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Classificazione delle meteoriti
Aeroliti, Sideriti e Sideroliti
Una prima classificazione delle meteoriti, basata sulla sola composizione mineralogica, si
articola in 3 vasti gruppi, vedi Tabella 2.
Tabella 2. Schema classificativo delle meteoriti
Aeroliti (o meteoriti petrose):
sono le meteoriti costituite in prevalenza da silicati
piccole quantità di lega ferro-nichel
costituiscono più’ del 90% delle meteoriti viste cadere.
Sideriti (o ferri meteorici):
sono costituite in prevalenza da leghe di ferro e nichel.
maggiore facilità con cui si ritrovano le sideriti rispetto alle aeroliti
costituiscono circa il 9% delle meteoriti viste cadere.
Sideroliti:
costituite in parti circa uguali di silicati e leghe ferro e nichel
sono rare
rappresentando solo l’1% delle meteoriti viste cadere.
All’interno di ciascuno di questi tre gruppi sono possibili ulteriori distinzioni basate
principalmente sulla struttura e sulla diversa composizione chimica dei minerali presenti.
Aereoliti
Sono i meteoriti più simili, come aspetto generale, alle rocce silicatiche terrestri e per
questo le più difficili da ritrovare nel caso non si abbia la fortuna di vederle cadere. Infatti,
al contatto con gli agenti atmosferici, esse si alterano molto facilmente, e inoltre perdono la
caratteristica e distintiva crosta di fusione. Appartengono a questo gruppo le condriti e le
acondriti.
Aerolite condritica del peso di 31 g conservata
presso il Museo di Mineralogia dell'Università'
di Padova. Appartiene al gruppo dei meteoriti
più comuni, notate la sottile crosta di fusione
scura che nasconde l'interno tipicamente
chiaro in cui sono distinguibili i condruli.
Acondriti - Condriti
Sono meteoriti”petrosi" che si sono formate attraverso un processo magmatico su corpi di
dimensioni asteroidali (tipo Vesta) o planetarie (quali Luna e Marte). Questa origine spiega
la caratteristica assenza di condruli a cui devono il nome. Sono dette "primitive" le
acondriti che hanno subito un processo magmatico così lieve da non averne cambiata
sensibilmente l’originaria composizione condritica. Acondriti con caratteristiche chimiche
ed isotopiche molto simili tra loro probabilmente provengono da uno stesso corpo genitore
e possono essere raggruppate in famiglie.
SIDERITI (o FERRI METEORICI)
Come le acondriti sono rocce che si formarono in seguito a episodi di fusione parziale di
un originario corpo genitore di composizione condritica. Le sideriti rappresentano
frammenti di nuclei. E’ facile rendersi conto che per poter osservare una porzione di
nucleo, il relativo corpo genitore deve essere stato completamente distrutto da un impatto
violentissimo. Un liquido metallico composto in prevalenza da ferro e nichel, solidificando
può dare origine a due leghe di composizione diversa: si chiama Camacite la lega con
basso contenuto in Ni (fino al 7.5%) e Taenite la lega ad elevato contenuto in Ni (20-25%).
Le ottaedriti sono ferri meteorici che contengono Camacite e Taenite. Queste danno delle
figure geometriche dette figure di Widmanstaetten. Queste eleganti figure non sono
presenti sulla meteorite tal quale, ma vengono messe in evidenza tramite un opportuno
attacco chimico effettuato su una superficie lucidata del pezzo. Nelle ottaedriti esse sono
visibili ad occhio nudo.
Siderite Canyon Diablo (ottaedrite) del peso di 289 g conservata nel
Museo di Mineralogia dell'Università' di Padova. Si nota la struttura a
lamelle che si intersecano secondo le tipiche figure di
Widmanstaetten (vedi immagine a destra).
SIDEROLITI
Costituiscono il gruppo meno numeroso di meteoriti. Devono il loro nome dall’essere
costituite in parti circa uguali, da lega Fe-Ni, come le sideriti, e da silicati (come le aeroliti).
Sono piuttosto rare e vengono suddivise in due tipi. Le pallasiti sono formate da lega Fe-
Ni e Olivina. Nei campioni non alterati, la lucentezza della lega metallica e l’intenso colore
verde dell’olivina ne fanno una tra le più belle rocce extraterrestri. Le mesosideriti
contengono lega Fe-Ni, tipica delle rocce di nucleo assieme a silicati quali pirosseno e
plagioclasio, tipici di rocce "crostali" di corpi acondritici. Sezione lucidata di una
siderolite pallasitica del peso
di 130 g, in cui si nota la
presenza dei grossi cristalli
trasparenti di olivina immersi
nella matrice metallica.
(Museo di Mineralogia
dell'Università' di Padova).
DA DOVE PROVENGONO I METEORITI?
Queste provengono per la maggior parte dalla fascia degli asteroidi situata tra Marte e
Giove. Questi corpi minori del Sistema Solare infatti non furono mai in grado di costituire
un vero pianeta a causa delle perturbazioni orbitali della vicina ed enorme massa di Giove.
Tali perturbazioni impedirono alla maggior parte degli asteroidi di raggiungere le
dimensioni minime per l’innesco di veri processi geologici, in grado di mutare (e
cancellare) le strutture originarie, e congelarono per così dire gran parte del materiale
asteroidale nello stato iniziale.
Nella seconda metà del 1700 fu trovata dagli astronomi tedeschi Titius e Bode una legge
empirica che legava le distanze dal Sole dei pianeti allora conosciuti in una relazione
numerica semplice. La legge prevedeva l’esistenza di un pianeta dopo Saturno, che fu
trovato da Herschel nel 1781 e chiamato Urano, ma anche di uno tra Marte e Giove.
Questo pianeta numero 5 mancante fu oggetto di una lunga caccia. Toccò all’abate
Giuseppe Piazzi la sorte di scoprire, la notte del 1 gennaio 1801 dalla specola di Palermo,
un pianetino orbitante alla distanza voluta; era il primo asteroide, da lui chiamato Cerere.
Ben presto ne furono scoperti altri 3, chiamati Pallade, Giunone e Vesta. Le dimensioni di
questi 4 corpi sono ragguardevoli, dai quasi 1000 km di Cerere ai 500 di Vesta, ma pur
sempre nettamente inferiori a quelle di un vero e proprio pianeta (per confronto, il "piccolo"
Mercurio ha diametro di 4880 km).
Le perturbazioni orbitali poi furono (e sono tuttora) causa di continue collisioni; lo
dimostrano le superfici tormentate dei pochi asteroidi di cui abbiamo immagini ravvicinate.
Talvolta le collisioni sono cosi’ violente da fratturare l’asteroide originale, scagliandone
frammenti anche di grandi dimensioni in orbite che possono intersecare quelle dei pianeti
interni.
In questo quadro di insieme si inseriscono quali importanti testimoni le meteoriti, che
come vedremo in effetti non hanno un’unica sorgente, e portano a Terra documenti
preziosi di una grande diversità di corpi originali, di meccanismi termici, di frammentazioni
meccaniche. Si va da oggetti così primitivi da inglobare materiale interstellare proveniente
dalla nebulosa madre pre-solare, a meteoriti provenienti da corpi rimasti immutati sin dal
tempo della loro formazione, a altre espulse da corpi complessi interessati da una
prolungata storia geologica (Marte, Luna, Vesta), mostrando cosi’ la successione con cui
gli antichi processi geologici si sono sviluppati nei corpi del Sistema Solare. Il ritrovamento
di una meteorite e’ pertanto un indispensabile aiuto documentario per una corretta
comprensione della nostra stessa evoluzione.
Piogge di meteore
Si diceva poc'anzi che mentre si possono osservare meteore in ogni notte, provenienti da
ogni direzione (le cosiddette meteore sporadiche), ci sono particolari notti dell'anno in cui il
numero di "stelle cadenti" può aumentare di molte volte rispetto al valor medio e in cui
esse appaiono uscire da una piccola area di cielo. Si dice allora che si osserva una
pioggia di meteore. La Tabella 1 fornisce le date e i nomi di tali piogge.
Tabella 1. Principali piogge meteoriche
La pioggia delle Perseidi (la notte di San Lorenzo o le notti successive) è la più famosa,
anche per la stagione propizia. Non necessariamente il fenomeno si ripete identico ogni
anno, dipende dalla combinazione della posizione della Terra nella sua orbita, dal periodo
della cometa e dalle perturbazioni gravitazionali dei grandi pianeti (in particolare di Giove)
sulle particelle. Ad es. per le Leonidi si ha un massimo principale (detto addirittura
tempesta) ogni 33 anni.
Quando la Terra attraversa i punti
d’intersezione dell'orbita di una
cometa, le polveri disperse dalla
coda penetrano nell'atmosfera
provocando il fenomeno delle
"stelle cadenti".
Questo disegno mostra l'orbita
della cometa di Halley e le sue
intersezioni con l'orbita terrestre.
Ma non si dimentichi che l'intensità della pioggia meteoritica ha sempre natura statistica:
magari ci si aspetta una forte pioggia ma poi non la si osserva, come ad es. avvenne
sempre per le Leonidi, intensissime nel 1833 e 1966, ma abbastanza deludenti nel 1965 e
nel 1998. Un’autore che probabilmente nei suoi versi parla di questo avvistamento e
Samuel Taylor Coleridge nel “the rime of the ancient mariner”
Immagine della pioggia di
meteore Leonidi del 1966. Si
puo' notare come le traiettorie
delle singole meteore
provengano dalla stessa
direzione.
Samuel Taylor Coleridge, The Rime of the Ancient Mariner, part 5, lines 313-
321
The upper air burst into life! L’aria in alto si animò a un tratto,
And a hundred fire-flags sheen, e cento banderuole di fuoco abbagliante
To and fro they were hurried about! si agitarono di qui, di là, per ogni verso:
And to and fro, and in and out, e da ogni parte le pallide stelle parevano
danzare in quel turbinio.
The wan stars danced between. Il vento si avvicinava e ruggiva più forte,
And the coming wind did roar more loud, e le vele sospiravano col mormorio della
saggina;
And the sails did sigh like sedge; e la pioggia si rovesciò giù da una sola
And the rain poured down frome one black nuvola nera,
cloud al cui estremo lembo appariva la luna.
The Moon was at its edge.
Contestualizzazione
As the meteorite passed through Earth's atmosphere, the air friction generated
searing heat, which ignited widespread wildfires. In turn, these fires produced
tremendous amounts of soot, carbon dioxide, and sulfur dioxide. The sulfur dioxide
reacted with moisture in the blackened air to form sulfuric acid, which fell to Earth in
the form of acid rain. The lack of sunlight, combined with the air pollution and acid
rain, soon killed off most of the plants on the planet. This led to the starvation of
many animals, both plant-eating and meat-eating. Included were the dinosaurs. It is
estimated that 70 percent of all plant and animal life perished within a few months
of the meteorite's impact.
Supporting the theory that this meteorite caused worldwide destruction is a layer of
iridium found in Earth's crust at a depth marking that time period. Iridium is an
element commonly found in meteorites, but is exceedingly rare in the planet's crust.
Iridium, at thirty times the normal amount, has been found at this depth around the
world, from New Zealand to Italy. Soot has also been found with the iridium,
providing evidence of widespread forest fires.
Gli asteroidi vicini alla Terra
Esiste un gruppo particolare di piccoli asteroidi, la cui natura e origine non e’ ancora
chiara, con orbite molto diverse da quelli della fascia principale, orbite cioe’ in grado di
portare il corpo in prossimita’ della Terra. Finora ne e’ stato scoperto qualche centinaio, ma
si ritiene che la popolazione includa circa 2000 oggetti con diametro maggiore di 1 km e
circa 150.000 con diametro maggiore di 100m.
Il loro prototipo e’ un asteroide chiamato Apollo; genericamente essi si indicano con il
termine inglese di Near Earth Asteroids (NEA) o Near Earth Objects (NEO), che significa
oggetti vicini alla Terra. Si sono osservati recentemente oggetti di ragguardevoli
dimensioni a piccola distanza, ad es. nel 1991 un oggetto di 5-10 m di diametro passò ad
appena 170.000 km (la meta’ della distanza Terra-Luna). A una distanza così piccola i
radar della NASA consentirono di misurarne dimensioni e forma molto meglio dei telescopi
astronomici.
Incontri cosi’ ravvicinati con i pianeti rendono le orbite di questi asteroidi NEA
estremamente instabili, caotiche, per cui e’ molto difficile fare previsioni attendibili sulla