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Sintesi
Italiano - Sandro Penna e il poema "Ho visto un incidente"
Latino - Tito Petronio Nigro e il "Satyricon"
Tedesco - Thomas Mann e la novella "Der Tod in Venedig" (in lingua)
Inglese - Oscar Wilde e il "De Profundis" (in lingua)
Francese - Storia d'amore tra Paul Verlaine e Arthur Rimbaud
Storia - Seconda Guerra Mondiale e campi di concentramento
Filosofia - Sigmund Freud e la sua concezione di omosessualità
Matematica - Limite infinito di una funzione per x che tende ad un valore finito - Asintoti verticali
Fisica - Differenze tra campo magnetico e campo elettrico
Estratto del documento

OMOSESSUALITÀ

Definizione e comparazione con altri orientamenti sessuali

Il termine “omosessualità” è la traduzione italiana del termine tedesco “Homosexualität”,

coniato dal letterato ungherese di lingua tedesca Károly Mária Kertbeny dal termine greco

“ὅμοιος”, che vuol dire “lo stesso”, e dal termine latino “sexŭs”, che sta per “sesso”.

L’omosessualità, fino al 1973 considerata come un vero e proprio disturbo mentale dal

Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, è una normale variante del

comportamento sessuale umano, che spinge l’individuo o l’animale a provare attrazione

fisica e/o sentimentale verso un individuo o un animale dello stesso sesso.

Oltre all’omosessualità, attrazione verso lo stesso sesso, e all’eterosessualità, attrazione

verso il sesso opposto, è possibile riscontrare, nell’infinito panorama della sessualità

umana, altri orientamenti sessuali definiti quali la bisessualità, l’attrazione verso entrambi

i sessi ma con una preferenza verso uno dei due e con un modo di approcciarsi distinto a

seconda del sesso, la pansessualità, l’attrazione totalmente indistinta verso entrambi i

sessi e senza preferenze verso l’uno o l’altro e l’asessualità, la mancanza di attrazione

sessuale fisica e/o sentimentale verso altri individui.

L'omosessualità nella storia: brevi accenni

L'omosessualità è spesso, nell'odierna società e nella maggior parte dei Paesi, considerata

un tabù. A proposito dell'omosessualità sono state e saranno dette un mucchio di cose,

quasi sempre non corrispondenti al vero, al fine di metterla in cattiva luce e di contrastare

la parificazione dei diritti degli omosessuali a quelli eterosessuali. La mentalità bigotta di

coloro che contrastano l'omosessualità senza alcuna ragionevole tesi, da sempre presente

in alcuni popoli, si è molto rafforzata dopo l'avvento del Cristianesimo, i cui esponenti

hanno demonizzato la figura dell'omosessuale rendendolo nemico della società e

dell'integrità della famiglia che si compone esclusivamente da un uomo e da una donna, e

giudicandolo deviato o, peggio ancora, malato mentale. Ma queste accuse senza

fondamento non hanno sempre caratterizzato la vita della comunità omosessuale:

nell'antica Roma e nell'antica Grecia vigeva un tasso di dichiarata bisessualità molto alto,

che portava queste antiche ma allo stesso tempo moderne società a pensare

all'omosessualità come un semplice ramo della sessualità umana.

LETTERATURA ITALIANA

Sandro Penna: biografia

Un esponente della letteratura italiana che ha trattato il tema dell'amore omosessuale è

Sandro Penna. Penna nasce a Perugia il 12 giugno 1906; la famiglia, di ceto borghese,

consente al ragazzo di diplomarsi in ragioneria: inizia allora a lavorare nella sua città

natale in modo saltuario facendo esprienza in diversi mestieri. Dopo l’incontro e la

conoscenza di Umberto Saba, ha modo di frequentare il mondo dei letterati

contemporanei: dal 1929 diventano regolari gli incontri con i diversi artisti che frequentano

il Caffè “Le Giubbe Rosse”. Penna pubblica la sua prima raccolta di versi nel 1939: il

successo gli apre le porte presso alcune importanti riviste dell’epoca, come “Corrente”,

“Letteratura”, “Il Frontespizio”, il “Mondo”; su queste riviste, durante gli anni ’40, appaiono

alcune prose di Penna che saranno poi raccolte e pubblicate nel 1973, nel volume “Un po’

di febbre”. Nel 1950 pubblica “Appunti”, suo secondo libro di versi. Dopo il racconto “Arrivo

al mare” pubblica due opere che si riveleranno molto importanti nella sua produzione

letteraria: “Una strana gioia di vivere” e la raccolta completa delle sue Poesie per la quale

otterrà, nel 1957, il Premio Viareggio.

L’identità letteraria e lo stile di Sandro Penna sono ormai maturi. I classici greci, ma anche

Leopardi e Rimbaud, fanno parte della sua cultura poetica. I suoi versi racchiudono strofe

brevi e rime musicalmente dolci. La sua poesia è perlopiù legata al tema dell'amore

omosessuale, costituendo una sorta di rivoluzione nel panorama letterario italiano del

'900, dove si trovano soprattutto poeti che rivolgono i propri versi alle loro amate.

Nel 1970 Garzanti fa uscire il libro “Tutte le Poesie”, che comprende sia le poesie

precedenti che molti inediti. Nello stesso anno Penna riceve il Premio Fiuggi.

Nel 1976 sull’”Almanacco dello Specchio” viene pubblicata una selezione di sue poesie;

sempre nello stesso anno esce il volume “Stranezze”, per il quale riceve, nel mese di

gennaio del 1977, il Premio Bagutta. Muore a Roma il 21 gennaio dello stesso anno.

Ho visto un incidente

Dio che martirio dentro la ferraglia

della lambretta! Il sangue sulla maglia

di un’atroce bellezza e la sterpaglia

si chiude sul tuo corpo e lo sbaraglia.

(Eri andato soldato senza guerra

fiore nuovo strappato dalla serra

lasciando me nel buco della terra

arsa la gola e un groppo che la serra.)

Ero ignaro, mi mandano a chiamare

Corro nel pianto, ti vorrei toccare.

Urla tua madre di non farmi entrare.

Della piccola stanza io resto fuori

della piccola stanza senza odori

della piccola stanza ove tu muori.

La dinamica dell’accaduto è chiara: il giovane amato dal poeta ha un incidente grave, che

lo mette in pericolo di vita. Il poeta corre al suo capezzale, ma la madre del ragazzo gli

impedisce di assisterlo mentre sta morendo.

La prima e la terza strofa conservano un ritmo dinamico e narrativo, mentre la seconda e

la quarta assumono un tono fortemente riflessivo. È da notare che il poeta ha utilizzato i

versi in un contesto discorsivo di cui essi non spezzano la continuità.

Da questo componimento, scritto nel novecento ma quanto mai attuale, è possibile trarre

spunti di riflessione su due temi fondamentali che da sempre rendono più difficile la vita

delle persone omosessuali (e, in generale, appartenenti alla comunità LGBT) nella nostra

società: l’ignoranza delle persone, che credono ancora che l’omosessualità sia una

devianza, un qualcosa di negativo, da evitare a tutti i costi e da “curare”, e la mancanza di

diritti a tutela delle persone omosessuali.

La prima questione viene richiamata, nel componimento, dalla figura della madre che

proibisce al compagno del figlio di entrare nella sala nella quale quest’ultimo sta morendo,

nonostante i due si amino, nonostante i due contino probabilmente più della loro stessa

vita l’uno per l’altro. Questa proibizione della genitrice deriva chiaramente da un’omofobia

radicata nella sua persona, che la spinge a provare odio e repulsione nei confronti

dell’uomo che ama suo figlio e che suo figlio ama. Si può pensare che la madre del ragazzo

sia cresciuta in un ambiente chiuso, circondata da persone bigotte e con una mentalità

ristretta che hanno plasmato la sua mente in modo tale da inculcarle una visione molto

chiusa del mondo che la porta ad avere una sorta di paura del “diverso”. Una persona con

una tale mentalità non sarà solamente omofoba, ma spesso è anche razzista nei confronti

delle altre culture, religioni, popoli, tradizioni. Una mente ristretta è un ostacolo al

progresso, un ostacolo alla costruzione di una società giusta ed egualitaria per tutti.

Il tema dell’omosessualità è ancora, nella società italiana, considerato un tabù. Solamente

negli ultimi anni è possibile riscontrare, nei media e nell’atteggiamento della società, un

bagliore di apertura in più nei confronti della comunità omosessuale: ma non basta. Gli

episodi di omofobia e di discriminazione verso questa comunità sono ancora tanti, troppi.

Non è raro ascoltare o leggere di un ragazzo pestato perché omosessuale, o presunto tale.

Non è raro leggere di una persona che viene insultata in un qualsiasi esercizio pubblico

perché omosessuale. Gli episodi di violenza e discriminazione non sono diminuiti: anzi,

spesso vengono fomentati dalle dichiarazioni di esponenti di movimenti o partiti politici di

estrema destra, anche di ispirazione fascista. Il senatore Carlo Giovanardi è l’esempio più

eclatante di esplicitata omofobia e di avversione nei confronti della comunità omosessuale.

Spesso si è pronunciato contro questa comunità dissociando l'unione omosessuale dal

"puro" concetto di famiglia che, secondo la sua bigotta concezione, è composta solo da un

uomo ed una donna. Anche la Chiesa gioca un ruolo fondamentale nella discriminazione

degli omosessuali: basta rifarsi alle dichiarazioni di alcuni dei maggiori esponenti delle

gerarchie cattoliche, come il Cardinal Bagnasco, arcivescovo di Genova, che spesso si è

schierato contro le unioni omosessuali e lo stesso ex papa Benedetto XVI, le cui

dichiarazioni omofobe non hanno fatto altro che rafforzare l’astio nei confronti degli

omosessuali già presente nella nostra società. Non bisogna inoltre dimenticare che le leggi

a favore delle comunità omosessuali in molti Paesi del mondo sono ostacolate da gruppi di

credenti appartenenti al Cattolicesimo, Islamismo, Ebraismo e alle Chiese Protestante ed

Ortodossa. È possibile invece riscontrare una maggiore apertura da parte degli esponenti

della Chiesa Valdese e di alcuni culti neopagani.

L’altro problema sollevato dal componimento di Penna è la mancanza di diritti a tutela

delle persone omosessuali. Nel poema, il compagno del ragazzo morente non ha alcun

diritto di entrare nella stanza, in quanto percepito dalla legge come estraneo. L’unico

legame che lega questi due uomini è il legame amoroso, che tuttavia, trattandosi di un

legame omosessuale, non è considerato dalla legge. La madre del ragazzo, dunque, ha

tutto il diritto di tenere fuori dalla stanza il protagonista di questa poesia, il quale non può

essere vicino al suo amato, nel momento in cui egli sta per lasciare questo mondo. Non è

forse questo un crimine?

In Italia, una situazione del genere sarà facilmente riscontrabile a causa della mancanza di

leggi che permettano di equiparare l’unione omosessuale a quella tra uomo e donna. Due

uomini o due donne che convivano e che siano in una relazione stabile, non possono né

adottare né contrarre matrimonio, il che, davanti alla legge, li compara a due perfetti

sconosciuti. Ma sulla base di cosa? Il Parlamento italiano si rifiuta di legiferare su questo

tema sulla base di mere discriminazioni perpetrate nei confronti della comunità

omosessuale, conseguenza di secoli di ignoranza e odio.

Nel caso in cui un bambino abbia un genitore biologico impegnato in una relazione

omosessuale e quindi venga cresciuto da due persone dello stesso sesso, in caso di morte

del suo genitore biologico è possibile che venga allontanato dall’altro genitore in quanto

non vi è alcun legame che leghi i due, eccetto quello affettivo. È dunque probabile che il

bambino venga allontanato da colui che, insieme al suo genitore biologico, l'ha cresciuto e

gli ha dato amore, per poi essere affidato ad una casa-famiglia o a terzi. Come è possibile

notare, in Italia le persone omosessuali sono considerate uguali agli altri per quanto

riguarda i doveri ma cittadini di serie B per quanto riguarda i diritti. Può uno Stato che si

definisce civile permettere tali ingiustizie? Queste preferenze nei confronti degli

eterosessuali non fanno altro che dar forza all’omofobia già dilagante.

LITTERÆ LATINÆ

Titus Petronius Niger: brevis vitæ descriptio

Nella letteratura latina, è possibile riscontrare il tema dell'amore omosessuale nelle opere

di Petronio.

Non si hanno molte notizie sulla sua vita. Se il Petronio del Satyricon è lo stesso di cui

Tacito parla negli Annales, si tratta di Petronio Nigro, libertino alla corte di Nerone,

governatore della Bitinia, console e successivamente intimo dell’imperatore. Petronio era

arbiter elegantiæ,

tenuto in altissima considerazione da Nerone, che lo considerava il suo

maestro di raffinatezza, buon gusto e delle cerimonie. In effetti la figura di Petronio si

avvicina molto a quella del cortigiano. Tacito ritrae Petronio come un personaggio dedito

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