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Tesina - Premio maturità 2008
Titolo: Il sogno
Autore: Silvia Ilacqua
Descrizione: nella tesina viene evidenziato come il tema del sogno venga articolato differentemente nelle diverse materie....
Materie trattate: filosofia,greco,latino,italiano,inglese,arte,storia
Area: umanistica
Sommario: L'esponente di maggior rilievo nello studio dei sogni è sicuramente Sigmund Freud (1856-1939). Il suo interesse per la psicanalisi, cioè l'analisi dei processi psichici inconsci, non fisici ma reali nella mente, lo ha portato ad uno studio accurato dei fenomeni onirici. Partendo dalla constatazione che l'uomo ha sempre cercato di comprendere ed interpretare i sogni Freud, in opposizione al pensiero medico che considerava i sogni come avvenimenti casuali nella mente del dormiente, ritiene che essi abbiano << un significato, [â⬦] che può essere scoperto mediante un qualche processo di interpretazione di un contenuto che è spesso confuso ed enigmatico >>. Secondo il filosofo il sogno non è l' inconscio soltanto, ma una delle sue manifestazioni, la quale, se opportunamente interpretata, permette di accedere ai contenuti repressi e al modo di lavorare dell'inconscio stesso. Durante il sonno infatti la censura messa in atto dalla coscienza si affievolisce; il sogno così rende possibile la liberazione delle tensioni accumulate: in questo senso il sogno è concepito da Freud come l'appagamento di un desiderio. Ma questa realizzazione si attua in forma allucinatoria, tramite mascheramenti e deformazioni, effettuate dalla censura e dalla coscienza stessa, che, sebbene affievolita, può ancora esercitare la sua azione: il fine di queste deformazioni è di rendere accettabili alla coscienza i contenuti rimossi. Come primo passo della sua analisi Freud separa il sogno manifesto, cioè come appare alla memoria appena svegli, dai pensieri onirici latenti che sono i collegamenti del sogno con pensieri sedimentati nella mente ed apparentemente non correlabili con il contenuto del sogno stesso e definisce lavoro onirico il fenomeno che dai pensieri latenti fa discendere il sogno manifesto. Di conseguenza la psicanalisi deve ripercorrere a ritroso il processo di traslazione del contenuto latente in quello manifesto. Sorge spontanea la domanda sul perché sia necessario questo lavoro onirico; Freud dice che i pensieri latenti sono desideri inaccettabili dal soggetto, che quindi cadono sotto l'effetto della censura e necessitano di un travestimento.
L’esponente di maggior rilievo nello studio dei sogni è sicuramente Sigmund Freud
(1856-1939). Il suo interesse per la psicanalisi, cioè l’analisi dei processi psichici
inconsci, non fisici ma reali nella mente, lo ha portato ad uno studio accurato dei
fenomeni onirici.
Partendo dalla constatazione che l’uomo ha sempre cercato di comprendere ed
interpretare i sogni Freud, in opposizione al pensiero medico che considerava i sogni
come avvenimenti casuali nella mente del dormiente, ritiene che essi abbiano
<< un significato, […] che può essere scoperto mediante un qualche processo di
interpretazione di un contenuto che è spesso confuso ed enigmatico >>.
Secondo il filosofo il sogno non è l’ inconscio soltanto, ma una delle sue manifestazioni,
la quale, se opportunamente interpretata, permette di accedere ai contenuti repressi e
al modo di lavorare dell’inconscio stesso. Durante il sonno infatti la censura messa in
atto dalla coscienza si affievolisce; il sogno così rende possibile la liberazione delle
tensioni accumulate: in questo senso il sogno è concepito da Freud come l’appagamento
di un desiderio. Ma questa realizzazione si attua in forma allucinatoria, tramite
mascheramenti e deformazioni, effettuate dalla censura e dalla coscienza stessa, che,
sebbene affievolita, può ancora esercitare la sua azione: il fine di queste deformazioni
è di rendere accettabili alla coscienza i contenuti rimossi.
Come primo passo della sua analisi Freud separa il sogno manifesto, cioè come appare
alla memoria appena svegli, dai pensieri onirici latenti che sono i collegamenti del sogno
con pensieri sedimentati nella mente ed apparentemente non correlabili con il contenuto
del sogno stesso e definisce lavoro onirico il fenomeno che dai pensieri latenti fa
discendere il sogno manifesto. Di conseguenza la psicanalisi deve ripercorrere a ritroso
il processo di traslazione del contenuto latente in quello manifesto. Sorge spontanea la
domanda sul perché sia necessario questo lavoro onirico; Freud dice che i pensieri
latenti sono desideri inaccettabili dal soggetto, che quindi cadono sotto l’effetto della
censura e necessitano di un travestimento. Si possono individuare tre categorie di
sogni: 1- I sogni sensati e comprensibili,che si possono ricondurre alla vita psichica
del soggetto.
2- I sogni che pur possedendo un senso ed una coerenza interna hanno un
effetto sconcertante perché non sono direttamente riconducibili alla vita
psichica.
3-Infine i sogni che sembrano incoerenti, confusi e privi di significato. 3
I primi sono i più semplici in quanto esprimono semplicemente l’appagamento di un
desiderio.
La condensazione e la drammatizzazione sono le caratteristiche principali dei sogni di
secondo tipo. Sebbene anche in questo caso il desiderio rimanga la base del sogno esso
viene trasformato in un’immagine opposta perché, soprattutto nell’esperienza di un
dispiacere, si desidera che avvenga esattamente il contrario. Inoltre a fondare questi
eventi onirici non sono singole esperienze ma una moltitudine di ricordi che spesso non
hanno punti in contatto tra di loro. E’ proprio il lavoro di condensazione che trasforma
una grande quantità di pensieri in uno unico che in seguito verrà trasformato in
situazioni attraverso il fenomeno di drammatizzazione.
Per quanto riguarda la terza categoria subentra un processo chiamato spostamento
onirico, che nasconde il significato del sogno e rende irriconoscibili le relazioni tra
sogno manifesto e pensieri latenti. Non è semplice però riconoscerli perché sono spesso
pensieri sgradevoli, che non possono essere accettati dalla coscienza; vengono anche
chiamati pensieri rimossi. A questo punto Freud afferma come i sogni più difficili da
interpretare si configurino come << realizzazioni mascherate di desideri rimossi >>.
A parere del filosofo, la censura che impedisce l'emergere alla coscienza di contenuti
rimossi opera non solo nel sogno, ma anche in altri comportamenti della vita quotidiana,
come nelle amnesie temporanee, per esempio di certe parole, o nei lapsus, in cui una
parola viene detta anziché un'altra, o in determinati gesti automatici oppure involontari,
o, ancora, nei motti di spirito. Per lo più questi sono atti mancati , cioè azioni in cui il
risultato apertamente perseguito e solitamente raggiungibile non viene raggiunto, ma é
sostituito con un altro atto. Solitamente questi comportamenti sono attribuiti al caso o
alla distrazione, cioè ad una riduzione della soglia della coscienza; in realtà per Freud
essi sono comprensibili solo ammettendo l'esistenza dell'inconscio che lavora
esprimendo contenuti riconducibili a qualcosa di rimosso, ma sottoponendoli al tempo
stesso a deformazioni.
Quindi, dopo aver riconosciuto tutti gli aspetti principali che caratterizzano i sogni, si
può affermare con certezza che essi sono utili e necessari nella vita dell’ uomo perché
sono una via d’ uscita per quelle tensioni interne alla psiche altrimenti insolvibili.
Una delle opere più importanti del filosofo sullo studio dei sogni è “ L’interpretazione
dei sogni ”,basata sull’analisi di oltre mille fenomeni onirici, di cui cinquanta del filosofo
stesso,e in cui sono espressi tutti i concetti della psicanalisi, anche se talvolta in forma
embrionale. 4
La finezza e la complessa articolazione con cui i greci guardarono all’esperienza onirica
ci sono innanzitutto testimoniate dai nomi assegnati a quanto noi chiamiamo, con
termine di origine latina (somnium), << sogno >>.
La pluralità delle designazioni lascia immediatamente intendere che per i greci il sogno
non aveva una funzione univoca, ma che al contrario al sognare erano associati modalità,
tempi, significati e valori molto diversi.
Ciò si può riscontrare nell’opera di Artemidoro, uno dei più famosi esegeti del sogno del
mondo antico, ma anche conoscitore di mantica e profezie; in essa egli distingue cinque
diverse funzioni del sogno, cui assegna nomi diversi: οναρ, ενυπνιον, φαντασμα, οραμα,
χρηματισμος. Le contrapposizioni principali sono tra οναρ e ενυπνιον: il primo è il sogno
che anticipa gli eventi futuri, che quindi è profetico; il secondo è quello che la moderna
psicanalisi definisce “residuo diurno”, costituito cioè da immagini che nascono dai “resti”
dei pensieri e delle azioni del giorno e risulta solo la realizzazione di un desiderio, senza
alcun carattere premonitore.
I primi sogni della letteratura occidentale si trovano in Omero, a partire dal quale il
fenomeno onirico assunse un significato particolare: visitazione di un dio o di un
defunto, sogno profetico veritiero o falso e illusorio, funesto o benevolo e di aiuto.
Il sogno omerico si caratterizza anche per altri elementi, per esempio la sua funzione
narrativa, che serve a promuovere lo sviluppo dell’azione ponendosi come cerniera tra
fasi diverse della fabula. Per esempio il cosiddetto Sogno Funesto (ουλος ονειρος)
nell’ Iliade inaugura il momento più cruento della guerra di Troia dopo il ritiro di Achille;
l’apparizione del fantasma di Patroclo ad Achille salda questa fase con il finale dedicato
alle esequie di Patroclo stesso e di Ettore, e al compianto per i due eroi.
Da “ Iliade ” II vv. 1-41 :
<<…Ἄλλοι μέν ῥα θεοί τε καὶ ἀνέρες ἱπποκορυσταὶ
εὗδον παννύχιοι, Δία δ᾽ οὐκ ἔχε νήδυμος ὕπνος,
ἀλλ᾽ ὅ γε μερμήριζε κατὰ φρένα ὡς Ἀχιλῆα
τιμήσῃ, ὀλέσῃ δὲ πολέας ἐπὶ νηυσὶν Ἀχαιῶν.
Ἥδε δέ οἱ κατὰ θυμὸν ἀρίστη φαίνετο βουλή, 5
πέμψαι ἐπ᾽ Ἀτρεΐδῃ Ἀγαμέμνονι οὖλον ὄνειρον·
καί μιν φωνήσας ἔπεα πτερόεντα προσηύδα·
βάσκ᾽ ἴθι οὖλε ὄνειρε θοὰς ἐπὶ νῆας Ἀχαιῶν·
ἐλθὼν ἐς κλισίην Ἀγαμέμνονος Ἀτρεΐδαο
μάλ᾽ ἀτρεκέως ἀγορευέμεν ὡς ἐπιτέλλω· 10
πάντα
θωρῆξαί ἑ κέλευε κάρη κομόωντας Ἀχαιοὺς
πανσυδίῃ· νῦν γάρ κεν ἕλοι πόλιν εὐρυάγυιαν
Τρώων· οὐ γὰρ ἔτ᾽ ἀμφὶς Ὀλύμπια δώματ᾽ ἔχοντες
ἀθάνατοι φράζονται· ἐπέγναμψεν γὰρ ἅπαντας
Ἥρη λισσομένη, Τρώεσσι δὲ κήδε᾽ ἐφῆπται. 15 5
Ὣς φάτο, βῆ δ᾽ ἄρ᾽ ὄνειρος ἐπεὶ τὸν μῦθον ἄκουσε·
καρπαλίμως δ᾽ ἵκανε θοὰς ἐπὶ νῆας Ἀχαιῶν,
βῆ δ᾽ ἄρ᾽ ἐπ᾽ Ἀτρεΐδην Ἀγαμέμνονα· τὸν δὲ κίχανεν
εὕδοντ᾽ ἐν κλισίῃ, περὶ δ᾽ ἀμβρόσιος κέχυθ᾽ ὕπνος.
Στῆ δ᾽ ἄρ᾽ ὑπὲρ κεφαλῆς Νηληΐῳ υἷι ἐοικώς 20
Νέστορι, τόν ῥα μάλιστα γερόντων τῖ᾽ Ἀγαμέμνων·
τῷ μιν ἐεισάμενος προσεφώνεε θεῖος ὄνειρος·
εὕδεις Ἀτρέος υἱὲ δαΐφρονος ἱπποδάμοιο·
οὐ χρὴ παννύχιον εὕδειν βουληφόρον ἄνδρα
ᾧ λαοί τ᾽ ἐπιτετράφαται καὶ τόσσα μέμηλε· 25
νῦν δ᾽ ἐμέθεν ξύνες ὦκα· Διὸς δέ τοι ἄγγελός εἰμι,
ὃς σεῦ ἄνευθεν ἐὼν μέγα κήδεται ἠδ᾽ ἐλεαίρει.
Θωρῆξαί σε κέλευσε κάρη κομόωντας Ἀχαιοὺς
πανσυδίῃ· νῦν γάρ κεν ἕλοις πόλιν εὐρυάγυιαν
Τρώων· οὐ γὰρ ἔτ᾽ ἀμφὶς Ὀλύμπια δώματ᾽ ἔχοντες 30
ἀθάνατοι φράζονται· ἐπέγναμψεν γὰρ ἅπαντας
Ἥρη λισσομένη, Τρώεσσι δὲ κήδε᾽ ἐφῆπται
λήθη
ἐκ Διός· ἀλλὰ σὺ σῇσιν ἔχε φρεσί, μηδέ σε
αἱρείτω εὖτ᾽ ἄν σε μελίφρων ὕπνος ἀνήῃ.
Ὣς ἄρα φωνήσας ἀπεβήσετο, τὸν δὲ λίπ᾽ αὐτοῦ
τὰ φρονέοντ᾽ ἀνὰ θυμὸν ἅ ῥ᾽ οὐ τελέεσθαι ἔμελλον·
φῆ γὰρ ὅ γ᾽ αἱρήσειν Πριάμου πόλιν ἤματι κείνῳ
νήπιος, οὐδὲ τὰ ᾔδη ἅ ῥα Ζεὺς μήδετο ἔργα·
θήσειν γὰρ ἔτ᾽ ἔμελλεν ἐπ᾽ ἄλγεά τε στοναχάς τε
Τρωσί τε καὶ Δαναοῖσι διὰ κρατερὰς ὑσμίνας. 40
ἀμφέχυτ᾽ ὀμφή·…>>
Ἔγρετο δ᾽ ἐξ ὕπνου, θείη δέ μιν
Nell’ Odissea la visione consolatrice di Atena che visita Penelope conclude la Telemachia
e anticipa, in un certo modo, l’arrivo di Telemaco e di Ulisse.
L’espediente del sogno fu anche utilizzato per indicare la contiguità dei fenomeni onirici
con la morte, come nel poeta di età arcaica Esiodo che fa dei sogni dei figli “senza
padre” della Notte, divinità pre-olimpica,che abita nell’Occidente. Nella Teogonia la dea
è tutta caratterizzata negativamente ed è progenitrice di forze oscure:”Notte poi
partorì l’odioso Fato e la Cherea nera e la Morte, partorì il Sonno,partorì la stirpe
dei Sogni non giacendo con alcuni li partorì la dea Notte oscura”.
Ma molto più spesso il sogno è usato per indicare la manifestazione della volontà del dio
di influenzare direttamente l’esistenza umana o , anzi, il corso della storia, come in
Erodoto, che collega il sogno al divino,facendone importante indizio della volontà degli
dei che gli esseri umani sono tenuti a non ignorare.
Per lo storico, quindi, saggio è chi non trascura i fenomeni onirici perché in tal modo