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Poligrafia e versatilia dell’ opera dannunziana
D’ Annunzio e il cinema
- Il delitto di Giovanni Episcopo (1947);
- L’ innocente (1976).
ALCYONE (La tregua) (Il commiato)
comprende 88 liriche. Tra la prima e l'ultima
si traccia l'ideale percorso narrativo di un'estate di poesia. Nello
schema proposto risulta evidenziata la suddivisione della raccolta.
La tregua
Dopo il proemio de - che ha la funzione di istituire un
Alcyone Laudi,
collegamento fra e i precedenti libri delle dedicati
(Maia) (Elettra) Il fanciullo
all'impegno eroico e civile - apre una serie
di sette ballate cui fanno seguito cinque sezioni, ciascuna aperta da
una lirica con titolo latino cui segue un Ditirambo. Attenzione: la
posizione e il carattere di ogni titolo ne rappresentano il valore
strutturale; la forma di questo elenco va osservata quindi
attentamente, per avere una prima idea sulla concezione strutturale
della raccolta. 10
LA SERA FIESOLANA (ALCYONE)
Siamo di sera, nei dintorni di Fiesole; il tema della poesia è un
tramonto dopo la pioggia, voci, sapori, sensazioni di un tramonto in
compagnia dell’amata; tutto muta e declina.
E’ composta da tre strofe di 14 versi ciascuna, la misura dei versi
varia, come libera è pure la disposizione di rime e assonanze.
Il tema della lirica è un tramonto ammirato sui colli intorno a Fiesole.
Ma fin dall’inizio i dati le cose e l’ambiente si trasformano e si
compenetrano in un unico flusso vitalistico, ogni realtà appare in
mutamento. In tal modo si attenua e progressivamente si annulla l’
altro motivo di partenza,
l’ assimilazione della sera della morte.
Il tema centrale di Alcyone è la metamorfosi di tutte le cose: Alcyone
era una delle Pleiadi dell’antico mito greco, sorella di Elettra e di
Maia, e venne trasformata in un uccello marino. Anche ne “la sera
fiesolana“ il ritmo della poesia è quello della metamorfosi, del
mutamento, acceso delle continue corrispondenze che si
generavano fra i diversi piani della realtà. Ne nasce uno scenario che
al poeta pare un mistero sacro, ma quella di D’ Annunzio è una
religiosità particolare. L’ elemento sacrale è dato, nel testo, da un
incessante passaggio di stato: esso confonde e ribalta continuamente
i piani percettivi; e tutto si risolve in questa metamorfosi senza fine,
priva di qualunque sacralità. 11
LA PIOGGIA NEL PINETO (ALCYONE)
Il poeta immagina di trovarsi in una pineta lungo il litorale della
Versilia, in Toscana. Piove, e la pioggia estiva, attesa dagli uomini e
dalla natura, sorprende il poeta e la sua compagna, Ermione. Non si
ode, intorno, nessuna parola umana, ma si possono ascoltare
solamente i suoni della natura: la pioggia che cade più o meno fitta,
la cicala, il gracidare della rana in lontananza. I due amanti si
sentono completamente immersi nella natura e progressivamente
perdono la loro condizione di creature umane per fondersi con la vita
vegetale in mezzo alla quale si muovono. In questo quadro, dominato
dalla realtà naturale in cui tutto confluisce, si delinea, unica nota di
un’esperienza propriamente umana, il tema dell’amore-illusione,
dell’amore come favola bella, destinata a terminare e, quindi,
illusoria.
IL PIACERE 12
Piacere
Diviso in quattro parti (o libri), il non segue rigorosamente
l'ordine cronologico degli avvenimenti. All'inizio ci viene presentato il
protagonista, il giovane conte Andrea Sperelli, che in un pomeriggio
di dicembre (1886) attende nel suo raffinato appartamento, in cima a
divina Elena
piazza di Spagna, a Roma, la sua antica amante, la che
gran commiato
dopo il della primavera dell'anno precedente ha
casualmente incontrato, ricevendone la promessa di abboccamento.
Ma Andrea non ottiene da questo incontro quel che sperava. Segue,
giustificata dai dialoghi e dalle rievocazioni dei due protagonisti, la
narrazione retrospettiva del loro precedente rapporto, che occupa i
primi due libri. Andrea quindi, ossessionato dai ricordi, si stordisce
nella disipazione erotica, e viene gravemente ferito in duello da un
rivale. Durante la convalescenza, in casa di una cugina, conosce
un'amica di questa, Maria Ferres, la cui spirituale bellezza lo affascina
e della quale poi si innamora. Anche Maria è conquistata dalle
raffinate qualità di Andrea. Ma con l'autunno entrambi lasciano la
villa. Ritornato a Roma (libro terzo), Andrea riprende la sua vita di
disincantato piacere; incontra intanto Elena, ma anche Maria ora è a
Roma. Andrea con ambiguità e freddezza incalza e circuisce l'una e
l'altra. Quando nella prima notte d'amore con Maria, Andrea,
nell'impeto della passione, si lascia sfuggire l'invocazione ad Elena,
tutto crolla e Maria, inorridita, fugge.
Ma mi vorrei soffermare un attimo sulla tipologia del personaggio
Andrea Sperelli.
Sperelli è stato il personaggio più noto e divulgato fra i tanti creati da
D'Annuzio, ed è il risultato il risultato di un'abile contaminazione fra
l'esperienza biografica dell'autore e sollecitazioni culturali straniere.
Egli rappresenta la versione italiana dell'eroe decadente e
D'Annunzio non trascura occasione per mettere in luce la sua 13
aristocratica ascendenza, la sua bellezza e gagliardia fisica, la sua
raffinatezza, il suo costante impegno per dare alla vita una
dimensione estetica. La singolarità dei gusti di Andrea Sperelli, il suo
distacco dalla norma, sono tutte caratteristiche dell'eroe decadente
europeo, ma D'Annunzio si sofferma a precisare, delineando così una
figura non priva di implicazioni autobiografiche, che Sperelli è anche
eleggeva nell'esercizio dell'arte gli strumenti più difficili,
un artista:
esatti, perfetti, incorruttibili: la metrica e l'incisione. Il suo spirito era
essenzialmente formale. Piu' che il pensiero amava l'espressione.
Nel suo primo romanzo, quindi, D'Annunzio riversò tutto il
decadentismo europeo, dimostrando già a venticinque anni una
incredibile capacità di apprendimento e di elaborazione.
LE LAUDI
Questa raccolta doveva comprendere sette libri, secondo il progetto
iniziale, tanti quante le stelle della costellazione delle Pleiadi, dalle
quali prendono il nome (Maia, Elettra, Alcyone, Merope, Taigete,
Asterope e Celeno) ma il progetto non fu mai completato; scrisse i
primi cinque.
MAIA 14
Il primo libro delle Laudi è incentrato sul culto degli eroi antichi,
contiene due poemetti iniziali e un lungo poema che è una
rievocazione di un viaggio fatto dal poeta in Grecia nel 1895. In esso
si celebra il mondo mitico dell’Ellade (Grecia) e quello del superuomo
incarnato da Ulisse e dal poeta stesso.
ELETTRA
Nel secondo libro delle Laudi il poeta celebra gli eroi della storia e
della cultura, il libro contiene anche le liriche delle “città del silenzio”
(Ferrara, Pisa, Ravenna) che il poeta paragona ad antiche regine
decadute delle quali rievoca i felici trascorsi.
ALCYONE
Il terzo libro delle Laudi è il più famoso e meglio riuscito. Comprende
88 liriche composte tra il 1899 e il 1903 e disposte secondo un
ordine che va dal presentimento dell’estate fino all’arrivo
dell’autunno. E’ espressione della contemplazione della natura dalla
quale il poeta trae l’ispirazione e l’energia per rinnovarsi e fondersi
con essa. Il tema della fusione dell’uomo con la natura, nel quale
l’uomo acquista caratteristiche vegetali o animali e gli elementi della
natura appaiono in forma e vesti umane, è stato chiamato Panismo
(dal nome del dio Pan, divinità che incarna le forze primordiali e vitali
della natura e il cui nome deriva da pan che in greco significa
“tutto”).
L’ INNOCENTE
Il protagonista, Tullio Hermil, tradisce ripetutamente la moglie
Giuliana la quale riesce più volte a perdonarlo, fino a che anche lei
tradisce il marito con Filippo Arborio. Quando tra i due coniugi torna
l’amore Giuliana scopre che dal suo tradimento nascerà un bambino,
15
che sarà amato solo dalla nonna e dal padrino. In una fredda notte
d’inverno l’odio di Tullio nei confronti del bambino sfocia nel sacrificio.
L’innocente esposto al gelo della notte muore.
NOTTURNO
Durante una missione su Trieste, avvenuta il 16 gennaio 1916
D’Annunzio è ferito all’occhio destro, che rimarrà inutilizzabile. Per
mantenere quello sinistro, anch’esso lesionato, il poeta è obbligato a
letto per due mesi, al buio, completamente immobile: si farà tagliare
delle lunghe striscioline di carta, su dei cartigli, (circa 10.000), che in
seguito verranno messi in ordine dalla figlia in modo da poter scrivere
senza bisogno della vista.
Ecco che nasce il notturno, un lungo racconto della malattia
attraverso la memoria della vita precedentemente vissuta, un’opera
riflessiva e meditativa, in cui la tensione superomistica del
D’Annunzio precedente viene superata.
La solitudine, l’impossibilità di esprimersi e muoversi liberamente, il
dolore fisico e mentale, il buio sono il contesto in cui l’opera si
sviluppa nella mente dell’autore.
LE VERGINI DELLE ROCCE
Con questo romanzo D’Annunzio non propone più un personaggio
debole e tormentato, ma un eroe forte e sicuro, che va senza
esitazioni verso la meta. Questo romanzo è stato definito il manifesto
politico del superuomo, in quanto contiene le nuove teorie di
D’Annunzio, il linguaggio è quindi aulico, con molte metafore e
paragoni e interrogazioni retoriche. 16
Dopo aver sperimentato la figura dell’esteta, ed essersi reso conto di
quanto sia sterile ed impotente, D’Annunzio non si rassegna alla
sconfitta e si sforza di creare una nuova immagine. L’artista non deve
più isolarsi dal mondo, ma gettarsi nella mischia, per cambiare la
realtà, modellandola sul suo ideale di bellezza e forza.
Prima dell’affermazione del programma vi è un parte negativa, una
polemica contro la società borghese, caratterizzata da avarizie,
spirito speculativo e ossessione per il denaro. Anche la bellezza di
Roma è contaminata dalla speculazione edilizia, che distrugge
splendide ville.
Oltre allo spirito affaristico, critica la democrazia e l’egualitarismo,
che costringono anche i più forti a sottostare alle leggi della plebe.
Il protagonista Cantelmo, propone una società gerarchica e
autoritaria, che sappia calmare l’arroganza della massa. Respinge
quindi i principi sorti nelle Rivoluzione francese, sostenendo che tali
minacciano di appiattire l’umanità, e rivendica il privilegio di pochi
eletti.
Questa politica privilegiata deve anche essere finalizzata ad una
politica aggressiva verso l’esterno, per riportare Roma potenza
imperiale che domini il mondo.
In questo gli intellettuali devono contribuire attivamente, non devono
rimpiangere il passato, ma usare la parola per distruggere la società
borghese.
Questo progetto non deve essere considerato come il prodotto di una
mente malata, in quanto ha radici nella realtà di fine secolo: forti
conflitti sociali, contrastati con difficoltà dal governo e imperialismo,
in cui le grandi potenze conducevano una politica aggressiva.
IL TRIONFO DELLA MORTE 17
terzo romanzo del <<Ciclo della rosa>> è incentrato sulla storia di
Giorgio Aurispa follemente innamorato di Ippolita, ma ossessionato
dalla gelosia, anche dei pensieri più intimi della moglie, che lo
porterà al omicidio dell’amata e poi al suicidio.
IL FUOCO
Romanzo che narra le vicende amorose di Stellio Effrena per
Foscarina Perdita in cui si intravede la figura di Eleonora Duse.
NOVELLE DI PESCARA
Raccolta di novelle in cui è evidente la suggestione Verghiana; vi
predominano forti sentimenti e atmosfere di crudo realismo, sullo
sfondo aspro della terra d’Abruzzo.
IL MITO DEL SUPER UOMO
Tale concetto indicava all’uomo una nuova strada da percorrere, priva
di ideologie e valori ritenuti falsi e opprimenti; esso venne
inizialmente recepito in modo riduttivo e deformato, come
esaltazione di pochi individui eccezionali e sulle masse è utilizzato
quindi in chiave antidemocratica, a sostegno di ideologie
nazionalistiche e razziste. D’Annunzio coglie nel concetto di
<<Superuomo>> la possibilità di trasformarsi in eroe, di superare le
tematiche decadenti ponendosi come individuo superiore che,
fondendo azione e poesia, può guidare gli uomini alla riscoperta ed