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Introduzione Viaggio alla scoperta della Medicina Moderna, tesina
Esporrò l'argomento della medicina moderna nella mia tesina di terza media, perché è molto importante per il mio futuro. Infatti dopo il diploma di maturità vorrei iscrivermi all'Università di Medicina e studiare per diventare medico ricercatore. Un medico ricercatore è colui che cerca una soluzione per tutte le malattie che non hanno ancora cura. Ho cercato di approfondire alcuni argomenti che riguardano la scienza e la medicina, concentrandomi soprattutto sulla vita di alcuni chimici, biologi e scienziati che hanno fatto grandi scoperte, che sono ancora oggi molto importanti. La tesina permette anche collegamenti con varie materie scolastiche.
Collegamenti
Viaggio alla scoperta della Medicina Moderna, tesina
Geografia - Il diritto alla Salute.
Storia - La Prima Guerra Mondiale.
Italiano - Giuseppe Ungaretti e Veglia.
Religione - La concezione del rapporto tra scienza e fede.
Scienze - Gregor Mendel.
Francese - Marie Curie.
Inglese - Alexander Fleming.
Matematica - L'incontro fra Matematica e Medicina nella ricerca sui tumori.
Tecnologia - La biomedica.
Educazione Fisica - La fisioterapia.
Arte - L'arteterapia e la psicologia dell'arte.
Musica - La musicoterapia.
edicina
GEOGRAFIA
Materia: oderna
Prof.ssa ROVIZZI Federica IL DIRITTO ALLA SALUTE
Nei Pesi più sviluppati la vita media si è allungata in modo
imprevedibile: dai 55-65 anni di media degli anni Trenta, agli 80 di
oggi. Tuttavia ciò non è avvenuto nei Paesi meno sviluppati, dove la
durata media della loro vita non supera oggi i 65 anni, e in alcuni
Paesi dell'Africa non arriva ai 40.
La lotta alle grandi malattie (come vaiolo o poliomielite) ha compiuto
negli ultimi anni numerosi progressi, grazie al miglioramento delle
condizioni di vita e alle vaccinazioni di massa. Il maggior risultato
conseguito è stato lo sradicamento del vaiolo su scala mondiale e la
diminuizione della poliomielite. Restano però molte altre malattie ancora da sconfiggere, che rendono
invalide persone ancora giovani e provocano un gran numero di morti premature.
Le malattie più diffuse in un Paese dipendono molto dalle condizioni ambientali, economiche e sanitarie
in cui vive la popolazione. Nelle regioni del mondo meno sviluppate prevalgono le “malattie della
povertà”, derivanti da sottoalimentazione o malnutrizione, da rapporti sessuali non protetti, dalla
mancanza di acqua potabile e servizi igenici e dal fumo dei combustibili solidi. Le malattie della povertà
sono AIDS, diarrea, tubercolosi e malaria: esse provocano il maggior numero di morti premature nel
mondo, in particolare tra i bambini di età inferiore ai cinque anni. La fame uccide anche indirettamente:
un organismo sottoalimentato è debilitato e reagisce meno alle malattie infettive o parassitarie; così
anche la diarrea, provocata da acqua inquinata e dalla mancanza di servizi igenici, diventa una malattia
mortale: in Africa, Asia e America Latina uccide ogni anno circa 1,8 milioni di persone, di cui il 90%
bambini. L'aspetto più terribile è che si tratta in genere di malattie che sarebbero curabili, se fosse
possibile l'acceso alle medicine e alla disponibilità delle cure. Si è stimato che ogni anno circa 14 milioni
di persone muoiano per l'impossibilità di accesso ai farmaci.
L' AIDS
La sindrome da immunodeficienza acquisita è una malattia
del sistema immunitario umano causata dal virus
dell'immunodeficienza umana (HIV). La malattia interferisce
con il sistema immunitario limitandone l'efficacia, rendendo
le persone colpite più suscettibili alle infezioni, in particolare a
quelle opportunistiche, e allo sviluppo di tumori. L'HIV si
trasmette in molti modi, ad esempio tramite i rapporti
sessuali, trasfusioni di sangue contaminato e aghi ipodermici
e tramite trasmissione verticale tra madre e bambino durante
la gravidanza, il parto e l'allattamento al seno. Il virus e la malattia sono spesso indicati insieme come
HIV/AIDS. 5
Bellingeri Letizia Rosa - Classe: 3^ C edicina
GEOGRAFIA
Materia: oderna
Prof.ssa ROVIZZI Federica
La malattia è un importante problema sanitario in molte parti del mondo e la sua diffusione è
considerata una pandemia.
Nel 2009, l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) stima che vi siano 33,4 milioni di persone nel
mondo che vivono con l'HIV/AIDS, con 2,7 milioni di nuove infezioni HIV all'anno e 2,0 milioni di decessi
annuali a causa di AIDS.
Secondo il rapporto UNAIDS 2009, in tutto il mondo vi sono state circa 60 milioni di persone contagiate
sin dall'inizio della pandemia, con circa 25 milioni di morti e 14 milioni di bambini orfani nel Sudafrica. La
ricerca genetica indica che l'HIV abbia avuto origine in Africa centro-occidentale nel corso del
ventesimo secolo.
Stima del numero
di persone che
vivono con HIV/AIDS
per nazione
Anche se i trattamenti per l'HIV/AIDS possono rallentare o arrestare il decorso della malattia, non vi è
cura conosciuta o vaccino contro l'HIV. Il trattamento antiretrovirale riduce sia i morti che le nuove
infezioni, ma questi farmaci sono costosi e non sono disponibili in tutti i paesi. A causa della difficoltà nel
trattamento delle infezioni da HIV, la prevenzione è un obiettivo chiave per il controllo dell'AIDS.
6 Bellingeri Letizia Rosa - Classe: 3^ C
edicina
STORIA
Materia: oderna
Prof.ssa ROVIZZI Federica LA PRIMA GUERRA MONDIALE
Il 28 giugno 1914 l'arciduca d'Austria, erede al trono austriaco, viene assassinato a Sarajevo da un
irredentista serbo. L'Austria accusa la Serbia di proteggere gli irredentisti e, con l'appoggio del Kaiser
tedesco, il 28 luglio 1914 le dichiara guerra. L'attentato è solo la miccia che fa esplodere i forti contrasti
politici ed economici che da anni minano i rapporti fra molti Stati europei.
Molti uomini politici europei
pensano che una guerra
soffocherebbe i contrasti
sociali interni nei vari Paesi,
rafforzando le classi dirigenti.
Il 4 agosto 1914 la Germania
invade il neutrale Belgio per
attaccare la Francia aggirando
le linee fortificate francesi: è l'inizio della “Grande Guerra”. Scatta il sistema delle alleanze: Germania,
Austria (gli “Imperi centrali”), Impero Ottomano e Bulgaria affrontano, oltre alla Serbia, la Russia, la
Francia, l'Inghilterra (l'”Intesa”) e il Giappone, che vuole il controllo dei mercati dell'Estremo Oriente. La
guerra sarà anche definita “mondiale” perché vi sono coinvolte le colonie dei Paesi europei belligeranti
e gli Stati Uniti. Il principale fronte di combattimento è quello tra la Germania e la Francia; l'offensiva
tedesca è bloccata lungo il fiume Marna, a 40 km da Parigi. Il conflitto si trasforma in una lunga guerra di
posizione nelle trincee. La Germania, per bloccare i rifornimenti che giungono a Francia e Inghilterra,
scatena la guerra sottomarina con i sommergibili, che colpiscono anche navi di Paesi neutrali;
sospende gli attacchi dopo la protesta statunitense.
L'Italia è divisa tra neutralisti e interventisti. La maggioranza del Paese (e del Parlamento) vuole la
neutralità, dichiarata dal Governo con la motivazione che la Triplice Alleanza ha scopi difensivi e la
guerra è considerata un attacco alla Serbia. Sono contrari all'intervento i socialisti, in nome degli ideali
internazionali dei lavoratori; i giolittiani, che ritengono l'Italia impreparata; i cattolici (per la Chiesa il
conflitto è un inutile massacro che vede Nazioni cattoliche in lotta fra loro). Vogliono intervenire gli
irredentisti, i nazionalisti, che sognano un'Italia potente e imperialista; i conservatori, appoggiati dal re e
guidati dal presidente del Consiglio Salandra, convinti che l'intervento a fianco dell'Intesa offra
possibilità di espansione economica e politica. Infine i socialisti rivoluzionari sperano che dalla guerra
possa nascere la rivoluzione socialista. Il 26 aprile 1915, con il consenso del re, ma all'insaputa del
Parlamento ( al quale spetterebbe di votare contro o a favore della guerra), il Governo firma il Patto di
Londra: l'Italia entra in guerra al fianco della Triplice Intesa in cambio della promessa di ricevere, in caso
di vittoria, il Trentino, l'Alto Adige, la Venezia Giulia, l'Istria, la Dalmazia, territori in Africa e Asia Minore.
7
Bellingeri Letizia Rosa - Classe: 3^ C edicina
STORIA
Materia: oderna
Prof.ssa ROVIZZI Federica
L'Italia entra in guerra il 24 maggio 1915 (contro la Germania si entrerà in guerra l'anno successivo). Gli
Italiani, al comando di Luigi Cadorna, sono più numerosi degli Austriaci, ma peggio equipaggiati. Gli
Austriaci occupano anche posizioni più favorevoli. Il fronte di guerra corre dal Trentino alle Alpi Giulie
fino all'altipiano del Carso e al fiume Isonzo.
Nel 1917, la Germania, per
strappare il dominio dei mari
alla Gran Bretagna, riprende la
guerra sottomarina: attacca
anche navi di Paesi neutrali
che si rechino verso i porti
dell'Intesa.
Nel 1917 esplode il
malcontento popolare.
La Russia, in seguito a una
rivoluzione interna, si ritira dal
conflitto. Il 6 aprile 1917 il
presidente Wilson annuncia l'intervento degli Stati Uniti, come atto di difesa delle democrazie contro
l'autoritarismo tedesco e austriaco. In realtà gli USA temono che una Germania vittoriosa possa
costituire una minaccia per l'economia americana; inoltre gli Stati Uniti hanno concesso forti prestiti ai
Paesi dell'Intesa, che non potrebbero rimborsarli in caso di sconfitta. L'intervento statunitense, grazie
alle enormi potenzialità economiche e militari, sarà determinante per la vittoria dell'Intesa.
Dopo il ritiro della Russia dalla guerra gli Imperi centrali spostano truppe sul fronte italiano; il nostro
esercito subisce lo sfondamento del fronte a Caporetto (24 ottobre 1917). Cadorna viene sostituito da
Armando Diaz, che riesce a riorganizzare le truppe e a sferrare una vittoriosa offensiva, che si conclude
a Vittorio Veneto il 24 ottobre 1918. Gli Italiani entrano poi in Trento e Trieste. Anche sul fronte
occidentale gli Imperi centrali tentano un ultimo attacco, ma nell'agosto 1918, anche grazie
all'intervento americano, le linee tedesche vengono sfondate e gli eserciti dell'Intesa liberano Francia e
Belgio.
Il 4 novembre 1918 viene firmato l'armistizio fra Italia e Austria, l'Imperatore Carlo d'Asburgo abdica: è
proclamata la Repubblica. Anche il Kaiser Guglielmo II deve abdicare sotto la pressione popolare e
dell'esercito. Il 9 novembre 1918 anche in Germania viene proclamata la Repubblica e due giorni dopo i
Tedeschi firmano l'armistizio. Nel gennaio 1919 si svolge a Versailles (Parigi) la conferenza di pace.
L'Impero austroungarico e la Germania subiscono un trattamento durissimo: il primo è diviso in
Repubbliche dipendenti; Slovenia, Croazia, Bosnia-Erzegovina e Montenegro vengono uniti alla
Serbia e formano la Iugoslavia. La Germania perde le colonie, l'Alsazia e la Lorena, altri territori a Est,
deve pagare un'enorme indennità di guerra e ridimensionare Esercito e Marina. Nascono nuovi Stati
come la Finlandia e gli Stati baltici.
8 Bellingeri Letizia Rosa - Classe: 3^ C
edicina
STORIA
Materia: oderna
Prof.ssa ROVIZZI Federica
La Turchia, sconfitta, assume gli attuali confini mentre i
Paesi meridionali che facevano parte dell'Impero Ottomano
sono controllati da Francia e Gran Bretagna.
È creata la Società delle Nazioni, con il compito di risolvere
pacificamente le tensioni fra gli Stati, ma permangono molti
problemi. Austriaci e Tedeschi sono umiliati, gli Italiani non
hanno ottenuto quanto loro promesso.
I Paesi europei che hanno partecipato alla guerra sono
stremati. I problemi maggiori sono la fame e le malattie
provocate dalla scarsa alimentazione e dalle insufficienti
misure igieniche. La guerra e le malattie provocano un arresto
demografico e una crisi economica. Gli Stati
europei hanno bisogno di riavviare la
produzione, industriale e agricola, perciò
emettono grandi quantità di carta-moneta per
affrontare gli investimenti; così facendo
abbassano però il valore del denaro e
provocano l'aumento dei prezzi dei prodotti e
l'inflazione. Inoltre le barriere doganali erette
durante la guerra hanno frenato i commerci,
favorendo i prodotti americani e giapponesi,
che hanno occupato mercati (come l'America Latina) che prima della guerra commerciavano
soprattutto con gli Europei. Si crea una forte disoccupazione e, con l'inflazione, una svalutazione dei
risparmi. I soldati tornati a casa non trovano più il loro posto di lavoro. La gravissima situazione prepara
ulteriori, gravi sviluppi sociali. 9
Bellingeri Letizia Rosa - Classe: 3^ C edicina
STORIA
Materia: oderna
Prof.ssa ROVIZZI Federica
LE TRINCEE
Le trincee sono state uno dei simboli della Grande Guerra. Quando i vari governi europei decisero di
scendere in campo
, tutti erano convinti che si sarebbe
trattata di una guerra veloce in cui era essenziale
sfruttare il fattore temporale. Invece, dopo poche
fronti europei si stabilizzarono ed
settimane, i diversi
iniziarono ad essere scavate centinaia di chilometri di
trincee, dal nord della Francia fino all'Europa
orientale, nell'attuale Polonia e nei Balcani. Questi
lunghi corridoi, profondi poco meno di due metri,
comparvero da subito anche sul fronte italiano, in
pianura, sull'altopiano carsico e in alta montagna, in
mezzo alla neve. Nonostante il Governo Salandra e il
generale Luigi Cadorna avessero dimostrato uno straordinario ottimismo il 24 maggio 1915
, la guerra
assunse le stesse caratteristiche del resto d'Europa.