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Ecco un video sulla tesina di maturità sulla Seconda Guerra mondiale:
L’ermetismo è una corrente della poesia italiana sviluppatasi tra la Prima e la Seconda guerra
mondiale. Il termine fu diffuso dal critico Francesco Flora, che con esso volle indicare un tipo di
poesia di difficile comprensione sia per i contenuti privi di apparente logicità sia per la forma che
spesso avvicina le parole senza tener conto della sintassi, eliminando congiunzioni, preposizioni o
addirittura il predicato verbale. Le difficoltà di comprensione di questa di questa poesia dipendono
dall’esigenza dei poeti di rivelare i moti più profondi dell’animo con immediata sincerità, prima
cioè che il pensiero si raffreddi in espressioni logicamente coerenti. La poesia ermetica vuole essere
“poesia pura”, espressione essenziale del mondo interiore del poeta senza la preoccupazione di
affrontare problemi sociali o di comunicazione pratica; di conseguenza, gli ermetici rischiavano di
isolarsi e di astrarsi dalla storia. Va però sottolineato che l’Ermetismo fiori in un epoca, quella del
Fascismo, in cui la mancanza di libertà poteva giustificare questa tendenza. Il linguaggio ermetico
non è mai narrativo, ma diventa sintetico, ricco di immagini rapide e rivelatrici, sviluppate in
periodi e versi brevissimi. Tra gli esponenti principali dell’Ermetismo sono da ricordare Salvatore
Quasimodo, Giuseppe Ungaretti, Eugenio Montale e Alfonso Saba. 5
La seconda guerra mondiale fu originata dall’azione aggressiva della Germania in Europa e del
Giappone in Asia. Mentre in Germania l’ascesa al potere di Hitler aveva segnato la rinascita del
nazionalismo, in Giappone si vedeva nella creazione di un grande impero la soluzione dei gravi
problemi interni. Incoraggiato dal potere conquistato da Hitler, Mussolini assunse un atteggiamento
colonialista e nel 1936 proclamò l’Impero d’Etiopia. In seguito, assieme alla Germania offrì il
proprio appoggio alla guerra di Franco contro il fronte popolare spagnolo. A questi primi atti di
violenza, gli stati democratici non reagirono, mentre l’Italia e la Germania erano sempre più unite
dall’asse Roma – Berlino.
Il 1° settembre 1939 ci fu l’invasione della Polonia da parte della Germania a causa della
rivendicazione della città di Danzica. Questo fu l’ultimo anello di una catena di atti aggressivi con i
quali Hitler voleva realizzare il III Reich (3° grande impero tedesco), avendo già annesso alla
Germania Austria e Cecoslovacchia. Fu a questo punto che Francia e Gran Bretagna dichiararono
guerra alla Germania, il 3 settembre ebbe così inizio il 2° conflitto mondiale. In seguito i due stati
condussero trattative con l’Unione Sovietica per ottenerne l’appoggio, ma si conclusero
velocemente quando, i ministri degli esteri sovietici firmarono il patto di non – aggressione con la
Germania. L'Unione sovietica, come prevedeva l'accordo Molotov-Ribbentrop occupò la Polonia
orientale, il 17 settembre. Mussolini nonostante fosse legato ad Hitler e alla Germania dal “ patto
d’acciaio “ con il quale si impegnava in caso di conflitto ad intervenire a favore dell’alleato, si vide
costretto a causa della grave impreparazione delle forze armate italiane a proclamare lo stato di non
belligeranza dell’Italia. Nell'inverno 1939-1940 l'esercito russo proseguì l'avanzata occupando la
Lituania, la Lettonia, l'Estonia e la Finlandia. Nel maggio 1940 i nazisti invasero il Lussemburgo e
l'Olanda accerchiando i francesi e mettendo in fuga gli inglesi a Dunkerque.
La Francia venne divisa in due: il settentrione sotto l'occupazione tedesca, il meridione fu affidato al
governo collaborazionista del maresciallo Petàin, con sede a Vichy. Con la sconfitta della Francia,
Hitler era quasi riuscito ad imporre il dominio tedesco sull'Europa. Restava solo la Gran Bretagna
a contrastarlo, che aveva respinto le proposte di pace avanzate dal Fùrher. Vista l'impossibilità di
raggiungere un accordo, Hitler decise di invadere la Gran Bretagna, ma per farlo era necessario
distruggere l'aviazione inglese. Per due mesi l'aviazione britannica e quella tedesca si scontrarono
(battaglia d'Inghilterra, agosto-settembre 1940).
LA POSIZIONE DELL'ITALIA
Il 10 giugno 1940, l'Italia dichiarò guerra a Francia e Gran Bretagna, perché Mussolini era convinto
che la guerra stesse per finire e temeva di rimanere a mani vuote. Commise un grave errore:
sottovalutò la forza della Gran Bretagna e non tenne conto della possibilità che gli Stati Uniti
entrassero in guerra. Le prime iniziative belliche dell'Italia rivelarono subito l'insufficienza delle
forze armate. 6
Il tentativo di strappare Malta agli inglesi fallì. Dopo iniziali successi, anche l'attacco contro i
possedimenti inglesi dell'Africa Settentrionale (Sudan e Somalia inglese, agosto 1940) fu fermato.
Il fallimento più grave fu in Grecia (28 ottobre 1940), dove l'esercito italiano fu respinto ed ebbe
gravi perdite.
Sia in Africa che in Grecia solo l'intervento dei Tedeschi consentì di riprendere la conquista.
GLI SVILUPPI BELLICI
Dopo la richiesta di aiuto della Grecia alla Gran Bretagna (8 febbraio), circa 50.000 soldati
britannici sbarcarono a Salonicco il 7 marzo. Pochi giorni dopo al largo di capo Matapan la flotta
britannica inflisse una dura sconfitta a quella italiana che non ebbe più alcun ruolo attivo nel
conflitto a eccezione delle azioni degli incursori nei porti di Alessandria e Gibilterra. La Germania,
sottoscritti trattati di alleanza con Romania e Bulgaria, decise di invadere la Iugoslavia (6 aprile) e
la Grecia: costrette al ritiro le truppe britanniche, il 27 aprile fu conquistata Atene e il 20 maggio
Creta. Il contrattacco britannico in Libia portò alla cattura di oltre 100.000 soldati italiani e alla
conquista di Tobruq e Bengasi, mentre era minacciata la stessa Tripoli. I tedeschi intervennero
inviando nel febbraio un corpo di spedizione, guidato dal generale E.J. Rommel, che in breve
respinse gli inglesi verso il confine egiziano. In Iraq, gruppi nazionalisti sostenuti dai tedeschi
proclamarono l’insurrezione. Le truppe britanniche, appoggiate da reparti francesi fedeli a De
Gaulle, reagirono con decisione, occupando, oltre all’Iraq, Siria e Libano ed eliminando così una
minaccia ai campi petroliferi mediorientali. In Africa orientale, dove gli italiani non avevano fatto
grandi progressi e si trovavano isolati e senza rifornimenti, iniziò la controffensiva britannica nel
mese di gennaio. Con l´aiuto delle popolazioni locali insorte, conquistarono rapidamente Etiopia e
Somalia. L´invasione dell' URSS ebbe inizio il 22 Giugno1941. Ai reparti tedeschi si unirono
contingenti ungheresi, romeni, italiani (il cosiddetto CSIR, divenuto poi ARMIR), spagnoli
(malgrado la neutralità della Spagna, fu inviato un reparto di "volontari" per unirsi alla crociata
anticomunista). Colta di sorpresa e decapitata nei quadri superiori dalle tragiche purghe staliniane,
l’Armata rossa cedette su tutto il fronte lasciando centinaia di migliaia di prigionieri nelle mani dei
tedeschi. Attraversati i paesi baltici e l’Ucraina, gli invasori entrarono a Kiev il 19 Settembre,
posero l’assedio a Leningrado e in ottobre giunsero alle porte di Mosca, mentre a sud raggiunsero la
Crimea. La sospensione invernale delle operazioni diede modo ai sovietici di riorganizzarsi: un
contrattacco dell´Armata rossa allontanò la minaccia dalla capitale. Hitler allora destituì i
comandanti militari e assunse personalmente il comando dell’esercito, in vista della decisiva
offensiva di primavera. L’aggressione tedesca all’URSS favorì un riavvicinamento con la Gran
Bretagna: il 25 agosto le due potenze occuparono l’Iran. La legge "Affitti e prestiti", concessa in
marzo dagli USA alla Gran Bretagna venne estesa all' URSS e il 14 agosto Roosevelt e W. Churchill
firmarono un documento (la carta atlantica) che precisava gli obiettivi comuni delle democrazie
nella lotta contro il nazismo. Negli USA l’opinione pubblica era ancora contraria a un
coinvolgimento diretto nella guerra. In Estremo Oriente, il Giappone aveva condotto dal 1937 una
lunga guerra di invasione in Cina estendendo il suo dominio territoriale dalla Corea al Sud-Est
asiatico. Dopo la caduta della Francia iniziò l’occupazione dell' Indocina francese, completata nel
luglio 1941. USA e Gran Bretagna cercarono di contenere l’espansionismo nipponico con
l’embargo commerciale. I giapponesi decisero di colpire senza preavviso: l’attacco alla base
americana di Pearl Harbor, nelle Hawaii (7 dicembre) distrusse gran parte della flotta statunitense.
L’attacco fu portato anche contro Thailandia, Filippine, Hong Kong e Malesia che vennero
rapidamente conquistate. L´11 dicembre anche Germania e Italia dichiararono guerra agli USA che
vennero così coinvolti pienamente nel conflitto.
Fino alla primavera del 1942 la guerra in Estremo Oriente e nel Pacifico fu dominata dalle forze
giapponesi. Esse occuparono la Malesia, Hong Kong, le Filippine, Singapore, la Birmania. Nel sud
7
del Pacifico il Giappone attaccava direttamente l’Australia con l’occupazione delle Isole Salomone
e estendendo il conflitto fino alla Nuova Guinea.
In Africa settentrionale un’offensiva delle truppe italo-tedesche portò alla conquista di Bengasi; con
un secondo attacco, assai più determinato, alla fine di maggio, riuscirono a penetrare in Egitto e a
raggiungere el-Alamein. Sul fronte sud-orientale, nel maggio del 1942 i tedeschi scatenarono una
nuova offensiva per impadronirsi dei giacimenti petroliferi del Caucaso; a settembre raggiunsero il
Volga, nei pressi di Stalingrado. Gran parte dell’Europa era occupata dai tedeschi o sotto il controllo
di regimi fascisti. Ovunque venne organizzato un sistematico saccheggio delle risorse materiali e
umane per contribuire alla vittoria dell’Asse: milioni di uomini furono costretti al lavoro forzato,
rinchiusi in campi di concentramento, dove veniva perseguito lo sterminio di massa. In molti paesi
si formò un movimento di resistenza clandestino che attuò resistenza passiva, attacchi militari,
sabotaggi, organizzazione di evasioni ed espatri con documenti falsi, formazione di centri di ascolto
delle radio alleate, diffusione di informazioni. In alcuni paesi, in particolare in Iugoslavia, URSS,
Francia si organizzarono reparti partigiani che svolsero un’intensa attività di guerriglia. Intorno alla
metà dell’anno si manifestarono alcune incrinature nella macchina bellica dell’Asse. La flotta
statunitense riportò una prima vittoria nella battaglia del mar dei Coralli (7 maggio) seguita da
un’altra, ancora più significativa, al largo delle isole Midway, ai primi di giugno. Il 7 luglio iniziò la
riconquista delle isole del Pacifico con lo sbarco a Guadalcanal. In Africa settentrionale, il 23
ottobre il generale britannico Montgomery diede inizio a un violento attacco, che dopo undici giorni
di battaglia costrinse gli italo-tedeschi a un rapido e disordinato ripiegamento: il 20 gennaio1943
cadde Tripoli. Contemporaneamente reparti statunitensi sbarcarono in Marocco e Algeria,
avanzando lungo la costa mediterranea. Sul fronte orientale, i tedeschi rimasero bloccati a
Stalingrado senza riuscire a sfondare il fronte per eseguire una manovra aggirante che avrebbe
consentito loro di prendere Mosca. Stalingrado costituì un punto di svolta di enorme importanza
strategica e politica: da quel momento la guerra per i tedeschi non fu che una lunga ma costante
ritirata su tutti i fronti.
Fra il 28 novembre e il 1 dicembre del 1943 si tenne a Teheran una conferenza dei capi di Stato
alleati per concordare le strategie del conflitto e per organizzare l’assetto post-bellico.
Dunque, alla Conferenza di Teheran la vittoria finale degli alleati appariva ormai solo questione di
tempo: la guerra in Africa era finita, nel Pacifico gli americani erano al contrattacco generale, in
Europa orientale i nazisti stavano lentamente arretrando. Eventi capitali, sia bellici sia politici, si
erano svolti anche in Italia.
In Italia il regime fascista aveva perso gran parte del sostegno popolare in seguito all’entrata in