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Leggendo questa tesina si potrebbe aver l’impressione che sia un po’ troppo “scientifica” per un liceo classico, ma io ho voluto dimostrare un po’ a me stessa e un po’ a chi mi diceva cinque anni fa, di non scegliere questa scuola, che ho avuto un’istruzione completa che spaziasse dalla letteratura greca alle scienze, che mi potesse aprire le porte a qualsiasi università io volessi scegliere.
Scegliere il Liceo Classico è stato per me molto difficile perché, seppur lo considerassi il meglio, sapevo dentro di me che avrei abbandonato quelle materie come la matematica che sono state sempre molto importanti per la mia carriera scolastica. Oggi posso dire di aver fatto la scelta giusta perché l’impegno e la dedizione vengono premiate e perché ho potuto scoprire che la conoscenza non è divisa per materie o per scuole, ma che è omogenea.
Il tema del Cielo è poi stato dettato dalla mia grande curiosità che, un po’ come quella di Odisseo, mi ha portato alle colonne d’Ercole di me stessa, spero senza oltrepassarle, mi auguro inoltre di aver capito un po’ di più della realtà fenomenica o noumenica che sta nel nostro cielo, l’essenza profonda che lo compone scientificamente e l’impressione che a noi da ogni notte nel vederlo, così immenso, sopra di noi.
infatti, il rapporto tra le idee dell'Iperuranio e le entità
terrene possono essere di tre tipi:
mimesi:
Rapporto di secondo questa concezione gli
oggetti terreni sono semplici copie delle idee perfette ed
immutabili; metessi:
Rapporto di in questo caso le cose partecipano
all'esistenza delle idee;
parosia
Rapporto di : le idee sono presenti nelle cose e ne
rappresentano l'essenza.
In ogni caso, comunque, si nota come le idee dell'iperuranio
siano necessarie all'esistenza delle cose. Di conseguenza si
viene a generare una sorta di superiorità tra l'iperuranio e il
mondo reale: oltre al maggiore grado di perfezione presente
nell'iperuranio, c'è un primato di quest'ultimo sul mondo
reale. L'iperuranio, e quindi le idee in esso contenute,
rappresenta il modello secondo cui il Demiurgo ha formato il
mondo delle cose
Per spiegare il rapporto dell’anima umana con l’Iperuranio
Platone utilizzò il mito del carro e dell’auriga: 4
Racconta di un'ipotetica biga
trainata da due cavalli: uno
bianco, raffigurante la parte
dell'anima irascibile, e un cavallo
nero, che rappresenta la parte
dell'anima con pensieri più infimi
(la concupiscenza); i due cavalli
trainano un'auriga, che
rappresenta la ragione. La biga è
diretta verso l'Iperuranio, un
luogo metafisico a forma di
anfiteatro dove risiedono le
"Idee".
Lo scopo dell'anima è
contemplare il più possibile
l'Iperuranio e assorbirne la
sapienza delle idee, quindi deve
riuscire a mantenere i cavalli
verso l'alto, tenendo a bada
quello nero e spronando quello
bianco, per "precipitare" il più
tardi possibile nella
reincarnazione.
Chi è precipitato subito rinascerà come una persona
ignorante o comunque lontana dalla saggezza filosofica,
mentre coloro che sono riusciti a contemplare l'Iperuranio per
più tempo rinasceranno come saggi e come filosofi. Questo
mito spiega la reminiscenza ed è riconducibile all'immortalità
dell'anima.
“questa è la reminiscenza delle cose che un
tempo la nostra anima vide nel suo procedere
assieme al dio, quando guardò dall'alto ciò che 5
ora definiamo essere e levò il capo verso ciò che
realmente è.”
Il cielo secondo Dante
Paradiso,
Dante Alighieri, nel terza
Divina Commedia,
cantica della
descrive la visione del proprio
viaggio nell'oltretomba; qui il
Paradiso è diviso in cieli, che sono
nove e ricalcano il sistema
cosmologico aristotelico-tomistico: i
primi sette infatti corrispondono
ciascuno a un pianeta del Sistema
Solare. Si noti che la sede propria dei
beati è in realtà l'Empireo, ma a essi
la Grazia divina ha concesso di
spartirsi nei cieli inferiori per
manifestarsi a Dante a seconda del
loro operare terreno e delle loro
inclinazioni. 6
Secondo il sistema
tolemaico da lui
seguito, la Terra sta
ferma nell'Universo e
intorno ad essa
ruotano nove cieli
(Luna, Mercurio,
Venere, Sole, Marte,
Giove, Saturno, Cielo
stellato, Primo
mobile); il decimo
cielo, l'Empireo, che
tutti li avvolge, è
immobile perché li è
Dio.
Intorno a Lui, festosi
e splendenti, girano
nove cori angelici
assieme ai quali sono
le anime beate
disposte in forma di
Candida Rosa.
Tutti i Beati hanno
dunque sede
nell'Empireo e sono
più o meno vicini a
Dio secondo i loro
meriti.
Nel primo cielo (Cielo della Luna, considerata un pianeta nel
Medioevo), risiedono le anime di coloro che mancarono ai
propri voti, ma non per scelta bensì perché costretti.
Nel secondo cielo (Cielo di Mercurio) si connota per l'amore
per la gloria e la fama terrena.
Nel terzo cielo (Cielo di Venere), caratterizzato ovviamente
dall'amore, risiedono le anime di coloro che amarono. 7
Nel quarto (Cielo del Sole),caratterizzato dalla sapienza, sono
beate le anime dei sapienti e dei Dottori della Chiesa.
Nel quinto cielo (Cielo di Marte, dio della guerra) risiedono le
anime di coloro che combatterono e morirono per la fede.
Nel sesto cielo (Cielo di Giove) la virtù caratteristica è la
giustizia: è sede delle anime di principi saggi e giusti.
Nel settimo cielo (Cielo di Saturno),caratterizzato dalla
meditazione, si trovano le anime di coloro che si diedero alla
vita contemplativa.
L'ottavo è il Cielo delle Stelle fisse:
non si tratta più di un cielo dove si
ripartiscono i vari beati, ma qui si
trovano le anime trionfanti, che
appaiono come innumerevoli lucerne
illuminate dai raggi che fa piovere la
grande luce di Cristo;
Il nono e ultimo cielo è il Cielo
cristallino, chiamato anche Primo
mobile in quanto è il primo a
muoversi, ricevendo tale movimento L'Empireo dipinto da Philipp
Veit
da Dio e trasmettendolo ai cieli
concentrici sottostanti. Sopra al Primo
mobile c'è solo l'Empireo, che è
immobile in quanto perfetto (nella
teologia medievale il movimento non
era conciliabile con la perfezione, in
quanto implica un cambiamento):
la potenza divina che ha sede nell'Empireo, centro
dell'universo, imprime ai cieli sottostanti un movimento
rotatorio, rapidissimo nel Primo mobile e poi via via sempre
più lento fino alla Terra. Infine sopra ai nove cieli vi è
l'Empireo, dove ha sede Dio circondato dagli angeli e dalla 8
Rosa dei beati, che qui risiedono normalmente (salvo
spostarsi liberamente nei cieli sottostanti).
Ma che cos’è in realtà ciò che vediamo?
La teoria del Big Bang ci dice che l’Universo è nato in seguito
ad un esplosione che avrebbe generato non solo tutta la
materia che costituisce l’universo, ma anche le 4 forze
fondamentali, lo spazio e il tempo. Oggi nell’Universo
troviamo un grandissimo numero di Galassie che ruotano
intorno al suo centro, le Stelle ruotano intorno al centro della
propria Galassia e ognuna subisce l’influenza gravitazionale
delle altre. La nostra Galassia è la Via Lattea, ha forma a
spirale e appare come un disco molto appiattito con diversi
bracci. Via
lattea vista dall’interno riproduzione immaginaria della via lattea 9
Il Sole si trova nel braccio di Orione e Nebulosa a testa di cavallo
forma un suo sistema. Il Sistema Solare è
quella zona di spazio dove tutti i corpi
subiscono la forza gravitazionale del
Sole, conta 8 pianeti (corpi opachi
relativamente freddi che percorrono
orbite ellittiche intorno al Sole e intorno a Anello di Materia Oscura
se stessi). Molti pianeti posseggono uno
o più satelliti, che ruotano intorno al
pianeta a cui sono legati dall’attrazione
gravitazionale.
Lo spazio intergalattico è invece
costituito da:
-Nebulose :zone prive di contorni ben
definiti, più opaca e densa rispetto allo
spazio circostante, in genere in queste
zone si stanno creando delle nuove
stelle,oppure sono presenti residui di
stelle esplose;
-Gas di particelle molto rarefatte o
polveri;
-Materia Oscura (composta forse da
miriadi di stelle poco luminose e di
piccola massa, oppure da
neutrini,particelle prive di carica con
massa ridottissima prodotti durante i
processi termonucleari).
Le Stelle
Abbiamo già definito una Stella, ma in particolare possiamo
dire che emette energia sottoforma di radiazioni
elettromagnetiche, prodotte attraverso reazioni
termonucleari che si realizzano nel suo interno. Le Stelle
hanno luminosità differente, e questo ci è ben noto, ma da
cosa dipende? Innanzitutto dobbiamo considerare la distanza
che esse hanno da noi, parliamo quindi di luminosità
(magnitudine) apparente, ma di fondamentale importanza è
10
la loro temperatura superficiale e la dimensione della
superficie, ovvero la luminosità (magnitudine) assoluta. Per
scoprire come sono fatte all’interno le Stelle e come
producono energia dobbiamo considerare la forza di
attrazione gravitazionale diretta verso l’interno: gli strati
esterni esercitano una forte pressione sugli strati interni, che
tendono a contrarsi fino ad arrivare ad un collasso
gravitazionale che provoca l’aumento della temperatura.
Nella zona centrale, detta nòcciolo o nucleo, possono
reazioni di fusione termonucleare
avvenire , nelle quali
avviene la trasformazione di massa in energia. L’energia
liberata viene emessa dalla Stella sottoforma di calore e di
radiazioni elettromagnetiche. L’energia prodotta non viene
dissipata totalmente, una parte riscalda la materia all’interno
di radiazione,
della Stella, determinando la pressione che
impedisce durante le reazioni termonucleari il collasso della
Stella.
In primis viene trasformato l’Idrogeno in Elio,
successivamente l’Elio viene trasformato in Carbonio. I
processi di fusione possono proseguire solo fino alla
formazione di nuclei di Ferro. Si parla, infatti di:
Nascita: quando in un corpo celeste si innescano le
reazioni termonucleari con produzione di luce e calore;
Evoluzione: tutti i cambiamenti che si susseguono dal
momento in cui una Stella inizia a brillare, fino al
momento della sua morte;
Morte: quando, in seguito a fenomeni esplosivi, si
spegne.
Durante tutte le fasi la Stella modifica se stessa aumentando
o diminuendo la sua superficie, la sua luminosità e il suo
calore. 11
Il Sistema Solare
I Pianeti del Sistema Solare sono 8 e hanno tutti una forma
quasi sferica.
Secondo l’ordine di distanza crescente dal Sole essi sono: 12
Mercurio Piccola massa, bassa
Venere Pianeti interni velocità di rotazione, densità
Terra o terrestri: 5 volte quella dell’acqua,
Marte costituiti da materiali rocciosi
e metallici, atmosfera
rarefatta o assente.
Giove Pianeti esterni
Saturno o gioviani:
Urano Grande massa, elevata
Nettuno velocità di rotazione, densità
1.2 volte quella dell’acqua,
elevate percentuale di
Idrogeno, Elio e quantità
variabili di ghiaccio,
atmosfera molto densa.
Tutti i Pianeti sono in movimento, il loro moto può essere
scomposto in moto di rotazione intorno ad un asse di
rotazione e moto di rivoluzione intorno al Sole. Il moto di
rivoluzione è regolato dalle 3 leggi di Keplero: 13
La chioma di
Berenice
Sul nostro cielo ci sono stati raccontati tantissimi miti, per
esempio concentriamoci sulla costellazione denominata
“Chioma di Berenice”. 14
Eratostene si riferì a questa massa di stelle come alla chioma
di Arianna sotto la voce Corona Boreale, ma sotto la voce
Leone disse che si trattava della Chioma della Regina
Berenice d'Egitto, e con questo nome è giunta a noi. Tolomeo
la definì «una massa nebulosa, chiamata il ricciolo» (di
Almagest
capelli) nel suo del 150 d.C., ma il gruppo divenne
una costellazione ufficiale nel 1551 a opera del cartografo
olandese Gerardus Mercator, e nel 1602 Tycho Brahe la
incluse nel suo importante catalogo stellare.
Berenice era una persona in carne e ossa che, nel III secolo
a.C., sposò suo fratello, Tolomeo III Evergete, come era
tradizione nella famiglia reale egiziana. Berenice era ritenuta
una brava amazzone e si era già distinta in battaglia. Igino,
che tratta di questo gruppo di stelle sotto la voce Leone nel
Poetica astronomica,
suo racconta la storia che segue.
Sembra che pochi giorni dopo le nozze Tolomeo mosse
guerra all'Asia. Berenice fece voto di tagliarsi i capelli in
segno di gratitudine verso gli dèi se il marito fosse tornato
sano e salvo. Quando Tolomeo tornò, per giunta vittorioso,
Berenice mantenne la promessa e depose i suoi capelli nel
tempio dedicato alla madre Arsinoe (identificata con Afrodite
dopo la sua morte) a Zefirio, vicino alla moderna Aswan. Ma
il giorno dopo le trecce non c'erano più. Cosa sia realmente
capitato loro non si sa, ma Conone di Samo, un matematico e
astronomo che lavorava ad Alessandria, indicò il gruppo di
stelle vicino alla coda del leone e disse al re che i capelli di
Berenice erano andati a unirsi alle costellazioni. L’astronomo
intendeva spiegare che gli dei avevano voluto compensare,
oltre all’amore coniugale, anche la pietas religiosa della
regina, con il “trasformazione in astro”
Callimaco nei suoi “Aitia” ci narra la storia dei boccoli della
regina, sacrificati alla dea Asinoe (Afrodite). 15
Carme 66- Calimaco, La Chioma di Berenice, (Callimachus I,
edidit R.Feifer,Oxonii, 1949, fr. 110):
Patrizio Sanasi
traduzione: Edizione Acrobat, a cura di .ÁITIA
fr.
IV, 110 Pf.
“Colui che vide nei segni celesti l'orbita, là
dove si volgono
..... Conone scorse me nell'ètere, ricciolo di