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Sintesi

Sommario

1. Sogno & Fantasia, tra Utopie e L’Isola Che Non C’è
• Perfect liFe – Neverland

2. Letteratura Italiana: Ariosto, Leopardi e Pirandello
• L’orlando Furioso – Alla Luna – Ciàula Scopre la Luna

3. Geografia Astronomica: La Luna
• Le Fasi Lunari – Le Eclissi

4. Letteratura Latina: Apuleio e Fedro
• Metamorfosi – Le Favole

5. Letteratura Inglese: Blake and Poe
• “Illuminated Printing” – The Oval Portrait

6. Filosofia: Schopenhauer
• Il Velo di Maya

7. Storia: Il 1968
• Il sogno delle rivoluzioni

8. Fisica: La Relatività
• Il Sogno infranto della fisica classica
Estratto del documento

“Eh eh, sei sempre il solito! – disse Valentine asciugandosi con due dita gli occhi lucidi e voltandosi

verso Andry – E’ una promessa?” – concluse poggiando la sua testa su quella di Andry.

“Sì, è una promessa…”

Quelle parole rimbombarono nella testa di entrambi per parecchi minuti mentre un profondo bacio li

univa.

“Perché fai promesse che non puoi mantenere?” – pensò Valentine.»

Questo piccolo stralcio di storia fa parte del tredicesimo capitolo, «Quel Ti Amo Maledetto», del

libro Perfect liFe, che ho scritto all’età di sedici anni. Naturalmente l’argomento che voglio

prendere in considerazione, punto focale dello stesso estratto appena riportato, è il Sogno.

Ma cos’è il Sogno? Per il nostro caro vocabolario è: un’attività psichica che si svolge durante il

sonno, la speranza o desiderio vano e inconsistente, vagheggiamento della fantasia, esperienza

vissuta al di fuori della coscienza. Il termine sogno, come già la parola latina somnium da cui

deriva, ha due significati fondamentali: quello letterale di “sequenza di immagini più o meno

coerenti che si presentano durante il sonno”, e quello traslato di “immaginazione, fantasia, cosa

lontana dalla realtà, illusione in cui è dolce cullarsi”. In entrambe le accezioni, il sogno ha costituito

un potente strumento narrativo ed un efficace espediente retorico per alludere ad una realtà altra,

misteriosa, lontana, indefinita.

Ma usando parole più semplici, che cosa sono i sogni? I sogni sono l'insieme di tutti i nostri desideri

più o meno repressi che si manifestano durante la notte, quando la parte razionale della nostra

mente non è attiva. I sogni vivono in quella parte di noi chiamata inconscio, ovvero la sfera più

profonda della psiche, di cui noi non abbiamo coscienza ma che condiziona i nostri affetti e i nostri

comportamenti. Il mondo onirico, dunque, è sempre stato per l'uomo qualcosa di incomprensibile,

qualcosa da dover scoprire e comprendere.

Abbiamo, quindi, già tre cose su cui basarci principalmente: il Sogno, la Fantasia e la Realtà. Tutti

e tre questi, per così dire, concetti sono strettamente collegati tra di loro e, al tempo stesso,

imprescindibili l’uno dall’altro. Tuttavia, cercare di dare spiegazione di tutto ciò attraverso vie e

metodi puramente razionali, è impensabile. Lo stesso vocabolario, infatti, ci può dare la definizione

di ciò che si può considerare Sogno, ma non ci può dare l’essenza stessa di esso, non può farci

capire davvero cosa vuol dire sognare. Riprendendo, ad esempio, il pezzo sopra citato e tratto dal

mio libro, possiamo vedere come, per il protagonista, poter volare sia la concretizzazione del suo

sogno, e quindi abbiamo già una prima caratteristica del Sogno: è astratto. Al tempo stesso

possiamo ricavarne un’altra, perché il Sogno può essere concretizzato. Vediamo però che il ragazzo

della storia non sta dormendo, eppure vede il suo sogno davanti a sé. Com’è possibile ciò se, come

dice il vocabolario, il Sogno è «un’attività psichica che si svolge durante il sonno»? Ecco quindi che

entra in gioco la Fantasia. Non chiedetemi di spiegare razionalmente cosa essa sia, sarebbe come

tentare di spiegare l’infinità dell’universo. Possiamo dire, al massimo, un paio delle tante cose che

essa, contemporaneamente, è. E in questo specifico caso, essa è mezzo, il mezzo attraverso la quale

il ragazzo può immaginare la concretizzazione del suo stesso Sogno, anche se è qualcosa di

surreale. Egli infatti sogna di poter volare, come gli uccelli che solcano il cielo sopra di lui, per

riuscire a sentirsi libero. Quindi il suo sogno è quello di poter volare o di sentirsi libero? E libero da

cosa, poi? Questo non ci è dato saperlo, in quanto il Sogno di ognuno è, al suo interno, così contorto

e complicato che spesso non può essere pienamente compreso neanche dal suo stesso proprietario.

Altra caratteristica quindi: il Sogno, la maggior parte delle volte, comprende delle parti di sé

sconosciute all’intelletto dello stesso individuo che lo ha creato.

Potremmo continuare ancora, perché i versanti da cui guardare il Sogno sono tantissimi, ma

preferisco vertere l’argomento su di un altro versante.

Attraverso un compito, la mia professoressa di Filosofia ci ha chiesto di riflettere sulla nostra Isola

Che Non C’è. In quell’occasione avevamo visto, in classe, il film Neverland, con Johnny Depp, e

quella pellicola ci avrebbe dovuto ispirare. Per alcuni, me compreso, è stata davvero un’esperienza

bella e molto apprezzata, in quanto da essa è nata una riflessione importante. Io ho preferito fare un

pensiero personale sulla mia Isola Che Non C’è, ma nel farlo l’ho prima messa in relazione con i

sogni e con le Utopie. Ecco quindi il testo di quel mio compito: 5

L’Isola Che Non C’è

Nel corso della propria esistenza, ognuno di noi crea fondamentalmente tre cose nella sua mente:

i sogni, le Utopie e l’Isola Che Non C’è.

Per quanto questi tre concetti, apparentemente astratti, possano sembrare uguali, ognuno di essi ha

delle diverse caratteristiche che lo distinguono dai restanti due.

Innanzitutto, i sogni.

Cosa sono i sogni? Sono dei desideri. Sono degli obiettivi. Sono qualcosa per cui vale la pena

lottare.

Un sogno è un qualcosa che l’uomo brama, un qualcosa di difficile da ottenere, un qualcosa che

appaga. L’uomo lotta per i propri sogni. Spende ogni sua energia pur di raggiungerli perché sa che,

con fatica e determinazione, può realizzarli.

Poi, le Utopie.

Cosa sono le Utopie? Sono un concentrato di sogni realizzati. Sono luoghi singolarmente perfetti.

Sono il massimo che un uomo può desiderare.

L’Utopia è l’insieme di tutti i desideri di un uomo, è un luogo dove ogni cosa è come la vogliamo

noi, è il mondo perfetto per le nostre esigenze. Ma qualcosa di così bello e perfetto non può esistere

pienamente, ed è proprio questa la caratteristica dell’Utopia: la sua irraggiungibilità. Quindi se

l’Utopia non la si può ottenere, perché sforzarsi a raggiungerla?

È proprio questa la differenza fondamentale tra sogno e Utopia: il primo stimola l’uomo a plasmare

la propria vita facendola puntare, con sacrifici, verso quella difficile destinazione; la seconda è

destinata a restare un luogo immaginario da mettere in un angolino della propria mente in quanto

l’uomo, sapendo già di non poter, in ogni caso, farla diventare realtà, non ha motivazioni utili per

impegnarsi in una missione già fallita.

Infine, l’Isola Che Non C’è.

Cos’è l’Isola Che Non C’è? È un’isola che non si può raggiungere ma in cui siamo sempre dentro.

È un’isola che non muta i nostri desideri in realtà ma ogni cosa è ugualmente stupenda per noi. È

un’isola che non c’è ma che ci segue e ci precede sempre, girando intorno a noi.

L’Isola Che Non C’è è la nostra isola, una cosa che non può esserci tolta. È il luogo in cui ognuno di

noi vorrebbe vivere perché sa già che solo lì potrà essere davvero felice. È il limite massimo della

perfezione di una vita reale.

Essa non fa parte né dei sogni, né delle Utopie, bensì è esattamente a metà tra di loro.

Tuttavia l’isola è molto particolare. È facilissimo raggiungerla, ma estremamente difficile riuscire a

restarci, ma il tempo varia da persona a persona.

Altra particolarità dell’Isola Che Non C’è è che, a differenza dei sogni e delle Utopie che tutti

hanno, ci sono uomini che, non credendoci, hanno distrutto la propria ed ora non possono più

raggiungerla, e altri ancora che ci vivono da sempre senza neanche saperlo. Com’è possibile ciò?

Semplicemente per il fatto che l’Isola Che Non C’è non ha una forma definita, bensì è diversa per

ogni individuo. Può essere un luogo, un oggetto, una persona o anche una semplice parola. L’isola

può essere qualsiasi cosa, basta saperla riconoscere dentro di noi.

Per quanto mi riguarda, la mia Isola Che Non C’è è ben definita già da molto tempo.

Per introdurla mi piace rifarmi al magnifico film “Neverland”, il quale racconta la storia della vita

di James M. Barrie, il drammaturgo scozzese che inventò la trama del ben noto “Peter Pan”,

soffermandosi sugli eventi che lo portarono all’ispirazione per la stesura di un’opera così bella da

resistere nei secoli. 6

Anch’io, come Barrie, ho inventato la mia personale Isola Che Non C’è. L’ho creata accanto a me

in modo da poterla raggiungere quando voglio. Mi basta un foglio, una penna, un po’ di musica ed

eccola lì, la mia splendida isola.

Un’isola particolare che non è mai due volte la stessa. Un’isola che nasce dall’inchiostro della mia

penna. Un’isola abitata da persone che conosco meglio di me stesso in quanto nate nella mia mente.

Sì, amo scrivere. È una passione che ho fin dalla mia più tenera età e che ancora oggi arde in me

come il giorno stesso in cui è nata.

Ho un sogno da inseguire: quello di scrivere per tutta la mia vita.

So che è qualcosa di molto difficile da realizzare, specialmente ai giorni d’oggi, ma so anche che

con determinazione e sacrifici, continuando come fino ad oggi ho fatto, riuscirò a raggiungerlo

prima o poi.

Tuttavia questo, come ho già detto, è il mio sogno e la sua realizzazione o il suo fallimento non ha

alcuna rilevanza per la mia Isola Che Non C’è, perché lei continuerà ugualmente ad esistere.

Ma com’è esattamente questa mia isola?

È un luogo piccolo e infinito dove le sorprese non mancano mai. È un luogo composto di forti

emozioni dove le parole sono sovrane. È un’isola mia ma in cui tutti possono, per un po’, entrare e

goderne la bellezza. È un’isola che raramente è felice, ma quei brevi momenti valgono più di ogni

altra cosa, ed è così perché così è la vita: raramente felice, ma infinitamente importante. È un’isola

dove i valori vengono messi in risalto anche, e soprattutto, con gli errori. È un’isola dove si impara

senza accorgersene. È un’isola dove si ride e si piange. Ma soprattutto è un’isola dove si sogna, si

sogna tantissimo.

Adoro la mia isola perché compie un piccolo miracolo: fa vivere più vite.

Essa nasce fondamentalmente per questo. Forse qualcuno potrà vederla come una morbosa avidità,

ma credo che una vita sola non sia sufficiente per la maggior parte degli uomini, ed è per questo che

si legge. Ma oramai la società moderna è sempre più fissata sulla tecnologia e sulla velocità.

Quando mi sono reso conto di questo è nata la mia Utopia.

E allora ho deciso che avrei dato un mio piccolo contributo dedicando la mia vita alla mia Isola Che

Non C’è, in modo da migliorarla giorno per giorno facendola conoscere anche agli altri che magari,

vivendo per un po’ al suo interno, s’incanteranno con la sua bellezza e riprenderanno la ricerca,

magari oramai abbandonata, della propria.

E quindi ora ho tutto.

Ho un sogno: quello di diventare uno scrittore professionista.

Ho un’Utopia: un mondo in cui i libri tornino ad essere lo strumento più usato da tutti.

Ho un’Isola Che Non C’è: le mie storie. Andrea Spartà

Tralasciando la seconda parte di questo vecchio compito, ciò che m’importa mettere maggiormente

in risalto è l’importanza del Sogno. Esso, come abbiamo visto, si configura come categoria a sé ed

è qualcosa che, seppur con diverse difficoltà, si può raggiungere. Le Utopie invece non sono

raggiungibili, ma esse cosa sono se non fantasie? Esattamente. La nostra Fantasia ci permette di

creare delle Utopie, dei mondi che non possono realmente esistere. Ed infine l’Isola Che Non C’è,

che viene quindi a delinearsi come la perfetta unione tra Sogno e Fantasia, un qualcosa che non si

può avere ma che al tempo stesso si ha, un qualcosa che si possiede anche se non la si conosce, un

paradosso continuo che ci segue costantemente.

Eppure ogni cosa, sia Sogno, Fantasia o Isola Che Non C’è, ci riporta inevitabilmente alla nostra

vita. È la vita, quindi, il fine ultimo di ogni nostro desiderio. E la vita la si vive principalmente nella

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