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SCIENZE

I fenomeni sismici

Nel corso degli anni, la vita ci ha insegnato, attraverso grandi eventi più o meno

catastrofici, a guardare la natura che ci circonda in maniera pessimistica. Il mondo in

cui viviamo, infatti, è contraddistinto da vari fenomeni che mettono spesso in

pericolo la vita delle persone. Tra queste manifestazioni occupano grande rilievo i

fenomeni sismici che soltanto nell’ultimo secolo (secondo i dati dal 1905 a oggi)

hanno provocato più di un milione e trecentomila vittime senza contare gli enormi

disastri ambientali e i costi per la ricostruzione delle città distrutte.

La causa di tutti questi danni è il fatto che ancora oggi l’uomo non è pienamente

capace di prevedere questi fenomeni che si verificano così all’improvviso.

Per prevenire e quindi evitare disastri sarebbe importante capire come si originano i

terremoti e quali siano le loro

caratteristiche. I geologi, a questo

proposito, hanno cercato di formulare delle

ipotesi che spiegassero in modo valido

questi meccanismi. Un’ importante teoria è

quella del rimbalzo elastico, secondo cui le

rocce che si trovano nella litosfera sono

sottoposte a pressioni di notevole intensità.

Le rocce in questo stato assumerebbero

inizialmente un comportamento elastico

deformandosi e accumulando energia Il panorama agghiacciante di L’Aquila,

finché, una volta superato il limite di città dell’Abruzzo, colpita dal terremoto il

elasticità, la roccia si spezzerebbe 6 aprile 2009. Le scosse, che si sono

formando un faglia, cioè una frattura percepite in tutta l’Italia centrale, hanno

della crosta terrestre lungo la quale i due raggiunto il loro apice alle ore 3.32 della

notte sorprendendo migliaia di persone.

blocchi rocciosi si muovono in senso L’entità del terremoto è stata di 5.8 gradi

opposto. Questo movimento farebbe così Richter e tra l’8° e il 9° grado Mercalli.

liberare in un preciso punto, detto L’evento ha causato la morte di 308

ipocentro, l’energia accumulata in persone, tra cui molti studenti universitari

precedenza che si propagherebbe così di tutta Italia che si trovavano nella casa

sotto forma di onde fino a raggiungere dello studente crollata poco dopo la

l’epicentro, ovvero il punto della scossa. I danni alle costruzioni sono stati

ingenti e hanno costretto i superstiti a

superficie terrestre situato verticalmente vivere in baracche come dei profughi in

sopra l’ipocentro. Come detto, l’energia attesa che lo Stato italiano intervenga per

si propaga tramite onde e precisamente la ricostruzione delle case.

tre tipi di onde: onde P, S ed L. Le onde P

sono quelle più veloci (viaggiano fino a 8 Km/s) e per questo sono avvertite prima

delle altre. Esse provocano una variazione di volume, comprimendo e dilatando il

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materiale che attraversano. Le onde S, invece, sono più lente (2.3-4.6 Km/s) e

causano solo una deformazione dei materiali attraversati e per questo si propagano

solo nei solidi. Le onde L, infine, sono quelle che giungono alla superficie e hanno

una velocità inferiore (circa 3.5 Km/s) rispetto alle altre. Queste onde dissipano però

la loro energia molto lentamente causando così maggiori danni.

I movimenti della terra vengono tenuti sottocontrollo attraverso sofisticati

macchinari, chiamati sismografi, che tracciano su di un foglio le onde sismiche,

qualora si verificassero, attraverso il disegno di un sismogramma.

Anche se di difficile lettura, i sismogrammi sono molto utili per misurare la

magnitudo, cioè la forza del terremoto, che si

misura usando la scala Richter, che tiene conto

di un sismogramma di riferimento ed è

logaritmica. Oltre alla scala Richter, esiste

un’altra scala, detta delle intensità, o Mercalli,

che tiene conto dei danni provocati dal

terremoto prendendo in considerazione i

danneggiamenti a persone, animali, costruzioni

ed elementi naturali. Quindi più gravi sono i

danni più alto è il grado della scala. La scala

Mercalli ha un valore massimo stabilito a XII,

Altra immagine del terremoto in

Abruzzo del 2009 in cui si vedono al contrario di quella Richter che, invece, non

i soccorritori al lavoro alla ne ha e può assumere qualsiasi grado. Inoltre la

ricerca di possibili corpi tra le scala delle intensità ha una qualità molto

macerie. relativa visto che la stessa forza di un

terremoto può provocare differenti valori essendo influenzata da diversi fattori, come

la presenza di centri abitati o anche la conformazione geologica del territorio.

Dopo aver cercato di capire quali sono le cause che provocano queste scosse

sismiche, si è tentato di trovare qualche soluzione per prevenire questi eventi

provando almeno a limitare i danni. E’ per questo che sono stati elaborati diversi

piani di prevenzione dei terremoti. Uno di questi è quello di tipo probabilistico che

tiene conto del pericolo sismico di un’area e della probabilità che si verifichi o meno

un terremoto sulla base degli eventi sismici del passato. Con la previsione

deterministica si cerca, invece, di monitorare le faglie esistenti valutando eventuali

variazioni che potrebbero essere segnali premonitori di nuove scosse sismiche. Inoltre

negli ultimi anni si sono elaborate carte sismiche sempre più precise e si sono

intensificati le costruzioni antisismiche e i piani di evacuazione e di soccorso che

educano le persone al modo in cui ci si debba comportare di fronte a questi fenomeni.

I terremoti e soprattutto questi mezzi di prevenzione sono l’esempio più evidente del

pessimismo che nutre l’uomo nei confronti della natura. Esso comunque è un

pensiero positivo perché se l’uomo non pensasse in maniera pessimistica egli

continuerebbe a soccombere alle catastrofi naturali inerme, invece proprio per questo

pensiero, tanto negativo quanto più prezioso, egli reagisce alla natura cercando di

prevenire e quindi limitare il più possibile i danni.

5

FILOSOFIA

Arthur Schopenhauer

Un filosofo che più di tutti impersona il pensiero pessimista è sicuramente Arthur

Schopenhauer, nato a Danzica nel 1788 e morto a Francoforte nel 1860. Per anni le

sue idee sono state, non a torto, legate a questo tema.

Egli, infatti, influenzato da varie dottrine filosofiche

precedenti quali il platonismo, il kantismo e tratti

della filosofia orientale, ha costruito un pensiero che

inevitabilmente sfocia in una visione nettamente

pessimistica della vita. Partendo dal distinzione

kantiana tra fenomeno e cosa in sé, egli finisce per

affermare che il fenomeno non è altro che una

parvenza o illusione, essa “è Maya, il velo

ingannatore”, come scrive lo stesso filosofo nella sua

opera più importante “Il mondo come volontà e

rappresentazione”. Quindi la vera realtà è la cosa in sé Arthur Schopenhauer

che Kant ha solo intuito mentre Schopenhauer si vanta

di aver trovato. Egli riflette sul fatto che l’uomo non è

soltanto spirito o rappresentazione ma è anche e soprattutto corpo. A questo punto il

filosofo afferma di aver “squarciato” il velo di Maya poiché ha messo in luce la vera

cosa in sé che consiste nella volontà di vivere. Quest’ultima è l’essenza del mondo

poiché ogni essere vivente che esiste in questa realtà è spinto a vivere e continuare a

vivere. Da queste constatazioni, il filosofo deriva tutto il suo pessimismo

sull’esistenza: poiché volere significa desiderare, e desiderare significa trovarsi in

uno stato di tensione, per la mancanza di qualcosa che non si ha e che invece si

vorrebbe avere, l’uomo, che è più consapevole di questo fatto, è portato a soffrire e

quindi a provare dolore. Inoltre egli aggiunge che se nel caso questo desiderio si

placasse o comunque venisse meno subentrerebbe un altro sentimento, la noia. Il

piacere, la gioia ha solo un ruolo marginale nella vita poiché deriva dal dolore ed è

destinato a durare poco. Tutto ciò lo porta ad affermare che la vita è “un pendolo che

oscilla tra dolore e noia” e a fare delle agghiaccianti considerazioni: “tutto soffre”,

dal fiore che appassisce al vecchio uomo che muore; “più intelligenza avrai, più

soffrirai”, alludendo al fatto che chi come l’uomo ha maggiore consapevolezza della

volontà di vivere è portato a soffrire maggiormente; il valore illusorio dell’amore, il

cui fine è l’accoppiamento e quindi la procreazione e il mantenimento della specie e

della cosa in sé. A ciò si aggiungono le varie critiche che Schopenhauer rivolge alle

varie forme di ottimismo scagliandosi soprattutto contro Hegel, cui contesta: la

razionalità del mondo, sostenendo al contrario che il nostro mondo è il regno

dell’illogicità; la figura dello Stato, che non esiste per l’intrinseca “eticità” dell’uomo

ma solo per una necessità di difesa e di regolamentazione degli istinti degli uomini

6

che Schopenhauer vede non come esseri sociali, ma come esseri egoisti che tentano

di sopraffare gli altri; lo storicismo, ossia la concezione della storia, che per il filosofo

di Danzica non è altro che un ripetersi sempre degli stessi eventi.

Considerato nella sua totalità, il pensiero pessimista di Schopenhauer, appena

esposto, farebbe presupporre un rifiuto in toto dell’esistenza e quindi ad un suicidio

di massa. E, invece, niente di tutto questo. Schopenhauer rifiuta in assoluto il

suicidio, considerato un’azione inutile che non fa altro che riaffermare la stessa

volontà di vivere che provoca dolore al mondo.

Allora è proprio in questo momento che nel filosofo scatta la

reazione al pessimismo che lo induce a cercare delle soluzioni

per poter combattere il dolore provocato dall’essenza del mondo.

Egli, come prima soluzione, trova l’arte che contemplando la

vita, eleva la volontà al di sopra del dolore e del tempo. Egli

“ La vita è un pendolo esalta ogni tipo di arte, dall’architettura alla scultura, dalla pittura

che oscilla tra dolore e alla poesia e soprattutto esalta il valore della musica considerata

” come l’arte più profonda e universale. Tuttavia egli si accorge

noia che l’arte non è un rimedio duraturo al dolore, ma solo un

conforto alla vita stessa. Un’altra “via” nella liberazione del

dolore la considera la morale poiché essa implica un impegno verso il prossimo che

fa uscire l’uomo dal suo egoismo. La morale di cui parla Schopenhauer nasce da un

sentimento di pietà attraverso cui avvertiamo come nostre le sofferenze degli altri

spingendoci ad agire e a compatire il prossimo. Il filosofo dà un grande valore a

questa etica della pietà definendola addirittura come il vero amore che essendo

disinteressato è diverso dall’amore criticato in precedenza che mirava invece alla

conservazione della specie. Nonostante tutto egli pone un’altra alternativa al dolore e

cioè l’ascesi, ovvero un’esperienza per la quale l’individuo si propone di sradicare il

proprio desiderio di godere e volere. Quindi, attraverso la castità assoluta, la rinuncia

dei piaceri, l’umiltà, la povertà, l’uomo può raggiungere il nirvana, ossia un mondo

dominato dal nulla rispetto al nostro e che è invece tutto per l’uomo asceta che solo

così può liberarsi definitivamente del dolore.

Infine, si può considerare, o almeno ipotizzare, che il pensiero filosofico di

Schopenhauer trova degli sbocchi progressivi simili a quelli presentati da Leopardi

nella Ginestra (vedi dopo), visto che la soluzione del nirvana e quindi del rinchiudersi

in se stesso, seppur molto originale nei contenuti, non è stata pienamente applicata

dal filosofo che non ha mai cercato di intraprendere la via dell’asceta. Quindi si può

pensare che Schopenhauer non abbia considerato di eliminare totalmente i mali del

mondo ma che abbia provato invece a coesistere con questi mali, limitandoli

attraverso il senso di pietà che dovrebbe sconfiggere almeno la lotta fra gli uomini

portando così la pace. 7

LETTERATURA ITALIANA

Giacomo Leopardi

Nella letteratura il pensiero pessimista è un tema molto ricorrente soprattutto in

quella italiana dove si trovano molti autori che ne fanno riferimento, in maniera

preponderante o meno a secondo delle proprie inclinazioni, nelle proprie opere.

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