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Il Romanticismo
Il Romanticismo è stato un movimento
culturale,artistico,letterario,che si sviluppò in Germania alla
fine del XVIII secolo,diffusosi , poi in tutta Europa.
Il termine Romanticismo viene dall’inglese
“Romantic”, che indicava in modo dispregiativo i
romanzi cavallereschi.
Come reazione all’Illuminismo e al Neoclassicismo, cioè
alla razionalità e al culto della bellezza classica, il
Romanticismo contrappone la spiritualità, l’emotività, la
fantasia, l’immaginazione, e ,soprattutto , l’affermazione
dei caratteri individuali d’ogni artista.
Il termine "romanticismo" venne applicato per primo da
Friedrich von Schlegel (1772) alla letteratura da lui
considerata "moderna" e contrapposta a quella "classica".
Corso di
August Wilhelm von Schlegel scrive (nell'opera
letteratura drammatica) che era un termine più che
adeguato per definire il movimento che si era venuto a
creare verso il 1790, perché alludeva alla lingua romanza,
originatasi dalla mescolanza dei dialetti tedeschi con il
latino. E proprio la diversità e l'eterogeneità erano
rappresentative, secondo lui, dell'era romantica, in cui
l'uomo non era più integro, unico e sufficiente a se stesso
come nell'antichità classica.
Temi caratteristici del movimento romantico sono:
Negazione della ragione : gli autori romantici
rifiutano l'idea illuministica della ragione, in quanto
questa non si è rivelata in grado di spiegare la totalità
delle cose . Per questo nell'era romantica c'è un
grande progresso nell' esplorazione dell'irrazionale: la
follia, il sogno, le visioni assumono un ruolo di
primaria importanza.
Esotismo: è una fuga dalla realtà, che può andare
verso un luogo esotico o comunque lontano da quello
di appartenenza, oppure in un'epoca diversa da
quella reale, come il medioevo o l'età classica.
Soggettivismo e individualismo: con la
mancanza della ragione illuministica, tutto ciò che
circonda l'uomo,la natura, non ha più una sola e
razionale chiave di lettura, ed è così che si arriva al
concetto per cui ogni uomo riflette i propri problemi, o
comunque il proprio io nella natura,che ne diventa così
il prodotto soggettivo.
Concetto di popolo e nazione : una fonte di
ispirazione dei poeti romantici è l'opera di Omero,
che si prefigura come risultato della tradizione
orale e folcloristica di un intero popolo: in questo
periodo, infatti, l'individualismo diventa, su grandi
dimensioni , una forma di nazionalismo, che sfocia
per esempio nella ricerca di origini antiche delle
moderne nazioni (da qui anche l'interesse per il
medioevo, che viene rivalutato).
Ritorno alla religiosità : mancando il supporto della
ragione illuminista, l'uomo romantico cerca stabili
supporti nella fede e nella conseguente tensione
verso l'infinito. Si determina così un ritorno all'utilizzo
di pratiche magiche e occulte, spesso accidentale
motivo di importanti scoperte scientifiche.
Studio della Storia: mentre nel Settecento
illuminista l'uomo veniva considerato quale essere
razionale e quindi di pari dignità nel corso della
storia, in età romantica si recupera una visione
in fieri,
dell'uomo cioè in costante cambiamento.
Si sviluppano così nuove discipline come
l'archeologia, la glottologia .
Viandante sul mare di nebbia (Der Wanderer über dem
Nebelmeer) è un dipinto ad olio su tela di Caspar David Friedrich
realizzato nel 1818.
In questo quadro di Friedrich, si avverte immediatamente la poetica
del pittore. Il sublime, ossia il senso della natura possente e
smisurata, l'emblema del sentire romantico. Un uomo, un
viandante solitario, è ritratto di spalle (questo rappresenta la
parte inconscia e nascosta del suo animo) in una posa plastica ed è
affacciato su di un mare di nebbia che invade un paesaggio
montagnoso.
Giacomo Leopardi
Giacomo Leopardi nacque il 29 Giugno 1798 a Recanati,dal
conte Monaldo e da Adelaide dei marchesi Antici.
Il padre è un uomo di vasta cultura ma di principi
rigidamente conservatori.
Fu, però, poco accorto nel gestire il patrimonio
familiare,provocando gravi dissesti economici ,tanto che il
governo della casa passò a sua moglie e la cura del
patrimonio fu affidata ad un amministratore giudiziario.
Giacomo ebbe un’educazione rigida , venne istruito da
insegnanti privati.
L’immagine che fa comprendere , subito, l’intensità degli
studi leopardiani è quella di lui da fanciullo curvo sui libri
della biblioteca paterna,o in ginocchio sulla sedia davanti al
tavolino a sfruttare la luce della candela che stava per
spegnersi.
Il suo disperato impegno agli studi provocò danni alla
salute del giovane Leopardi,che acuiranno la sua sensibilità
inquieta.
I suoi componimenti giovanili testimoniano un’educazione
letteraria classicista.
Nel “Saggio sopra gli errori popolari degli antichi” si
affermano le verità della religione cristiana contro gli errori
delle antiche credenze pagane e un’attitudine di natura
illuminista.
Nel 1816 avvenne la conversione letteraria del
Leopardi,che dai testi eruditi lo porta ad interessarsi alla
poesia.Lesse ,infatti,con fervore i classici
(Omero,Virgilio,Dante) e i contemporanei di
Alfieri,Foscolo,Goethe.
Nasce in Giacomo la voglia di distaccarsi dall’ambiente
chiuso di Recanati per inserirsi nel dibattito culturale
italiano,inviò infatti una lettera alla rivista “Biblioteca
italiana “in risposta agli articoli di Madame de Stael (che
avevano prodotto lo scontro tra classici e romantici)
schierandosi per il classicismo.
Iniziò a scrivere note sullo “Zibaldone di Pensieri
“,diario e autobiografia intellettuale. Giacomo conosce la
prima emozione d’amore, non dichiarata, per la cugina del
padre ventiseienne Gertrude Lazzeri.
Per le difficoltà economiche Leopardi non potè lasciare il
mondo di Recanati che gli appariva sempre più opprimente.
Le sue condizioni di salute si aggravano ,tanto che Leopardi
giunse ad affermare la vanità di ogni cosa.
Nel 1819 avvenne la conversione di Leopardi ad una poesia
filosofica,nutrita di pensiero e idee, che si approfondì nelle
“Operette Morali”.
Finalmente nel 1822 Leopardi riuscì a partire da Recanati ,
andò a Roma, si dedicò
alla stesura delle Operette Morali, a Bologna pubblicherà le
Canzoni.Si recò , poi a Milano dove scrisse le Rime di
Petrarca , A Firenze incontrò Manzoni e infine a Pisa scrisse
una delle sue opere più famose “A Silvia”.Dovette tornare
poi a Recanati dove creò i canti più celebri : “Le
ricordanze”, “La quiete dopo la tempesta”,”Il sabato del
villaggio” e il “Canto Notturno”.
Nel 1830 lascia Recanati e torna a Firenze dove pubblica la
prima edizione dei Canti.
Sempre a Firenze ha la sua ultima e più intensa passione
d’amore, ancora una volta non ricambiata per Fanny
Tozzetti, cui dedica i canti del “Ciclo di Aspasia”.
Nel 1833 si trasferisce a Napoli, dove segue la seconda
edizione dei Canti, scrive “La
Ginestra” e “Il tramonto della luna”.
La morte coglie improvvisamente il poeta a Napoli per
l’aggravarsi delle sue condizioni di salute nel 1837.
Le idee e la poetica Negli anni dello “ studio matto e
disperatissimo” (1809-1816)
Leopardi avvia la sua formazione culturale tra scritti eruditi
e filologici.
Dopo questo periodo vi è quella che chiama la
“conversione letteraria” in
cui si apre al mondo della sensibilità poetica.
Per esprimere quello che sente ha bisogno di versi e vi è il
suo avvicinamento alla poesia.
Tra il 1817 e il 1822 Leopardi elabora la fase del cosiddetto
“pessimismo storico”.
La natura è una madre benigna, sostiene, che dona
all’uomo le illusioni (virtù, amore,
gloria, affetti, amicizia), unica fonte di consolazione nella
realtà.
La ragione è nemica della natura e delle illusioni perché
mostra la triste verità della
vita. Solo gli antichi erano felici, perché vivevano vicini alla
natura, i contemporanei sono infelici perché sono lontani
dalla natura, dominati dalla ragione e quindi mediocri e vili.
Nel 1819 Leopardi vive un periodo di crisi, in cui matura la
sua “conversione filosofica”, diventare “moderno”
significa avvicinarsi alla ragione e al vero e comincia a
sentire “l’infelicità certa del mondo”.
Inizia così a delinearsi una visione materialistica, che
diverrà sempre più netta nel corso degli anni.
Negli anni 1820-1823 Leopardi elabora la “teoria del
piacere”,mutando il pessimismo storico in pessimismo
psicologico-esistenziale, la sofferenza dice che è intrinseca
nell’individuo, che prova per natura un desiderio di piacere
illimitato.
La spinta verso il piacere è destinata a rimanere
insoddisfatta, e l’uomo è condannato
all’infelicità.
Nel 1823 il pessimismo di Leopardi s’incupisce a causa
delle prime delusioni personali unite alla scoperta di una
radice pessimistica presente anche negli autori antichi.
Se anche gli antichi erano infelici, l’infelicità dei moderni
non deriva dagli effetti
negativi della civiltà, ma appare come dato insito nella
natura stessa.
Tra il 1824 e il 1827 Leopardi approda al cosiddetto
“pessimismo cosmico”,ormai
è certo dell’assoluta indifferenza della natura verso i mali
dell’uomo.
La natura è matrigna: l’uomo fa parte di un circuito di
produzione e distruzione da
essa regolato.
Questa fase del pessimismo cosmico si svolge fino agli
ultimi anni di vita del poeta,
il male, dunque, non è più messo in relazione con cause
storiche o esistenziali, ma inserito nell’ordine stesso
dell’universo.
La ragione , che una volta era considerata la causa
dell’infelicità umana, ora è
rivalutata perché aiuta a scoprire il volto malvagio della
natura.
Intorno al 1828 l’atteggiamento leopardiano muta: il
materialismo e il pessimismo
cosmico restano acquisizioni ferme, però risorgono le
illusioni, sotto forma di ricordo.
Dal 1830 si assiste alla caduta di tutte le illusioni, anche
quella amorosa, vista
l’esperienza negativa con Fanny Tozzetti.
Il poeta assume un atteggiamento di polemica nei confronti
del mondo e di pietà
per i propri simili, rei di presunzione, ma anche vittime del
potere della natura e li
invita ad allearsi contro la natura.
Le opere
L’Epistolario
Ci consente di seguire la formazione del giovane Leopardi,
l’evoluzione del suo pensiero. Emerge il ritratto di un uomo
assetato di vita, d’amore, d’affetti.
Di particolare interesse le lettere a Pietro Giordani, grande
amico amato e ammirato,
le lettere ai familiari, specialmente quelle al padre e quelle
agli amici di Toscana.
Lo Zibaldone
Dal 1817 leopardi inizia a scrivere lo Zibaldone, “diario
mentale”, raccolta di pensieri
e ricordi .
Il diario, composto da oltre 4500 pagine, non era destinato
alla pubblicazione.
Nello Zibaldone è possibile seguire le diverse fasi del
pensiero, che pagina dopo pagina si approfondisce e si
modifica, tanto che , a volte, l’autore rovescia le proprie
conclusioni.
Le canzoni civili del 1818
“All’Italia” e “Sopra il monumento di Dante”
Leopardi elabora ideali patriottici dettati da intenti
educativi di fronte alla decadenza del presente.
Il poeta incita gli Italiani alla virtù, ricordando esempi di
eroismo e magnanimità del passato.
Nella prima canzone la viltà dei contemporanei ispira il
ricordo dei valorosi Greci
morti alle Termopili, nella seconda l’esempio di Dante,che
possiede fama immortale,
fa scaturire il ricordo degli italiani morti nella campagna
napoleonica in Russia.
Si avverte l’influsso del Petrarca, di Alfieri, di Monti e di
Foscolo.
Gli idilli
Contemporaneamente alla stesura delle canzoni fra il 1818
e il 1821, Leopardi scrive
alcuni idilli,tra cui “L’infinito”, “La sera del dì di festa”,
“Alla luna”.
Il termine idillio deriva dal greco eidyllion “quadretto”
“bozzetto”. Il genere dell’idillio indica un piccolo quadro di
tema agreste o pastorale.
Con Leopardi tale genere poetico viene trattato in modo del
tutto personale, non è più descrizione di vita campestre
ma, espressione di situazioni, avventure dell’animo.
Lo stile cambia radicalmente rispetto alle canzoni del 1818:
il lessico non è più
sostenuto, ricco di latinismi, ma si adotta un linguaggio
piano, che accosta parole
quotidiane a parole rare.
Le canzoni del 1820-1823