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Storia: Totalitarismi (Nazismo, Fascismo e Stalinismo)
Inglese: Biografia di George Orwell
Elettronica/Telecomunicazioni: PCM
protagonista, il lavaggio del cervello era riuscito. (Nella prima edizione inglese la somma rimaneva in
sospeso, illudendo il lettore di una possibile resistenza di Winston al lavaggio del cervello. In realtà si era
semplicemente allentato il carattere durante la stampa e per quasi trent’anni l’edizione inglese rimase con
il risultato della somma in sospeso). La cattura avvenuta proprio nel luogo ritenuto più sicuro è stata
organizzata dal partito al fine di far penetrare nel protagonista la tecnica del Bispensiero, letteralmente
pensiero ortodosso in neolingua.
Bispensiero sta a significare la capacità di condividere simultaneamente due opinioni
(George Orwell, op. cit, pg 218)
palesemente contraddittorie e di accettarle entrambe.
Un esempio di applicazione della tecnica del bispensiero avviene durante un comizio di guerra durante la
settimana dell’odio (settimana di festeggiamenti in favore delle truppe coinvolte nella guerra e insulti
contro i prigionieri nemici catturati e fatti sfilare per essere derisi dalla folla). Al comizio contro il nemico
eurasiatico, il relatore, riceve un telegramma in cui gli si comunica il cambio di alleanza dall’ Eurasia all’
Estasia. Senza scomporsi il relatore riprende immediatamente il suo discorso cambiando di colpo il nome
del nemico. Ora il nemico era l’Estasia (cosa negata pochi minuti prima) e il cambio non viene percepito
dalle persone accorse alla manifestazione che, semplicemente applaudono, come hanno sempre fatto.
[…]proprio allora era stato annunciato, così, su due piedi, che dopo tutto l'Oceania non era in
guerra con l'Eurasia ma con l'Estasia. L'Eurasia era infatti un'alleata. E, naturalmente, non si
era affatto ammesso che fosse intervenuto alcun cambiamento. Soltanto si venne a sapere, e
con una straordinaria fretta, e da per tutto nello stesso momento, che l'Estasia, e non già
l'Eurasia, era da considerare nemica. L'Odio continuava, esattamente come prima, con la sola
(George Orwell, op. cit, pg 187)
differenza che ne era mutato il bersaglio.
Il libro si conclude con l’accettazione da parte del protagonista della superiorità e dell’infallibilità del
partito. Winston risulta sconfitto e ammette di amare il Gran Fratello. (George Orwell, op. cit, pg
Egli era riuscito vincitore su se medesimo. Amava il Gran Fratello
304) BIOGRAPHY OF THE AUTHOR
George Orwell is just a pseudonym, which Eric Blair
chose before publishing his books. He chose
“George” because it sounded very English, while
“Orwell” was the name of a river he liked.
George Orwell was born in India into a middle–class
family in 1903, but he studied in England. After
having passed the exam to enter the Imperial Police,
he went to Burma, however he didn’t accept the
institutions he worked for; what is more, as the
British weren’t accepted by the local population
because they wanted to impose their ideas, Orwell
went back to England where he developed an anti–imperialistic attitude. 4
He felt he had to write about social problems and injustice, but he knew he had to experience a poor life in
order to do that; so, when he was in London and later in Paris, he lived with tramps and outcasts, he
begged food, he slept under bridges and did any kind of job in order to get money.
Later he was also commissioned by a left-wing publisher to investigate conditions among the miners and
the workers in the industrialized North of England, so once again he could experience the misery life.
Another very important experience was in the year 1936, when Orwell went to Spain, where, during the
civil war against Franco, Orwell joined the POUM, a left wing party. He thought that all the left wing groups
had to be united to defeat Franco, however the Communist party prevailed over the POUM; there was even
a fight in which Orwell was wounded, so he went back to England where he changed his political ideas.
Orwell is a political committed intellectual, who considers his art an instrument of communication;
according to him, language must be clear and direct (he said that “good prose is like a window pane”) in
order to be an instrument of information and communication.
But Orwell will be always remembered as a great author because he had courage to go against system and
write about injustice
George Orwell cannot be categorized in a movement because he didn't agrees with the fundamental ideas
of movements. He was against any kind of injustice exploitation and he didn't agree with state that cannot
guarantee the fundamental individual rights of freedom of expression and of thought: if a state cannot
guarantee these freedoms it is totalitarian and it is unfair.
DEFINIZIONE DI TOTALITARISMO
Le parole “totalitario” e “totalitarismo” compaiono per la prima volta negli scritti degli antifascisti italiani
degli anni Venti. Nel campo dell'analisi storiografica e politica, il termine “totalitarismo” cominciò ad essere
applicato in Inghilterra alla fine degli anni Venti tanto al regime fascista che a quello comunista. Questo
accostamento incontrò subito forti resistenze fra gli analisti e gli storici di sinistra che, soprattutto dopo
l'avvento del nazismo, vedevano il modello totalitario compiutamente attuato solo nei sistemi politici
guidati da Mussolini e da Hitler. Nel 1934 lo storico americano George Sabine propone la definizione di
regimi totalitari per tutti quelli in cui vi fosse l'assoluto predominio di un partito unico. Solo dopo la fine
della II Guerra Mondiale la categoria del “totalitarismo” entrò a pieno titolo nel linguaggio della storiografia
politica per descrivere le dittature monopartitiche fasciste e comuniste. Fra gli autori che maggiormente
contribuirono a definirne le caratteristiche troviamo Hannah Arendt, celebre filosofa tedesca, costretta ad
abbandonare la Germania perché ebrea. Nel 1951 pubblicò “Le origini del totalitarismo”, opera in tre parti
(Antisemitismo, Imperialismo e Totalitarismo) di cui le prime due sono premessa e condizione della terza.
L'autrice spiega che i movimenti totalitari trovano le condizioni del loro sviluppo nella moderna società di
massa e basano la propria forza su settori di essa solitamente refrattari all'attività politica ed estranei ai
partiti.
La plebe è un precedente di quello che sarà la massa per gli ebrei nel totalitarismo: i suoi
rappresentanti sono "senza mondo" perché hanno perso uno spazio stabile di riferimento, una
identità, non hanno aspettative da condividere con altri, non hanno prospettiva per guardare il
mondo, sono esposti alla manipolazione ideologica, vivono in una condizione di sradicamento.
(Hanna Arendt, Le Origini del Totalitarismo, pg 6) 5
Per questa ragione quei movimenti non si trovano nella necessità di spostare consensi verso le proprie
posizioni sottraendoli ad altre mediante le forme consuete del confronto politico della confutazione e della
persuasione, ma alle masse a cui si rivolgono, digiune di conoscenze politiche ed estranee a ogni impegno
in questioni di interesse pubblico, offrono una ideologia, ovvero un sistema articolato di credenze con cui
identificarsi fanaticamente. Il partito unico, strumento indispensabile per l'esercizio del potere totalitario,
controlla ogni aspetto della vita sociale mediante una polizia segreta onnipresente, che s'impone attraverso
il terrore. Il pensiero umano è costituito da due elementi fondamentali: la paura e la speranza. La prima
serve a sottometterlo ma senza un’ideale in cui credere la paura può trasformarsi, in alcune persone, in un
elevato coraggio in grado di rivoluzionare la realtà costituita e ciò è fortemente combattuto dai
totalitarismi. Terrore e ideologia sono dunque secondo Arendt i requisiti fondamentali del totalitarismo e
questo trova espressione in un capo carismatico che incarna il potere stesso e al quale tutti gli apparati
dello stato fanno riferimento. Egli è il depositario dell'ideologia che da lui soltanto può essere interpretata e
corretta ed è lui, infine, che individua chi debba essere additato come “nemico” potenziale o oggettivo,
contro cui attivare la macchina del terrore e la polizia segreta.
Secondo gli studiosi americani Friedrich e Brzezinski i totalitarismi sono caratterizzati da sei elementi in
comune fra loro:
1. un'ideologia che abbraccia tutti gli aspetti della vita degli individui e che proietta verso uno stadio
finale e perfetto della società;
2. un partito unico di massa, guidato da un solo capo, che riunisca una minoranza strutturata in forma
rigidamente gerarchica e raccolta intorno a un forte nucleo di militanti e fanatici e ciecamente
fedeli all'ideologia e pronti a contribuire in ogni modo al suo trionfo
3. un sistema di terrore realizzato attraverso il controllo del partito e della polizia segreta ed
esercitato sia verso i reali “nemici” del regime, sia verso intere classi della popolazione;
4. monopolio del partito e del governo di tutti i mass media;
5. monopolio dell'uso effettivo di tutti gli strumenti di lotta armata;
6. controllo centralizzato e guida dell'intera economia attraverso il coordinamento burocratico.
Se per il regime di Hitler e per quello di Stalin non vi sono dubbi a proposito del regime politico instaurato
in senso totalitario, riguardo al fascismo, definito “totalitarismo imperfetto”, vi sono forti dubbi sul fatto
che tale progetto si sia effettivamente realizzato. Il fascismo non è riuscito a dominare completamente sui
grandi gruppi economici e sul mondo della cultura e il monopolio del controllo ideologico e politico sulla
società gli è stato impedito dalla presenza di istituzioni indipendenti come la monarchia sabauda e la Chiesa
cattolica. STALINISMO
Ascesa di Stalin
L'Unione Sovietica, in seguito alla rivoluzione d’ottobre del 1917, riemerse dalla guerra civile scaturita come
conseguenza della rivoluzione fra l’armata bianca, sostenuta dai governi stranieri e composta da elementi
fedeli allo Zar che volevano mantenere lo “status quo” acquisito prima della rivoluzione, e l’armata rossa,
braccio armato composto dai sostenitori della rivoluzione contro lo Zar e i suoi seguaci, in condizioni di
arretratezza ben più gravi di quelle dell'epoca zarista. Una grave frattura si era aperta nel paese tra il
governo comunista e la popolazione, in particolare nelle campagne, dove erano state stroncate nel sangue
6
svariate rivolte contadine. Questa situazione indusse Lenin e il gruppo dirigente comunista a un radicale
mutamento di linea politica: con il X congresso del partito (marzo 1921) il comunismo di guerra (chiamato
così perché in durante la guerra civile si attuarono norme pesanti comprendenti, ad esempio, la
requisizione forzata di grano per il sostentamento delle truppe dell’armata rossa) fu abbandonato e si avvio
la nuova politica economica (NEP), consistente nell'introdurre
nuovamente elementi di profitto individuale e di libertà nella vita
economica. Restava il problema dell'industrializzazione della Russia. In un
clima di incertezza politica, Bucharin sosteneva la Nep alla quale invece
Trockij si opponeva duramente. Emerge Iosif Vissarionovič Džugašvili,
detto Stalin (acciaio in russo), che nel 1922, fu nominato segretario del
PCUS. Alleandosi in un primo momento con Bucharin e appoggiandosi ai
funzionari a lui fedeli, Stalin riuscì ad emarginare Trockij, il suo rivale
principale. Le divergenze fra i due erano inerenti la via per l'attuazione
del socialismo. Trockij sosteneva la teoria della “rivoluzione
permanente”, progressiva industrializzazione e allargamento dei confini
del socialismo, mentre Stalin sosteneva la teoria del “socialismo in un
solo paese”, puntando più sull'industrializzazione del paese piuttosto che
sull'estensione del socialismo agli altri paesi. Col lo schieramento
dell'apparato politico in suo favore perché stanco di attendere una rivoluzione internazionale, Stalin nel
1924, con la morte di Lenin, rimane il solo esponente carismatico di spicco e ottiene il pieno controllo del
partito e dell'URSS.
Pensiero di Stalin