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medico braccia incrociate

Prosegue la road map del governo che prevede l'abolizione del test di accesso alla facoltà di Medicina. Nel pomeriggio del 27 novembre, il Senato ha approvato in via definitiva il testo di legge che mira a ridisegnare le modalità di accesso al corso di laurea, con 87 voti favorevoli, 40 contrari e 18 astensioni.

Adesso la palla passa alla Camera: l'obbiettivo, stando alle dichiarazioni del Ministro Bernini, è quello di approvare il disegno di legge entro la fine dell'anno, in modo tale da poter cambiare il sistema di 'reclutamento' già a partire dal prossimo anno accademico.

Indice

  1. Riforma test di Medicina: cosa cambia nel nuovo sistema di selezione
  2. Riforma test di Medicina: i dubbi e i nodi da sciogliere

Riforma test di Medicina: cosa cambia nel nuovo sistema di selezione

Addio al concorsone e al test a crocette, ma resta il numero chiuso. Con la differenza che la scrematura sarà fatta più avanti, in corso d'opera.

Gli aspiranti camici bianchi dovranno frequentare un semestre di corsi propedeutici, sostenendo inoltre i relativi esami.

Solo in seguito verrà stilata una graduatoria nazionale e si saprà chi è dentro e chi è fuori.

Quello che non è ancora chiaro è il nuovo sistema di accesso: come riporta Il Corriere della Sera, infatti, la nuova legge stabilisce solo i contorni generali della riforma del sistema di accesso a medicina, delegando al governo la definizione dei contenuti attraverso una serie di provvedimenti successivi.

Riforma test di Medicina: i dubbi e i nodi da sciogliere

Così come non è chiaro il sistema di selezione in base al quale si deciderà chi può andare avanti e chi no. La riforma menziona la “collocazione in posizione utile nella graduatoria nazionale sulla base di esami di profitto svolti secondo standard uniformi”.

Ed è proprio l'uniformità di giudizio uno dei punti più nebulosi. Come sottolinea il quotidiano, infatti, la discrezionalità dei voti è cosa risaputa, soprattutto a livello locale. In poche parole: un 27 preso con un docente spesso corrisponde a un 30 preso in un'altra università e con un altro professore.

Come uniformare quindi il tutto garantendo lo stesso standard? L'opposizione aveva proposto un test di carattere nazionale, da svolgere al termine del semestre: una formula che però non ha convinto la maggioranza.

Resta inoltre ida risolvere il nodo dell'affluenza. Con il nuovo sistema, le facoltà saranno infatti invase da uno 'tsunami' di studentesse e studenti: un numero triplo, se non quadruplo di iscritti, rispetto al presente.