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OMOSESSUALITÀ
Definizione e comparazione con altri orientamenti sessuali
Il termine “omosessualità” è la traduzione italiana del termine tedesco “Homosexualität”,
coniato dal letterato ungherese di lingua tedesca Károly Mária Kertbeny dal termine greco
“ὅμοιος”, che vuol dire “lo stesso”, e dal termine latino “sexŭs”, che sta per “sesso”.
L’omosessualità, fino al 1973 considerata come un vero e proprio disturbo mentale dal
Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, è una normale variante del
comportamento sessuale umano, che spinge l’individuo o l’animale a provare attrazione
fisica e/o sentimentale verso un individuo o un animale dello stesso sesso.
Oltre all’omosessualità, attrazione verso lo stesso sesso, e all’eterosessualità, attrazione
verso il sesso opposto, è possibile riscontrare, nell’infinito panorama della sessualità
umana, altri orientamenti sessuali definiti quali la bisessualità, l’attrazione verso entrambi
i sessi ma con una preferenza verso uno dei due e con un modo di approcciarsi distinto a
seconda del sesso, la pansessualità, l’attrazione totalmente indistinta verso entrambi i
sessi e senza preferenze verso l’uno o l’altro e l’asessualità, la mancanza di attrazione
sessuale fisica e/o sentimentale verso altri individui.
L'omosessualità nella storia: brevi accenni
L'omosessualità è spesso, nell'odierna società e nella maggior parte dei Paesi, considerata
un tabù. A proposito dell'omosessualità sono state e saranno dette un mucchio di cose,
quasi sempre non corrispondenti al vero, al fine di metterla in cattiva luce e di contrastare
la parificazione dei diritti degli omosessuali a quelli eterosessuali. La mentalità bigotta di
coloro che contrastano l'omosessualità senza alcuna ragionevole tesi, da sempre presente
in alcuni popoli, si è molto rafforzata dopo l'avvento del Cristianesimo, i cui esponenti
hanno demonizzato la figura dell'omosessuale rendendolo nemico della società e
dell'integrità della famiglia che si compone esclusivamente da un uomo e da una donna, e
giudicandolo deviato o, peggio ancora, malato mentale. Ma queste accuse senza
fondamento non hanno sempre caratterizzato la vita della comunità omosessuale:
nell'antica Roma e nell'antica Grecia vigeva un tasso di dichiarata bisessualità molto alto,
che portava queste antiche ma allo stesso tempo moderne società a pensare
all'omosessualità come un semplice ramo della sessualità umana.
LETTERATURA ITALIANA
Sandro Penna: biografia
Un esponente della letteratura italiana che ha trattato il tema dell'amore omosessuale è
Sandro Penna. Penna nasce a Perugia il 12 giugno 1906; la famiglia, di ceto borghese,
consente al ragazzo di diplomarsi in ragioneria: inizia allora a lavorare nella sua città
natale in modo saltuario facendo esprienza in diversi mestieri. Dopo l’incontro e la
conoscenza di Umberto Saba, ha modo di frequentare il mondo dei letterati
contemporanei: dal 1929 diventano regolari gli incontri con i diversi artisti che frequentano
il Caffè “Le Giubbe Rosse”. Penna pubblica la sua prima raccolta di versi nel 1939: il
successo gli apre le porte presso alcune importanti riviste dell’epoca, come “Corrente”,
“Letteratura”, “Il Frontespizio”, il “Mondo”; su queste riviste, durante gli anni ’40, appaiono
alcune prose di Penna che saranno poi raccolte e pubblicate nel 1973, nel volume “Un po’
di febbre”. Nel 1950 pubblica “Appunti”, suo secondo libro di versi. Dopo il racconto “Arrivo
al mare” pubblica due opere che si riveleranno molto importanti nella sua produzione
letteraria: “Una strana gioia di vivere” e la raccolta completa delle sue Poesie per la quale
otterrà, nel 1957, il Premio Viareggio.
L’identità letteraria e lo stile di Sandro Penna sono ormai maturi. I classici greci, ma anche
Leopardi e Rimbaud, fanno parte della sua cultura poetica. I suoi versi racchiudono strofe
brevi e rime musicalmente dolci. La sua poesia è perlopiù legata al tema dell'amore
omosessuale, costituendo una sorta di rivoluzione nel panorama letterario italiano del
'900, dove si trovano soprattutto poeti che rivolgono i propri versi alle loro amate.
Nel 1970 Garzanti fa uscire il libro “Tutte le Poesie”, che comprende sia le poesie
precedenti che molti inediti. Nello stesso anno Penna riceve il Premio Fiuggi.
Nel 1976 sull’”Almanacco dello Specchio” viene pubblicata una selezione di sue poesie;
sempre nello stesso anno esce il volume “Stranezze”, per il quale riceve, nel mese di
gennaio del 1977, il Premio Bagutta. Muore a Roma il 21 gennaio dello stesso anno.
Ho visto un incidente
Dio che martirio dentro la ferraglia
della lambretta! Il sangue sulla maglia
di un’atroce bellezza e la sterpaglia
si chiude sul tuo corpo e lo sbaraglia.
(Eri andato soldato senza guerra
fiore nuovo strappato dalla serra
lasciando me nel buco della terra
arsa la gola e un groppo che la serra.)
Ero ignaro, mi mandano a chiamare
Corro nel pianto, ti vorrei toccare.
Urla tua madre di non farmi entrare.
Della piccola stanza io resto fuori
della piccola stanza senza odori
della piccola stanza ove tu muori.
La dinamica dell’accaduto è chiara: il giovane amato dal poeta ha un incidente grave, che
lo mette in pericolo di vita. Il poeta corre al suo capezzale, ma la madre del ragazzo gli
impedisce di assisterlo mentre sta morendo.
La prima e la terza strofa conservano un ritmo dinamico e narrativo, mentre la seconda e
la quarta assumono un tono fortemente riflessivo. È da notare che il poeta ha utilizzato i
versi in un contesto discorsivo di cui essi non spezzano la continuità.
Da questo componimento, scritto nel novecento ma quanto mai attuale, è possibile trarre
spunti di riflessione su due temi fondamentali che da sempre rendono più difficile la vita
delle persone omosessuali (e, in generale, appartenenti alla comunità LGBT) nella nostra
società: l’ignoranza delle persone, che credono ancora che l’omosessualità sia una
devianza, un qualcosa di negativo, da evitare a tutti i costi e da “curare”, e la mancanza di
diritti a tutela delle persone omosessuali.
La prima questione viene richiamata, nel componimento, dalla figura della madre che
proibisce al compagno del figlio di entrare nella sala nella quale quest’ultimo sta morendo,
nonostante i due si amino, nonostante i due contino probabilmente più della loro stessa
vita l’uno per l’altro. Questa proibizione della genitrice deriva chiaramente da un’omofobia
radicata nella sua persona, che la spinge a provare odio e repulsione nei confronti
dell’uomo che ama suo figlio e che suo figlio ama. Si può pensare che la madre del ragazzo
sia cresciuta in un ambiente chiuso, circondata da persone bigotte e con una mentalità
ristretta che hanno plasmato la sua mente in modo tale da inculcarle una visione molto
chiusa del mondo che la porta ad avere una sorta di paura del “diverso”. Una persona con
una tale mentalità non sarà solamente omofoba, ma spesso è anche razzista nei confronti
delle altre culture, religioni, popoli, tradizioni. Una mente ristretta è un ostacolo al
progresso, un ostacolo alla costruzione di una società giusta ed egualitaria per tutti.
Il tema dell’omosessualità è ancora, nella società italiana, considerato un tabù. Solamente
negli ultimi anni è possibile riscontrare, nei media e nell’atteggiamento della società, un
bagliore di apertura in più nei confronti della comunità omosessuale: ma non basta. Gli
episodi di omofobia e di discriminazione verso questa comunità sono ancora tanti, troppi.
Non è raro ascoltare o leggere di un ragazzo pestato perché omosessuale, o presunto tale.
Non è raro leggere di una persona che viene insultata in un qualsiasi esercizio pubblico
perché omosessuale. Gli episodi di violenza e discriminazione non sono diminuiti: anzi,
spesso vengono fomentati dalle dichiarazioni di esponenti di movimenti o partiti politici di
estrema destra, anche di ispirazione fascista. Il senatore Carlo Giovanardi è l’esempio più
eclatante di esplicitata omofobia e di avversione nei confronti della comunità omosessuale.
Spesso si è pronunciato contro questa comunità dissociando l'unione omosessuale dal
"puro" concetto di famiglia che, secondo la sua bigotta concezione, è composta solo da un
uomo ed una donna. Anche la Chiesa gioca un ruolo fondamentale nella discriminazione
degli omosessuali: basta rifarsi alle dichiarazioni di alcuni dei maggiori esponenti delle
gerarchie cattoliche, come il Cardinal Bagnasco, arcivescovo di Genova, che spesso si è
schierato contro le unioni omosessuali e lo stesso ex papa Benedetto XVI, le cui
dichiarazioni omofobe non hanno fatto altro che rafforzare l’astio nei confronti degli
omosessuali già presente nella nostra società. Non bisogna inoltre dimenticare che le leggi
a favore delle comunità omosessuali in molti Paesi del mondo sono ostacolate da gruppi di
credenti appartenenti al Cattolicesimo, Islamismo, Ebraismo e alle Chiese Protestante ed
Ortodossa. È possibile invece riscontrare una maggiore apertura da parte degli esponenti
della Chiesa Valdese e di alcuni culti neopagani.
L’altro problema sollevato dal componimento di Penna è la mancanza di diritti a tutela
delle persone omosessuali. Nel poema, il compagno del ragazzo morente non ha alcun
diritto di entrare nella stanza, in quanto percepito dalla legge come estraneo. L’unico
legame che lega questi due uomini è il legame amoroso, che tuttavia, trattandosi di un
legame omosessuale, non è considerato dalla legge. La madre del ragazzo, dunque, ha
tutto il diritto di tenere fuori dalla stanza il protagonista di questa poesia, il quale non può
essere vicino al suo amato, nel momento in cui egli sta per lasciare questo mondo. Non è
forse questo un crimine?
In Italia, una situazione del genere sarà facilmente riscontrabile a causa della mancanza di
leggi che permettano di equiparare l’unione omosessuale a quella tra uomo e donna. Due
uomini o due donne che convivano e che siano in una relazione stabile, non possono né
adottare né contrarre matrimonio, il che, davanti alla legge, li compara a due perfetti
sconosciuti. Ma sulla base di cosa? Il Parlamento italiano si rifiuta di legiferare su questo
tema sulla base di mere discriminazioni perpetrate nei confronti della comunità
omosessuale, conseguenza di secoli di ignoranza e odio.
Nel caso in cui un bambino abbia un genitore biologico impegnato in una relazione
omosessuale e quindi venga cresciuto da due persone dello stesso sesso, in caso di morte
del suo genitore biologico è possibile che venga allontanato dall’altro genitore in quanto
non vi è alcun legame che leghi i due, eccetto quello affettivo. È dunque probabile che il
bambino venga allontanato da colui che, insieme al suo genitore biologico, l'ha cresciuto e
gli ha dato amore, per poi essere affidato ad una casa-famiglia o a terzi. Come è possibile
notare, in Italia le persone omosessuali sono considerate uguali agli altri per quanto
riguarda i doveri ma cittadini di serie B per quanto riguarda i diritti. Può uno Stato che si
definisce civile permettere tali ingiustizie? Queste preferenze nei confronti degli
eterosessuali non fanno altro che dar forza all’omofobia già dilagante.
LITTERÆ LATINÆ
Titus Petronius Niger: brevis vitæ descriptio
Nella letteratura latina, è possibile riscontrare il tema dell'amore omosessuale nelle opere
di Petronio.
Non si hanno molte notizie sulla sua vita. Se il Petronio del Satyricon è lo stesso di cui
Tacito parla negli Annales, si tratta di Petronio Nigro, libertino alla corte di Nerone,
governatore della Bitinia, console e successivamente intimo dell’imperatore. Petronio era
arbiter elegantiæ,
tenuto in altissima considerazione da Nerone, che lo considerava il suo
maestro di raffinatezza, buon gusto e delle cerimonie. In effetti la figura di Petronio si
avvicina molto a quella del cortigiano. Tacito ritrae Petronio come un personaggio dedito