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Estratto del documento

L’obbiettivo di Stalin era quello di distruggere la dignità umana, quindi trasformare lo

stato in totalitarismo ( cioeè il popolo doveva “identificarsi” con il capo). Il suo scopoo

era quindi quello di fare in modo che la vita dell’uomo girasse intorno alla sua

identificazione con il capo. Per il popolo Stalin era un “dio”, è forse per questo che lo

adorarono sia prima che dopo la morte.

Saddam Hussein, uomo politico iracheno, presidente

dell'Iraq (1979-2003). Fu un membro del partito Baath

dal 1957, nel 1959 prese parte al complotto contro

Abd al-Karim Kassem, il principale protagonista del

colpo di stato che l’anno precedente aveva instaurato

la repubblica nel paese. Costretto a fuggire, Hussein si

rifugiò prima in Siria e poi in Egitto, rientrando in Iraq

nel 1963, quando Kassem fu definitivamente

rovesciato. Nel 1964, dopo la cacciata dei baathisti dal

governo, fu imprigionato; evaso nel 1966, riorganizzò il

partito nella clandestinità, preparandolo al successivo

colpo di stato che il 17 luglio 1968 portò al potere il

cugino, il generale Ahmed Hassan al-Bakr. Hussein

diventò così il numero due del regime e stabilì un

ferreo controllo sul partito e sull’esercito.

Nel 1979 spodestò al-Bakr e assunse la guida del paese, concentrando nelle sue mani

le cariche di capo dello stato e capo supremo delle forze armate.

Con Hussein, l’Iraq raffreddò i rapporti con l’Unione Sovietica, riavvicinandosi alle

monarchie del Golfo e ai paesi occidentali. Questi ultimi, temendo la diffusione

dell’influenza dell’iraniano Khomeini tra gli sciiti iracheni, fornirono un grosso sostegno

al regime di Baghdad. Autoritario e spietato, Hussein diede due parole d’ordine: arabo

e sannita, escludendo dal potere tutte le altre componenti etniche e religiose del

paese. Dopo aver colpito duramente l’opposizione laica, Hussein represse gli sciiti nel

sud e i curdi nel nord del paese.

Nel settembre del 1980, si lanciò in una cruenta e costosa guerra contro l'Iran, che si

concluse con una tregua solo nell’agosto 1988.

Verso la fine degli anni Ottanta, a causa dell’intensificarsi della repressione delle

opposizioni interne e dei curdi in particolare, contro i quali nel 1987 l’esercito iracheno

utilizzò le armi chimiche, provocando migliaia di vittime tra la popolazione civile,

Hussein perse il sostegno dei paesi occidentali. Forte comunque di un esercito ben

addestrato ed equipaggiato, grazie anche all’aiuto ricevuto dall’Occidente, il dittatore

tentò di imporsi come potenza regionale. Il 2 agosto 1990, con il pretesto di un

contenzioso territoriale, l’Iraq invase e annetté il Kuwait, scatenando una reazione a

livello internazionale che sfociò, in pochi mesi, nella cosiddetta guerra del Golfo.

Sconfitto dalla coalizione militare guidata dagli Stati Uniti con l’assenso dell’ONU, e

costretto ad abbandonare il Kuwait, Hussein soffocò nel sangue le rivolte curde e

sciite. Con la firma definitiva della resa, l’Iraq fu sottoposto a gravi conseguenze che

ne minarono ogni possibilità di ripresa.

Tuttavia, Hussein rimase saldamente in sella al regime. Nell'ottobre del 1995 il

dittatore iracheno impose e vinse incontrastato un referendum nazionale per rinnovare

il proprio mandato presidenziale di altri sette anni. L’anno seguente, approfittando dei

contrasti scoppiati tra le fazioni curde, cercò di riconquistare le regioni petrolifere del

Kurdistan iracheno, ma il tentativo s’infranse contro la reazione dell’aviazione degli

Stati Uniti e della Gran Bretagna; da allora ingaggiò un estenuante braccio di ferro con

il governo statunitense.

Nel 1997 una nuova crisi tra Stati Uniti e Iraq fu scongiurata grazie alla mediazione del

segretario dell’ONU. Tuttavia, l’ostruzionismo opposto da Hussein alle ispezioni dei

funzionari ONU incaricati di verificare il disarmo dell’Iraq provocò ulteriori tensioni e,

nel dicembre del 1998, il presidente americano Bill Clinton diede il via all’operazione

Desert Fox (“Volpe del deserto”), sottoponendo l’Iraq a un massiccio bombardamento.

Dopo l’attacco terroristico subito dagli Stati Uniti l’11 settembre 2001, Hussein fu

nuovamente sottoposto all’offensiva del governo di Washington, che lo accusava di far

parte, assieme all’Iran e alla Corea del Nord, dell’”asse del male che minaccia la pace

nel mondo”. Accusato di complicità con la rete islamica di Osama bin Laden e di aver

riavviato la produzione di armi di distruzione di massa, sotto la minaccia di un nuovo

intervento militare, consentì, nel 2002, il rientro degli ispettori dell’ONU. Nel

frattempo, dopo aver nominato il figlio a capo del Baath, Hussein venne confermato

per altri sette anni alla presidenza del paese, con un referendum che vide il 100% di

adesione al voto e il 100% di voti favorevoli al dittatore.

L’esito negativo delle ispezioni non fermò i governi di Washington e di Londra, i quali,

seppur privi del sostegno dell’ONU, nel marzo 2003 lanciarono una massiccia offensiva

bellica denominata Iraq Freedom (“Libertà per l’Iraq”), abbattendo in poche settimane

il regime di Baghdad. Dopo aver fatto perdere le sue tracce per diversi mesi, Hussein

venne catturato in dicembre dai soldati statunitensi.

L’arretratezza socio-economica spagnola,

agli inizi del Novecento, unita alla completa

decadenza dell’impero coloniale, portano a

una fase di convulsione politica: dopo il

governo filofascista di Primo de Rivera (1923-

30), che non aveva saputo conquistare né il

consenso delle masse popolari per la

mancata riforma agraria, né quello dei

borghesi e degli intellettuali insofferenti del

regime dittatoriale, la vittoria elettorale di

progressisti, sinistre e repubblicani conduce

all’instaurazione della repubblica e a un

governo riformista.

Nel 1933, però, il centro-destra vince

nuovamente le elezioni perché il governo

repubblicano, per i modesti risultati della riforma agraria e per i provvedimenti attuati

contro la chiesa, non convince l’opinione pubblica.

Nel 1936 le sinistre (repubblicani, socialisti, anarchici, comunisti) si presentano alle

elezioni unite, come in Francia, in un Fronte popolare e vincono le consultazioni; ma la

destra non accetta questo risultato e diversi reparti dell’esercito (unificati nella

Falange), con il comandante Francisco Franco, attuano un colpo di stato che divide il

Paese in due parti: una fedele alla repubblica e l’altra ai nazionalisti (franchisti,

Falange e monarchici). E’ l’inizio della guerra civile.

Mentre le democrazie liberali si rifiutano di intervenire in aiuto della Spagna

repubblicana, Italia e Germania sostengono apertamente gli insorti. Solo l’Unione

Sovietica supporta le forze repubblicane.

La guerra civile finisce nei 1939 con la vittoria nazionalista e la salita al potere del

generale Francisco Franco, che vi instaura una dittatura.

INTRODUZIONE

Includendo le acque interne, l'Asia rappresenta un terzo delle terre emerse del pianeta

ed i tre quinti della popolazione mondiale vivono in Asia. Situata quasi interamente

nell'emisfero boreale, l'Asia è delimitata a nord dal Mar Glaciale Artico, ad est dallo

stretto di Bering e dall'oceano Pacifico, a sud dall'oceano Indiano e a sud-ovest dal Mar

Rosso e dal Mar Mediterraneo. Ad ovest il confine convenzionale fra Europa e Asia è

costituito dai monti Urali; in realtà non c'è soluzione di continuità tra Europa e Asia, e

ciò giustifica l’appellativo Eurasia, che si dà al grande insieme continentale. In Asia vi

si trovano sia la massima depressione sia la massima altitudine della superficie

terrestre: la prima è costituita dal litorale del mar Morto, mentre la seconda è il monte

Everest. La parte sudorientale dell’Asia è frammentata in un vasto insieme di

arcipelaghi, che comprendono anche alcune grandi isole, come Sumatra, Giava,

Celebes e il Borneo, oltre alla Nuova Guinea. Altri gruppi insulari sono situati a nord-

est, dove si trovano Taiwan, le isole del Giappone e Sahalin. Lo Sri Lanka e i gruppi di

isole più piccole, quali le Maldive, le Andamane e le Nicobare, sono situate nell'oceano

Indiano.

TERRITORIO

Fisicamente l'Asia è strutturata in modo complesso; presenta una successione di

altipiani, di depressioni e di antiche catene montuose, di monotone superfici. La

sezione meridionale è più movimentata, ed è separata da quella settentrionale da

fasci di catene montuose. Verso est i rilievi si

attenuano. La parte sudorientale dell’Asia infine risulta

instabile: l'immagine tipica è quella dei vulcani che si

elevano sopra il mare.

IDROGRAFIA

I fiumi principali sono: Fiume Azzurro, Fiume Giallo,

Ob, Brahmaputra, Tigri, Eufrate, Gange e sono anche i

sette corsi d'acqua sono fra i dodici fiumi più lunghi del

mondo.

CLIMA

Il clima dell'Asia è vario. Vi si verificano, infatti, le

condizioni estreme: si passa dalla foresta pluviale

equatoriale alla tundra artica.

La parte settentrionale dell'Asia è perlopiù dominata dal movimento di masse

 d'aria continentali di tipo. Un clima analogo è caratteristico dell'altopiano del

Tibet e di altri altipiani.

Le regioni interne presentano climi tipici dei deserti. Le regioni a clima arido

 attraversano per intero l’Asia.

I margini orientali e meridionali sono invece caratterizzati da flussi d'aria

 monsonica. Il regime monsonico interessa la parte esterna e meridionale

dell’Asia.

 Nelle zone più meridionali la piovosità tende a distribuirsi uniformemente per

tutto l'anno. Le aree costiere dell'Asia orientale sono soggette invece a tifoni

devastanti che traggono origine dal Pacifico occidentale e dal Mar Cinese

meridionale.

L'Asia sudoccidentale presenta un diverso regime climatico a causa dei

 movimenti particolari dei monsoni che si muovono dall'oceano. Questo regime

climatico si estende dalla pianura dell'Indo, ad est, sino alle sponde

mediterranee, ad ovest.

FLORA

In Asia la vegetazione è estremamente varia. Tra i grandi domini vegetali uno dei più

vasti è quello della fascia più settentrionale dell’Asia, in Siberia, dove predomina la

vegetazione della tundra (prevalentemente muschi e licheni), e quello

immediatamente a sud, la taiga (costituita da foreste di conifere, con larici, pini e

abeti). Seguono le vaste regioni delle praterie, radi arbusti di tamerici o ciuffi di

graminacee in gran parte del Sud-Ovest; qui però la vegetazione del deserto e delle

oasi assume caratteri tropicali. Nell'Asia meridionale è presente la foresta pluviale

equatoriale (albero del pane, numerose varietà di bambù e palme…).

Più a nord dell'Equatore si trova una foresta tropicale meno fitta, che nelle zone con

una prolungata siccità invernale, assume i caratteri della savana.

FAUNA

Le specie faunistiche dell'Asia sono varie quanto i climi, i suoli e la vegetazione. Nelle

regioni settentrionali vivono in gran numero animali da pelliccia e uccelli migratori

diversi. Nella steppa e nelle regioni semiaride vivono l'antilope e diverse specie di

roditori. Pesci d'acqua dolce sono presenti dovunque; il lago Bajkal è famoso per la sua

fauna caratteristica, sebbene il grave inquinamento industriale, avvenuto in tempi

recenti, minacci la sopravvivenza di molte specie. Il più famoso animale indigeno, il

leone asiatico, è ormai prossimo all'estinzione; in queste regioni, comunque, si trovano

comunemente lo sciacallo e la iena.

POPOLAZIONE

La popolazione dell'Asia è caratterizzata da una grande varietà di tipi umani, ma i

principali sono i Mongoli e gli Europidi. L'Asia meridionale e orientale presentano le

maggiori densità, non solo dell’Asia ma anche del pianeta. Le regioni settentrionali e

interne, al contrario, presentano valori estremamente bassi: la Mongolia, ad esempio,

detiene il primato della densità più bassa del mondo. In gran parte dell'Asia

meridionale la popolazione si affolla lungo i corsi fluviali.

LINGUE

Asia orientale: tibetano, mongolo, coreano e giapponese.

- Il Sud-Est asiatico è molto diversificato, ma la sua parte peninsulare e gli

- arcipelaghi sono di cultura malese.

Nell'Asia meridionale i popoli del nord parlano una varietà di hindi imparentato

- con le lingue indoeuropee;

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