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«Tutta la mia vita è innamoratamente congiunta

alla mia arte, come apparve e appare nella

mia meditazione occulta e nella mia azione

palese»

Da queste sia pure scarne notizie biografiche,

appare già abbastanza chiara la personalità del

D’Annunzio, “superuomo” nella vita come

nell’arte, che tenta di fare della sua reale

esistenza la sua più bella opera d’arte. In

D’Annunzio vi è anche l’ossessione per la

morte; essa e posta dietro i propositi trionfali

ed eroici che sembrerebbero solo tentativi per

tentare di allontanarla

A questa varietà di comportamenti, corrisponde una varietà

anche in campo letterario, infatti non riuscì a sottrarsi alle

suggestioni delle esperienze altrui, ispirandosi a Carducci

nella sua prima raccolta lirica Primo vere seguita da Canto

novo , con Verga tramite la raccolta di novelle Terra vergine e

con Zola, il concetto di superuomo di Nietzche (filosofo

tedesco), e quello di famiglia o adolescenza dai romanzieri

russi come Tolstoy.

La poetica di D’Annunzio può

essere divisa in tre fasi:

D’Annunzio si costruisce la figura dell’esteta, colui il

quale vive la propria vita come fosse un’opera d’arte

e quindi sottopone tutto al valore dell’arte. Lo fa per

rifugiarsi dal mondo borghese materialista e corrotto,

che non permette all’uomo di essere se stesso,

isolandolo.

Rappresentativo di questa

IL

fase è il romanzo “

PIACERE ” con protagonista

ANDREA SPERELLI .

Egli è un’esteta che vive la propria vita come fosse

un’opera d’arte, un individuo che riesce ad elevarsi

al di sopra delle masse per vivere una vita

eccezionale. La sua vita amorosa è

improntata su tali criteri: ha per amante Elena Muti,

una bellissima donna, da cui è attratto per la sua

sensualità straordinaria, che trova corrispondenza

nella donna che lo appaga. Ma la Muti lo abbandona

e Sperelli cerca di dimenticarla lanciandosi in nuove

avventure, passioni, alla ricerca del piacere. In un

duello viene ferito e successivamente curato a casa

della cugina.Qui conosce un’altra donna, Maria

Ferris, che al contrario della Muti è bella soprattutto

spiritualmente. Sperelli vive con questa donna un

rapporto ambiguo, in cui si fonde l’amore per

l’amante precedente, soprattutto sessuale, con

l’amore spirituale per la Ferris. Poi, in un momento

di trasporto amoroso chiama Maria con il nome di

Elena. Maria si accorge dell’equivoco in cui è vissuta

fino a quel momento e delusa lo abbandona. Andrea

Sperelli resta così solo, non è riuscito a fare della

D’Annunzio scopre la falsità dell’estetismo perché si

rende conto che l’esteta da solo non può riuscire a

risolvere tutti i problemi di questo periodo. In questa

fase troviamo l’influenza degli scrittori russi che

avevano attribuito grande importanza alla fase

Romanzo adolescenziale, tant’è che D’Annunzio sente il

rappresentativo bisogno di parlare dei problemi che riguardano la

L’INNOCENTE

è“ ” con sua infanzia.

protagonista Tullio

Tullio ha condotto la sua vita dedicandosi al

Hermil .

soddisfacimento dell’inesauribile sete di piacere. La

moglie Giuliana, continuamente offesa ed umiliata,

non si è mai ribellata ed ha accettato di soffrire in

silenzio per amore delle due figliolette e della

suocera. Quando Tullio finalmente si ravvede e

decide di riconquistare l’amore e la stima della

moglie, scopre che Giuliana, per aver ceduto ad

un’unica tentazione di cui è sinceramente pentita, è

incinta: metterà al mondo un bellissimo maschietto.

E' però un intruso che sconvolge la vita dei coniugi

e costituisce un insormontabile ostacolo alla

ricostruzione del ménage familiare. Giuliana

vorrebbe morire, ma Tullio decide di sopprimere

l’intruso innocente e mette a punto con fredda

determinazione e lucidità, al riparo da ogni

sospetto, un piano preciso. Durante una sera della

novena di Natale, mentre tutta la famiglia è raccolta

nella cappella di casa per le preghiere di rito, egli si

astiene dalla funzione religiosa adducendo il

pretesto di non voler lasciare solo il bambino che

dorme nella sua culla: lo espone fuori dalla finestra

al rigido freddo invernale, facendolo ammalare di

Alla fase della bontà segue quella

dell’ideologia superomistica: non

troviamo più un uomo debole, ma un

superuomo, un personaggio forte che si

pone al di sopra di tutto e di tutti.

Il romanzo di passaggio è

IL TRIONFO DELLA MORTE

“ ” in cui la

forma è una soluzione imposta

dall’assunzione del protagonista “inetto”

corroso nelle sue forze vitali, quello

LE VERGINI

rappresentativo della fase è “

DELLE ROCCE ” con protagonista

CLAUDIO CANTELMO

.

Si narra la vicenda di Claudio Cantelmo che,

disgustato dalla realtà borghese

contemporanea, pensa di poter generare il

superuomo, futuro re di Roma. All’azione, per il

momento impossibile, sostituisce la letteratura

e si dedica alla costruzione dell’opera d’arte

perfetta. Infine cerca una compagna degna di

lui fra le tre figlie del principe Montaga, di

famiglia ormai decaduta. Decide alla fine di

sposare Violante, ma i suoi progetti vengono

infranti dal destino: la donna, che distilla veleni,

muore infatti intossicata.

Durante la fase superomistica, D’Annunzio si è dedicato

LA FIGLIA DI IORIO

anche al teatro, infatti ha scritto “ ”.

Questa fase ebbe il suo approdo nelle composizioni di opere

poetiche.

LE LAUDI

Scrisse “ ”, una raccolta di liriche pensate

inizialmente in sette libri, tanti quanti le stelle della

costellazione delle Pleiadi, ma ne scrisse solo cinque:

MAIA (Un poema autobiografico),

ELETTRA (Esalta eroi, città e artisti)

ALCYONE (Un diario ideale di una vacanza estiva).

MEROPE (10 “Canzoni delle gesta d’oltre mare”),

ASTEROPE (Raccolta di poesie ispirate alla prima guerra

mondiale) Ed è proprio “Alcyone” il più importante. In esso l’estate

viene vista come la stagione più propizia ad eccitare il

godimento sensuale e quindi a garantire la pienezza

vitalistica.

Il verso viene manifestato mediante l’uso di un linguaggio

simbolico. La poesia di “Alcyone” è stata definita PURA

perché nei versi di questo libro troviamo un RAPPORTO

SENSUALE CON LA NATURA (panismo: farsi natura).

da

Alcyone

Taci. Su le soglie Ascolta, Ascolta. Piove su le tue ciglia

del bosco non odo Odi? La pioggia L'accordo nere

parole che dici cade delle aeree cicale sì che par tu pianga

umane; ma odo su la solitaria a poco a poco ma di piacere; non

parole più nuove verdura più sordo bianca

che parlano gocciole con un crepitio che si fa sotto il pianto ma quasi fatta virente,

e foglie dura che cresce; par da scorza tu esca.

lontane. e varia nell'aria ma un canto vi si E tutta la vita è in noi

Ascolta. Piove secondo le fronde mesce fresca aulente,

dalle nuvole sparse. più rade, men rade. più roco il cuor nel petto è come

Piove su le tamerici Ascolta. Risponde che di laggiù sale, pesca

salmastre ed arse, al pianto il canto dall'umida ombra intatta,

piove sui pini delle cicale remota. tra le palpebre gli occhi

scagliosi ed irti, che il pianto Più sordo e più fioco son come polle tra

piove su i mirti australe s'allenta, si spegne. l'erbe,

divini, non impaura, Sola una nota i denti negli alveoli

su le ginestre fulgenti né il ciel cinerino. ancor trema, si son come mandorle

di fiori accolti, E il pino spegne, acerbe.

su i ginepri folti ha un suono, e il risorge, trema, si E andiam di fratta in

di coccole aulenti, mirto spegne. fratta,

piove su i nostri volti altro suono, e il Non s'ode su tutta la or congiunti or disciolti

silvani, ginepro fronda ( e il verde vigor rude

piove su le nostre altro ancora, crosciare ci allaccia i melleoli

mani stromenti l'argentea pioggia c'intrica i ginocchi)

ignude, diversi che monda, chi sa dove, chi sa

su i nostri vestimenti sotto innumerevoli il croscio che varia dove!

leggeri,su i freschi dita. secondo la fronda E piove su i nostri volti

pensieri E immensi più folta, men folta. silvani,

che l'anima schiude noi siam nello Ascolta. piove su le nostre mani

novella, spirito La figlia dell'aria ignude,

su la favola bella silvestre, è muta: ma la figlia su i nostri vestimenti

che ieri d'arborea vita del limo lontana, leggeri,

t'illuse, che oggi viventi; la rana, su i freschi pensieri

m'illude,

La Prima guerra mondiale e la vittoria su fiume di

D’Annunzio

Partecipò come volontario alla Prima guerra

mondiale con alcune azioni dimostrative navali ed

aeree e il volo su Vienna).

D'Annunzio si arruola volontario.

Nel dopoguerra a causa della “vittoria mutilata”, chiamata

cosi da d’annunzio perche all’italia non era stato

assegnato nulla ,tra i reduci,vi era un clima di rancore.

Cosi organizzò una spedizione di "legionari"

all'occupazione della città di Fiume, che le potenze alleate

vincitrici non avevano assegnato all'Italia. Con questo

gesto D'Annunzio raggiunse l'apice del proprio mito

personale ,spero di proporsi come duce di una rivoluzione

che portasse ordine nel caos provocato dal dopoguerra

ma fu anticipato da

Benito Mussolini.

D'Annunzio si "esiliò", con un gesto carico di significati

retorici, in un'esistenza solitaria nella sua villa di

Gardone ,il Vittoriale degli Italiani. Qui lavorò e visse fino

alla morte. Dopo la scrittura e la voce, scelse il silenzio e il

mistero per delimitare i confini del "proprio mondo".

D'Annunzio trovò in quel silenzio l'unica possibilità in

grado di mantenere in vita il proprio personaggio.

fascismo

Il fu un movimento politico del XX secolo che sorse in

Italia a partire dalla fine della prima guerra mondiale, in parte come

reazione alle prime lotte sindacali operaie, in parte in polemica con la

società liberal-democratica uscita lacerata dall’esperienza della guerra.

Fondatore ed ispiratore del movimento fascista fu

Benito Mussolini, che il 23 marzo 1919 dette vita a

Fasci

Milano ad un piccolo gruppo denominato

italiani di combattimento. Il fascismo fu uno dei

grandi movimenti nazionalisti diffusisi rapidamente

in Europa negli anni venti e trenta del secolo scorso

in molti paesi europei, accomunati da una matrice

comune di conservatorismo, nazionalismo, razzismo,

autoritarismo e culto della personalità del duce.

Il fascismo tendeva ad imporre l'assoluta supremazia del partito fascista, identificato

con lo Stato, in ogni aspetto della vita politica e sociale.

Le radici del fascismo Le principali azioni dei fasci,

vanno individuate nella soprattutto di natura violenta,

profonda crisi della furono rivolte a contrastare l'ondata

società italiana del di scioperi degli operai

primo dopoguerra.

In Italia il fascismo trovò i suoi

precursori, negli anni precedenti alla

prima guerra mondiale, in Gabriele

D’Annunzio e in numerosi altri

pensatori ed azionisti politici

nazionalisti .

La crisi economica del

dopoguerra, la

disoccupazione e In questa situazione , Mussolini colse

l’inflazione crescenti, i l’occasione e si pose al servizio della

conflitti sociali e gli causa antisocialista; le milizie fasciste,

scioperi nelle fabbriche appoggiate dai ceti possidenti e da

del nord, crearono, le buona parte dell’apparato statale che

condizioni per un grave vedeva in lui il restauratore dell’ordine,

indebolimento delle lanciarono una violenta offensiva contro i

strutture statali e per sindacati e i partiti di ispirazione

un crescente timore da socialista causando numerose vittime

parte dei ceti agrari e nella sostanziale indifferenza delle forze

industriali di una dell’ordine.

rivoluzione comunista

in Italia .

Con il termine Decadentismo si indica la corrente culturale che segna un periodo di

profonda crisi della società

Motivi della nascita del Decadentismo:

Gli ideali decadenti trovano la loro prima radice nella crisi del Positivismo,

vale a dire nella perdita di fiducia nella ragione.

Il progresso, la scienza vengono pesantemente messi in discussione La

conseguenza di questi atteggiamenti è la nascita di

correnti di pensiero irrazionalistiche ,che sviluppano un categorico rifiuto

della ragione e di tutto ciò che è razionale.

a gli artisti si diffonde una condizione di solitudine, di distacco

e segna la crisi fra artista e società. Il poeta può tuttavia manifestare questa condizione

traverso l’autoesaltazione

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