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COM’E’ STRUTTURATO UN ARTICOLO

Ogni articolo di giornale ha caratteristiche proprie, a seconda

dell’argomento trattato, ma al centro di ciascun articolo c’è

sempre la notizia che deve essere chiara e completa.

L’articolo del giornale, chiamato anche pezzo, servizio o

reportage, in base ai principi di un corretto giornalismo, deve

seguire la regola delle “cinque w più una h”, cioè deve

soddisfare, sull’esempio del giornalismo inglese, i seguenti

cinque interrogativi:

WHO?

chi?

- Di chi parla l’articolo?

- Chi è il personaggio principale?

- Qual è il soggetto dell’informazione?

-

WHEN?

quando?

- In che momento si è verificato o si verificherà il fatto di cui si tratta?

-

WHERE?

dove?

- In che luogo è accaduto o accadrà l’avvenimento trattato?

-

WHY?

perché?

- Per quale causa è avvenuto il fatto?

-

WHAT?

cosa?

- Di che cosa parla l’articolo?

-

HOW?

come?

- In che modo è avvenuto il fatto?

-

STORIA GENERALE DELLA RUSSIA 7

Nei secoli precedenti la nascita di Cristo le vaste terre della Russia meridionale erano

abitate da popoli indoeuropei (di cui erano probabilmente la terra d'origine) come gli

Sciti, a cui si avvicenderanno i Sarmati e, nell'alto Medioevo, gli slavi; nell'area che poi

diventerà il centro del futuro stato russo, vale a dire il bacino di Mosca, per lungo

tempo prima del X secolo dimorarono genti di ceppo finnico o lituano.

Tra il III e il VI secolo dell'era cristiana, le steppe subirono, a ondate successive, le

invasioni di popoli nomadi, guidate da tribù bellicose che si dirigevano verso l'Europa

occidentale. Fu il caso, ad esempio, degli Unni e degli Avari. Un popolo turco, i Cazari,

governò la Russia meridionale durante l'VIII secolo; furono preziosi alleati dell'Impero

Bizantino e condussero diverse guerre contro i califfati arabi.

A partire dal VII secolo, gli slavi cominciarono ad avere il predominio nella Russia

occidentale e pian piano assimilarono le preesistenti tribù ugro-finniche, come i Merja,

i Muromi e i Mesceri; verso la fine dello stesso secolo entrarono nella scena russa

anche delle popolazioni di origine vichinga, i Rus', che sovrapponendosi e

successivamente mescolandosi a questo substrato diedero successivamente origine

alla Rus' kievana.

Nel 1237, il paese fu invaso dai Mongoli guidati da Genghis Khan che fondarono il

Khanato dell'Orda d'Oro localizzato tra il Don e la Volga. Negli anni intorno al 1240

compirono diverse scorrerie in tutto il territorio russo, seminando morte e distruzione;

la distruzione di Rjazan' è del 1237, l'invasione del principato di Vladimir-Suzdal' è

dell'inverno 1237-38, ed infine la messa a sacco di Kiev, la città più importante della

Rus' di Kiev, risale al 1240.

I principati russi furono ridotti in una posizione subordinata e tributaria, anche se non

vi fu una pesante ingerenza nella loro organizzazione e nei loro affari interni; i mongoli

si limitarono ad esigere tributi (la cui riscossione era spesso affidata a russi) e ad

esercitare un controllo politico restando nella loro capitale, Saraj, situata nel basso

Volga. Il dominio mongolo, o meglio il loro controllo sulla Russia, ricevette un duro

colpo nel 1380, anno della battaglia di Kulikovo in cui il principe Dimitri di Russia portò

i russi alla prima loro vittoria militare contro i mongoli; attraverso alterne vicende, il

periodo mongolo in Russia viene considerato concluso nel 1480, quando lo zar

moscovita Ivan III dichiarò decaduto ogni dovere di fedeltà verso il khan.

Nel frattempo, altre nazioni rivolgono il loro interesse alle terre russe divise e

indebolite: Svezia, Livonia e Lituania. Una delle figure più famose della storia russa del

periodo è Alessandro, detto Nevskij (della Neva), granduca di Vladimir e principe di

Novgorod, che sconfigge gli svedesi sul fiume Neva ed i livoni nella battaglia del lago

ghiacciato combattuta sul lago dei Ciudi.

Nello stesso periodo si venne affermando la supremazia dei principi di Mosca

(Moscovia) che ampliarono i territori sottoposti al loro dominio anche approfittando

della loro posizione di esattori dei tributi che le diverse regioni russe dovevano versare

all'Orda d'Oro.

Ivan IV detto il Terribile, continuò l’espansione territoriale ed assunse per primo il titolo

di zar; introdusse inoltre la servitù della gleba e la subordinazione della chiesa

Ortodossa all’autorità legislativa del sovrano. Questo periodo fu chiamato periodo dei

torbidi soprattutto per la sconveniente presenza polacca negli affari interni russi. 8

Dopo questi anni di caos, nel 1613 il potere passò alla dinastia dei Romanov, che

governò fino alla rivoluzione del 1917, guidata da Lenin, che pose fine al regno degli

zar e diede il avvio alla dittatura del proletariato.

Dopo la Prima Guerra Mondiale, la Russia si estese in Ucraina, dove dovette affrontare

una estesa ribellione popolare.

Nel 1922 si costituì l’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche (URSS). Stalin

dominò la prima fase della storia dell’URSS instaurando una feroce dittatura, durante

la quale impose la coltivazione forzata delle terre e l’industrializzazione accelerata del

Paese. Stalin è noto anche per aver ucciso, o messo nei gulag (campi di

concentramento) milioni di contadini e oppositori politici.

Nel 1941 l’URSS fu invasa dalla Germania nazista, che ignorò l’accordo di non

aggressione, preso in precedenza. Fu quindi costretta a combattere contro il suo ormai

ex alleato. Grazie anche all’aiuto degli Anglo-Americani, l’URSS riuscì ad infliggere una

pesante sconfitta ai tedeschi. 9

INTRODUZIONE: LA RUSSIA PRERIVOLUZIONARIA

Le cause della rivoluzione russa sono

molte e differenti fra loro. La Russia

prerivoluzionaria si presentava come

lo stato più arretrato d’Europa, in

condizioni di miseria e con una vita

politica praticamente inesistente. La

censura imbavagliava la stampa, una

nutrita polizia spiava la popolazione

stroncando sul nascere qualsiasi

critica al regime e la chiesa

ortodossa predicava l’obbedienza

allo zar, soprattutto nelle campagne.

Tuttavia ciò non bastava per far

scoppiare una rivoluzione. Nemmeno

l’ottusa inettitudine dello zar, la

corruzione della corte, gli intrighi e i

favoritismi reali furono sufficienti. Le circostanze che fecero la differenza furono:

l’impatto dello sviluppo capitalistico in una realtà diversa da quelle in cui il

- capitalismo si è evoluto.

La Prima Guerra Mondiale, che rivelò la debolezza dell’economia russa e

- concentrò milioni di contadini a contatto con altrettanti operai. Le due classi

sociali furono le principali vittime della situazione disastrosa dello stato e furono

le stesse protagoniste della rivoluzione.

Nel 1867, lo zar Alessandro II, abolendo la servitù della gleba, permise ai nuovi

contadini liberi di riscattare la terra. Ciò porto ad un aumento della produzione di

frumento, che permise di investire nell’industria. Si svilupparono così i primi settori

industriali russi: il tessile e il siderurgico, i quali andarono sviluppandosi fino al 1910

quando la Russia giunse ad un tale progresso da possedere un quarto del petrolio

mondiale * . Tuttavia nel 1881 il 51% di questi contadini doveva ancora finire di pagare

per la loro libertà. Nello stesso anno Alessandro II rinnovò il sistema giudiziario, dando

maggior autonomia ai tribunali, migliorò l'istruzione e attenuò la censura, avviando

così una circolazione di idee che era al momento sconosciuto in Russia, mentre nelle

altre nazioni europee era già presente da molto tempo. Se l'industrializzazione anche

in questa parte del mondo iniziava il suo cammino, procedeva tuttavia con modalità

che i paesi europei avevano sperimentato già all'inizio dell'Ottocento e ormai

superato.

1905. La famiglia dei Romanov stava a capo di una monarchia assoluta. Tuttavia,

frequenti sommosse e ribellioni costrinsero lo zar a concedere una Costituzione. Essa

però si rivelò inutile vista la minima percentuale di popolazione che poteva votare e gli

ininfluenti poteri del Parlamento (Duma). Nel 1903, nacque il Partito Socialdemocratico

russo, diviso in Bolscevichi e Menscevichi. I primi, guidati da Lenin, volevano

instaurare la dittatura del proletariato, erano la maggioranza ed erano principalmente

composti da operai generici: i più poveri. I secondi, capeggiati da Plechanov,

chiedevano più giustizia senza però rinnegare lo zar. Essi erano sopratutto operai

specializzati e piccoli borghesi. Le teorie di Lenin ponevano radici nello stesso

Marxismo (sviluppatosi in Germania nel XVII secolo); il Marxismo-Leninismo sosteneva

che la rivoluzione avrebbe avuto luogo nei paesi più poveri per la disperazione dei

lavoratori. Restava esclusa dal pensiero rivoluzionario Bolscevico la classe contadina,

ancora legata alle tradizioni e alla cultura orale. 10

LE RIVOLUZIONI

RIVOLUZIONE DI FEBBRAIO

Fra il 1916 e il 1917, le numerose

carestie e le condizioni di vita

misere del proletariato portarono

a sollevazioni popolari,

soprattutto a Pietrogrado. Il 16

Febbraio 1917, a Pietrogrado

venne imposto il razionamento

del pane in quanto le provviste di

farina sarebbero bastate per soli

12 giorni. Migliaia di operai

persero il lavoro vista la carenza

di ferro e carbone. Il Governo non

prestò sufficiente attenzione

all’agitazione che si venne a

creare in città; ma fu proprio

questa a portare alla rivoluzione.

In seguito a un gran numero di

scioperi e manifestazioni, cominciarono gli scontri a fuoco con l’esercito. Ma il 27

Febbraio la guarnigione di Pietrogrado si rifiutò di continuare a sparare sulla folla, si

unì ai manifestanti e, per la prima volta uniti, operai e soldati saccheggiarono la città.

La Duma dichiarò decaduta la monarchia e venne eletto un governo provvisorio

borghese (liberali moderati e un principe di casa reale). Tutto ciò prese il nome di

Rivoluzione di Febbraio, sebbene si fosse trattato solamente della prima parte della

Rivoluzione. In seguito a questi eventi, lo zar Nicola II abdicò in favore di suo fratello

Michele, il quale rifiutò a sua volta il potere. Esso segnò la fine dell’impero degli zar e

pose fine al regno della dinastia dei Romanov. Gli operai assieme ai contadini e ai

soldati fondarono il Soviet (consiglio) che aveva potere su città, villaggi e sull’esercito.

I Soviet erano consigli formati dai delegati dei lavoratori eletti a suffragio universale. Il

governo provvisorio abolì immediatamente la pena di morte e la censura, proclamò la

fine dei privilegi aristocratici e l’uguaglianza di tutte le religioni (nonostante

nell’Impero ci fosse una notevole maggioranza di cristiani-ortodossi). Nelle campagne

si formarono i comitati dei contadini: tutti i luoghi di discussione, in cui si affrontavano

problemi concreti e si prendevano iniziative. Gli operai chiedevano:

l’orario di 8 ore, che ottennero subito

- la previdenza sociale

- la sicurezza del lavoro

-

i soldati volevano:

un allentamento della disciplina

- la fine degli abusi e delle prepotenze degli ufficiali

-

e anch’essi ottennero una risposta immediata mediante la Carta dei Diritti del Soldato.

I contadini pretendevano:

la distribuzione delle terre dei latifondi lasciate incolte

-

furono accontentati con una riforma agraria.

Il tema centrale delle discussioni restava ciononostante la guerra. Il governo sosteneva

che si sarebbe dovuta perseguire fino alla vittoria, in contrapposizione all’opinione

pubblica, la quale desiderava la pace immediata senza la perdita di territori o penali in

denaro. 11

RIVOLUZIONE

D’OTTOBRE

I Bolscevichi non avevano

avuto un ruolo da protagonisti

nella rivoluzione di febbraio;

infatti, il partito, praticamente

clandestino, benché avesse

cinque rappresentanti alla

Duma, era privo dei suoi

dirigenti migliori, tutti in

volontario esilio all'estero o

deportati in Siberia. Anche nei

soviet che si andavano

ricostituendo in tutta la

Russia, dopo l'esperienza del

1905, la maggioranza era

quasi sempre costituita da

Menscevichi e Socialisti Rivoluzionari.

Durante l’Aprile del 1917, Lenin tornò a Pietrogrado dopo l’esilio in Svizzera. Pubblicò

immediatamente un documento intitolato Tesi di Aprile nel quale invitò il governo a

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