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INTRODUZIONE
Nel mio percorso interdisciplinare ho voluto trattare alcune tematiche che hanno come punto di
riferimento il progetto di educazione ambientale, in particolare quello sul bosco, svolto nel corso dei
tre anni di Scuola Media con la professoressa Agnese Deidda, insegnante di matematica e scienze, e
in collaborazione con la Scuola Media di Vallermosa e con l’Ente Foreste di Villacidro.
Questo progetto ha permesso alla classe 3E di approfondire la conoscenza del territorio circostante,
attraverso delle visite guidate, che hanno permesso di conoscere sia la morfologia del territorio che
quella della flora e della fauna locale.
In quest’ultimo anno scolastico, inoltre, durante un viaggio di istruzione di due giorni a Monti
Mannu, la classe ha potuto migliorare le proprie conoscenze, visitando appunto il bosco di Monti
Mannu e osservando tutte le varietà di piante di cui è costituito.
Questo progetto, ci ha permesso di migliorare le nostre conoscenze ma anche di conoscere dei nuovi
amici che abbiamo potuto incontrare più volte nel corso di questo triennio. Scienze
♦
Il bosco e le sue funzioni.
Il bosco o selva è un'ampia superficie di terreno coperto da alberi, solitamente d'alto fusto. Le forme
di vita che troviamo in esso sono molto numerose, a partire dalle piante: alberi, arbusti ed erbe
formano una schiera di differenti specie. In Italia, escludendo parte delle specie importate da altri
paesi, se ne contano ben 5599. In realtà, un bosco dovrebbe avere un'estensione minima di 2.000
m², con altezza media degli alberi di almeno di 5 m ed una larghezza minima di almeno 20 m. Le
leggi ed i regolamenti forestali delle varie regioni italiane propongono, dal punto di vista legislativo,
parametri diversi, ma comunque simili alla definizione precedente. I boschi crescono in qualsiasi
tipo di zona e in presenza dei più disparati climi offrendo, proprio per questi elementi, la
composizione di diverse specie. Osservando con un po’ di attenzione i nostri boschi capiamo subito
che il bosco si presenta con diverse forme a seconda delle differenti condizioni ambientali in cui si
trova. La Sardegna è caratterizzata da un immenso patrimonio boschivo che da sempre è l’orgoglio
del popolo sardo, che nei millenni l’ha saputo tutelare dai fenomeni del disboscamento.
La Sardegna vanta l’invidiabile record di avere una superficie forestale che copre più della metà
dell’isola (50,36%),con tantissime foreste aperte al pubblico e visitabili attraverso tanti percorsi. I
sentieri a volte sono indicati con cartelli indicatori e alcune foreste sono provviste di sentieri
didattici. I boschi di latifoglie rappresentano la quasi totalità dell’area forestale. Tra le categorie
arboree più presenti spiccano le leccete (quasi il 50%), seguite dalle sugherete (quasi il 30 %) e dai
querceti di roverella (quasi il 16%).
La vastità dei boschi sardi ha permesso anche una tutela della fauna locale. Anche in Sardegna però,
molte specie sono a rischio di estinzione, ma grazie al ripopolamento il numero di queste specie è in
continuo aumento. Grazie alle foreste dell’isola, i mufloni, i cervi e i daini sardi possono avere la
speranza di diventare numerosi come molti anni fa.
Nel nostro territorio oltre ai boschi di lecete, sugherete e querceti di roverella è presente la macchia
mediterranea tipica delle regioni mediterranee costiere. Essa è caratterizzata da piante sempreverdi
e nonostante le diverse specie tutte hanno delle caratteristiche comuni: crescita bassa, fusti
resistenti, foglie rigide e coriacee.
Le specie arbustive tipiche sono:
♣ Erica arborea (Erica) ♣ Cistus salviifolius (Cisto femmina)
♣ Pistacia lentiscus (Lentisco) ♣ Laurus nobilis (Alloro)
♣ Cistus incanus (Cisto maschio) ♣ Arbutus unedo (Corbezzolo)
♣ Cistus monspeliensis (Cisto marino) ♣ Myrtus communis (Mirto)
♣ Rosmarinus officinalis (Rosmarino) ♣ Phillyrea latifolia (Ilatro)
♣ Phillyrea angustifolia (Ilatro sottile) ♣ Spartium junceum (Ginestra odorosa)
♣ Calycotome spinosa (Ginestra spinosa) ♣ Lavandula stoechas (Lavanda selvatica)
Relazione sul viaggio di istruzione di due giorni nella Foresta di Montimannu.
Il viaggio si è svolto mercoledì 12 Novembre 2008 insieme alla classe 3°B.
Alle h.8.30 lo scuolabus ci aspettava per accompagnarci alla “Locanda del Parco”, struttura ricettiva
realizzata dal recupero dei locali dell’ex colonia.
Durante il tragitto abbiamo vista la diga sul Rio Leni, una volta superata la diga abbiamo incontrato
una vera e propria foresta caratterizzata da: lecci, olivastri, corbezzoli, fillirea e da tutte le piante
tipiche della macchia mediterranea.
Nella zona chiamata “Canale Serci” abbiamo potuto vedere la presenza della vecchia miniera e una
bella palazzina che attualmente ospita la direzione dell’Ente Foreste.
Continuando il nostro tragitto siamo arrivati al Vivaio “Camp ‘E Isca”, ricchissimo di tutte le specie
della macchia mediterranea e non solo.
Una volta arrivati alla “Locanda del Parco” abbiamo depositato i bagagli e ci siamo abbigliati per
l’escursione alle cascate di “PiscinIrgas”.
Successivamente ci siamo recati alla “Cantina Ferraris”, costruita ai primi del ‘900 dall’ingegner
Ferraris, che dirigeva il taglio del bosco nella foresta di Monti Mannu. I boscaioli incaricati del tagli
erano dei professionisti toscani che si rifornivano alla cantina Ferraris di tutti i viveri necessari
(olio, latte, vino, pane, ecc.).Poi abbiamo continuato il percorso lungo il sentiero 109 che ad un
certo punto si biforca: noi abbiamo svoltato per il sentiero 113, la nostra meta erano infatti le
“Cascate di PiscinIrgas” come indicato dal cartello.
Guidati da sign. Mundino (fratello della prof.ssa) e dalla prof. Deidda abbiamo iniziato a percorrere
il sentiero attraversando il rio Cannisoni grazie ad un ponte in ferro realizzato anni fa dagli scout: la
prima parte del sentiero è stata molto faticosa perché era tutta in salita.
Durante il tragitto abbiamo notato resti di carbonaie e delle vecchie case che servivano come rifugio
per animali e capre. Dopo varie soste siamo riusciti ad arrivare a 610 m di altitudine. A questa
altezza abbiamo potuto ammirare:
∆ Punta s’acqua piccinna (1012m)
∆ Punta Magusu (1023m)
∆ Punta Piscinirgas(685m)
Ed ecco che dopo aver ammirato lo splendido panorama abbiamo ripreso il cammino e dopo circa
20 minuti siamo finalmente arrivati alla cascata del Rio Oridda.
Abbiamo potuto anche ammirare delle maestose piante di mirto con fusti molto grossi e robusti e
molti esemplari di corbezzolo.
Poi verso le 15.00 abbiamo ripreso il nostro sentiero e siamo tornati alla “Locanda del Parco”.
Il giorno dopo, invece, la Forestale ci ha accompagnato alla ex caserma per vedere i cervi.
Ne abbiamo visto circa otto fra cui il maschio dominante, erano veramente belli ed attraverso i
binocoli siamo riusciti a vederli da vicino. I cervi si sono estinti e poi sono tornati a Montimannu
con un intervento di ripopolamento portato avanti dalla Forestale negli anni “80 e “90.
Il cervo è considerato come il più importante esemplare di fauna sarda, secondo gli studiosi è stato
introdotto in Sardegna nella Preistoria.
Il cervo si è adattato all’ambiente in cui vive ed è definito unico per il suo endemismo anche se
negli anni i cervi stanno diminuendo; le cause della diminuzione dei cervi sono diverse:
≈ deforestazione
≈ incendi
≈ caccia(aperta fino al 1939)
≈ bracconaggio
Per evitare l’estinzione si è creata un attività di ripopolamento: nel 1980/90 sono state create delle
zone chiuse dove i cervi sono ancora presenti.
A Monti Mannu ci fu la reintroduzione nel 1987 ed ora sono riusciti a raggiungere un numero
consistente. Ora le specie in Sardegna sono circa 6000.
Il viaggio d’istruzione ha previsto anche che la Forestale tenesse una lezione sulle funzioni del
bosco nella sala conferenze della “Locanda del Parco”.
Il bosco è produttore d’ossigeno ha una:
◊ f. protettiva
◊ f. produttiva
◊ f. paesaggistico-ricreativa
◊ f. della salvaguardia della biodiversità
Funzione protettiva
Il bosco protegge il suolo da erosioni, desertificazioni, dissesto idrogeologico e frane.
L’erosione è un’insieme di processi che conducono alla degradazione e spesso al livellamento di un
rilievo e in generale alla disgregazione delle rocce.
L’erosione è dovuta alle violente raffiche di vento, piogge e ghiaccio. La pioggia violenta infatti
stacca dalla parte più solida del terreno delle particelle di terra.
Il bosco, attraverso la sue chiome, intercetta le gocce di pioggia e le fa giungere al suolo con meno
violenza, anche la lettiera (resti di fogli, rametti…) protegge il suolo dalla pioggia violenta.
L’acqua assorbita dalla lettiera viene portata in profondità ed arricchisce le falde acquifere
rendendola utile per l’uomo.
Le frane si verificano quando le pendici dei monti, prive di vegetazione, sono colpite da piogge
violente.
Funzione produttiva
I prodotti del bosco sono: × legna da ardere e da lavoro
× carbone
× sughero
× funghi
× ghiande
× castagne
× mirto
× more
× carrube
Funzione paesaggistico-ricreativa
Il bosco,spesso,viene utilizzato dai turisti per scampagnate e aree per picnic.
Funzione della salvaguardia della biodiversità
Le piante caratteristiche sono: Ω piante erbacee ed arbustive
Ω funghi
Ω mammiferi
Ω insetti
Ω alberi(leccio,sughera…)
Ω uccelli
Dopo questa lezione, siamo scesi al vivaio ma nonostante la pioggia siamo riusciti a visitarlo.
Quando siamo arrivati gli operai forestali stavano preparando delle vitocelle e così, visto il
tempo,anche noi abbiamo dato una mano.
Verso le 12.30 siamo tornati alla “Locanda del Parco” abbiamo pranzato e poi abbiamo preparato i
bagagli e abbiamo aspettato il rientro a casa.
Alle 16.00, è arrivato lo scuolabus e tutti siamo tornati a Villacidro.
E’ stata un’esperienza bellissima e ci siamo divertiti tantissimo. Geografia
♦
La deforestazione e la desertificazione
Con il termine deforestazione si indica l’azione dell’uomo che sottrae continuamente il territorio
alle foreste senza un’adeguata riforestazione. L’uomo ha sempre sfruttato le risorse forestali, il
legno infatti è stato utilizzato come materiale da costruzione e, fino alla scoperta dei combustibili
fossili, come fonte energetica.
Oggi l’uomo distrugge le foreste in maniera sistematica per sfruttare risorse minerarie, ricavare
terreni per l’agricoltura, costruire dighe per produrre energia elettrica e tracciare strade e ferrovie.
Inoltre, gli alberi vengono abbattuti perché destinati ad usi industriali come la produzione di carta.
Le foreste più colpite dalla deforestazione sono le foreste pluviali, e in particolare quella
amazzonica.
Si calcola che ogni anno 12 milioni di ettari di foresta vengono distrutti dalla deforestazione. Le
foreste sono danneggiate inoltre dall’agricoltura del “taglia e brucia” e dalla attività dei raccoglitori
di legna da ardere. L’agricoltura del taglia e brucia consiste nell’abbattere gli alberi e poi incendiare
il sottobosco rimanente. Una volta terminato l’incendio si deposita sul terreno della cenere che lo
fertilizza però per poco tempo. Dopo pochi anni si deve abbandonare il terreno e disboscare un’altra
area.
L’abbattimento delle foreste causa gravi danni all’ambiente. Infatti le principali conseguenze della
deforestazione sono:
Alterazione del clima: distruggere le foreste pluviali significa accelerare il cambiamento
climatico. Le foreste pluviali producono, infatti, la metà dell’ossigeno fornito dalla
vegetazione dell’intero pianeta e, attraverso la fotosintesi eliminano grandi quantità di
anidride carbonica dall’atmosfera. Abbattendole, quindi si riduce l’ossigeno e si aumenta
l’anidride carbonica che concorre a far aumentare le tempre tura dell’atmosfera.
Estinzione di un gran numero di specie animali e vegetali: la foresta pluviale è un
ecosistema particolare che una volta compromesso, non può essere integralmente