosegretario all'istruzione, Davide Faraone, rilasciate al Corriere della Sera, sembrano fugare ogni dubbio anche se l'ufficialità del Miur ancora non c'è.

IL TEST DI MEDICINA SI FA - Il test s’ha da fare. E si farà, almeno stando a quanto dichiarato dal sottosegretario all’istruzione, Davide Faraone che, in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, ha assicurato che quest’anno il test resta e si svolge ad ottobre. Una novità importante che, se confermata, andrebbe a scardinare la tradizionale data di fine agosto-inizio settembre anticipata solo per quest’anno ad aprile.

TEST MEDICINA 2015 – “Il test si deve fare, non può esserci il “liberi tutti”, il todos caballeros. Il test di medicina si farà anche quest’anno e sarà in ottobre”. Non solo, prima del test si svolgeranno dei corsi preparatori, organizzati dagli atenei e non dai privati: “Tre mesi di corso sui test affidati al pubblico e sottratti al privato - dice Faraone - con domande più specializzate, legate a materie specifiche e meno generaliste, questo per rendere la selezione più oggettiva in modo da non lasciare spazio a ricorsi”. Un'idea, quella di confermare il test almeno per quest'anno con le modalità già note, che potrebbe andar bene anche ai Rettori della Crui che, nelle scorse settimane, si erano espressi sfavorevolmente sulla possibilità di abolire il test.

ARIA DI CAMBIAMENTO - Importanti novità inoltre, come riporta il Corriere della Sera in un’intervista al sottosegretario all’istruzione Faraone, anche per la preparazione al test che già da quest’anno verrà affidata a corsi di tre mesi organizzati dalle singole facoltà di medicina. Dal prossimo anno si cambia: l’orientamento partirà fin dagli ultimi anni delle scuole superiori. Un test di ingresso diverso, con domande diverse e più pertinenti, è anche l'obiettivo del ministro Stefania Giannini che, fin dal primo giorno del suo insediamento al Miur, ha affrontato il tema dei test di ammissione a medicina.

Guarda il video per ascoltare il parere del ministro Giannini

fonte Vista Agenzia Televisiva Nazionale

DAL 2016 SI CAMBIA- Le grandi novità arriveranno nel 2016, quando l’orientamento partirà fin dalla scuola superiore. Una sorta di “pre-orientamento fin dalle scuole superiori”. Ad annunciarlo è Faraone, dalle pagine del Corriere della Sera: “Bisogna creare un orientamento già dalle scuole superiori, negli ultimi anni, che si aggiunga al corso preparatorio per arrivare al test d’ingresso. Il numero chiuso continuerà ad esserci e di anno in anno si valuterà la situazione con il ministero della Salute”.

FARSA INACCETTABILE - Per gli studenti comunque non si tratta di una buona notizia, almeno non per quelli che da anni lottano contro il numero chiuso e speravano in una riforma effettiva. "La discussione politica sul tema dell'accesso a medicina è diventata una farsa - ha dichiarato Riccardo Laterza, Portavoce nazionale della Rete della Conoscenza - Veniamo da mesi di politicismi, annunci trionfali seguiti da clamorose marce indietro. E' inaccettabile che il Governo pensi di poter prendere una decisione sul tema senza aver mai consultato gli studenti. Non siamo disposti a tollerare che il tutto si riduca ad una polemica fra parti diverse del MIUR, del Governo e dei rettori che sembra più utilizzare strumentalmente il tema del numero chiuso che voler ragionare seriamente di come si supera un sistema fallimentare. Non è più il tempo dei piccoli accorgimenti, serve costruire una proposta complessiva che riveda il modello di accesso ai corsi di laurea e che preveda risorse adeguate per proseguire il percorso formativo e di specializzazione".

UNIVERSITARI SUL PIEDE DI GUERRA - Dello stesso avviso Alberto Campailla, Portavoce nazionale di Link - Coordinamento Universitario "Rivedere il modello di accesso a medicina non è un vezzo ma una necessità reale degli studenti e del Paese. Tutte le statistiche ci dicono che entro il 2018 avremo 22.000 medici in meno, ciononostante le politiche in materia di istruzione continuano a limitare fortemente la possibilità di formarsi in questo settore, sacrificando in prospettiva anche il diritto alla salute assieme a quello allo studio. La rincorsa in 70.000 per 10.000 posti e la pioggia di ricorsi successiva sono sintomi di un sistema che collassa su se stesso e altro non fa che alimentare business senza curarsi di diritti e bisogni. Ci chiediamo: a chi conviene lasciare tutto com'è? ".