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Storia: la bomba su Hiroschima
Storia dell'arte: l'arte giapponese
Letteratura: "Il grande sole di Hiroshima" (Karl Bruckner)
Teconologia: l'energia nucleare
Scienze: l'evoluzione
Musica: la musica giapponese
Educazione motoria: la pallamano
Inglese: the volcanoes
Francese: les consèquençes de la seconde guerre mondiale en France
ma con un po' di fortuna e di furbizia, la famiglia riesce a sopravvivere al momento di crisi.
Passati i dieci anni dal grande spavento , l'ormai grande Sadako, partecipa ad una
staffetta in bicicletta da Tokyo a Hiroshima. Ma dopo la gara, Sadako si sente male e viene
portata in ospedale, è malata a causa degli effetti provocati dalle radiazioni della bomba
atomica. Dopo qualche mese trascorso in ospedale, la ragazza muore. Tutta la tragedia è
raccontata con gli occhi di suo fratello maggiore Shigheo.
L’ambiente naturale.
Le isole giapponesi formano un arcipelago bagnato a ovest dal Mare di Ohotsk, dal Mare
del Giappone e dal Mare della Cina. La parte orientale dell’arcipelago è rivolta verso
l’Oceano Pacifico, che in questa zona raggiunge gli abissi più profondi. In Giappone sono
molto frequenti terremoti, accompagnati da tsunami. Anche i vulcani sono numerosissimi,
addirittura 160, di cui ben 60 sono ancora attivi. L’Aso, che si trova nell’isola di Kyushu, ha
uno dei crateri più grandi al mondo. Il monte più grande del paese è il famosissimo monte
Fuji. Il Giappone si estende notevolmente in latitudine. A nord prevale il clima temperato,
mentre a sud predomina il clima tropicale monsonico.
Il Giappone: tradizione e modernità.
Il Giappone svolge un ruolo importante a livello mondiale. Questo paese ha subito notevoli
influenze esterne, soprattutto dalle civiltà cinese e coreana, ma le ha sempre rielaborate in
modo singolare. Il modello economico capitalistico si è affermato in una società rimasta
legata alle proprie tradizioni. I giapponesi lavorano mediamente molte ore in più e con ritmi
più stressanti e meno giorni di ferie rispetto ai nordamericani, ma hanno sempre accettato
queste dure condizioni grazie a un radicato senso del dovere, della collaborazione e della
gerarchia. Anche le scuole sono rigidamente strutturate : le ore di lezione sono molte e a
queste si aggiungono ulteriori corsi di approfondimento indispensabili agli alunni per
superare i numerosi esami che rendono ogni percorso scolastico altamente selettivo. Una
delle due grandi religioni diffuse in Giappone è lo shintoismo, originario dell’arcipelago e
basato sul culto degli antenati e delle forze naturali; i suoi valori sono la fedeltà
all’imperatore, il compimento del proprio dovere, l’amore per la patria, l’austerità e
l’autocontrollo, il coraggio e il disprezzo della morte. L’altra è il buddismo, importato dalla
Cina, che in Giappone ha assunto una propria fisionomia con la scuola zen, basata sulla
meditazione e sulla concentrazione. Il buddismo zen ha influenzato molti aspetti della
cultura giapponese : dalla cerimonia del thè al teatro tradizionale, dallo judo all’ikebana,
ovvero una tecnica raffinata, per disporre i fiori e realizzare giardini, anche in miniatura,
composti a volte dal minuzioso accostamento di soli sassi, sabbia o ghiaia.
La popolazione e le città.
Il Giappone è uno dei paesi con la più alta densità media. L’elevato popolamento e lo
sviluppo economico hanno portato alla trasformazione del paesaggio naturale e
soprattutto a un’intensa crescita delle aree urbane. Infatti la popolazione urbana è il 79%
del totale. La metà della popolazione si concentra nella vasta megalopoli di Tokkaido
Osaka, Nagoya, Kyoto e Kobe. L’unica grande città al difuori di quest’area è Sapporo. La
rete urbana fa capo a Tokyo, capitale del paese. Ospita la Borsa, le migliori università, le
maggiori imprese nazionali, gli istituti di ricerca, le più importanti case editrici. Oggi le città
nipponiche mostrano un’impronta fortemente occidentale, con edifici moderni e grattacieli
realizzati con le tecniche costruttive antisismiche più avanzate. In tal modo, durante i
frequenti terremoti, le case oscillano leggermente, ma non crollano. La città, inoltre, gode
di un ottimo sistema di metropolitane e sono collegate da una fitta rete di velocissimi mezzi
di trasporto. Nonostante ciò sono afflitte dai problemi derivanti dal traffico e
dall’inquinamento. Il Giappone presenta una bassa natalità, con un’alta percentuale di
anziani. I giapponesi registrano il record mondiale di longevità, ovvero la più alta durata
della vita media. Tokyo
La storia.
Di fatto il territorio Giapponese fu dilaniato per secoli da lotte interne. Al posto
dell’imperatore lo amministrava in realtà lo shogun, una sorta di governatore militare che
aveva anche il ruolo di guida spirituale. Godeva di grande prestigio, poi, la potente casta
dei samurai, guerrieri al servizio di un signore feudale, che dedicavano la propria vita alle
armi nel rispetto di una rigida disciplina e di un codice ispirato ai valori di onore e lealtà. A
partire dal Seicento, per impedire che gli occidentali potessero assumere nel paese potere
e influenza, gli stranieri furono espulsi e il commercio con l’estero limitato alla sola base
portuale di Nagasaki. Fu questo l’inizio di una politica di vero e proprio isolamento durato
oltre due secoli. Nel 1853 una flotta americana impose con la forza l’apertura dei porti
dell’arcipelago. I problemi che ne derivarono misero fine al potere dello shogun e alla sua
restaurazione effettiva del ruolo dell’imperatore. In pochi anni questi riuscì ad avviare il
paese sulla strada della modernizzazione, abolendo la servitù della gleba e il sistema
feudale, facendo costruire le prime ferrovie e i primi impianti industriali, promuovendo
l’alfabetizzazione e creando un esercito di leva che cancellò i privilegi dei samurai. Già alla
fine dell’Ottocento il Giappone inaugurò una fase di espansionismo coloniale che in pochi
decenni lo portò a estendere il proprio dominio su Taiwan, Manciuria, Corea, Cina e Asia
sudorientale. In seguito il potere fu assunto da un regime militare che, alleatosi con la
Germania nazista e l’Italia fascista, attaccò la base militare americana di Pearl Harbor,
provocando l’intervento degli Stati Uniti nella seconda guerra mondiale. Solo due bombe
atomiche che colpirono Hiroshima e Nagasaki nell’agosto del 1945 indussero il Giappone
alla resa. Il dopo-guerra fu terribile per il paese, messo in ginocchio dalle distruzioni subite,
dal risarcimento dei danni provocati dal conflitto e dall’iniziale ostilità degli americani, che
lo occuparono militarmente sino al 1952.
L’economia.
Il sottosuolo del Giappone è privo di risorse minerarie ed energetiche, mentre l’agricoltura
ha sempre dovuto fare i conti con un territorio accidentato e frammentato. Inoltre, alla fine
della Seconda guerra mondiale, il paese si è ritrovato di fronte a una situazione
drammatica: circa 1/3 dell’apparato produttivo era stato distrutto dai bombardamenti.
Nonostante ciò, in pochi decenni il Giappone è riuscito a diventare la seconda potenza
economica mondiale. In Giappone l’economia moderna si è affermata mantenendo valori
del passato feudale, come la fedeltà, la disciplina e il rispetto dell’ordine gerarchico. Lo
sviluppo economico è legato dunque in larga parte allo spirito di sacrificio e all’impegno dei
lavoratori e ai loro salari relativamente bassi. I governi giapponesi, poi, hanno sostenuto i
grandi gruppi industriali concentrando quasi tutto il potere economico del paese. Durante
la Guerra Fredda, gli americani decisero di puntare su un Giappone alleato, fin dal 1948
ne hanno favorito la ripresa. Nel settore primario l’agricoltura non riesce a soddisfare il
fabbisogno nazionale, molto importante è la pesca, un’attività in cui il paese e tutt’ora al
primo posto. L’industria giapponese è solidissima e concentrata nella megalopoli di
Tokkaido. Il Giappone è al primo posto nella produzione automobilistica e cantieristica, ma
da anni punta all’innovazione, alla ricerca, con grandi imprese nel campo dell’elettronica. I
punti di forza del terziario sono la ricerca scientifica, le attività commerciali e finanziarie e
quelle portuali. Nell’ultimo decennio, però, l’economia ha registrato alcune difficoltà dovute
all’emergere di paesi concorrenti a livello mondiale e al fallimento di alcune importanti
banche. Le scuole giapponesi.
Il Giappone dispone di un sistema di istruzione moderno. L'anno scolastico inizia ad aprile
e finisce a marzo.
Le scuole non obbligatorie comprendono l’asilo nido (per i bambini che hanno entrambi i
genitori lavoratori o un solo genitore) e la scuola materna, la cui durata dipende dalle
singole scuole, ma generalmente dura due anni, e la frequentano i bambini dell’età di 5-6
anni.
A 6 o 7 anni di età le bambine ed i bambini giapponesi entrano nella prima classe della
scuola elementare, che prevede sei anni di studio: l'istruzione obbligatoria comprende
elementari e medie inferiori (3 anni di studio) cui si aggiungono altri 3 anni non obbligatori
di scuola media superiore, formando un sistema di istruzione scolastica del tipo "6-3-3",
anche se dal 1999 alcune scuole hanno unito medie inferiori e superiori costituendo sei
anni ininterrotti di scuola secondaria.
Una caratteristica importante del sistema scolastico giapponese sono gli esami di
ammissione, obbligatori ad ogni grado per entrare negli istituti privati (l’accesso alle scuole
pubbliche è aperto, ma il loro livello qualificativo è estremamente basso e i diplomi che vi
si conseguono non sono spendibili sul mercato del lavoro, per cui la quasi totalità delle
famiglie giapponesi cerca di mandare i propri figli alle scuole private). Anche l'accesso alle
università è regolato da esami di ammissione. Le due università più prestigiose sono
L'Università di Tokyo e l'Università di Kyoto e sono pubbliche. Tali esami, soprattutto quello
per l’ammissione all’università, sono estremamente difficili e non possono essere affrontati
con una preparazione generica, e per questo la maggior parte degli studenti giapponesi, al
termine della giornata scolastica (che inizia alle 08.50 e si prolunga sino alle 16.00), si
recano ai corsi di ripetizioni integrative (a pagamento), che solitamente iniziano alle 17.00
e possono durare sino alle 23.30 di sera. Questa mole di studio è giustificata dalla
circostanza che ancora oggi il sistema lavorativo giapponese offre posti quasi sicuri ai
laureati, e garantisce l’occupazione a vita. Per questo ottenere un diploma o una laurea
con ottimi voti costituisce un obiettivo fondamentale che giustifica le ingenti spese e i
sacrifici delle famiglie giapponesi per l’educazione dei figli.
Le scuole giapponesi sono note per il loro rigore, in quanto la severità dell’istituto è
considerata come nota di merito e aggiunge valore al diploma conseguito. L’osservanza
dei regolamenti scolastici (che cambiano da istituto a istituto) è d’obbligo e le pene sono
molto severe. I regolamenti sono puntigliosi, arrivano a precisare anche i dettagli più
insignificanti delle uniformi scolastiche. Nel caso si venisse bocciati o sospesi per gravi
episodi si è costretti a cambiare scuola e trovarne un'altra, e ciò può influire
negativamente sul proprio curriculum; infatti anche nei colloqui di lavoro viene data molta
importanza alla scuola frequentata e al rendimento avuto, perché un buon studente viene
considerato un buon lavoratore. Il rigore con cui gli studenti giapponesi sono allevati inizia
sin dall’asilo prosegue per tutta la durata della scuola dell’obbligo, e all’università. I voti
sono espressi in centesimi e 100/100 è il voto massimo
L’arte giapponese.
Numerosi siti archeologici documentano attività artistiche già nel paleolitico, 30 000 anni fa
prima di Cristo. Il Buddismo arriva in Giappone a metà del VI secolo d.C., e viene accolto
alla corte imperiale per trasformare in regole e leggi i misteri della vita. Il Buddismo Zen,
attorno al 1200, porta valori ancora più interiori e spirituali e guida il pensiero artistico
verso un’essenzialità e un’eleganza formale che segneranno tutta l’arte giapponese. Alla
fine del X secolo il paese è governato dalla casata militare degli shogun. I samurai, i
migliori guerrieri, adottano il Buddismo Zen, che dà grande importanza alla ricerca della