
Un nuovo audio, circolato nelle ultime ore tra chat e social, aggiunge un tassello ulteriore al mosaico già fitto di irregolarità che ha segnato il primo appello del semestre aperto di Medicina.
Una traccia vocale in cui uno studente, ridendo, ammette: “Ho preso 29 in chimica, 28 in fisica e 21 in biologia. Sto godendo. Ho copiato la prima volta, posso copiare anche la seconda. Tanto questi non capiscono niente. Godo, godo, godo”.
Parole che si inseriscono in un quadro già incrinato da centinaia di segnalazioni arrivate da tutta Italia, tra foto scattate di nascosto, buste già aperte prima della prova e una sorveglianza discontinua.
Indice
Cosa dicono le testimonianze
Il materiale che sta emergendo dalle piattaforme social è ormai sterminato. Le testimonianze parlano di:
- telefoni tenuti in mano;
- telefoni nascosti tra sciarpe e felpe;
- smartwatch accesi;
- studenti che si passavano foglietti e risposte;
- immagini dei compiti comparse online quando le prove erano ancora in corso.
In alcuni casi si segnalano aule controllate con rigore, in altri vigilanza quasi assente, con una sequenza di procedure diverse da città a città. A complicare il quadro è proprio l’audio che sta rimbalzando ovunque, che si innesta in una situazione già tesa, dove per molti il primo appello è stato un disastro e per altri un’occasione da sfruttare con mezzi discutibili.
Quali provvedimenti prenderà il Ministero
Il Ministero dell’Università e della Ricerca, di fronte alla moltiplicazione dei contenuti sospetti, ha avviato una ricognizione sistematica del materiale pubblicato online.
Tutto ciò che è stato individuato è stato trasmesso alla Polizia Postale, con l’obiettivo di verificarne la provenienza e, se possibile, risalire ai responsabili. Una mossa che si affianca ai numerosi ricorsi già partiti: secondo le prime stime, ha fatto istanza circa il 10% dei quasi 60 mila aspiranti medici coinvolti.
Non tutti hanno usato sotterfugi: lo sfogo di una studentessa
In questo contesto trova spazio anche la voce di chi ha affrontato le prove senza sotterfugi, vivendo settimane di studio estenuanti e una pressione crescente. “Negli ultimi mesi ho vissuto una delle esperienze più distruttive della mia vita. Ho passato giorno dopo giorno a studiare, a ripetere, a cercare di ricordare concetti che sembravano scivolare via dalla mia mente non appena giravo pagina”, racconta a 'Fanpage' un’aspirante camice bianco. “Questo test, che dovrebbe misurare il merito, non fa altro che misurare la resistenza psicologica di chi tenta di affrontarlo”.
La studentessa descrive un clima che lei definisce caotico: “Io mi sono presentata con onestà, mentre intorno a me, e in tutta Italia, accadeva l’assurdo: telefoni sui banchi, smartwatch, foglietti nascosti, persone che si passavano le risposte. E poi foto degli esami che circolavano sui social durante la prova stessa, buste con sigilli rotti, audio vocali di gente che rideva dicendo che era stato ‘facilissimo copiare’. Ragazzi che mi hanno detto in faccia di aver copiato tutto e di aver preso punteggi alti senza aver studiato. Aule controllate severamente e aule totalmente abbandonate”.