vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
Il complesso di Edipo
Strettamente connesso alla sessualità infantile è il complesso di Edipo. Esso consiste
in un attaccamento in senso libidico al genitore del sesso opposto, accompagnato ad
un desiderio di morte nei confronti del genitore dello stesso sesso. La definizione del
complesso edipico è tratta dalla tragedia sofoclea l’Edipo re, in cui il re Edipo è
destinato dal Fato ad uccidere il padre e sposare la madre. Scrive Freud
nell’Interpretazione dei sogni, che “il suo destino [di Edipo] ci commuove soltanto
perché sarebbe potuto diventare anche il nostro, perché prima della nostra nascita
l’oracolo ha decretato la medesima maledizione per noi e per lui.” Ancora dice che “il
re Edipo, che ha ucciso suo padre Laio e sposato sua madre Giocasta, è soltanto
l’appagamento di un desiderio della nostra infanzia. Ma più fortunati di lui, siamo
riusciti in seguito a staccare i nostri impulsi sessuali da nostra madre, a dimenticare la
nostra gelosia nei confronti di nostro padre”. Qualora il superamento del complesso
edipico non riuscisse o fosse solamente parziale, sarà questa la causa di ogni devianza
e anormalità successiva. Il mancato superamento del complesso di Edipo è “il
complesso nucleare della nevrosi”.
Italiano
Umberto Saba
La teoria psicoanalitica lasciò la sua traccia anche in
poeti come Umberto Saba. La sua opera principale, il
Canzoniere, risente molto degli studi di psicoanalisi e
delle sedute psicoanalitiche a cui il poeta stesso si
sottopose. Il Canzoniere è l’opera che raccoglie tutta
la maggiore poetica sabiana. Il titolo della raccolta
fu il frutto di una volontà di rifacimento al passato
letterario, soprattutto al Canzoniere petrarchesco. Il
Canzoniere di Saba è articolato il tre volumi,
suddivisi a loro volta in raccolte. Da ciò si evince
l’intenzione del poeta di comporre non singole
poesie, ma un opera rispondente a un disegno
complesso e ambizioso. Gli obiettivi del canzoniere
sono quelli di rendere conto della profonda verità
psicologico-esistenziale del poeta stesso e di darne
un’adeguata rappresentazione. Nelle poesie infantili
Saba rievoca la sua triste infanzia, segnata da un
doloroso senso di esclusione e di diversità. L’infanzia
però non è ricordata da Saba come tempo felice,
trascorso troppo fugacemente, ma, freudianamente,
come l’origine delle difficoltà psicologiche a cui è
andato incontro l’uomo adulto, quale culla delle
nevrosi e sorgente di infelicità. Il mondo infantile ed
adolescenziale è visto anche come la sorgente di conoscenza dei meccanismi profondi
dell’io: la tematica dell’infanzia è vissuta sia come necessaria sia come dolorosa.
piccolo Berto,
Nella raccolta il la condizione malinconica Il piccolo Berto
del fanciullo troverà la sua genesi nella scissione tra l’impulso vitale al piacere e il
cumulo di divieti, che lo aveva precocemente represso. Da qui la messa in causa dei
rapporti parentali, soprattutto quello con la madre. In questa raccolta, facente parte
del secondo volume del Canzoniere, si accentua l’interesse di Saba per il mondo
infantile ed adolescenziale, con la rievocazione del difficile rapporto con la figura
materna e il ricordo della balia tanto amata dal poeta bambino. Protagonista di questa
sezione è appunto il “piccolo Berto” , il poeta bambino. Berto è il modo in cui il poeta
veniva chiamato dalla balia, Peppa Sabaz, a cui Umberto si ispirò per il suo
pseudonimo. Il ritorno alla memoria del piccolo Berto da parte del poeta fu frutto di
un’indagine psicoanalitica. Questa raccolta ruota interamente su tre personaggi,
Umberto, la balia e la madre. Saba narra qui la sua difficile situazione infantile: fu
affidato dalla madre alla balia, poi traumaticamente fu costretto a tornare a vivere con
la madre all’età circa di tre anni. A traumatizzare il piccolo Berto fu l’allontanamento
inaspettato dalla dolcezza della balia, la“madre di gioia”, per poi essere costretto alla
dura disciplina della madre severa ,la “madre mesta”. Il recupero della figura gioiosa
della nutrice, che lo aveva felicemente allevato fino all’età di tre anni, apre un violento
processo alla madre. Inoltre sul poeta grava anche il destino dell’”unico figlio che ha
lontano il padre”, che aveva abbandonato la madre prima della nascita del piccolo
Berto. Quindi la colpa paterna del padre che viene maledetto dalla madre, si
ripercuote sul figlio, che non si sottrarrà mai al senso di colpa per l’essere nato. Per
l’austera severità materna e per la colpevolizzazione del padre, Saba non potrà mai
identificarsi con un modello maschile positivo, reprimendone ogni carica vitale: gli
impulsi erotici, il desiderio di vita e di libertà sono caratteristiche del padre, a cui Saba
non deve somigliare. Adesso alla madre “mesta” si contrappone la madre “lieta”: il
ricordo dell’infanzia felice e l’istinto di piacere si aprono un varco nel fanciullo tramite
il suono di una “marcia guerriera”. Ciò spiega perché Saba nel Canzoniere istituisca
Versi
uno strano legame tra eros, infanzia e mondo militare caratterizzante tutti i
militari: qui la madre è completamente assente, il servizio militare si configura come
modo tramite il quale l’adolescente Umberto può allontanarsi dalla madre senza sensi
di colpa, la vita militare diventa un “gioco bellissimo”.Ma l’allontanamento dai
problemi infantili non segna la chiusura dei conti con essi, infatti il percorso di
liberazione dal trauma infantile si ripresenterà in Saba fino alla fine. La figura materna
riemergerà tramite il recupero dell’istinto di piacere legato al ricordo della balia.
Questo lo si può notare in Eros in cui il piacere che Saba prova nel guardare la
ballerina, viene inibito dal pensiero materno. Il rapporto tra il fanciullo e la madre, che
inconsciamente il poeta sente di dover risarcire del dolore inflittole dal padre e da lui
stesso, finirà per strutturare nell’adulto le modalità affettive dei rapporti con l’altro
sesso. Il recupero dell’infanzia si configura per Saba come una rasserenante conquista
nella struttura narrativa e autobiografica della sua opera.
E’ quindi centrale nella raccolta sabiana la tematica della scissione dell’io, segnata dal
trauma della “doppia infanzia”. Il libro di Saba si presenta come un tentativo di
superamento di questa scissione, indagando le origini oscure di questa nevrosi. Saba
non si libererà mai dal piccolo Berto e dalla scissione di pulsioni antitetiche. Anche
dopo la morte della madre il sogno di conciliazione con la sua immagine comporta il
rischio di una regressione al grembo materno.
Inglese
William Blake
William Blake was born in London in 1757 into a lower-class family. In 1778 he enrolled
at new Royal Academy of Arts and in 1782 set up a print-seller’s shop. For Blake
the songs
drawing and writing are not divisible. In fact, in his first collection of poems,
of Innocence, The Lamb
the poems were engraved: there are a famous picture like and
the Tyger. the songs of Innocence and of Experience,
In 1794 he published that didn’t
give him any financial success.
Blake elaborated a complete view
of the world in a complex
mythology, that was expressed in a
many “prophetic” books. His
complex symbology are best
exemplified in his paintings and
engravings. Blake accepted the
obscurity and poverty for not
compromising his artistic vision.
after his failed painting exhibition
lived in obscurity, supported by a
group of faithful friends. He died in
1827.
The poetry of Blake mark the beginning of Romantic Age. Politically he was in favor of
the French and American revolution. Many of Blake's poems are complaints of the
suffering of the poor and oppressed. He was the first to introduce into his works a
complaint of cruel exploitation of children from their families and from society. He
attacked openly the Church of England and the Monarchy. He believes that the culture
in which he lived had become an instrument of oppression in respect of those men
born without power.
songs of Innocence and of Experience
The were written by
Blake with the clear intention to be read together: they
read together represent the two contrary states of the
human soul. The world of innocence is apparently full of
joy and happiness, fearless, menacing, peopled by a
figures like the lamb and the child. It seems like the
Garden of Eden. But the perfection of the world of
innocence are only apparent since it is a world in which
morality has not yet met the experience. But the world of
experience is full of social injustice, selfishness, strongly
attacked by Blake. The figure that peopled the world of
experience is the tiger.
The point of view of innocence and the point of view of
experience can’t be reconcilied. For Blake this opposition
was essential, because he finds in the world the good, but
also the evil, purity and corruption. Blake didn’t
believe in the rationality of man, he believe,
contrary, in the value of faith and intuition, he
was enabled to see beyond physical reality.
Blake made use of complex symbolism, but the
language and syntax are simple. He uses an
apparently native style with anglo-saxon
vocabulary and a lot of repetition, tipical of
ballads or songs for children.
Latino
Quintiliano e l’interesse per la
pedagogia.
Contrariamente ad altri trattati di eloquenza, Istitutio oratoria
che incentravano l’interesse per l’educazione in senso tecnico, l’ di
Quintiliano prende inizio dall’infanzia per la cura del futuro oratore. Tutto il primo
capitolo del primo libro è dedicato ai criteri che devono regolare la scelta e la cura
dell’ambiente umano più idoneo per la formazione del futuro oratore, con l’idea
qualsiasi bambino ha i requisiti per diventare l’ideale di oratore quintilianeo: bisogna
solo accorgersi delle qualità del bambino e farlo crescere in un contesto che favorisca
L’istitutio oratoria
il suo sviluppo culturale e morale. comincia con l’invito rivolto a ogni
futuro padre di riporre le massime speranze in suo figlio, e ciò rientra nel quadro di
una pedagogia tesa verso un ideale di perfezione. Quintiliano è sempre fedele a
questo ideale riprendendo ed approfondendo quindi uno spunto che fu anche
ciceroniano. Come dicevamo qualunque bambino può approdare a quest’ideale, è
compito quindi degli educatori trattare qualsiasi bambino come un potenziale perfetto
oratore. Quintiliano dice che anche se un bambino può essere diverso da un altro per
capacità intellettive non si conosce nessuno che tramite lo studio non sia riuscito ad
ottenere risultati significativi. Per Quintiliano l’istruzione deve tendere alla meta di
formare gli oratori, in un concetto molto più esteso di quello strettamente tecnico,
comprendente una formazione globale, insieme
dell’uomo e del cittadino. Le prime persone che
nutrix,
fungono da insegnanti al bambino sono le
termine che va al di là del senso stretto di “balia che
allatta”. È da intendere puiuttosto come
“governante”, che si prendeva cura dei bambini
anche dopo l’allattamento; essa era nella maggior
parte delle volte una schiava greca, la quale aveva il
compito di far familiarizzare i bambini con la lingua,
con le parole. La nutrice deve dunque essere scelta
con un attenzione meticolosa, la sua pronuncia deve
essere impeccabile: visto che secondo Quintiliano il
primo approccio del bambino con le parole avviene
per imitazione, non ci si può permettere una nutrice che non pronunci bene queste
parole, anche perché Quintiliano ritiene che è difficile disimparare un’abitudine
acquisita sin da bambini. Per quanto riguarda i genitori Quintiliano ritiene che ci debba
essere la maggior cultura possibile. Insiste inoltre sull’importanza della partecipazione
materna alla formazione culturale del bambino, facendo il famoso esempio di Cornelia,
che si occupò personalmente e intensivamente dell’istruzione dei figli, i Gracchi,
Tiberio e Gaio Gracco, tribuni della plebe che si impegnarono in coraggiosi tentativi di
riforma sociale. Un altro esempio è la figlia di Ortensio Ortalo, oratore rivale di