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Sintesi

Introduzione tesina: i diritti delle donne



Le donne hanno sempre dovuto lottare doppiamente. Hanno sempre portare due pesi, quello privato e quello sociale. Le donne sono la colonna portante della società”
Con questa frase la Montalcini definisce le donne come un elemento importante per la società. La donna oltre ad dover affrontare i problemi che ogni giorno la vita le presenta, è spesso vittima di discriminazioni e violenze. L’uomo la definisce come un essere inferiore ad lui.
Rita Levi Montalcini nasce a Torino il 22 aprile 1909 e muore a cento tre anni il 30 dicembre 2012. Ha sempre sostenuto di sentirsi una donna libera, ha rinunciato a sposarsi e ad avere una famiglia per dedicarsi interamente alla scienza.
Negli anni cinquanta scoprì il fattore di accrescimento della fibra nervosa o anche definito NGF, scoperta che la portò nel 1986 all’assegnazione del premio Nobel della medicina.
Rita Levi Montalcini non era solo una neurologa. Nella prima metà degli anni sessanta la vista partecipe nell’attività del Movimento di Liberazione Femminile per la regolazione della aborto, movimento costituito ufficialmente nel febbraio 1971
Il movimento di liberazione femminile si formò per la prima volta a Zurigo alla fine del 1938 sull’onda delle rivolte studentesche, in occasione di una manifestazione del febbraio del 1939 si presentò per la prima volta in pubblico come movimento di liberazione della donna, da lì si espanse in altre città della Svizzera, della Francia e in Italia con il nome di movimento femminista.Nel movimento si discuteva sulle lotte contro le repressioni sessuale e contro l’ immagine stereotipata della femminilità.
Nel programma politico del nuovo movimento si parlava di battaglie per l’ informazione e distribuzione degli anticoncezionali, liberalizzazione sull’ aborto, contestazione dei programmi scolastici sessisti e del ruolo della donna nella società. A questo movimento potevano anche iscriversi gli uomini.
Prima del 1978 l’ interruzione volontaria di gravidanza era considerata un reato dal codice penale italiano. In particolare causare l’aborto di una donna era punibile con la reclusione da 7 a 12 anni, in una donna consenziente da 2 a 5 anni, invece procurarsi l’ aborto era punibile dai 1 a 4 anni di carcere.
Per questa ragione si manifestò per l’aborto e si raccolsero firme per sollecitare la legge sull’aborto . Il 27 maggio 1978 si votò per l’abrogazione della legge 192 che consentì alla donna di interrompere la gravidanza nei primi 90 giorni di gestazione , invece nei 4-5 mesi di gravidanza era possibile interromperla per motivi di natura terapeutica
Nel 1981 gli italiani furono chiamati a votare per il referendum sull’aborto e si dichiararono contrari solo il 32% degli italiani, in particolar modo i cattolici, infatti secondo la dottrina cattolica la vita è un dono di Dio e di conseguenza un bene di cui all’uomo non è dato rispondere, per loro l’aborto procurato e non per fini terapeutici è considerato un omicidio quindi un male sempre e comunque.
La storia dei diritti della donna rappresenta un aspetto tra i più importate e significativi dell’emancipazione e del progresso dell’umanità. È noto che per molti secoli, si può dire fino al Novecento, alle donne non sono state riconosciute le più elementari possibilità sociali tant’è che era impedito loro di esprimere anche l’ opinione politica attraverso il voto.
Ma ancora oggi ci sono Stati come l’Afghanistan dove i diritti della donna non vengono rispettanti ma non è stato sempre cosi infatti nel 1940 l' Afghanistan era una terra culturalmente vivace e piena di opportunità, nella quale le donne indossavano gonne, guidavano, ascoltavano musica liberamente e frequentavano l’università, perseguivano carriere nei campi più prestigiosi e uomini e donne si mescolavano nei teatri e nei campus universitari della capitale, ma dalla prese di potere dei talebani, gruppi di uomini guidati da Mullah Mohammad Oman. Nel 1996 alle donne viene imposto di indossare il burqa e lapidate in pubblico, qualora non avessero osservato tale regola, non è permesso di lavorare, uscire in pubblico o di guidare, sono trattate come animali, donne professioniste sono rimosse dagli incarichi più importanti e molte di loro si suicidano a causa della depressione o perché non possono comprarsi le medicine, infatti non ci sono servizi medici per loro, inoltre i mariti hanno il potere di vita e di morte sulle loro parenti donne e soprattutto sulle loro mogli, spesso vittime di violenze domestiche, il ruolo sociale è strettamente legato al loro compito di mogli, se rimangono vedove perdono ogni diritto sui figli. Vivono in una pesante condizione di inferiorità. Sono escluse dalla vita politica.
Dopo la caduta dei talebani nel 2001 le donne hanno maggiori diritti, ad oggi le donne hanno avuto il permesso di tornare al lavoro e il governo non le obbliga ad indossare il burqa. Nonostante tutto questo la repressione delle donne è ancora prevalente nelle zone rurali. In alcune zone dell’Afghanistan le donne sono ancore private dei loro diritti, perché spesso è difficile cambiare la mentalità dell’uomo. Uno dei principali strumenti di resistenza è quello di incoraggiarle a studiare, un elemento chiave contro l’occupazione e verso l’emancipazione della donna. La condizione della donna continua a peggiorare soprattutto nelle aree rurali. Secondo l’Unifem ( Fondo di Sviluppo delle Nazioni Unite per le donne) quasi il 90% delle donne afgane subisce abusi domestici, rendendo il Paese uno dei posti più pericolosi al mondo in cui essere donna Per questo motivo uno dei principali obbiettivi dell’ONU(organizzazione delle nazioni unite a carattere internazionale nata nel 1945)per i prossimi anni è rassicurare l’istruzione elementare alle bambine nel mondo e migliorare la conoscenza delle norme igieniche; sono condizioni necessarie per poter avviare le donne di moltissimi Paesi lungo la strada che porta al riconoscimento dei loro diritti fondamentali.
Nel mondo sono circa 60 milioni le spose bambine. Da una ricerca condotta, in Afghanistan risulta che il 52% delle spose non supera il 12 anni e che grazie a quei matrimoni le famiglie riescono a saldare la maggior parte dei loro debiti. Vengono rimosse dai mondi dei sogni della scuola, del mondo dei giochi e dell’ infanzia e dei sogni. Centinai di spose muoiono per complicazioni durante il parto, secondo il rapporto di Amnesty International solo 5 bambine su 100 purtroppo hanno il coraggio di denunciare le violenze subite dal marito. E la terribile scelta più delle volte è dettata dalla certezza di non poter dire di NO in una società in cui il divorzio è spesso considerato inaccettabile. Un’ esempio di ribellione verso una società viene descritto nel brano “Sposa per forza” di Marco Varvello nella quale viene descritto la storia di una ragazzina di diciassette anni nata in Inghilterra da genitori pakistani; proprio suo padre le impone di sposare un suo cugino che lei rifiuterà ma dopo le continue imposizioni e violenze da parte del padre, decide di scappare, sempre con il timore che la stessa sorte dovrà capitare anche a sua sorella minore.
Uno dei quadri più rappresentati sui diritti della donna è quello di Gustave Klimt è il dipinto in titolato “Le tre età della donna” nel quadro viene rappresentato l’ infanzia, la giovinezza e la vecchiaia della donna perché, come tutti, le donne hanno il diritto di crescere ma spesso sono vittime di violenze che le portano alla morte . “Le tre età della donna” è un dipinto su olio di tela fatto nel 1905. È una delle poche opere di Klimt presenti in Italia, precisamente a Roma nella Galleria Nazionale d’ Arte Moderna. Nel dipinto sono raffigurate le tre età della donna simboleggiate ciascuna da tre corpi nudi. Al centro del dipinto è raffigurata in modo naturalistico una giovane madre dai lunghi capelli biondi descritta in modo bidimensionale, utilizzando il colore bianco che le conferisce leggerezza e eleganza mentre abbraccia teneramente la figlia che dorme serena. La vecchiaia si contrappone alla bellezza giovanile; il corpo della donna anziana è dipinto in modo iperalistico con ventre promittente, seni cadenti e mani rugose, l’anziana è dipinta con sfumature di colore scuro che suggeriscono una maggiore plasticità e volume . La linea sottile ed incisiva che definisce i contorni delle figure è inoltre utilizzata da Klimt per descrivere i motivi decorativi nello sfondo e suddividere la tela in spazi rettangolari. Si tratta di uno stile lineare e geometrico che accentua il carattere espressivo e drammatico dell’opera. L’opera mostra un forte decorativismo e l’uso di colori smaltati come tutte le opere di Gustav Klimt.
Klimt è considerato uno dei massimi esponenti dell’ Art Nouveau, un nuovo linguaggio artistico che nacque in Francia alla fine dell’ Ottocento. Il manufatto artistico diventa accessibile a tutti, diffondendo così la bellezza estetica a un pubblico sempre più vasto. Le opere di pittura Art Nouveau si caratterizzarono ispirandosi alle forme della natura, per l’uso di linee sinuose e colori accesi e luminosi. In architettura l’Art Nouveau si espresse con linee ondulate o rigorosamente geometriche, elementi decorativi e floreali.
Molte donne hanno fatto la differenza diventando un esempio per tutti, come la prima partecipante donna delle olimpiade, Charlotte Reinagle Cooper ,fu una tennista inglese, una delle prime tenniste della storia, vincitrice di cinque titoli individuali a Wimbledon, indossando una gonna lunga fino alle caviglie, continuò a giocare fino all’ età di sessant’anni. Mori nel 1966 Le donne sono state ufficialmente ammesse alle olimpiadi nel 1900 a Parigi concorrendo in discipline come il tennis sul prato e il golf, successivamente nel 1928 a d'Amsterdam le donne debuttano nelle competizione di ginnastica e atletica. Il numero delle donne a partecipare divenne sempre maggiore finché nel 2012 nelle olimpiadi di Londra viene aggiunta un ulteriore disciplina, la boxe.
Marie Curie fu la prima donna ad essere assegnato un premio Nobel, è nata il 7 novembre 1867 in Polonia, a Varsavia. Nei suoi momenti liberi, Marie apprende la matematica, la chimica e la fisica. Un giorno un’amica l’invita a Parigi e a ventiquattro anni Marie parte per la capitale francese, li può continuare i suoi studi e incontrerà Piere Curie che diventerà suo sposo. Marie e Piere studieranno la radioattività naturale , il polonio e il radio. Nel 1903 i curie insieme a Becguerel hanno il primo premio Nobel per la chimica e la fisica. A causa della radioattività Marie muore, oggi riposa al pantheon.
I problemi delle centrali nucleari si concentrano sulla radioattività. Per radioattività si intende il processo che hanno gli atomi di alcuni elementi di emettere spontaneamente radiazioni ionizzanti. Lo sfruttamento dell’energia nucleare comporta seri problemi all’ ambiente e alla vita stessa in quanto anche se le centrali sono dotate di sofisticati dispositivi di sicurezza, possono accadere incidenti che causano dispersione di radiazione pericolose per l’uomo. Inoltre durante la fissione nucleare, processo al fine di ricavare l’energia termica vengono prodotte scorie radioattive di lunga durata, il cui smaltimento costituisce un problema di difficile soluzione. Nelle centrali nucleari la produzione di vapore per azionare la turbina si compie nel reattore nucleare. La parte fondamentale del reattore è il nocciolo dove avviene la fissione nucleare. La fissione nucleare consiste nel bombardare l’atomo dell’uranio 235 che è più fissile da un neutrone ad alta velocità; esso si scinde in due, formando due atomi più leggeri, il bario e cripto, e di massa inferiore ed emettendo tre neutroni, i neutroni liberati dalla reazione bombardano a loro volta altri atomi di uranio, dando luogo ad altre fissioni, con una reazione a catena. Dalla fissione nucleare si produce calore necessario a scaldare l’acqua e trasformarla in vapore ad alta pressione. Il vapore fa ruotare la turbina che così facendo trasmette la sua energia meccanica all’alternatore che a sua volta la trasforma in energia elettrica.
L’energia nucleare porta anche dei rischi immediati che sono rappresentati dalla radioattività che hanno portato incidenti come Three Mile Island e di Chernobyl, infatti ancora oggi sono aree radioattive, anche bambini nati dopo tre generazioni dal disastro presentano delle malformazioni o tumori
Estratto del documento

Marie curie

 Le centrali termo nucleali

 Il quartetto cetra con la canzone donna

I diritti

della

donna “Le donne hanno sempre dovuto lottare

doppiamente. Hanno sempre portare

due pesi, quello privato e quello

sociale. Le donne sono la colonna

portante della società”

Con questa frase la Montalcini definisce le donne come un elemento importante

per la società. La donna oltre ad dover affrontare i problemi che ogni giorno la vita

le presenta, è spesso vittima di discriminazioni e violenze. L’uomo la definisce

come un essere inferiore ad lui.

Rita Levi Montalcini nasce a Torino il 22 aprile 1909 e muore a cento tre anni il 30

dicembre 2012. Ha sempre sostenuto di sentirsi una donna libera, ha rinunciato a

sposarsi e ad avere una famiglia per dedicarsi interamente alla scienza.

Negli anni cinquanta scoprì il fattore di accrescimento della fibra nervosa o anche

definito NGF, scoperta che la portò nel 1986 all’assegnazione del premio Nobel

della medicina.

Rita Levi Montalcini non era solo una neurologa. Nella prima metà degli anni

sessanta la vista partecipe nell’attività del Movimento di Liberazione Femminile

per la regolazione della aborto, movimento costituito ufficialmente nel febbraio

1971 Manifesto per l’abrogazione dell’aborto a Piazza Navona (1971)

Il movimento di liberazione femminile si formò per la prima volta a Zurigo alla fine

del 1938 sull’onda delle rivolte studentesche, in occasione di una manifestazione

del febbraio del 1939 si presentò per la prima volta in pubblico come movimento di

liberazione della donna, da lì si espanse in altre città della Svizzera, della Francia e

in Italia con il nome di movimento femminista. Nel movimento si discuteva sulle

lotte contro le repressioni sessuale e contro l’ immagine stereotipata della

femminilità.

Raccolta firme per sollecitare la legge sull’aborto e digiuno a Piazza Navona

Nel programma politico del nuovo movimento si parlava di battaglie per l’

informazione e distribuzione degli anticoncezionali, liberalizzazione sull’ aborto,

contestazione dei programmi scolastici sessisti e del ruolo della donna nella

società. A questo movimento potevano anche iscriversi gli uomini.

La foto rappresenta la preparazione dei cartelli per la manifestazione contro il

mammismo dell’ 8 maggio 1971

Raccolta firme per l’aborto 1971

18 gennaio 1975 protesta per l’arresto del ginecologo Conciani e le donne

incriminate per l’aborto a Firenze. Arrestato in seguito all’apertura della clinica

abortista Cisa a Firenze

Prima del 1978 l’ interruzione volontaria di gravidanza era considerata un reato dal

codice penale italiano. In particolare causare l’aborto di una donna era punibile con

la reclusione da 7 a 12 anni, in una donna consenziente da 2 a 5 anni, invece

procurarsi l’ aborto era punibile dai 1 a 4 anni di carcere.

Per questa ragione si manifestò per l’aborto, si raccolsero firme per sollecitare la

legge sull’aborto . Il 27 maggio 1978 si votò per l’abrogazione della legge 192 che

consentì alla donna di interrompere la gravidanza nei primi 90 giorni di

gestazione , invece nei 4-5 mesi di gravidanza era possibile interromperla per

motivi di natura terapeutica

Nel 1981 gli italiani furono chiamati a votare per il referendum sull’aborto e si

dichiararono contrari solo il 32% degli italiani, in particolar modo i cattolici, infatti

secondo la dottrina cattolica la vita è un dono di Dio e di conseguenza un bene di

cui all’uomo non è dato rispondere, per loro l’aborto procurato e non per fini

terapeutici è considerato un omicidio quindi un male sempre e comunque.

La storia dei diritti della donna rappresenta un aspetto tra i più importate e

significativi dell’emancipazione e del progresso dell’umanità. È noto che per molti

secoli, si può dire fino al Novecento, alle donne non sono state riconosciute le più

elementari possibilità sociali tant’è che era impedito loro di esprimere anche l’

opinione politica attraverso il voto.

Geografia: Afghanistan

Ma ancora oggi ci sono Stati come l’Afghanistan dove i diritti della donna non

vengono rispettanti ma non è stato sempre cosi infatti nel 1940 l' Afghanistan era

una terra culturalmente vivace e piena di opportunità, nella quale le donne

indossavano gonne, guidavano, ascoltavano musica liberamente e frequentavano

l’università, perseguivano carriere nei campi più prestigiosi e uomini e donne si

mescolavano nei teatri e nei campus universitari della capitale, ma dalla prese di

potere dei talebani, gruppi di uomini guidati da Mullah Mohammad Oman. Nel

1996 alle donne viene imposto di indossare il burqa e lapidate in pubblico, qualora

non avessero osservato tale regola, non è permesso di lavorare, uscire in pubblico

o di guidare, sono trattate come animali, donne professioniste sono rimosse dagli

incarichi più importanti e molte di loro si suicidano a causa della depressione o

perché non possono comprarsi le medicine, infatti non ci sono servizi medici per

loro, inoltre i mariti hanno il potere di vita e di morte sulle loro parenti donne e

soprattutto sulle loro mogli, spesso vittime di violenze domestiche, il ruolo sociale

è strettamente legato al loro compito di mogli, se rimangono vedove perdono ogni

diritto sui figli. Vivono in una pesante condizione di inferiorità. Sono escluse dalla

vita politica.

Dopo la caduta dei talebani nel 2001 le donne hanno maggiori diritti, ad oggi le

donne hanno avuto il permesso di tornare al lavoro e il governo non le obbliga ad

indossare il burqa. Nonostante tutto questo la repressione delle donne è ancora

prevalente nelle zone rurali. In alcune zone dell’Afghanistan le donne sono ancore

private dei loro diritti, perché spesso è difficile cambiare la mentalità dell’uomo.

Uno dei principali strumenti di resistenza è quello di incoraggiarle a studiare, un

elemento chiave contro l’occupazione e verso l’emancipazione della donna. La

condizione della donna continua a peggiorare soprattutto nelle aree rurali.

Secondo l’Unifem ( Fondo di Sviluppo delle Nazioni Unite per le donne) quasi il 90%

delle donne afgane subisce abusi domestici, rendendo il Paese uno dei posti più

pericolosi al mondo in cui essere donna Per questo motivo uno dei principali

obbiettivi dell’ONU(organizzazione delle nazioni unite a carattere internazionale

nata nel 1945)per i prossimi anni è rassicurare l’istruzione elementare alle

bambine nel mondo e migliorare la conoscenza delle norme igieniche; sono

condizioni necessarie per poter avviare le donne di moltissimi Paesi lungo la strada

che porta al riconoscimento dei loro diritti fondamentali.

Italiano: Spose bambine

America Latina 5 18

Asia Oriente 0 14

Medio Oriente 2 14

Africa Subsahariana 12 26

0 5 10152025303540

< 15 an. tra 15-18

Nel mondo sono circa 60 milioni le spose bambine. Da una ricerca condotta, in

Afghanistan risulta che il 52% delle spose non supera il 12 anni e che grazie a quei

matrimoni le famiglie riescono a saldare la maggior parte dei loro debiti. Vengono

rimosse dai mondi dei sogni della scuola, del mondo dei giochi e dell’ infanzia e dei

sogni. Centinai di spose muoiono per complicazioni durante il parto, secondo il

rapporto di Amnesty International solo 5 bambine su 100 purtroppo hanno il

coraggio di denunciare le violenze subite dal marito. E la terribile scelta più delle

volte è dettata dalla certezza di non poter dire di NO in una società in cui il divorzio

è spesso considerato inaccettabile. Un’ esempio di ribellione verso una società

viene descritto nel brano “Sposa per forza” di Marco Varvello nella quale viene

descritto la storia di una ragazzina di diciassette anni nata in Inghilterra da genitori

pakistani; proprio suo padre le impone di sposare un suo cugino che lei rifiuterà

ma dopo le continue imposizioni e violenze da parte del padre, decide di scappare,

sempre con il timore che la stessa sorte dovrà capitare anche a sua sorella minore.

Inglese: women’s right

In many Islamic counties women are treated as slaves, they can’t work, drive a

car, travel , sing, go to cinema and can’t go to doctor without their husband and

father. They are considered incapable of doing anything or their own. The political

and religion is extremism, in fact they don’t have education and social life.

Sometimes in our society women are undervalue because men think that can’t

work as they do. Men think that they have to dedicate to the family. The story of

women’s rights started in the early of 1900 when a group of British women started

to fight for women’s rights: the right to equality with men and right to vote. They

were called “suffragettes”, and their leader was Emmeline Pankhurst. At the

beginning the suffragettes adopted peaceful methods but they were not

successful, so they started to organise attacks on shops and art gallery. In 1928 all

women were allowed to vote.

In the 1960s a new movement developed. It was called feminism: women

demanded the same pay as men, equal rights in law and the freedom to plan their

families. In 1975 the British government passed laws on equal pay and equal

opportunities for women and persuaded the other countries of the European

Community to guarantee that discrimination laws would be abolished.

In molti stati islamici le donne sono trattate come schiave, loto non possono

lavorare, guidare la macchina, viaggiare, cantare, andare al cinema e non possono

andare al dottore senza il marito o il padre. Loro sono considerate incapaci di fare

niente in loro possesso.

La politica e la religione è estrema, infatti loro non possono avere un istruzione e

una vita sociale.

Alcune volte nella nostra società le donne sono sottovalutate perché gli uomini

pensano che non possono fare lavori come loro, gli uomini pensano che loro

devono dedicarsi alla famiglia

La storia dei diritti della donna inizia nei primi anni del 1900 quando un gruppo di

donne iniziarono a combattere per il loro diritti: i diritti uguali come gli uomini e il

diritto di voto. Loro sono chiamate suffragette e la loro leader era Emmeline

Pankhurst. Nei primi anni adottarono metodi pacifici ma non furono sufficienti, così

iniziarono ad organizzare attacchi in negozi e azioni in gallerie. Nel 1928 tutte le

donne li fu permesso di votare.

In 1975 il governo britannico passò la legge in uguale paga e uguali opportunità

per la donna e convinse gli altri paesi della comunità europea di garantire che le

leggi di discriminazione sarebbero state abolite

Arte: le tre età delle donne

Uno dei quadri più rappresentati sui diritti della donna è quello di Gustave Klimt è il

dipinto in titolato “Le tre età della donna” nel quadro viene rappresentato l’

infanzia, la giovinezza e la vecchiaia della donna perché, come tutti, le donne

hanno il diritto di crescere ma spesso sono vittime di violenze che le portano alla

morte . “Le tre età della donna” è un dipinto su olio di tela fatto nel 1905. È una

delle poche opere di Klimt presenti in Italia, precisamente a Roma nella Galleria

Nazionale d’ Arte Moderna. Nel dipinto sono raffigurate le tre età della donna

simboleggiate ciascuna da tre corpi nudi. Al centro del dipinto è raffigurata in

modo naturalistico una giovane madre dai lunghi capelli biondi descritta in modo

bidimensionale, utilizzando il colore bianco che le conferisce leggerezza e eleganza

mentre abbraccia teneramente la figlia che dorme serena. La vecchiaia si

contrappone alla bellezza giovanile; il corpo della donna anziana è dipinto in modo

iperalistico con ventre promittente, seni cadenti e mani rugose, l’anziana è dipinta

con sfumature di colore scuro che suggeriscono una maggiore plasticità e volume .

La linea sottile ed incisiva che definisce i contorni delle figure è inoltre utilizzata da

Klimt per descrivere i motivi decorativi nello sfondo e suddividere la tela in spazi

rettangolari. Si tratta di uno stile lineare e geometrico che accentua il carattere

espressivo e drammatico dell’opera. L’opera mostra un forte decorativismo e l’uso

di colori smaltati come tutte le opere di Gustav Klimt.

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