Marcello G.
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Test medicina 2018, migliaia di segnalazioni in tutta Italia: strano caso a Palermo articolo

Anche quest’anno, i test d’ingresso alla facoltà di Medicina lasciano strascichi polemici e sospetti. Il caso che ha fatto più scalpore è sicuramente quello di Palermo, dove un esposto alla Procura della Repubblica denuncia un picco di ricerche su Google per alcune parole chiave legate proprio alle domande del questionario sottoposto alle aspiranti matricole. Ma è solo la punta dell’iceberg. Migliaia le segnalazioni arrivate nei giorni successivi le prove. A lanciare l’allarme è Consulcesi - network legale leader nella tutela dei medici e di chi vorrebbe diventarci - che come sempre ha messo a disposizione il portale web www.numerochiuso.info, attivando parallelamente una massiccia campagna social (attraverso l’hashtag #MeLoMerito) per raccogliere testimonianze e fornire informazioni su come tutelarsi in caso di scorrettezze durante la prova.

Le città più ‘segnalate’? Sul podio Milano, Catania e Palermo

“Anche quest’anno il test d’ingresso alle Facoltà di Medicina – commenta Consulcesi - ha dimostrato gravi inefficienze dal punto di vista della regolarità delle prove, confermando la sua inadeguatezza nel selezionare i medici del domani, che sono la linfa vitale del nostro Ssn. A confermarlo, le centinaia di segnalazioni, in particolar modo relative all’utilizzo di Google durante la prova, che ci sono giunte da parte degli studenti di tutta Italia”.

Milano, Catania, Palermo, Bari e Roma: ecco le città in cima alla lista per numero di segnalazioni di brogli durante i test d’accesso alle Facoltà di Medicina. Gli atenei finiti sotto accusa sono stati soprattutto l’Università Statale di Milano (14% dei casi), l’Università degli Studi di Catania (13%), l’Università degli Studi di Palermo (10%), l’Università degli Studi di Bari (9%) e La Sapienza di Roma (8%). Tra le denunce più frequenti da parte degli studenti si segnalano: l’utilizzo di smartphone (19%), la violazione delle procedure (16%) e i mancati controlli (10%).

La campagna per sconfiggere gli imbroglioni

“Da 18 anni, da quando nel ‘99 venne istituito il ‘numero chiuso’ - spiega ancora Consulcesi - facciamo ricorsi e grazie ad essi migliaia di studenti si sono potuti immatricolare e coronare il sogno di indossare il camice bianco. Il ‘numero chiuso’ deve essere un’eccezione e non la regola, come previsto dalla Costituzione. Da parte nostra ci siamo già attivati presso le istituzioni per avviare un dialogo che consenta di individuare una soluzione per un accesso meritocratico a Medicina, in grado di risolvere l’annoso problema delle irregolarità e al contempo di arginare la carenza di camici bianchi che si prospetta nel prossimo futuro”.

Lo strano caso di Palermo: picco di ricerche sulle "parole chiave" del test

Negli ultimi giorni è emersa un'altra notizia che ha destato scalpore: uno studio legale di Palermo, sulla base della segnalazione di un candidato, ha depositato un esposto in Procura dopo aver affidato ad un analista informatico una ricerca su alcune "parole chiave" cliccate sul web fra le 11 e le 12,40 dello scorso 4 settembre, quando si sono svolti i test di ammissione.
L’analisi dimostrerebbe che alcune parole contenute nella prova avrebbero avuto dei "picchi sospetti" rispetto alla media. Una fra tutte, la parola "frattale", contenuta in uno due due quiz di Cultura Generale, con un volume di ricerca di +1243% oltre la media giornaliera degli ultimi tre anni. Secondo gli avvocati, le ricerche sospette sul web quella mattina sarebbero state fra 700 e 1.000.

Data pubblicazione 26 Settembre 2018, Ore 14:33
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