
Sono mesi che non si parla d'altro: il “semestre aperto”, la nuova modalità d'accesso per Medicina, Odontoiatria e Veterinaria, è sulla bocca di tutti fin dall’avvio dei corsi, il 1° settembre.
Al posto del tradizionale test, gli studenti hanno frequentato direttamente le lezioni universitarie con la finalità di affrontare tre esami standardizzati, uguali in tutta Italia. Solo chi si posiziona in graduatoria può proseguire.
Il primo appello si è tenuto a novembre, con non poche polemiche sulla trasparenza e le modalità di svolgimento, mentre il 10 dicembre si terrà il secondo e ultimo appello. I posti restano limitati e chi non supera la selezione viene reindirizzato verso corsi affini, senza ricominciare da zero.
Su Reddit, un utente ha aperto la discussione chiedendo cosa ne pensassero gli studenti che hanno vissuto questo primo semestre sperimentale. I commenti arrivati in risposta mostrano un malcontento diffuso, segnato da dubbi sulla reale efficacia del nuovo sistema.
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Semestre Aperto: un contentino per gli studenti?
La percezione principale del semestre aperto è quella di un meccanismo che illude per poi escludere. Uno dei commenti più votati afferma: “Ma infatti non ha mai avuto senso questo semestre filtro… dà il contentino a migliaia di studenti, li fa studiare e perdere tempo per poi lasciarli a piedi. Almeno prima se uno veniva rifiutato poteva ripiegare su altre facoltà che mirano a quel campo”.
Mentre un altro utente aggiunge che “si è solo spostato il problema di 6 mesi più avanti… tanti studenti bocciati si trovano a dicembre con niente e dovranno ricominciare l’università l’anno prossimo”.
La questione non riguarderebbe solo il tempo perso, ma anche il carico economico: “Prendono soldi e poi scremano. Invece prima scremavano e prendevano meno soldi”.
Esami più difficili?
Al centro delle critiche c’è anche il livello delle prove, ritenuto più alto rispetto al precedente test nazionale: “Quest'anno, invece che fare un test d'ingresso, si trattava di sostenere TRE esami universitari nello stesso periodo", ha osservato una studentessa. "Sono esami veri e propri che se passati vanno in carriera, per cui il livello, dopo, sarà più alto”.
Molti lamentano un'organizzazione delle lezioni non all'altezza delle necessità: “La preparazione all’esame è stata fatta male correndo troppo e concentrandosi su cose estremamente specifiche”.
Per molti, due mesi non sarebbero sufficienti per affrontare programmi che nelle intenzioni dovrebbero coprire circa un semestre intero.
Il confronto con il vecchio test
Tra i commenti emerge spesso un paragone con la modalità precedente, ritenuta più chiara e uniforme: “Nella mia università non c'era nessuno d'accordo con questa nuova modalità" osserva un attuale studente di medicina, "era meglio il vecchio metodo, un test uguale per tutti in tutta Italia”.
Il test d’ingresso, basato su fisica, matematica, biologia, chimica e logica, viene descritto come più equilibrato: “Il livello era simile o inferiore al liceo, quindi era più meritocratico”.
C’è, però, chi collega le difficoltà ai cambiamenti generazionali: “Mi domando se tante persone sono state bocciate perché non così brave. Le nuove generazioni copiano tutto a scuola, dipendono dal cellulare, e magari quando si interfacciano con il mondo universitario hanno tanta difficoltà”.
Una sperimentazione accolta con perplessità
Dai commenti emerge, comunque, un quadro ricco di sfumature, ma segnato da un comune filo conduttore. Evidenziando la sensazione che il semestre aperto abbia aumentato incertezza e pressione sugli studenti, più che semplificare l’ingresso.
La sperimentazione è in corso, e non si hanno ancora risultati ufficiali. Il confronto online e le testimonianze, al momento, mostrano intanto un malcontento generale per la novità.