Anteprima
Vedrai una selezione di 14 pagine su 64
Olocausto - Da Levi allo stato di Israele Pag. 1 Olocausto - Da Levi allo stato di Israele Pag. 2
Anteprima di 14 pagg. su 64.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Olocausto - Da Levi allo stato di Israele Pag. 6
Anteprima di 14 pagg. su 64.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Olocausto - Da Levi allo stato di Israele Pag. 11
Anteprima di 14 pagg. su 64.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Olocausto - Da Levi allo stato di Israele Pag. 16
Anteprima di 14 pagg. su 64.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Olocausto - Da Levi allo stato di Israele Pag. 21
Anteprima di 14 pagg. su 64.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Olocausto - Da Levi allo stato di Israele Pag. 26
Anteprima di 14 pagg. su 64.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Olocausto - Da Levi allo stato di Israele Pag. 31
Anteprima di 14 pagg. su 64.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Olocausto - Da Levi allo stato di Israele Pag. 36
Anteprima di 14 pagg. su 64.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Olocausto - Da Levi allo stato di Israele Pag. 41
Anteprima di 14 pagg. su 64.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Olocausto - Da Levi allo stato di Israele Pag. 46
Anteprima di 14 pagg. su 64.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Olocausto - Da Levi allo stato di Israele Pag. 51
Anteprima di 14 pagg. su 64.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Olocausto - Da Levi allo stato di Israele Pag. 56
Anteprima di 14 pagg. su 64.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Olocausto - Da Levi allo stato di Israele Pag. 61
1 su 64
Disdici quando vuoi 162x117
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

SE QUESTO E’ UN UOMO

di Primo Levi

Voi che vivete sicuri Vuoti gli occhi e freddo il grembo

Nelle vostre tiepide case, Come una rana d’inverno.

Voi che trovate tornando a sera

Il cibo caldo e visi amici: Meditate che questo è stato:

Vi comando queste parole.

Considerate se questo è un uomo Scolpitele nel vostro cuore

Che lavora nel fango Stando in casa andando per via,

Che non conosce pace Coricandovi alzandovi;

Che lotta per mezzo pane Ripetetele ai vostri figli.

Che muore per un sì o per un no.

Considerate se questa è una donna, O vi si sfaccia la casa,

Senza capelli e senza nome La malattia vi impedisca,

Senza più forza di ricordare I vostri nati torcano il viso da voi. 3

PRIMO LEVI

Primo Levi (Torino, 31 luglio 1919 – Torino, 11 aprile 1987) è stato uno scrittore

italiano .

Nel 1944 venne deportato nel campo di sterminio di Auschwitz. Il suo romanzo è Se

questo è un uomo, che racconta le sue esperienze nel lager nazista, è considerato un

classico della letteratura mondiale.

Primo Levi venne trovato morto nell’aprile 1987 alla base della tromba delle scale di

casa sua, dando vita a sospetti di suicidio.

Biografia

Nato il 31 luglio 1919 da Ester Luzzati e Cesare Levi, appartenenti ad una famiglia di

origini ebraiche. Primo Levi vive un’infanzia turbata da alcune incomprensioni con

il padre,dovute ad una notevole differenza di età e ad un differente carattere. Nel

1934 si iscrisse al liceo “Massimo d’Azeglio” di Torino, noto per aver ospitato docenti

illustri e oppositori del fascismo.

Studi universitari e prime esperienze lavorative

Nel 1937 si diploma e si iscrive al corso di laurea in chimica presso l’Università di

Torino. Nel novembre del 1938 entrano in vigore, anche in Italia, le leggi razziali, che

introducono gravi discriminazioni ai danni dei sudditi italiani che il regime fascista

4

considerava “ di razza ebraica”.

Le leggi razziali ostacolano l’accesso allo studio universitario agli ebrei, ma

concedono di terminare gli studi a quelli che lo hanno già intrapreso. Levi è in

regola con gli esami, ma, a causa delle leggi razziali, ha difficoltà a trovare un

relatore per la sua tesi; si laurea comunque nel 1941, a pieni voti con lode, con una

tesi in fisica. Viene assunto in maniera semi illegale in un’impresa che lo incarica di

trovare un metodo economicamente conveniente per estrarre le tracce di nichel

contenute nel materiale di scarto di una cava d’amianto.

Nel 1942 si trasferisce a Milano, avendo trovato un impiego migliore presso una

fabbrica svizzera di medicinali. Qui Levi, assieme ad alcuni amici, viene in contatto

con ambienti antifascisti militanti ed entra nel Partito d’Azione clandestino.

Nel campo di Auschwitz

Nel 1943 si inserisce in un nucleo partigiano operante in Val d’Aosta. Nel dicembre

1943 viene arrestato dalla milizia fascista e poi trasferito nel campo di transito di

Fossoli presso la città di Modena. Il 22 febbraio 1944, Levi ed altri 650 ebrei,

vengono stipati su un treno merci e destinati al campo di concentramento di

Auschwitz in Polonia. Levi qui fu registrato ( con il numero 174 517 ) e subito

condotto al campo di Buna-Monowitz, allora conosciuto come Auschwitz III, dove

rimase fino alla liberazione da parte dell’Armata Rossa. Qui incontra Lorenzo

Perrone, un civile occupato come muratore, che, esponendosi a un grande rischio

personale, gli fa avere regolarmente del cibo. In un secondo viene impiegato alla 5

Buna, una fabbrica per la produzione di gomma sintetica di

proprietà del colosso chimico tedesco. Nel gennaio del 1945,

immediatamente prima della liberazione del campo da parte

dell’armata rossa, si ammala di scarlattina e viene ricoverato

nel “Ka-be” (dal tedesco Krankenbau; in italiano infermeria del

campo) scampando così fortunatamente alla marcia di

evacuazione da Auschwitz. Levi fu uno dei venti sopravvissuti

fra i 650 che erano arrivati con lui al campo. La Tregua,

Il viaggio di ritorno in Italia, narrato nel romanzo sarà

lungo e travagliato. Si protrarrà fino ad ottobre, attraverso

Russia, Ucraina, Romania, Ungheria ed Austria.

Chimico e Scrittore

L’esperienza nel campo di concentramento lo ha profondamente

sconvolto fisicamente e psicologicamente. Giunto a Torino si

riprende fisicamente e riallaccia i contatti con i familiari e gli

amici superstiti dell’olocausto. Non trovando impiego si sposta a

Milano, dove viene assunto da una fabbrica di vernici. Mosso

dalla prorompente necessità di testimoniare l’incubo vissuto nel

Lager, si getta febbrilmente nella scrittura di un romanzo

testimonianza sulla sua esperienza ad Auschwitz, che verrà

Se questo è un uomo.

intitolato In questo periodo conosce e si

innamora di Lucia Morpurgo, che diventerà sua moglie. Nel 1947

6

vendono solo 1500, soprattutto a Torino.

In questo periodo Levi abbandona il mondo della letteratura e si dedica alla professione di

chimico. Trova impiego presso la Siva, una ditta di produzione di vernici di Settimo

Torinese, di cui, in seguito, assumerà la direzione fino al pensionamento.

Nel 1956, ripropone Se questo è un uomo ad Einaudi che decide di pubblicarlo. Questa

nuova edizione incontra un successo immediato.

Nel 1959 collabora alle traduzioni in inglese e tedesco.

Nel giugno 1971è tra i firmatari dell’appello pubblicato su "L'espresso" che denunciavano

il commissario Calabresi come «un torturatore», «responsabile della morte di Pinelli».

Incoraggiato dal successo internazionale, nel 1962 quattordici anni dopo la stesura di Se

questo è un uomo, incomincia a lavorare a un nuovo romanzo sull'odissea durante il ritorno

da Auschwitz. Questo romanzo viene intitolato La Tregua e vince la prima edizione del

Premio Campiello del 1963.

Nel 1975 decide di andare in pensione e di dedicarsi a tempo pieno alla sua attività di

scrittore.

Nel 1982 torna al tema della Seconda Guerra Mondiale raccontando in Se non ora, quando?

le avventure picaresche di un gruppo di partigiani ebrei di origini polacche e russe, che

tendono imboscate ai tedeschi sul fronte orientale e giungeranno ad attraversare i territori

del Reich sconfitto, sino a Milano, da dove alcuni prenderanno la via della Palestina per

partecipare alla costruzione dello stato di Israele. 7

Nel saggio I sommersi e i salvati (1986) torna per l'ultima volta sul tema dell‘Olocausto.

Levi cerca di analizzare con distacco la sua esperienza, chiedendosi perché le persone si

siano comportate in quel modo ad Auschwitz, e perché alcuni sono sopravvissuti e altri

no.

L'11 aprile del 1987 Primo Levi muore cadendo dalla tromba delle scale della sua casa

di Torino, dando adito al sospetto che si trattasse di un suicidio. Questa ipotesi è

avvalorata dalla difficile situazione personale di Levi che si era fatto carico della madre

e della suocera malate. Il pensiero ed il ricordo del lager avrebbero, inoltre, continuato

a tormentare Levi anche decenni dopo la liberazione, sicché egli sarebbe in un qualche

modo una vittima ritardata della detenzione ad Auschwitz. Il suicidio di Levi rimane

comunque un'ipotesi contestata da molti, poiché lo scrittore non aveva dimostrato in

alcun modo l'intenzione di uccidersi e anzi aveva dei piani in corso per l'immediato

futuro.

Lo stile letterario

Lo stile letterario di Primo Levi, come emerge dalle sue maggiori opere, è uno stile di

stampo realista-descrittivo. Questo stile ben si adatta al vasto pubblico a cui Levi

intende rivolgersi, in special modo se si tratta di una tematica di estrema importanza

come quella della prigionia del Lager. 8

OLOCAUSTO

greco

Il termine olocausto (dal holos "completo" e kaustos "rogo") è stato introdotto alla

fine del XX secolo per riferirsi al genocidio compiuto dalla Germania nazista di tutte quelle

persone ed etnie ritenute "indesiderabili", in particolare gli Ebrei, dei quali si stima ne

siano stati sterminati sei milioni. Solo in tempi recenti il termine olocausto è stato attribuito

a massacri o catastrofi su larga scala. A causa del significato teologico che la parola porta,

molti, ebrei e no, trovano inappropriato l'uso di tale termine : viene infatti considerato

offensivo pensare che l'uccisione di milioni di ebrei sia stata una "offerta a Dio"; inoltre il

popolo ebraico non è stato "tutto bruciato", perché un suo resto è sopravvissuto al

genocidio. האושה

E’ stato così introdotto il termine Shoah (in lingua ebraica ), che significa

"distruzione", "desolazione" o "calamità", nel senso di una sciagura improvvisa,

inaspettata, è un'altra parola utilizzata per riferirsi all'Olocausto. Questo termine viene

usato da molti ebrei e da un numero crescente di non ebrei a causa del disagio legato al

significato letterale della parola olocausto.

Il termine olocausto viene principalmente utilizzato per indicare lo sterminio sistematico di

milioni di ebrei che vivevano in Europa prima della seconda guerra mondiale. Il numero

delle vittime è confermato dalla vasta documentazione lasciata dai nazisti stessi (scritta e

fotografica) e dalle testimonianze dirette (di vittime, carnefici e spettatori) e dalle

registrazioni statistiche delle varie nazioni occupate. 9

OLOCAUSTO

greco

Il termine olocausto (dal holos "completo" e kaustos "rogo") è stato introdotto alla

fine del XX secolo per riferirsi al genocidio compiuto dalla Germania nazista di tutte quelle

persone ed etnie ritenute "indesiderabili", in particolare gli Ebrei, dei quali si stima ne

siano stati sterminati sei milioni. Solo in tempi recenti il termine olocausto è stato attribuito

a massacri o catastrofi su larga scala. A causa del significato teologico che la parola porta,

molti, ebrei e no, trovano inappropriato l'uso di tale termine : viene infatti considerato

offensivo pensare che l'uccisione di milioni di ebrei sia stata una "offerta a Dio"; inoltre il

popolo ebraico non è stato "tutto bruciato", perché un suo resto è sopravvissuto al

genocidio. האושה

E’ stato così introdotto il termine Shoah (in lingua ebraica ), che significa

"distruzione", "desolazione" o "calamità", nel senso di una sciagura improvvisa,

inaspettata, è un'altra parola utilizzata per riferirsi all'Olocausto. Questo termine viene

usato da molti ebrei e da un numero crescente di non ebrei a causa del disagio legato al

significato letterale della parola olocausto.

Il termine olocausto viene principalmente utilizzato per indicare lo sterminio sistematico di

milioni di ebrei che vivevano in Europa prima della seconda guerra mondiale. Il numero

delle vittime è confermato dalla vasta documentazione lasciata dai nazisti stessi (scritta e

fotografica) e dalle testimonianze dirette (di vittime, carnefici e spettatori) e dalle

registrazioni statistiche delle varie nazioni occupate. 10

In alcuni ambienti il termine olocausto viene usato per descrivere il genocidio sistematico di

altri gruppi che vennero colpiti nelle stesse circostanze dai Nazisti, compresi i gruppi etnici

Rom e Sinti(i cosiddetti zingari), comunisti, omosessuali, malati di mente, Pentecostali

(classificati come malati di mente), Testimoni di Geova, Sovietici, Polacchi ed altre

popolazioni slave (detti nel complesso Untermenschen). Aggiungendo anche questi gruppi il

totale di vittime del Nazismo è stimabile tra i dieci e i quattordici milioni di civili, e fino a

quattro milioni di prigionieri di guerra.

Descrizione

Le eliminazioni di massa venivano condotte in modo sistematico: venivano fatte liste

dettagliate di vittime presenti, future e potenziali, così come sono state trovate le meticolose

registrazioni delle esecuzioni. Oltre a ciò, uno sforzo considerevole fu speso durante il corso

dell'olocausto per trovare metodi sempre più efficienti per uccidere persone in massa, ad

esempio passando dall'avvelenamento con monossido di carbonio dei campi di sterminio

dell'Operazione Reinhard di Belzec, Sobibor e Treblinka, all'uso dello Zyklon-B di

Majdaneke Auschwitz; camere a gas che utilizzavano monossido di carbonio per gli omicidi

di massa venivano usati nel campo di sterminio di Chelmno.

Campi di concentramento e di sterminio

I campi di concentramento per gli "indesiderabili" erano disseminati in tutta l'Europa, con

Dettagli
64 pagine
681 download