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Storia: la Prima guerra mondiale
Geografia: gli Stati Uniti
Ed. tecnica: le fonti energetiche
Scienze: l'energia
Inglese: gli U.S.A.
Spagnolo: Fernando Botero
Musica: la musica del Novecento
Arte: il Futurismo
PIZZO FRANCESCO 3^F
S. M. S. D’AZEGLIO
IL PRIMO VENTENNIO DEL 1900 E
LA PRIMA GUERRA MONDIALE ( 1914-1919)
IL PRIMO VENTENNIO DEL 1900 E
LA PRIMA GUERRA MONDIALE ( 1914-1919)
I primi anni del ’900 che precedettero il primo conflitto mondiale furono caratterizzati da un
periodo stabile e pacifico. Il progresso tecnologico ed economico in Europa consentì un
miglioramento delle condizioni di vita. Le innovazioni si diffondevano in tutti i campi: sociale,
letterario , industriale, tecnologico e scientifico.
In quegli anni si erano già diffusi l’illuminazione elettrica per le strade e nelle fabbriche ed il
trasporto urbano subì un notevole cambiamento con l’invenzione della bicicletta, dell’automobile e
dei tram. Molte furono anche le invenzioni che modificarono il modo di vivere delle famiglie (cibi
in scatola, medicine…). Ma questo bel periodo (Belle Epoque) stava ormai finendo a partire dal
secondo decennio, 1910-1919, a causa dei grandi contrasti e tensioni che ormai si diffondevano tra
i vari stati europei.
Dal punto di vista politico-economico, infatti, vari erano i reali motivi che mettevano gli stati
europei l’uno contro l’altro :
la Germania attraversava un periodo di grande sviluppo economico-politico e voleva
affermarsi come prima potenza industriale al posto dell’ Inghilterra.;
la Francia voleva riconquistare l’ Alsazia e la Lorena, che aveva dovuto cedere alla
Germania;
l’Inghilterra temeva di perdere il predominio sui mari, in conseguenza anche della
nascita di una potente flotta tedesca;
la Serbia temeva di essere attaccata dall’Austria in via di espansione;
la Russia cercava uno sbocco sul Mediterraneo e perciò appoggiava la Serbia contro
l’Austria;
l’ Italia voleva riconquistare le terre del Trentino Alto Adige e del Friuli Venezia-Giulia.
Pertanto tutti gli stati, temendo un conflitto, rafforzarono le alleanze. Infatti Austria, Germania e
Italia facevano parte della Triplice Alleanza (dal 1882), mentre Francia, Inghilterra e Russia
formavano la Triplice Intesa (dal 1907). Il conflitto temuto si verificò e l’occasione fu data
dall’uccisione di Ferdinando d’Austria da parte di uno studente patriota slavo il 28 giugno 1914.
L’Austria dichiarò, quindi, guerra alla Serbia nel luglio del 1914, scatenando una serie di interventi
che portarono alla guerra l’intera Europa. Infatti la Russia si schierò a difesa della Serbia contro
Austria e Germania (Triplice Alleanza) e ciò richiamò inevitabilmente l’intervento della Francia.
L’ Italia nel frattempo si dichiarò neutrale. L’intenzione della Germania era quella di portare avanti
una rapida guerra di movimento e per questo voleva portare subito la Francia alla resa puntando su
Parigi e lo fece attraversando il Belgio, paese neutrale. Ciò determinò l’entrata in guerra anche della
Inghilterra. Ma l’ esercito tedesco fu fermato da quello francese sul fiume Marna e ciò cancellò ogni
speranza tedesca di condurre una guerra breve e vittoriosa. La guerra, infatti, si trasformò ben presto
in una guerra di posizione combattuta in trincee ed assunse carattere mondiale con l’intervento del
Giappone contro la Germania, che vide occupate alcune sue colonie, e dell’ Impero Ottomano,
schierato a favore della Germania timoroso dell’espansione russa. Italia(neutrale fino
al 24 maggio
Francia 1915)
Serbia Russia Germania
Giappone
Austria Turchia
I due imperi centrali si trovarono a
combattere su due fronti, quello
occidentale e quello orientale: infatti a est
l’esercito tedesco riuscì a fermare i Russi
vincendo la battaglia sui Laghi Masuri ma
questi ultimi fermarono, invece, gli
Austriaci a sud in Galizia. La Germania,
inoltre, subì anche un blocco navale da
parte della flotta inglese, che affrontò
usando un’arma nuova il, sommergibile,
con il quale, navigando sott’acqua,
distrusse navi nemiche da guerra ed anche
civili .
Nel frattempo in Italia l’opinione pubblica si divise in due schieramenti politici: gli interventisti,
favorevoli all’intervento dell’Italia in guerra, sostenuti dai borghesi e dagli intellettuali, come i
futuristi; e neutralisti, invece contrari, appoggiati dalle masse popolari e contadine. Un
coinvolgimento italiano venne sollecitato anche dagli stati dell’ Intesa, coi quali l’Italia firmò poi il
patto di Londra . Attraverso questo patto l’Italia s’impegnava nella guerra contro l’ Austria ed in
caso di vittoria avrebbe ottenuto il Trentino Alto Adige, Trieste, Istria e la Dalmazia. Il 24 maggio
1915, l’ Italia entra in guerra. Le offensive italiane contro L’Austria si svolsero principalmente
lungo il fiume Isonzo, per facilitare l’accesso a Trieste e furono guidate dal generale Cadorna.
Queste battaglie, che pure si trasformarono in guerre di posizione, furono ricordate come le
battaglie dell’ Isonzo e non portarono né alla vittoria né ad oltrepassare il confine austriaco, ma di
sicuro misero alla dura prova i soldati che morivano oltre che per i combattimenti anche per freddo,
malattie e disagi in trincea. Successivamente, nel 1916, il generale Cadorna ordinò una nuova
offensiva sull’ Isonzo contro l’Austria anche per poter aiutare gli alleati che già erano impegnati
contro la Germania nella battaglia di Verdun e delle Somme. In quest’ ultima l’ Inghilterra fa uso di
una nuova arma: il carro armato. Ma i tedeschi riuscirono a resistere. L’ Austria a sua volta ordinò
una nuova controffensiva contro l’ Italia, detta spedizione punitiva. Pur con gravi perdite l’esercito
italiano fermò gli Austriaci e conquistò Gorizia.
Ma svolte importanti si ebbero nel 1917: infatti scoppiò in Russia la rivoluzione di febbraio, che
depose lo zar e diede vita ad un governo provvisorio, che decise di continuare la guerra nonostante
la situazione disastrosa interna.
La Germania, ormai in situazioni economiche pessime, rese ancora più dure dal blocco navale,
decise di scatenare una guerra sottomarina indiscriminata durante la quale, servendosi
nuovamente del sommergibile, affondava tutte le navi, anche quelle neutrali, che si avvicinavano ai
Paesi nemici.
Ma quando tra queste fu affondata una nave americana, gli Stati Uniti, che fino ad allora avevano
partecipato solamente con armi e finanziamenti, decisero di entrare in guerra al fianco della Triplice
Intesa e di certo la sua superiorità bellica contribuì alla disfatta della Germania e dell’Austria.
Verso l’ottobre del 1917 si verificarono altri due avvenimenti decisivi:
in Russia, dilaniata da un’altra rivoluzione, la Rivoluzione di ottobre , si affermò il governo
bolscevico di Lenin, che firmò con Austria e Germania un armistizio che permise di uscire
dal conflitto. Il ritiro della Russia consentì alla Germania ed all’ Austria di sfondare il fronte
italiano e di infliggere un duro colpo all’esercito italiano, ancora guidato da Cadorna, nella
famosa battaglia di Caporetto, costringendolo a ritirarsi verso il fiume Piave. Cadorna fu
sostituito ed il comando affidato al generale Armando Diaz. Le truppe italiane mantennero la
loro posizione sul fiume Piave fino all’ anno successivo per organizzare la resistenza.
Nell’ ottobre del 1918 l’ Italia passò alla controffensiva battendo gli Austriaci nella
battaglia di Vittorio Veneto. Successivamente fu firmato un armistizio tra Austria ed Italia.
l’offensiva anglo-franco-americana, che sul fronte occidentale obbligò Austria e Germania
alla ritirata.
Sia in Germania che in Austria i rispettivi reggenti furono costretti ad abdicare e furono proclamate
le repubbliche austriaca e tedesca. Anche l’impero ottomano si dissolse definitivamente e nacque la
repubblica turca.
La guerra si concluse così con la sconfitta dell’ Alleanza e nel Gennaio del 1919 gli stati vincitori si
riunirono nella Conferenza di Pace a Parigi diretta dal presidente americano Wilson e dai
rappresentanti dei governi francese ed inglese. Furono stabiliti i principi fondamentali che tutti gli
stati dovevano rispettare per avere una pace duratura. Durissime condizioni furono poi imposte ai
paesi vinti. Infatti:
col Trattato di Versailles fu imposto alla Germania di cedere l’Alsazia e la Lorena alla
Francia, il risarcimento danni e la riduzione delle forze armate.
col Trattato di Saint-Germain fu imposto invece lo smembramento dell’ impero austro-
ungarico a favore di molte nazioni, che videro ricostituire i loro territori. Tra queste l’Italia,
che ottenne il Trentino Alto Adige, Trieste e Istria.
Situazione in Europa dopo Versailles
La grande guerra provocò, dal punto di vista sociale ed economico, un evento di massa. In tutti i
Paesi per sostenere lo sforzo bellico si istituirono economie di guerra, sacrificando le altre a totale
discapito delle popolazioni ormai stremate. Molte fabbriche, ormai impegnate per la produzione di
armi , esplosivi e veicoli militari e soprattutto per rifornire di viveri i soldati, dovettero chiudere.
Molti furono anche i morti civili dovute alle carestie e alle malattie provocate dalla guerra . Pertanto
il malcontento aumentava , specie da parte dei reduci di guerra, che non ottennero i benefici che
erano stati promessi. Ciò causò una serie di scioperi.
In Italia, in questo tumulto, continuava ad affermarsi la corrente indicata col nome di
FUTURISMO. Il futurismo nasce dalla pubblicazione del “Manifesto del Futurismo” del 20
Febbraio 1909, scritto da Filippo Tommaso Marinetti, scrittore e
fondatore di questa corrente, che nasce insieme ad altre
esperienze culturali, come Dadaismo e il Surrealismo e l’
Ermetismo. Il principio fondamentale era il rifiuto radicale del
passato: i futuristi, infatti, come dice anche la parola,
guardavano solo al futuro stimolati anche dalle nuove scoperte.
Inoltre, essi erano spinti a ricercare l’originalità a tutti i costi,
esaltavano il pericolo, la violenza, la guerra (sola igiene del
mondo), la velocità e l’energia. Glorificavano alcune
innovazioni del momento, come l’automobile, che usavano per
provare soprattutto l’ebbrezza del pericolo e della velocità,
principi del loro pensiero. Per quanto riguarda la letteratura,
modificarono il modo di scrivere rifiutando la sintassi,
considerata ormai vecchia e imbalsamata, scomponendo parole, usando verbi all’infinito,
eliminando aggettivi, avverbi e punteggiatura, che veniva sostituita con simboli matematici. Ne
risultavano testi senza ordine e significato, che avevano il solo scopo di stupire ed essere
considerati, così, unici.
FILIPPO TOMMASO MARINETTI
Filippo Tommaso Marinetti, nato ad Alessandria d’Egitto nel 1876. Fondatore del Futurismo,
pubblicò il “Manifesto del Futurismo” nel giornale “Le Figaro”, attraverso il quale le idee
futuristiche si diffusero in tutta Europa. Nel Manifesto egli critica i valori tradizionali, pertanto
propone di abbandonare le radici del passato e di guardare solo al futuro, facendo nuove scoperte e
invenzioni . Curioso è il fatto che Marinetti si occupò anche di arte culinaria nel suo “La cucina
futuristica”.
In ambito letterario, altra importante corrente che si diffuse nel ’900 fu quella dell’ ERMETISMO,
una corrente letteraria il cui tema principale è il senso della solitudine disperata dell’uomo ed il suo
disagio di fronte ai notevoli cambiamenti della società ormai sconvolta dalla guerra. Anche gli
ermetici non usano più la metrica tradizionale e la punteggiatura è talvolta abolita. I loro testi sono
composti da poche parole, che hanno però un intenso significato. Un importante esponente di tale
movimento letterario che si può ricordare, in riferimento alla Prima Guerra mondiale , è GIUSEPPE
UNGARETTI. Egli nacque ad Alessandria d’Egitto nel 1888 dove visse la sua adolescenza. Si
trasferì, poi, a Parigi per completare gli studi. Successivamente, si arruolò volontario come soldato
semplice e combatté sul fronte austriaco e quello francese. Questa atroce esperienza gli fece capire
l’ assurdità del conflitto che lo portò ad esaltare il sentimento di fratellanza, che spontaneamente