vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
I NTRODUZIONE
Una decisione importante nella mia vita di adolescente è stata la scelta di questo
settore: il turismo. Il mio interesse è nato dalla voglia di conoscere al meglio quella
Valentina Accorroni, 5AT
che è la psicologia turistica e tutti gli elementi che la compongono, dalla psicologia
del turista ai luoghi di maggior interesse.
Come argomento per la mia tesina, ho deciso di approfondire la situazione sociale ed
economica nei primi anni del 1900, in quanto è uno dei temi storici che più ha attirato
il mio interesse, puntato ad analizzare e approfondire gli aspetti di quest’epoca
novecentesca. Esso ha degli aspetti che a tutt’oggi stanno facendo la storia del nostro
mondo, dell’Europa e del nostro Paese in particolare. Ho deciso di trattare: la Prima
Guerra Mondiale nel contesto storico relativo; Gabriele D’Annunzio come maggior
esponente della letteratura decadentista italiana con il super-uomo e grande
interventista della Prima Guerra Mondiale; il modello taylorista creatosi in questo
periodo; della grande depressione economica negli Stati Uniti del 1929; l’aspetto
turistico degli Stati Uniti e un tour in lingua inglese su New York, la città statunitense
di maggiore interesse culturale e turistico. Il percorso di studio
da me intrapreso mi ha fatto conoscere il mondo del turismo e
gli elementi che vi ruotano attorno e che
alimentano questo settore nonostante la crisi
economica in atto.
La Prima Guerra Mondiale ha portato l’Italia
al punto di chiedersi da quale fronte
schierarsi, c’erano due correnti di pensiero:
quella neutralista e quella interventista. L’obiettivo delle “radiose
giornate di maggio” è stato proprio quello di spingere l’Italia ad
entrare in guerra, manipolando a questo scopo l’opinione pubblica.
Gabriele D’Annunzio fu un protagonista tra i numerosi nazionalisti
interventisti radunatisi in piazza, con il suo discorso propagandistico egli esaltava la
violenza ed il potere come strumenti di guerra da usare per sottomettere la
popolazione. In arte, molto forte e rappresentativo di questo
movimento il messaggio è espresso dall’opera
“Manifestazione interventista” di Carlo Carrà, del 1914.
Nell’industria prese piede l’attuazione del modello taylorista,
dal nome di Frederick Taylor, e la
produzione “in serie” nelle fabbriche.
Sempre nel contesto statunitense, l’ottobre
del 1929 segnò l’inizio della discesa economica negli Stati Uniti,
con il tragico crollo della Borsa di Wall Street del 29 ottobre, il
cosiddetto martedì nero.
Oggi è molto importante il ruolo degli
Stati Uniti a livello turistico, in particolare la zona Nord-Est
del paese con New York, città tra le più visitate al mondo e
con una predisposizione particolare ad accogliere dati target
turistici.
L P G
A RIMA UERRA
M ONDIALE
Valentina Accorroni, 5AT
Prima dell’inizio dello scoppio del primo conflitto mondiale, le potenze europee
erano divise in due schieramenti: da un lato c’erano gli Imperi Centrali, che in seguito
prenderà il nome di Triplice Alleanza, di cui facevano parte l’Impero Germanico e
l’Impero Austro-Ungarico, mentre nel fronte opposto c’era la Triplice Intesa,
costituita dalla Gran Bretagna, dalla Francia e dall’Impero Russo. Nonostante fossero
in forte contrasto, l’imperialismo era l’obiettivo comune a cui miravano entrambi i
fronti.
L’Italia si trovava coinvolta su entrambi i fronti: era legata agli Imperi Centrali in
quanto voleva evitare di sollevare la questione irrisolta di Trento e Trieste; mentre,
era legata all’altro fronte in quanto voleva impedire che i Paesi della Triplice Intesa le
si opponesse dopo la conquista della Libia.
Nel luglio del 1914, con l’attentato di Sarajevo ebbe inizio la Prima Guerra Mondiale
con i suoi due schieramenti: tutti i governi acconsentirono l’entrata in guerra del loro
Paese, mentre quello italiano dichiarò la sua neutralità.
All’interno dell’Italia si erano create due fazioni, l’una di interventisti, l’altra di
neutralisti. Gli interventisti, con all’interno vecchi democratici, sindacalisti
rivoluzionari, proprietari delle industrie, parlamentari liberali e nazionalisti formati da
studenti e persone di spicco della cultura come Marinetti e D’Annunzio, i quali
volevano che l’Italia facesse il suo ingresso in guerra: avevano il re Vittorio
Emanuele II ad appoggiarli e potevano sfruttare la capacità del governo guidato dal
Primo Ministro Salandra.
Invece i neutralisti, formati da Giolitti e i liberali giolittiani, socialisti, cattolici e
imprenditori nell’industria leggera, erano la maggioranza: i cattolici pensavano che
l’Italia non fosse ancora pronta militarmente per entrare nel conflitto.
Il governatore Salandra, senza informare il Parlamento, sottoscrisse un patto in
segreto a Londra, con cui l’Italia si alleò con la Triplice Intesa, in quanto voleva
ottenere il Trentino, Tirolo, Trieste, Gorizia, Istria, la Dalmazia e il protettorato
sull’Albania.
Le “radiose giornate di maggio” rappresentarono un caso di costruzione di consenso,
di manipolazione dell’opinione pubblica da parte dei nazionalisti cercando di imporsi,
quindi annunciare l’entrata dell’Italia nel conflitto. D’Annunzio fu appunto uno dei
maggiori protagonisti in questo eventi e con il suo
discorso di propaganda interventista, del 13 maggio
1915, egli intendeva esaltare la sovversione e la
violenza, con un linguaggio precursore di quello
che sarà il movimento fascista, in cui egli disse: “Io
ve li raccomando. Vorrei poter dire: io ve li
consegno. I più maneschi di voi saranno della città
e della salute pubblica benerimetissimi. Formatevi
in drappelli, formatevi in pattuglie civiche, e fate la
ronda, ponetevi alla posta per catturarli. Non una folla urlante, ma siate una milizia
vigilante. Questo vi chiedo. Questo è necessario”.
Dunque, il 25 maggio 1915 l’Italia entrò in guerra contro l’Austria, e al comando
dell’esercito italiano era il Generale Cadorna.
Valentina Accorroni, 5AT
L’Austria il 15 maggio del 1916 diede inizio alla “spedizione punitiva” contro
l’alleato traditore, l’Italia, e la loro superiorità di artiglieria portò all’Impero Austro-
Ungarico una serie di numerose vittorie. Il Generale Cadorna ed il re Vittorio
Emanuele vennero soccorsi dallo zar; i Russi riuscirono a sfondare le linee austriache
nei Carpazi, così l’esercito italiano poteva passare al contrattacco e conquistare
Gorizia.
Gli Stati Uniti, spinti dalla minaccia della guerra sottomarina, intervennero nel
conflitto; essi erano anche motivati da interessi economici concreti e i sottomarini
dei nemici minacciavano i loro vantaggiosi commerci con i Paesi dell’Intesa ed
inoltre, gli americani avevano concesso ingenti prestiti alla Francia e alla Gran
Bretagna, che temevano di non poterli recuperare in caso venissero sconfitte dalla
coalizione tedesca. Gli Stati Uniti, quindi, il 6 aprile 1917 entrarono in guerra.
A Caporetto venne ridotto l’impegno sul fronte
orientale, che fino a quel momento aveva permesso ai
tedeschi di rivolgere le loro forze su quello
meridionale, così le truppe austriache riuscirono a
sfondare le linee italiane.
Cadorna, dapprima a capo dell’esercito italiano, venne
poi sostituito dal Generale Armando Diaz e l’esercito
riuscì a contenere l’offensiva austra-tedesca sulla linea
del Piave.
Sul fronte meridionale, il 24 ottobre 1918 il Generale Diaz ordinò l’offensiva finale: a
Vittorio Veneto gli austriaci subirono la disfatta definitiva; il 3 novembre fu firmato
l’armistizio di Villa Giusti. Anche in Austria l’imperatore abdicò e venne proclamata
la Repubblica.
La Grande Guerra era conclusa, a discapito dell’Europa che ne era uscita devastata: la
pace non era di riconciliazione, bensì di vendetta.
Con il trattato di Versailles, firmato nel 1919, in virtù del principio di
autodeterminazione dei popoli, l’Impero Tedesco fu ridimensionato e privato delle
sue colonie e la Repubblica di Germania era divisa in due dal corridoio di Danzica,
appartenente alla Polonia; l’Impero Austro-Ungarico crollò definitivamente; l’Impero
Russo divenne la Russia Sovietica, con i confini spostati verso est.
Infine, si videro nascere ben otto nuovi stati nazionali: Finlandia, Lituania, Estonia,
Lettonia, Polonia, Ungheria, Austria e Iugoslavia.
G D’A
ABRIELE NNUNZIO
Valentina Accorroni, 5AT
Gabriele D’Annunzio, nato a Pescara il 12 marzo 1863 da famiglia medio – borghese
agiata, fu uno dei maggiori esponenti della corrente letteraria del Decadentismo
italiano . Dopo aver compiuto i suoi studi elementari privatamente, ed aver
conseguito la licenza liceale presso il Reale Collegio Cicognini di Prato nel 1881,
decise di trasferirsi a Roma, dove collaborò con diversi giornali e
scrisse articoli di critica letteraria. Conduceva una vita raffinata e
dispendiosa e anche una fervida attività letteraria. Nel 1883 si
sposò con la duchessina Maria Hardouin di Gallese, da cui ebbe
due figli; intanto conobbe anche il suo vero amore, Elvira
Fraternali Leoni chiamata Barbara dal poeta stesso.
Egli introdusse nelle sue opere il superomismo sviluppato da
Nietzsche: il superuomo insito nel letterato è forte, esuberante e
sempre pronto a spingersi sempre verso gli eccessi, vede la
società in maniera aristocratica, disprezzando la plebe e la nuova
borghesia, e rifiuta i nuovi ideali di libertà e uguaglianza. Inoltre,
venne coniato il termine panismo per D’Annunzio: tale termine
indica la fusione tra uomo e natura, tra i quali intercorre una relazione misteriosa,
attraente, senza particolare razionalità.
La sua è una poetica composita perché costituta da tre differenti fasi che costituirono
la sua carriera letteraria, e sono strettamente legate alla vita dello scrittore.
D’Annunzio trasmise alla società il gusto e il senso di una “vita inimitabile”,
ardimentosa, disponibile perché non retta da altri valori se non il culto della Bellezza
e l’affermazione dell’io, contaminando l’arte e la vita di tutta la società.
Nel 1879, D’Annunzio pubblicò la sua prima raccolta, “Primo vere”, con cui ottenne
un clamoroso successo sin dall’inizio: risaltarono i tratti originali dell’artista, la forte
sensualità e la tendenza a personificare la natura con la figura della donna.
Nel 1889 scrisse il romanzo il “Piacere”: caratterizzanti sono l’estetismo, la
sensualità, la ricercatezza e l’eroe decadente, ovvero il poeta, il quale deve vivere
episodi inimitabili coinvolgendo in ogni esperienza tutte le sue passioni. L’artista,
identificato con il poeta, ha le capacità per superare tutti gli ostacoli, è capace di
vivere come opera d’arte e trasferire in quest’opera d’arte la dimensione del vissuto.
Inoltre, il D’Annunzio era trasportato da una
tendenza irrazionale e mistica, e la sua
ispirazione naturalistica e sensuale, gli
aprono una visione al rifiuto della ragione
come strumento di conoscenza e un
abbandono delle suggestioni del senso e
dell’istinto con cui si ha contatto con la
natura e la vita.
Sempre in tale periodo, il poeta si separò
dalla moglie e dovette trasferirsi a Napoli a causa di difficoltà economiche; nel 1895
conobbe l’attrice teatrale Eleonora Duse a cui si legò sentimentalmente per lungo
tempo. Due anni dopo, venne eletto deputato di estrema destra e si trasferì a
Settignano, vicino la toscana Fiesole, nella villa “La Capponcina” e si dedicò al
teatro. Questo periodo di Naturalismo sensuale porta con sé parti del carattere poetico
Valentina Accorroni, 5AT
giovanile, ispirato a principi di cultura del bello e dell’estetismo che hanno alta
priorità nell’arte e nella vita.
Scrisse i primi tre libri delle “Laudi” (“Maia”, “Elettra” e “Alcyone”); a periodi
successivi risale la seconda fase delle poetica dannunziana, quella del “Panismo”:
questo termine venne coniato per il poeta stesso, indica la fusione tra natura e uomo:
essa è complice di quest’ultimo e assume una sua personalità umana.
L’“Alcyone” è rappresentativo di questo periodo: il poeta si immerge nella natura fino