
Oggi, giovedì 25 settembre, 36 università statali apriranno le porte per gli esami di ammissione ai Corsi di Laurea Magistrale delle Professioni Sanitarie.
Un appuntamento ormai consolidato che però, come sottolinea nel suo report Angelo Mastrillo, docente di Organizzazione delle professioni sanitarie all’Università di Bologna, stavolta arriva con numeri in chiaroscuro: più corsi, più posti disponibili, ma un calo significativo nelle domande.
Le iscrizioni raccolte – oltre 12 mila – restano comunque superiori all’offerta, ma la flessione rispetto agli anni precedenti apre interrogativi sul futuro.
E mentre le cinque università private che hanno attivato questo percorsi hanno scelto date diverse per lo svolgimento delle prove, la fotografia complessiva delinea uno scenario di forte disomogeneità, con differenze marcate tra classi di laurea e regioni.
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Meno candidati, più corsi: il paradosso dei numeri
Il dato principale da cui partire è proprio quello delle domande messe a confronto con le opportunità: 12.469 professionisti candidati per 4.213 posti disponibili. Un rapporto di tre domande per posto, in calo rispetto al 3,5 dello scorso anno.
Le domande, infatti, diminuiscono dell’11% rispetto al 2024, quando erano quasi 14 mila. La tendenza è ancora più evidente se confrontata con i corsi di laurea triennale, che registrano un calo limitato all’1,5%.
In controtendenza, invece, l’offerta: i corsi salgono da 98 a 102 e i posti aumentano del 5,5%. In ogni caso non bastano: restano insufficienti rispetto al fabbisogno stimato dalla Conferenza Stato-Regioni, che parla di oltre 12.500 unità.
Vent’anni di formazione e un fabbisogno crescente
L’anno accademico 2025/26 segna il 22° anno di attivazione delle Lauree Magistrali in area sanitaria, introdotte nel 2004.
In questo arco di tempo i posti complessivamente messi a bando sono stati 53.682, a fronte degli 82.792 richiesti dalle Regioni: un gap del 35,2% che rende evidente come l’offerta non abbia mai colmato il fabbisogno reale.
La media annua è di 3.763 posti, cifra che cresce solo ora con i 4.213 previsti per il 2025. Numeri comunque distanti dall’incremento richiesto dalla Conferenza Stato-Regioni, che ha portato il fabbisogno da 10.512 dello scorso anno agli attuali 12.549.
Un divario che si riflette anche sulle domande di iscrizione, oltre 12.400, superiori sia ai posti disponibili sia alle stime ufficiali.
Le differenze tra le cinque Classi di Laurea
Il quadro, però, non è uniforme. La classe Infermieristica-Ostetrica, che raccoglie da sola oltre metà dei posti, registra un calo del 14,5% nelle domande, pur vedendo un aumento del 7,9% nei posti a disposizione. La domanda resta alta, con oltre quattro candidati per posto, soprattutto al Sud.
L'area Riabilitazione, al contrario, cresce del 15% nelle domande e dei posti, segnale di un interesse in espansione.
Male i corsi Tecnico-Assistenziali, con un crollo del 34,5%, e i Tecnico-Diagnostici, -14,5%, entrambi con rapporti domanda/posto ormai prossimi all’uno. Più dinamica la classe della Prevenzione, che aumenta sia nei posti (+25%) sia nelle domande (+11%), pur con un rapporto leggermente in calo.
Le mappe regionali delle domande
Anche il dettaglio territoriale mostra come il calo non sia uniforme. Friuli, Liguria e Puglia hanno il segno positivo, con aumenti significativi delle domande, legati anche all’ampliamento dell’offerta. In Liguria le domande crescono del 17,7%, in Puglia addirittura del 27,8%.
Al contrario, alcune regioni segnano crolli pesanti: la Sardegna perde oltre il 40%, passando da più di 800 a meno di 500 domande; il Veneto scende del 17%, la Toscana del 19%. Il Lazio, con ben quattro università coinvolte, arretra del 19,5%. Mentre, al Sud, la Campania contiene la flessione al 4% e la Sicilia segna un lieve aumento.
Insomma, non si tratta certo di una novità: differenze importanti che raccontano di un sistema a più velocità, in cui la disponibilità di corsi e la percezione delle opportunità lavorative giocano un ruolo decisivo.
Una selezione sempre più mirata
Nonostante il calo complessivo, comunque, la competizione resta alta: in Infermieristica-Ostetricia il rapporto supera ancora 4 a 1, in Campania arriva a 4,5. Le altre classi, invece, mostrano dinamiche diverse, con rapporti vicini alla parità tra domande e posti.
Una situazione che, dunque, se per alcuni corsi rischia di ridimensionare l’appeal delle lauree magistrali, per altri consolida la loro centralità nella formazione sanitaria.