
Crescono i posti disponibili per chi sogna una carriera nelle professioni sanitarie: il recente decreto del Ministero dell’Università ha messo a disposizione per la prova di ammissione dell’8 settembre, quasi 37 mila posti, nelle 41 Università statali, per le varie specializzazioni.
A mettere in fila i numeri è Angelo Mastrillo, docente di Organizzazione delle professioni sanitarie all’Università di Bologna, che ha analizzato in dettaglio il nuovo bando: rispetto al 2024 ci sono oltre 1.300 posti in più, distribuiti però in maniera molto diversa tra i diversi corsi. Un incremento rispetto allo scorso anno che va letto come risposta a un mercato del lavoro che continua a richiedere infermieri, fisioterapisti e altre figure tecniche chiave.
In gioco – ricordiamolo – ci sono percorsi che, a differenza di altri, garantiscono sbocchi occupazionali rapidi e stabili: non un dettaglio da poco per i quasi 500 mila diplomati che in queste settimane stanno decidendo cosa fare del proprio futuro.
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Posti in aumento, ma con forti differenze tra i corsi
Il dato complessivo parla di 36.943 posti, ovvero 1.351 in più rispetto al 2024. A livello percentuale, l'incremento generale e del 3,8% rispetto al 2024.
A farla da padrone resta Infermieristica, con oltre 20 mila posti (20.409), che coprono il 55% dell’offerta. Ma le vere sorprese arrivano da altri corsi: Fisioterapia guadagna 440 posti e tocca quota 3.262 (+16%), mentre Osteopatia compie un balzo impressionante, passando da 70 a 425 iscrizioni possibili (+507%).
In crescita anche Tecnico di Radiologia (+163, per un totale di 1.863), Tecnico di Laboratorio (+160, arrivando a 1.660) e Logopedia, che supera la soglia delle 1.100 disponibilità (+13%). Numeri in rialzo, seppur più contenuti, anche per Dietisti, Ortottisti, Tecnici della riabilitazione psichiatrica e Igienisti dentali.
Non mancano però i segni meno: l’Assistente sanitario cala bruscamente (-18%), i Terapisti occupazionali scendono a 253 posti (-3,8%) e persino Infermieristica segna un leggero arretramento rispetto allo scorso anno (-26 posti).
La sfida dei test d’ingresso
Negli ultimi anni le domande di ammissione si sono aggirate intorno alle 65 mila, contro circa 37 mila posti disponibili: la competizione resta dunque alta, anche se con differenze enormi tra corso e corso. La Fisioterapia si conferma la più ambita con un rapporto di 6,6 domande per posto, seguita da Logopedia (4,2), Ostetricia (4,1) e Dietetica (3,7). Anche i Tecnici di Radiologia (2,5) e gli Igienisti dentali (2,4) si muovono su livelli sostenuti. Tutte le altre professioni, invece, restano sotto il valore 2.
Il caso più emblematico è quello degli Infermieri: con oltre 20 mila posti a bando, il rapporto medio è di 1 a 1, ma cambia radicalmente a seconda della geografia. Nel Centro-Nord ci sono meno candidati dei posti disponibili (rapporto 0,8), mentre al Sud si arriva quasi a 2 domande per posto, con circa 3.500 studenti esclusi nonostante la grande disponibilità.
Da ricordare anche i dettagli pratici: la tassa di iscrizione oscilla dai 26 ai 100 euro, con una media di 52, e ogni Ateneo elabora il proprio questionario. Oltre metà delle Università si affida al Consorzio CINECA, che predispone una prova unica per tutti i corsi.
Perché puntare sulle professioni sanitarie conviene
Un punto resta fermo: l’occupazione è certa e in tempi brevi. I dati AlmaLaurea mostrano un tasso che va dal 77% all’85%, praticamente il doppio rispetto alla media generale delle lauree (44%). Non solo: chi sceglie queste carriere può contare su un ventaglio di opportunità che spazia tra settore pubblico, privato e libera professione. Per molti studenti è una garanzia unica nel panorama accademico italiano, tanto che si guarda già al futuro con l’ipotesi di nuove lauree specialistiche disciplinari, a partire da quella in Infermieristica.
Con oltre 500 corsi attivi in 49 Università e una richiesta costante di personale qualificato, il settore delle professioni sanitarie conferma di essere non solo in crescita, ma in piena trasformazione.