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Sintesi
Introduzione Infanzia - Tesina


L’argomento centrale della mia tesina consiste nell’analizzare il tema dell’infanzia. E’ un tema che a me piace molto. Tratterò questo argomento toccando diverse discipline quali: pedagogia; metodologia; educazione fisica; storia; diritto, italiano e inglese. La mia tesina di maturità ha quindi quale obiettivo quello di descrivere il tema dell'infanzia, analizzando il mondo dei bambini.

Collegamenti

Infanzia - Tesina


Pedagogia - Le sorelle Agazzi .
Metodologia - I bambini e la tv.
Educazione fisica - Il fascismo e lo sport.
Storia - Il fascismo e l’Opera Nazionale Balilla.
Diritto- Il lavoro minorile.
Italiano - Rosso Malpelo, Giovanni Verga.
Inglese- Charlotte Bronte.
Estratto del documento

Il metodo intuitivo identifica l'insegnamento come un metodo per favorire le

esperienze, in cui i bambini apprendono direttamente e spontaneamente con il loro

fare e osservare.

Scuola materna

La scuola materna deve essere progettata in modo tale che rispecchi l'ambiente

abituale del bambino, e quindi organizzata, sotto molti aspetti, come una piccola

casa, dove il bambino può svolgere attività domestiche come a casa propria.

Materiale didattico

§ un giardino: con animali e piante.

§ museo delle cianfrusaglie: una sala adibita a museo che raccoglie materiali

ritrovati dai bambini come spaghi, rocchetti e sassolini.

§ contrassegni: immagini di oggetti di uso comune che contrassegnano le proprietà

dei beni individuali dei bambini.

hanno lo scopo di abituare il bambino a parole sempre più lunghe e complesse.

Applicazione del metodo

L'insegnamento agazziano suppone possibile la programmazione scolastica solo per

quanto riguarda il fare e il conoscere, introducendo le attività di vita pratica, lingua

parlata, lavoro manuale, norme che regolano educazione della voce e esercizi ritmici.

Per quanto riguarda la formazione emotiva e morale non è possibile sviluppare alcuna

programmazione in quanto sono sentimenti che si sviluppano nel bambino

spontaneamente e casualmente, seppur sotto il controllo dell'educatore.

Seguendo le teorie delle Agazzi, abbiamo una nuova figura di docente della scuola

materna: l' educatrice. Una figura professionale sempre aggiornata. Oltre alla

capacità di amare i bambini deve saper coltivare i rapporti umani con ottimismo

escludendo atteggiamento di ansietà e di malumore. Deve avere proprio un profondo

senso del dovere, uno spirito d'ordine e di coerenza e devono assicurare alla vita

della scuola una atmosfera di stabilità e di sicurezza.

Principi fondamentali dell'insegnamento agazziano

§ Attività di vita pratica: giardinaggio, preparazione della tavola, igiene personale

ecc. sono valorizzati come elementi educativi di primo ordine. I bambini vengono

avvicinati principalmente al giardinaggio e imparano ad avere un rapporto

positivo con l'ambiente. Le attività pratiche non si limitano all'educazione al fare

ma assumono anche dimensione estetica in quanto, oltre a sviluppare il principio

fondamentale dell'ordine, sviluppano anche il senso dell'armonia e della bellezza.

§ Educazione estetica: armonia e bellezza sono alla base del senso estetico e si

ritrovano in tutti i momenti della vita quotidiana. Ciò che più interessa

all'educazione estetica sono le attività costruttive come il disegno e la

recitazione. Il primo, che nasce come attività spontanea, deve essere

incoraggiato, dopo la lettura di un racconto, sia come libera espressione del

bambino sia come rappresentazione di fatti naturali psicologici e sociali. La

recitazione è intesa come drammatizzazione di situazioni tipiche della vita

quotidiana. Svolgendo tali attività il bambino acquisisce fiducia in sé stesso e

migliora le proprie capacità intellettuali e morali.

§ Educazione sensoriale: consiste nell'ordinare per colore, materia e forma gli

oggetti raccolti dai bambini. Confrontandoli tra loro possono scoprire somiglianze

ed uguaglianze. Promuove un'educazione intellettuale perché stimola la curiosità

ed un atteggiamento analitico. Promuove un'educazione linguistica in quanto

attraverso le osservazioni degli oggetti i bambini esprimono i loro pensieri sotto

forma di frasi, scoprendo così differenze tra nomi e aggettivi. Il linguaggio assume

una centrale azione educativa della scuola materna.

§ Educazione al canto: ha una notevole importanza nella formazione scolastica. Il

canto è inteso come apprendimento spontaneo, come avviene nelle tradizioni

popolari. Il canto aiuta il bambino a liberarsi dalla pesantezza dei lavori manuali e

lo rende più sereno.

§ Istruzione intellettuale: si basa sull’esplorazione del mondo e naturale passaggio

dalla percezione ai concetti.

§ Educazione del sentimento: contro l’aggressività. Si sviluppa anche praticando

religione, educazione fisica e educazione morale.

Bambini e tv

Karl Popper ci ha lasciato delle riflessioni interessanti su quel mezzo

straordinariamente efficace, per la diffusione dei messaggi, qual è la

televisione.

Cattiva maestra televisione contiene un saggio di Popper che ha fatto

molto discutere. Egli si interessa principalmente della violenza e

dell’educazione attraverso la televisione. Ritenendo che la tv sia

comunque maestra, poiché i modelli di comportamento che essa

propone sono normativi per il pubblico, Popper crede che essa sia

cattiva maestra nel momento in cui inonda le case di scene di violenza,

le quali, indebolendo soprattutto nei bambini la naturale avversione

alla violenza, finisce per minare la società aperta, che si basa proprio

sull'eliminazione dell'intolleranza e sul controllo di censura e dei mezzi

televisivi.

Secondo Popper la tv sta peggiorando e tenderà a peggiorare

sempre più seguendo la “legge dell’audience” anche detta “legge

dell’aggiunta di spezie”. Queste spezie, rappresentate dalla violenza,

dal sesso e dal sensazionalismo, non fanno altro che distorcere la

realtà facendo aumentare così l’audience. Il fatto è che più si

impiega questo genere di spezie più si educa la gente a richiederne,

e dal momento che questo tipo di intervento è il più facile a capirsi

da parte dei produttori ed è quello che produce una più facile

reazione da parte del pubblico, si determina una situazione per cui si

smette di pensare ad interventi più difficili. Basta prendere la scatola

del pepe e metterlo nelle trasmissioni.

Le emittenti, troppe ed in competizione, causano il deterioramento del

prodotto televisivo e per mantenere l'audience adottano la politica del

mandare in onda quel che piace di più alle grandi masse popolari,

quindi programmi dai contenuti scadenti e sensazionali.

“Difficilmente, però, la materia sensazionale è anche buona”.

Coloro che producono televisione affermano di “dover offrire alla gente

quello che la gente vuole” e che tale atteggiamento è sostenuto dalle

“ragioni della democrazia” ma dare alla gente ciò che la gente vuole

non corrisponde affatto all’idea di democrazia, “che è stata ed è quella

di far crescere l’educazione generale offrendo a tutti opportunità

sempre migliori”.

La televisione cambia radicalmente e brutalmente l’ambiente dal quale

i bambini traggono i modelli da imitare. Per questo Popper propone un

corso per coloro che fanno televisione affinché possano essere istruiti

circa i potenti effetti prodotti dal mezzo televisivo sui telespettatori.

Al termine di questo “addestramento”,dopo aver superato con

successo un esame, sarà concessa una patente che potrà essere

ritirata a vita qualora si agisca in contrasto con certi principi.

In questo modo chi fa la televisione viene reso consapevole del proprio

coinvolgimento nell’educazione di massa e della propria responsabilità

per l’ambiente che sta creando.

Il Fascismo e lo sport

La funzione educativa dello sport è sempre stata sfruttata dai pedagogisti, riformatori

e agitatori politici di ogni estrazione ideologica: nazionalisti, socialisti e cattolici vi

hanno visto da sempre un efficace strumento di aggregazione capace di coinvolgere

soprattutto gli strati giovanili.

Nel ‘900 le dittature e i regimi totalitari hanno sempre sfruttato l’attività fisica e lo

sport sia ai fini della preparazione paramilitare e militare sia ai fini propagandistici

ideologico-politici. Lo sport moderno cominciò ad essere utilizzato come strumento

per insegnare ai giovani la disciplina, la tenacia, la perseveranza ed il coraggio.

Il rapporto tra sport e politica divenne particolarmente significativo nell’Italia fascista,

che fece dell’attività sportiva uno strumento di aggregazione delle masse popolari,

uno strumento attraverso cui poteva ottenere il consenso del popolo sopra il quale

fondare il suo potere. La ginnastica e lo sport godevano in quegli anni di

un’importanza e di un prestigio mai avuti prima, e gli italiani in molti sport (quali il

calcio, la ginnastica, l’atletica, la scherma, gli sport equestri) primeggiavano a livello

mondiale. Le manifestazioni sportive erano tra i momenti più efficaci per dimostrare

l’efficacia e la forza del regime. Ogni vittoria di un atleta della squadra nazionale era

celebrata in chiave patriottica per dimostrare la superiorità della stirpe italica.

Con la riforma del 1923 di Giovanni Gentile la preparazione fisica dei giovani viene

affidata prima all’opera nazionale balilla e poi alla G.I.L. (Gioventù Italiana del

Littorio) , che avevano il compito di formare oltre al fisico anche la coscienza e il

pensiero di coloro che sarebbero diventati i fascisti di domani.

Sia l’opera nazionale sia il G.I.L. erano alle dirette dipendenze del partito, come tutte

le scuole.

Tutti i bambini venivano iscritti all’opera e divisi secondo fasce d’età: a 4 anni erano

“Figli della Lupa”, da 8 a 14 anni “Balilla”, da 14 a 18 “Avanguardisti”, oltre i 18

facevano parte della “Gioventù Fascista”.

Le formazioni femminili erano le “Figlie della Lupa”, le “Piccole Italiane” e le “Giovani

Italiane”. Nel 1934, anche nella scuola, l’educazione fisica diviene una materia

obbligatoria e fondamentale e si realizza così pienamente la formula fascista ”libro e

moschetto fascista perfetto”; ovunque si costruiscono palestre ed impianti sportivi.

Le attività ginniche e sportive però erano state militarizzate e,lungi dall’essere

formative, anzi, trasmettevano esclusivamente i “valori” imposti dal regime e cioè

spirito nazionalista, audacia, addestramento paramilitare, elevazione morale, fiducia

in sé, alto senso della disciplina e del dovere. Ovunque si preparavano e si

organizzavano manifestazioni, saggi ginnici e parete che venivano chiamate

“adunate” nelle quali si esibivano i livelli di preparazione fisica raggiunti sotto gli

occhi del duce e del popolo italiano; il sabato pomeriggio, in particolare, era sottratto

al lavoro e chiamato “sabato fascista” e rappresentava lo spazio per le manifestazioni

di partito. Divise, marce, esercitazioni, disciplina erano gli strumenti per la

formazione dell’ ”italiano nuovo”voluto da Mussolini. L’educazione fisica era diversa

per maschi e femmine: i giovani maschi italiani, venivano preparati ad affrontare

prove di coraggio, di resistenza alla fatica (per forgiare il carattere) e di lotta.

Soprattutto viene inculcato loro il senso della disciplina e dell’ obbedienza. Fin da

bambini imparano le manovre militari e a marciare, vengono addestrati ad

imbracciare il fucile di legno, si pensi che già ai Balilla veniva affidato un moschetto

in miniatura simile a quello utilizzato nella Prima Guerra Mondiale.

Le giovani ragazze invece vengono preparate a diventare mogli e madri prolifiche. Il

fine del matrimonio è la procreazione (dovevano far nascere il maggior numero di

figli, possibilmente quattro maschi, per incrementare numericamente le file

dell’esercito italiano). Per questo per le ragazze vengono previste esercitazione atte

a migliorare l’armonia dei movimenti e la flessuosità. Dovevano insomma essere

attraenti e desiderabili per potersi sposare presto e diventare così mogli sane,

robuste e prolifiche.

Durante il Ventennio fascista, all’Opera Nazionale fu delegata l’educazione sportiva

del grande pubblico. Lo sport pur usato come strumento di propaganda restava

finalizzato principalmente al puro divertimento senza eccessi agonistici. I giochi

privilegiati erano le bocce, il tamburello, gli scacchi, il tiro alla fune e la corsa

campestre; ma venivano organizzati anche torni di pallavolo, pallacanestro, hockey,

tennis, nuoto, canottaggio, pugilato, scherma tiro a segno, atletica leggera e pesante.

Invece il compito di gestire lo sport agonistico fu affidato al CONI (Comitato Olimpico

Nazionale Italiano) e alle strutture del partito quello di curare la preparazione atletica

e militare dei giovani.

Il fascismo monopolizzò completamente ampi settori dello sport anche a livello

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