Test Medicina 2023, aumenteranno i posti: da meno di 15mila a 19mila

Il test d’ingresso alla facoltà di Medicina per il 2023 ha subito un restyle non da poco; infatti a partire da quest’anno tutte le aspiranti matricole potranno sostenere la prova due volte, ad aprile e a luglio, in modalità computer based del Cisia (TOLC), scegliendo il punteggio migliore per entrare in graduatoria per le sedi preferite.

Le novità non si fermano qui, è di poche ore fa la dichiarazione della ministra dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, con la quale ha annunciato per quest’anno un aumento cospicuo che non si fermerà negli anni a venire, ma che vorrebbe portare gli accessi a 30mila entro il 2030.

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Test Medicina, ipotizzato un aumento di posti già da quest'anno ma resta il numero chiuso

Secondo la bozza di relazione che la commissione di esperti incaricati dal Ministero dell’Università e della Ricerca e guidata dall’ex rettore Eugenio Gaudio ha consegnato nei giorni scorsi alla ministra Anna Maria Bernini, non ci sarà neanche nel lungo periodo la possibilità di eliminare il numero chiuso per la facoltà di medicina, come riporta ‘Il Sole24Ore’. A ribadirlo la stessa ministra che, intervenendo a 24 Mattino su 'Radio 24', ha ammesso: “Non possiamo aprire in maniera indiscriminata”, ma ha comunque promesso un aumento dei posti a partire proprio da quest'anno.

Infatti sembrerebbe che già per il 2023 potrebbe essere prevista un’apertura ulteriore sul numero di posti disponibili per le future matricole, che potrebbero passare dagli attuali 14.787 previsti oggi, agli oltre 19mila, ipotesi per ora presente solamente nella bozza del documento in mano al MUR.

"Il senso di questa apertura è programmata sul fabbisogno” ha aggiunto la ministra su 'Radio 24', assicurando che gli esperti stanno lavorando sulle necessità del paese a lungo raggio: “la commissione ha elaborato quanti medici saranno necessari sulla base di questo dato e su determinate tipologie di medici. Dovremo continuare a verificare quanti numeri sono necessari e su quali specializzazioni". E quindi il documento punterebbe a mettere a disposizione 30mila posti entro il 2030 per fornire un concreto ricambio generazionale a tutti gli specialisti che andranno in pensione in questi anni.