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OMOSESSUALITA’ E SUPEROMISMO
Tesina di Francesca De Lucia, V E.
Anno scolastico 2007/2008.
PREMESSA E MAPPA CONCETTUALE
Omosessualità e superomismo
Partendo dal concetto filosofico di superuomo, introdotto dal filosofo tedesco
Nietzsche nella seconda metà del XIX secolo, ho preso in analisi le due interpretazioni
superuomo come incarnazione della
principali attribuite ad esso nel corso del 1900:
forza, della volontà di potenza appartenente a creature privilegiate che svolgono una
vita inimitabile, superuomo come
riscontrabile nell’ atteggiamento di D’ Annunzio, e
incarnazione della distruzione dei deboli a favore di uomini superiori che avrebbe fatto
di Nietzsche un anticipatore del Nazismo di Hitler.
E’ da sottolineare che entrambe le interpretazioni sono principalmente dei
fraintendimenti della filosofia di Nietzsche.
L’ omosessualità, ed in particolare la persecuzione subita dagli omosessuali ai tempi
di Hitler, è qui considerata una delle conseguenze della diffusione del concetto di
superuomo, che ha provocato, fra i Nazisti, la nascita dell’ idea contraria di
Untermensch (“sottouomo”), portando così alla condanna (e all’ eliminazione fisica,
come si sa) dei cosiddetti “diversi”.
Argomento poco studiato, la persecuzione degli omosessuali mi ha incuriosita e
stimolata, poiché anche nella società di oggi si riscontra discriminazione nei confronti
degli uomini e delle donne gay.
Si parte perciò dal superuomo di Nietzsche e si giunge così ai giorni nostri, dove
pregiudizi e idee di “sottouomini” continuano ad esistere.
SUPERUOMO
“NASCITA DELL’ UEBERMENSCH” “IL SUPERUOMO
LETTERATO”:
Concetto filosofico di superuomo (Nietzsche) interpretazione
dannunziana
Interpretazioni naziste dell’ Uebermensch dell’ Uebermensch di
Nietsche:
(sottouomo)
Concetto di UNTERMENSCH superomismo del D’
Annunzio.
OMOSESSUALITA
� “IL TRIANGOLO ROSA”:
Gli omosessuali come sottouomini:
persecuzione degli
omosessuali nella Germania
di Hitler.
NASCITA DELL’ UEBERMENSCH
Dal concetto filosofico di Superuomo all’
idea del “sottouomo”
Anche a causa dello stile aforistico, e dunque
facilmente fraintendibile, utilizzato da Nietzsche, il
superuomo è senza dubbio uno dei concetti filosofici
più complessi e, dunque, più analizzati e studiati. Tra
le varie interpretazioni dell’ uebermensch sono
presenti anche volgarizzazioni e strumentalizzazioni di tale concetto, come possiamo
notare nel caso del D’ Annunzio o in quello del Nazionalsocialismo, ove il Superuomo è
diventato rispettivamente “uomo forte che conduce una vita inimitabile atta alla
sopraffazione di tutte le altre personalità” e “uomo superiore (di razza ariana) che ha il
compito di eliminare tutti coloro che sono diversi ( e dunque inferiori) “. Qui verrà
presa in considerazione quest’ ultima interpretazione.
Il superuomo di Nietzsche
Il superuomo di cui parla Nietzsche è il tipo umano che incarna il Dionisiaco e che si
affermerà oltre l’ “ultimo uomo” ( o “uomo più brutto”, come Nietzsche stesso dice”),
colui che viene annichilito dall’ Eterno Ritorno e all’ annuncio del quale ( nella “Gaia
scienza”) si “rovescerebbe a terra digrignando i denti”. Il superuomo Invece accetta la
vita in tutte le sue manifestazioni, e per questo egli è spesso caratterizzato da
elementi quali la danza, il gioco, il riso, proprio a dimostrare il suo atteggiamento di
amor fati nei confronti della vita. Egli inoltre non è imbevuto dai falsi valori degli
uomini dell’ 800, ma al contrario è in grado di spezzare il cerchio del nichilismo,
rompendo col passato, ed essere quindi autenticamente positivo.
Le interpretazioni naziste
Il filosofo del Nazionalsocialismo è senza dubbio Baeumler, che, anche per volere dello
stesso Hitler, interpreta Nietzsche in chiave politica, facendone un precursore del
Nazismo. L’ opera a cui egli si affida per formulare le sue interpretazioni è la “Volontà
di Potenza”, una raccolta di frammenti e appunti di Nietzsche pubblicata dalla sorella
assemblò tali scritti in maniera
Elisabeth Foerster- Nietzsche, la quale, insieme a Peter Gast,
tematica, fornendo un’ immagine alterata del fratello. Friedrich Nietzsche, infatti, non
è mai stato antisemita e, anzi, si è battuto sempre contro il nazismo.
Il superuomo come simbolo di uomo superiore quale Hitler è sicuramente una
forzatura della filosofia di Nietzsche. Egli infatti, come già detto, con la parola
“Uebermensch”, non intendeva designare una razza particolare, ma semplicemente un
“tipo umano” generale, anche perché, anche se esistessero piu superuomini, essi
individuali,
avrebbero tutti caratteristiche quindi diverse tra loro. Bisogna inoltre
specificare che Nietzsche ha sempre respinto, per il suo individualismo, ogni
valorizzazione dello Stato.
Un’ importante chiarificazione sull’ uebermensch di Nietzsche viene fornita da Gianni
Vattimo, importante studioso del filosofo tedesco. Egli afferma che, per comprendere
al meglio la filosofia di Nietzsche, ed in particolare il concetto di superuomo, la
uebermensch
traduzione più appropriata del termine sarebbe “oltreuomo”, poiché
oltre
definisce un uomo letteralmente e cronologicamente l’ uomo di oggi, ovvero un
uomo realmente proiettato verso il futuro, al di là del presente e dei valori del XIX
secolo da Nietzsche rifiutati (libertà, uguaglianza, progresso…).
L’ Untermensch
Il termine “untermensch” non nacque, diversamente da
come si pensa, nella cultura nazista, ma fu coniato dall’
autore americano L. Stoddard, il quale, nel 1922,
pubblicò un suo scritto dove compariva, appunto, la
parola “under man” (traduzione letterale inglese del
termine tedesco “untermensch”). E’ risaputo che, in
seguito, furono proprio i Nazisti a sfruttare al massimo l’
idea di sotto-uomo, per giustificare ideologicamente i
genocidi e gli omicidi sistematici di coloro che consideravano inferiori poiché non di
razza ariana.
Il termine Untermensch non designava infatti solo i popoli inferiori dell’ est ( Ebrei,
Zingari, Sovietici), ma anche gli antisociali, tra cui vi erano, insieme ai disabili, ai
mendicanti ecc.., anche gli omosessuali stessi.
Ad utilizzare il termine “untermensch”, ed a propagandarlo, fu soprattutto Himmler, il
quale, come verrà detto più avanti, sarà uno dei primi persecutori degli omosessuali.
In una pubblicazione delle SS del 1935 intitolata, appunto, “Der Untermensch”, si trova
una delle più grandi invettive antisemite, tratta da un discorso del suddetto Himmler.
Heinrich Himmler
IL SUPERUOMO LETTERATO
Il Superuomo di D’ Annunzio
Gabriele D’ Annunzio (Pescara, 12 marzo 1863 – Gardone Riviera, 1° marzo 1938) è lo
scrittore e poeta (e, in un certo senso, politico) italiano che ha segnato, in Italia, l’
avvento dell’ estetismo nell’ ambito, molto vario, del Decadentismo. Famoso non solo
per le sue opere ma anche per la sua spiccata personalità, egli costituì un modello per
la cultura del tempo, non in senso morale, ma piuttosto per quanto riguardava la
trasgressione che egli rappresentava.
Prima di affrontare il nostro tema principale, quello del superomismo, è infatti
importante parlare della personalità del D’ Annunzio, che si è sempre rivelata
particolare.
D’ Annunzio, nato a Pescara, si trasferì diciottenne a
Roma, dove ebbe inizio la sua vita mondana, tra
incontri galanti e gli ambienti più vari. Qui, in
sostanza, il giovane letterato ebbe la possibilità di
entrare a far parte di quella classe raffinata e da lui,
successivamente, tanto propagandata, che era l’
aristocrazia.
La vita come opera d’ arte
Quello che, probabilmente, fece dell’ autore de “Il
Piacere” un uomo di grande fama (basti pensare che
perfino Saba, da giovane, ebbe come punto di
riferimento proprio D’ Annunzio), ammirato dalla
società italiana in generale e non solo in campo
letterario, fu la capacità ch’ egli ebbe di fare della sua vita un’ opera d’arte e di
fondare la sua arte sul suo vissuto stesso, quindi di creare un connubio esemplare tra i
due ruoli di uomo e artista, costituendone un’ integrazione reciproca.
Ciò che è stato appena descritto è la conseguenza dell’ indole estetica del D’
Annunzio, che colorava la sua vita di bellezza, raffinatezza e lusso, curando la propria
immagine (e tutto ciò che con essa aveva a che fare) con attenzione e forte dedizione.
bellezza
Questo suo amore per la si riscontra, naturalmente, nelle sue opere, ove non
mancano descrizioni dettagliate di mobili, gioielli e vestiti. Possiamo poi andare più a
fondo e notare come, nelle sue poesie, egli dedichi gran parte della sua attenzione alla
musicalità prodotta dalle parole e dal suono ammaliatore e fresco dei versi, più che ai
contenuti o ai significati simbolici.
L’avvento del superuomo dannunziano
Negli anni ’90 (precisamente attorno al 1892) D’ Annunzio ebbe modo di leggere
Nietzsche, mediante traduzioni francesi. Quest’ esperienza fu, per lui, di notevole
importanza, poiché fu la causa dell’ inizio di una nuova fase della sua esistenza e della
sua opera letteraria: la fase superomistica.
Come già detto nella prima parte di questa tesina, D’ Annunzio interpreta Nietzsche
senza considerare troppo la parte propriamente filosofica del concetto di
Uebermensch, e fornendo una volgarizzazione di ciò che esso realmente significava.
Egli infatti valorizza maggiormente aspetti politici o morali del superuomo, come, ad
esempio, il rifiuto del presente e il carattere attivo ed innovativo, per giustificare il suo
superiore,
disprezzo per la nuova democrazia ( a favore, invece, di un’ aristocrazia
massa)
ovvero un’ élite che ha il compito di sopraffare la e la sua tendenza ad agire
seguendo solo valori come il culto della bellezza e trascurando quelli morali.
Il superuomo di D’ Annunzio, e potremmo dire egli stesso, è quindi un uomo
naturalmente superiore, caratterizzato da un raffinato gusto ma privo di sovrastrutture
moralistiche, e, in questo senso, puro. Il D’ Annunzio auspica inoltre l’egemonia di
questa élite privilegiata, traendo da Nietzsche (e
fraintendendo) l’ aspetto di violenta imposizione e
affermazione del superuomo sulle rimanenti
masse, allo scopo di dominare il mondo.
Il superuomo dannunziano completa ed ingloba,
dunque, l’esteta, poiché aggiunge all’ amore per il
bello (il “bel gesto”) e alla divinizzazione di esso
una vera e propria voglia di imporsi
violentemente al resto della società puntando all’
affermazione spiccata di se stessi, anche
attraverso il culto sopraccitato. pubblico
Non va comunque dimenticato l’aspetto
del superuomo, da sempre presente, comunque,
nella personalità del D’ Annunzio. Egli infatti
inimitabile
perseguiva una vita e, per questo, era
oggetto di ammirazione e curiosità da parte della
Borghesia del tempo, che ne era fortemente
affascinata.
Abbiamo dunque detto che egli scrisse opere
nitidamente autobiografiche, ma dove possiamo
trovare la presenza di superuomini, nei suoi
capolavori?
Il protagonista de “il Piacere”, Andrea Sperelli, è
ancora un personaggio puramente esteta,
innamorato dell’ arte, delle donne e delle belle
cose. Fra i personaggi superuomini dei romanzi del D’ Annunzio troviamo quello de “Le
vergini delle rocce”, alla ricerca di una moglie che possa dare alla luce un figlio
destinato a rigenerare un’ Italia dominata da una vile e volgare borghesia (missione
che fallirà), e soprattutto Stelio Effrena, personaggio principale de “Il fuoco”, il quale
sogna una rinascita dell’ arte teatrale portatrice del culto della bellezza e teorizza una
restaurazione dei valori aristocratici nella società.
D’ Annunzio si collocò su posizioni interventiste, al tempo della Grande Guerra, ed, in
un noto discorso, spronò gli italiani ad entrare, appunto, in guerra (“Maggio Radioso”)
facendo uso di argomentazioni di tipo nazionalistico. Non bisogna dimenticare, tra
l’altro, l’ occupazione di Fiume che attuò D’ Annunzio dal settembre 1919 fino al