
L’esito del secondo appello di esami del Semestre Aperto di Medicina, quello dei quasi 50 mila studenti che hanno tentato l'ultima chance per mettere le mani su un posto utile per proseguire il percorso verso la laurea, si conoscerà martedì 23 dicembre, .
Dopo il flop e il record di bocciature registrati nel primo appello per Chimica, Fisica e Biologia - con appena il 10 per cento di promossi - gli aspiranti camici bianchi questa volta sperano di raggiungere o superare la soglia del 18 in tutte le materie per guadagnarsi un posto nella graduatoria nazionale.
Per questo, il Ministero sta valutando un'ipotesi impensabile all'inizio: quella di una possibile sanatoria per evitare che restino troppi posti vuoti nelle università. Anche perchè pure questo secondo appello non è stato esente da problemi ed errori, alimentando la delusione e il clima poco positivo tra i candidati.
Gli errori segnalati
Molti aspiranti medici speravano per questa tornata di esami si rivelasse una prova più semplice, ma così non è stato. I quiz (31 per ogni materia) erano tratti dalla stessa batteria di domande preparata l'estate scorsa.
Il primo nemico per gli studenti, però, è stato il tempo: "I quesiti di per sé non erano difficili, ma c’era troppo poco tempo. Alcuni richiedevano anche 5 minuti per lo svolgimento, ma gli studenti avevano in tutto 45 minuti," ha commentato Francesca Ballarini, docente di fisica a Pavia.
Non solo. A peggiorare il quadro si sono aggiunti degli errori di trascrizione e delle imprecisioni nelle domande:
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Nella domanda 28 sulla zattera di legno, la densità del legno e dell’acqua infatti non è di 800 e 1000 kg per cm cubo ma per metro cubo. Un errore clamoroso che la professoressa Ballarini ha ironizzato così: "Altrimenti hai voglia a portare le bottiglie dal supermercato!"
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Nella domanda 10, segnala invece l’avvocato Bonetti - esperto in ricorsi per le prove di selezione - ben due delle 5 risposte proposte (la B e la D) risultavano essere identiche. A peggiorare la gravità dell’errore è che questa risposta era proprio quella corretta.
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Anche gli studenti hanno notato delle sviste, come "Mancava una preposizione in una domanda sull’impianto elettrico", ha raccontato un aspirante medico.
Problemi nelle correzioni
Ora la parola passa alla correzione dei compiti che, ricordiamo, è un processo a più fasi. E, a quanto pare, pieno di insidie. Prima l'elaborazione del Cineca (la struttura interuniversitaria), poi la rivalutazione nelle singole università.
Già al primo appello si erano verificati problemi significativi, spiega la prof Ballarini, che avevano portato a una revisione massiccia:
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"Avremmo dovuto controllare solo alcune domande. Ma durante la correzione ci siamo resi conto che tutte quelle a completamento andavano riviste perché si potevano usare vari sinonimi".
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Il Cineca ha dovuto aggiornare "di giorno in giorno la tendina delle risposte giuste".
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È stato rimosso un vincolo "irragionevole" che imponeva l'uso di una sola parola: "Abbiamo deciso che, se usandone due il candidato dà una risposta esatta, la riconosciamo come giusta".
Sanatoria o ricorso collettivo?
L'incertezza sulla correttezza delle prove e la paura di non farcela stanno ora spingendo gli studenti verso due strade principali: la speranza in una sanatoria o l'adesione al ricorso collettivo. Proprio sui ricorsi, l'ombra del dubbio è già presente, con la circolazione di WhatsApp sospetti su domande e risposte.
Intanto, l'UDU (Unione degli Studenti Universitari) ha organizzato una mobilitazione vicino al Senato per chiedere un cambio radicale della legge: "Un sistema così costruito non seleziona il merito: lo soffoca."
Ne sa qualcosa Alessandro Perinel, che pur essendo riuscito a superare le tre prove al primo appello a Torino (dove solo il 3 per cento ce l'aveva fatta), ha rifiutato i voti: "Avevo preso 26 in biologia, 21 in fisica e 20 in chimica. Ho rifiutato i voti in fisica e chimica perché temevo che non fossero sufficienti per entrare. Quando i dati non ufficiali hanno svelato che sarebbe entrato, era ormai troppo tardi, e ora è a rischio perché fisica ieri era più difficile", racconta lo studente.