L'Odissea Moderna– Il viaggio e le sue declinazioni.
Italiano - Primo Levi
Primo Levi è uno scrittore che si distingue nel panorama della letteratura italiana perché la sua vita è stata segnata da un’esperienza tragica: la deportazione nel campo di concentramento d’Auschwitz durante la seconda guerra mondiale. La seconda guerra mondiale e la caduta del fascismo fungono da sfondo o da trampolino di lancio per un profondo rivolgimento culturale e letterario, il neorealismo.
Nel 1945 questa nuova filosofia fu adottata nella letteratura, dove alcuni giovani intellettuali cominciano a manifestare un impegno concreto nella realtà sociale e politica del paese. Tra i maggiori esponenti di questo pensiero furono sicuramente Pavese, Vittorini, Moravia, e Primo Levi. Il Neorealismo è una tendenza artistico-letteraria che si affermò soprattutto nel periodo del dopoguerra: gli autori neorealisti intendevano rappresentare la realtà contemporanea della guerra e del dopoguerra, per dare testimonianza di un’epoca che segnò la vita del popolo italiano. Il bisogno di rappresentare storie di vita vissute in prima persona, comportò la scelta della prosa, l’adozione di un linguaggio chiaro e comunicativo. Gli scrittori guardavano all’esperienza letteraria del verismo (Verga), ma la letteratura neorealista era anche una letteratura impegnata, con lo scopo di aiutare a prendere coscienza della situazione contemporanea. Da qui il nascere di una serie di iniziative culturali: vennero fondate alcune riviste sulle quali condurre il dibattito. La rivista più importante fu “Il Politecnico” di Elio Vittorini.
In questo periodo si diffonde anche il pensiero gramsciano. Antonio Gramsci fondatore del partito comunista, proponeva agli intellettuali di annullare la separatezza fra gli intellettuali e il popolo, invitandoli ad una letteratura nazional-popolare.
Un autore che sicuramente si distinse fu proprio Primo Levi, ma non solo per le opere letterarie, ma perché oltre ad essere scrittore e poeta, fu anche testimone di terribili atrocità raccontate nelle sue opere. Nato a Torino nel 1919, ebreo, appartenente a una famiglia borghese, laureato in chimica. Levi è un antifascista e dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 si unisce a un gruppo di partigiani, ma viene ben presto arrestato e inviato in un campo di concentramento di Fossoli presso Modena, da qui, nel febbraio del 1944, è deportato ad Auschwitz in Polonia, in un campo che univa il lavoro forzato al vero e proprio sterminio degli ebrei.
Qui rimane per circa un anno, finché i tedeschi in fuga non lo abbandonano insieme con altri prigionieri ammalati. Essendo scampato allo sterminio, Levi sente il dovere di testimoniare la realtà dei campi nazisti, di scrivere anche a nome di tutti gli altri che sono morti. Da quest’esigenza nasce il romanzo-testimonianza “Se questo è un uomo”, pubblicato nel 1947. Un altro importante romanzo è “La tregua” in cui narra il ritorno dalla Polonia. Si tratta di una scrittura oggettiva, che non accusa nessuno e vuole solamente mettere in luce la bestialità umana. Nonostante i successi letterali e l’attiva partecipazione alla vita del suo tempo, Levi non è mai riuscito a dimenticare l’angoscia del Lager. È stata probabilmente la ferita insanabile prodotta da questa dolorosa esperienza a spingere al suicidio lo scrittore torinese che si è tolto la vita nel 1987.
Biografia
Primo Levi nasce a Torino, nel 1919, da una famiglia ebrea, di estrazione intellettuale, che eserciterà un'influenza considerevole sulla sua formazione culturale: in particolare il padre, ingegnere, determinerà in lui quell'amore per la ricerca scientifica e per la letteratura che costituiscono le componenti essenziali della sua personalità.
Nel 1934 si iscrive al liceo classico "Massimo D'Azeglio" di Torino, dal quale uscirono i principali
esponenti dell'antifascismo torinese. Nel 1937 si iscrive alla facoltà di Chimica dell'Università di Torino. La fase iniziale dell'esperienza universitaria è serena e stimolante, ma nell'anno successivo (1938) esplode in Italia la campagna antirazziale e per il giovane è un trauma senza precedenti, visto lo stato di isolamento in cui gli studenti ebrei vengono a trovarsi. L'8 settembre, il giorno stesso dell'armistizio, dopo aver assistito all'ingresso delle truppe tedesche in Milano, Levi lascia l'impiego di chimico, fugge a Torino e si trasferisce in Val d'Aosta insieme alla madre.
Qui conosce alcuni giovani appartenenti al movimento "Giustizia e Libertà" e con essi costituisce una "banda"; contemporaneamente prende contatto con i partigiani operanti nella zona. 13 dicembre 1943 trecento militi fascisti
circondano il rifugio dove Levi si trova con i compagni, lo catturano e lo sottopongono a ripetuti
maltrattamenti e interrogatori, durante i quali Levi ammette la propria condizione di "cittadino italiano di razza ebraica", viene, quindi, trattenuto ed inviato all'inizio del '44 al campo di Fossoli, presso Modena e successivamente ad Auschwitz, nell'alta Slesia. Qui, dopo una prima selezione, viene destinato al campo di lavoro di Monowitz, dove i prigionieri venivano giornalmente utilizzati come mano d'opera nella fabbrica di gomma, detta "buna".
La prigionia nel campo si prolunga fino al 27 Gennaio del 1945, quando il fronte tedesco orientale cade in mano all'Armata Rossa e le SS abbandonano il Lager trascinando con loro tutti i prigionieri in grado di affrontare una lunga marcia e lasciando al loro destino ottocento infermi, tra cui Primo Levi. Trascorreranno dieci giorni, prima che una pattuglia russa giunga in vista del campo, dal quale sarà dimesso dopo un mese. Avrà inizio per lui la tormentosa odissea del rimpatrio, che si concluderà all'incirca un anno dopo. Il resoconto delle traversie subite dal giorno della liberazione al suo rientro in Italia costituisce l'argomento del libro La tregua.
Appena rientrato sente l'urgenza di scrivere i suoi ricordi di prigionia e si dedica con grande fervore alla stesura dell'opera Se questo è un uomo. In seguito Levi pubblicherà altre opere di notevole riconoscimento, ma il travaglio spirituale ed umano dello scrittore ha fine l'l1 aprile 1987, quando, con un gesto che susciterà meraviglia e cordoglio tra intellettuali e lettori, pone fine volontariamente alla propria vita.
Se questo è un uomo - Primo Levi
Trama
Le vicende narrate nell'opera Se questo è un uomo hanno inizio dall'arresto dell'autore da parte dei militi fascisti il 13 dicembre 1943 con il successivo trasferimento nel campo di Fossoli presso Modena, dove, assieme ad altre centinaia di ebrei italiani attende l'annuncio della sua destinazione.
Levi viene trasferito su di un convoglio verso il campo di Auschwitz nell'Alta Slesia: il drammatico
viaggio è posto sotto la scorta delle SS tedesche ed è compiuto assieme a donne, vecchi e bambini,
chiusi sui carri merce, in un lento percorso di deportazione e di dolore.
Giunti a destinazione, prende avvio il meccanismo dell'annientamento: coloro che possono essere
utilizzati come mano d'opera vengono selezionati e condotti nei campi di lavoro; tutti gli altri, inabili, bambini ed anziani "… scomparvero così, in un istante, a tradimento …".
Gli abili al lavoro vengono trasferiti al loro campo, dove ha inizio la disumanizzazione ed il violento avvilimento dei nuovi arrivati: spogliati fisicamente ed umiliati moralmente, rivestiti con casacche, tatuati con il numero di matricola, si trasformano da uomini in "Haftlinge", prigionieri, privati di dignità e di nome.
La narrazione prosegue con la descrizione del Lager e del lavoro che vi viene svolto: il campo è
composto da sessanta Blocks (baracche); i prigionieri sono divisi per nazionalità, ma anche per
'categorie', tra cui i tedeschi ariani, i politici, i criminali.
Gli internati svolgono un lavoro massacrante sotto la direzione di un Kapo e vengono trasferiti ogni
giorno presso la fabbrica di gomma, la Buna: moltissimi soccombono alla fatica, al freddo, alla fame ed alle malattie.
La lotta per la sopravvivenza viene compiuta, però, con armi diverse: è una lotta ridotta a meccanismi primitivi, dove ha la meglio la selezione naturale, che divide drammaticamente gli uomini in due categorie che l'autore definisce significativamente con due appellativi, i "sommersi" ed i "salvati".
Per un incidente ad un piede, Levi potrà rimanere in infermeria per una ventina di giorni: qui assiste, anche, alla procedura sbrigativa ed atroce con cui le SS prescelgono coloro che sono destinati alle camere a gas.
Grazie al suo amico Alberto, Levi decide di sottoporsi all'esame per entrare a far parte dei 'Kommando chimico': la prova consiste in un esame di chimica sostenuto davanti al dottor Pannwitz, 'ariano puro', che interroga Levi, in lingua tedesca. Miracolosamente l'esame è superato e, con esso, si apre la possibilità di entrare a far parte del laboratorio annesso alla Buna e la speranza di sopravvivere, così, ad un altro durissimo inverno.
L'autore ricorda con affetto il suo rapporto con Lorenzo, un operaio civile presso la Buna, che lo aiuterà a mantenersi vivo, fornendogli ogni giorno un pezzo di pane e dei cibo, ma soprattutto il calore della sua amicizia. Si arriva così all'Ottobre del '44, quando, per ridurre il numero dei prigionieri, le SS non esitano ad utilizzare il già sperimentato e sbrigativo sistema della “selezione", sbarazzandosi degli internati meno validi al lavoro, inviandoli alla camera a gas.
Intanto sono iniziati i bombardamenti sull'Alta Slesia da parte degli alleati: la Buna è colpita ed
arrivano notizie sul decorso della guerra; non per questo il lavoro viene rallentato; la vita all'interno del campo non cambia.
Nel Gennaio del '45 il fronte russo è vicino ed i tedeschi, sentendo imminente la fine, si adoperano per evacuare i campi di sterminio e distruggere gli impianti dei Lager.
Levi, malato di scarlattina, è ricoverato nell'ospedale interno ed assiste alla partenza dal campo da
parte dei compagni, che moriranno tutti durante la marcia.
Tra gli ottocento rimasti, Levi è uno dei pochi a sopravvivere e racconta, sotto forma di diario, gli
ultimi dieci terribili giorni fino all'arrivo dei russi, che provvederanno alle operazioni di soccorso dei pochi superstiti che si aggirano come spettri per le rovine del campo, ormai abbandonati a se stessi dai loro aguzzini.
IL VIAGGIO – PRIMO CAPITOLO
“Ma il mattino del 21 si seppe che l’indomani gli ebrei sarebbero partiti. Tutti: nessuna eccezione.”
“I vagoni erano dodici, e noi seicentocinquanta; nel mio vagone eravamo quarantacinque soltanto, ma era un vagone piccolo.”
“[…] vagoni merci, chiusi dall’esterno, e dentro uomini donne bambini, compressi senza pietà come merce di dozzina, in viaggio verso il nulla, in viaggio all’ingiù, verso il fondo. Questa volta siamo dentro di noi.”
“ Gli sportelli erano stati chiusi subito, ma il treno non si mosse che a sera. Avevamo appreso con sollievo la nostra destinazione.”
“Dalla feritoia, nomi noti e ignoti di città austriache, Salisburgo, Vienna; poi cèche, infine polacche.”
“Nessuno tentava più, durante le soste, di comunicare con il mondo esterno: ci sentivamo ≪dall’altra parte≫.”
Il contesto storico-sociale delle opere
La Germania nel primo dopoguerra e il Nazismo
Al termine della prima guerra mondiale avvennero significativi cambiamenti, che avrebbero dato vita ad una nuova configurazione politica dell'Europa, come il crollo dei grandi imperi (Russo, Ottomano e Austro-ungarico).
Anche le società europea e statunitense si trasformarono, divenendo sempre più società di massa: i nuovi mezzi di comunicazione diffondevano comportamenti che un tempo erano tipici solo dell'alta borghesia ed anche l'economia mondiale era ormai una economia integrata, perché ogni paese dipendeva economicamente dagli altri.
In particolare in Germania la guerra aveva provocato enormi danni e la svalutazione del marco del 1923 aveva colpito soprattutto le classi medie ed i piccoli risparmiatori. Già allora c'era stato un tentativo di colpo di stato da parte dei nazionalsocialisti (nazisti), guidati da Adolf Hitler (Monaco 1923).
Il nazismo era un movimento fortemente nazionalista che voleva il ritorno della Germania ad una
condizione di grandezza e potenza economica, militare e politica. Essi promettevano la creazione di una società senza conflitti tra le classi sociali in cui le condizioni di vita sarebbero migliorate a vantaggio di tutti, erano contrari alla sinistra ed accusavano socialisti e comunisti di danneggiare la Germania con la loro politica. I nazisti sostenevano che era necessario combattere contro il potere delle grandi banche e quello che chiamavano "il capitalismo finanziario internazional-giudaico", intendendo i grandi gruppi finanziari in cui gli ebrei occupavano spesso posizioni importanti. Il nuovo movimento fu perciò fin dall'inizio, fortemente ostile agli ebrei, molto numerosi in Germania. I seguaci di Hitler si presentavano come un gruppo molto combattivo e deciso, pronto a lottare per un futuro migliore di tutta la Germania, ma, in realtà, essi facevano ricorso alla violenza con le squadre armate, le SA, cioè i "reparti di assalto ".
Nelle elezioni del 1932 il Partito nazionalsocialista ottenne il 37% dei voti grazie all'appoggio di diversi gruppi sociali: dei contadini, fortemente danneggiati dalla diminuzione dei prezzi dei prodotti agricoli; di artigiani, negozianti ed impiegati, ovvero di quella piccola e media borghesia che era stata gravemente colpita dalle ricorrenti crisi economiche; dei nazionalisti, che volevano vendicare la sconfitta del 1918. Così il Nazismo divenne un grande partito di massa: esso crebbe strumentalizzando l'esasperazione della gente, indirizzandola contro il presunto pericolo rappresentato da comunisti ed ebrei ed offrendo ai tedeschi l'illusione di sentirsi uniti, borghesi e proletari, contro un solo immaginario nemico.
All'inizio del 1933, Hitler divenne cancelliere. Le riunioni politiche e la stampa furono poste sotto
controllo, poi furono sospese le libertà garantite dalla Costituzione. Furono indette nuove elezioni in un clima di paura e di intimidazione: i nazisti aumentarono ancora i loro voti, ma non ottennero la
maggioranza. I deputati comunisti furono allora accusati di avere incendiato il palazzo del parlamento e furono espulsi; alcuni deputati socialisti furono arrestati. Hitler e le forze che l'appoggiavano ebbero così la maggioranza ed i poteri del parlamento passarono al governo. Infine nell'estate furono sciolti tutti i partiti: in pochi mesi i nazisti erano diventati i padroni di tutta la Germania e Hitler assunse il titolo di Fuhrer (condottiero) ed i pieni poteri, fondando il cosiddetto Terzo Reich, cioè il terzo impero tedesco, dopo il Sacro Romano Impero Germanico e l'Impero Tedesco. Furono eliminati gli oppositori politici, compresi anche alcuni sostenitori in cui non aveva fiducia, in particolare le SA erano molto potenti ed avevano contribuito al suo successo elettorale, ma al loro interno vi erano molti che chiedevano lo scioglimento dell'esercito ed un controllo sui dirigenti della finanza e dell'industria, provvedimenti che avrebbero privato il Fuhrer del sostegno dell'esercito e dell'alta borghesia, perciò nel Giugno del 1934 Hitler fece assassinare i capi delle SA, utilizzando le SS, squadre di protezione.
L'ebraismo e lo sterminio degli ebrei.
Dopo la nomina di Hitler alla carica di cancelliere, nel giro di pochi mesi tutti i partiti e i sindacati furono sciolti, ogni libertà soppressa, ogni opposizione al regime fu proibita ed i libri che contenevano idee non in accordo con il nazismo furono distrutti.
Gli uomini o gruppi politicamente contrari al regime vennero rinchiusi nei campi di concentramento, i cosiddetti "lager" (creati nel 1933) qui gli oppositori erano condannati ai lavori forzati e vivevano in condizioni durissime, tali da provocarne spesso la morte.
Si può parlare di Olocausto, e con questo termine si intende la persecuzione e lo sterminio di circa sei milioni di ebrei. I nazisti che raggiunsero il potere in Germania, nel Gennaio del 1933, erano convinti che il popolo tedesco fosse una “razza superiore”, mentre gli ebrei una “razza inferiore” che rappresentava solo pericolo.
Gli ebrei erano stati uno dei bersagli principali della propaganda nazista, e già nel 1933 le SA avevano compiuto diverse azioni contro le comunità ebraiche tedesche: queste erano accusate di essere tutt'uno con la grande finanza internazionale, responsabile della crisi e della miseria della Germania e vennero presentate come un corpo estraneo allo stato, infiltrato nella nazione tedesca per guastarla. La ferocia nazista nei confronti degli ebrei, in realtà, derivava da un atteggiamento che era già presente in Germania ed in Europa da tempi remoti, anche se negli ultimi centocinquanta anni, nei paesi dell'Europa occidentale, si era molto attenuato .
L'ostilità, la diffidenza o il pregiudizio negativo nei confronti degli ebrei è noto con il nome
antisemitismo, anche se gli ebrei sono solo una delle tante famiglie che si fanno risalire alla comune
famiglia semitica. Questo dipende dal fatto che solo gli ebrei hanno vissuto per secoli nei vari paesi
d'Europa, a stretto contatto con le sue popolazioni, ma senza convertirsi al cristianesimo, anzi
conservando la loro religione, la loro cultura e le loro usanze.
Queste capacità, associate al fatto che molte attività e funzioni sociali fossero loro proibite, spinsero molti a dedicarsi al commercio, all'artigianato ed alle libere professioni, svolgendo, spesso, un ruolo importante dal punto di vista economico e culturale.
Dall'inizio del Cinquecento, poi, essi furono costretti a vivere nei ghetti, quartieri cittadini, chiusi e
sorvegliati da guardie cristiane a cui si doveva chiedere il permesso di uscita e di ingresso, vietati dopo il tramonto.
Questi gruppi di ebrei continuarono a vivere sotto l'incubo di periodici episodi di violenza
antisemita da parte di folle inferocite e fanatiche che assalivano i quartieri ebraici, devastando e
saccheggiando, incoraggiate indirettamente dalle autorità, che trovavano comodo scaricare sugli ebrei il malcontento popolare.
Questa situazione generale perdurerà in Europa fino all'affermarsi del Nazismo in Germania ed
all'affermazione delle teorie razziste che portarono allo sterminio sistematico degli ebrei, uomini e donne, vecchi e bambini, rinchiusi nei lager e sterminati nelle camere a gas: sei milioni, dei dieci che vivevano complessivamente sui territori occupati dal Terzo Reich, furono così massacrati.
1938 – Le leggi razziali del fascismo
Le leggi razziali del fascismo furono una vergogna e una infamia imperdonabile. Quelle leggi, portarono alla morte migliaia di ebrei e provocarono sofferenze indicibili, paura, terrore, angoscia e miseria.
Le leggi razziali furono emanate nel 1938: esattamente il 14 luglio con la pubblicazione del famoso "Manifesto del razzismo italiano" poi trasformato in decreto, il 15 novembre dello stesso anno, con la firma di Vittorio Emanuele III di Savoia, Re d'Italia e imperatore d'Etiopia "per grazia di Dio e per volontà della nazione" .
Con il manifesto e con le leggi successive, agli ebrei venne proibito, tra l'altro, di prestare servizio militare, esercitare l'ufficio di tutore, essere proprietari di aziende, essere proprietari di terreni e di fabbricati, avere domestici "ariani". Gli ebrei venivano anche licenziati dalle amministrazioni militari e civili, dagli enti provinciali e comunali, dalle banche, dalle assicurazioni e dall'insegnamento nelle scuole di qualunque ordine e grado. Infine, i ragazzi ebrei non potevano più essere accolti nelle scuole statali.
Una vera e propria tragedia per migliaia di persone. Le colpe del regime di Mussolini furono gravissime, ma la tendenza generale è, ancora oggi, quella di addossare tutto alla "follia" nazista.
Ed ecco, il 5 agosto del 1938, comparire nelle edicole e nelle librerie, il primo numero del giornale "La difesa della Razza" diretto da Telesio Interlandi. Interlandi era un giornalista e uno scrittore sulla cresta dell'onda che già dirigeva, su richiesta di Mussolini, il quotidiano “Il Tevere”.
Gli scritti di Interlandi, comunque colto e preparato, erano già di un razzismo ripugnante.
La rivista, fu il prodotto giornalistico più vergognoso e infame del fascismo.
Il primo numero è pieno di vergognose scempiaggini, stupidità, sciocchezze e idiozie teoriche sulle quali si reggeva la politica antiebraica fascista che non faceva altro che scimmiottare quella nazista.
In base a quelle cosiddette teorie migliaia di ebrei italiani furono perseguitati, umiliati, messi alla fame, arrestati e poi spediti nei campi di sterminio.
Perché il razzismo?
Primo Levi accenna a una risposta. Il germe che porta a diffidare dello “straniero” è sempre esistito in ogni uomo: perciò il rischio del razzismo è sempre incombente. E infatti, in certi periodi, quel germe assume l’aspetto di un sistema di pensiero, di una teoria politica e nascono allora i lager. Quando la diffidenza verso il “diverso” si identifica in un progetto, viene teorizzata ed esaltata, allora l’uomo diventa una creatura spietata in cui gli interessi materiali portano a progettare un sistema politico fondato sull’intolleranza, sull’esclusione e sulla repressione del diverso, sulla violenza. Primo Levi indica un rimedio: affidarsi alla ragione. Solo lo studio, la discussione, la riflessione possono scampare l’umanità da un pericolo.
Inglese - Joseph Conrad
Joseph Conrad was born near Poland in 1857. At the age of 16 he travelled to Marseilleis in France, and for the next four years worked on French ships. He then entered the British merchant navy, becoming a master mariner. In 1894 he retired from life as a sailor and in 1896 married Jessie George. Conrad produced 13 novels, 2 volumes of memoirs, and 28 short stories. His life at sea provided the background for much of his writing. The best known work is Heart of Darkness (1902). Conrad’s novels did not become popular until the end of his writing career. Conrad died in Kent in 1924.
Heart of Darkness
The plot
This story is connected to Conrad’s personal experience: in 1890 he went to Africa to command a vessel on the Congo River for a Belgian company.
The story begins on a boat on the river Thames as Marlow, the narrator, tells some colleagues about a river journey he once made in the Belgian Congo. Marlow is employed by a Belgian company to go to the Congo on a steamer. He is horrified by the greed of the ivory traders and by the way the exploit the indigenous peoples. He is told of Mr Kurtz, the company’s best agent, who has set up his camp in the very heart of ivory country. Marlow learns that Kurtz is now ill. Marlow finally sets off on the final part of his journey up the river to Kurt’s station.
The forest and his natives give Marlow a sensation of “travelling back to the earliest beginnings of the world”. His ship is attacked by hostile tribesmen and a member of his crew is killed.
Marlow encounters a young Russian who tells him how Kurtz has become like a god to the natives. As the ship approaches Kurtz’s camp, Marlow sees human heads, along with other evidence of human sacrifice. All this tells him that Kurtz has gone beyond the limits of civilization. He takes Kurtz back down river but Kurtz dies on the return journey. His last words are “the horror, the horror”. Kurtz has seen into man’s “heart of darkness” and the experience has destroyed him.
Features
In most of Conrad’s writings, as in Heart of Darkness, his view of life is quite negative. Conrad makes frequent use of personification and figurative language, which often creates evocative atmospheres. His narrative technique, too, is extremely original. In Heart of Darkness we have two narrators: at the beginning there is a first-person narrator who introduces the story and the character of Marlow. Then Marlow starts to speak and becomes the actual teller of the story.
Marlow recounts the events of his journey in a style which distorts our perception of its time frame.
Interpretations
Many of Conrad’s stories are inspired by his experience at sea and have imperialism as a central theme. Heart of Darkness has been given different interpretations. On the one hand, it has been interpreted as a story about colonialism and a continuity of imperialism. But on the other hand, it has also been read as a denunciation of mechanism of empire. From the beginning Marlow has to deal with the destructive process of colonialism in Africa. His comments may reveal Conrad’s desire to criticize the idealistic view of colonialism. The term Heart of Darkness is ambivalent. On one hand it refers to the unknown and wild country he travels to. But on the other hand, and most importantly, it refers to the darkness of human nature. Heart of Darkness can be interpreted as an interior journey into human consciousness.
Biologia - Origine ed evoluzione dei microrganismi
Circa tre miliardi di anni fa la Terra era ricca di vulcani che eruttavano polvere e gas nell’atmosfera. Erano presenti formazioni rocciose di colore verde chiaro, che costituivano agglomerati di batteri. Per quanto riguarda l’Universo, non è sempre stato così: probabilmente prima di evolversi nella forma attuale, tutto il materiale doveva essere concentrato in un’unica massa che è esplosa al momento del Big Bang, tra 10 e 20 miliardi di anni fa fino a subire una progressiva espansione.
Il nostro sistema solare ha avuto origine probabilmente da una nube di gas e polveri in rotazione; gran parte di questi materiali si condensò al centro della nuvola dando origine al Sole. Altro materiale ha continuato a ruotare fino ad essere attratto da nuclei di materia che possedevano una certa gravità. Ne seguì una solidificazione del materiale e la formazione dei pianeti.
La Terra ebbe origine 4,6 miliardi di anni fa come un pianeta freddo, in seguito si riscaldò a causa di meteoriti e della pressione provocata dalla gravità. La Terra diventò una massa fusa suddivisa principalmente in tre strati: il più interno corrisponde al nucleo, costituito da nichel e ferro; segue poi il mantello, che è uno strato meno denso e più plastico; infine la crosta, rappresenta il materiale leggero superficiale che si è poi solidificato.
L’atmosfera primordiale era costituita da idrogeno caldo che però si disperse nello spazio a causa della poca forza di gravità. Era presente una notevole attività vulcanica, così che l’atmosfera era composta da vapore acqueo, monossido di carbonio, anidride carbonica, azoto, metano, ammoniaca.
Erano presenti anche i mari, che si originarono in seguito a piogge torrenziali, che caddero quando il pianeta era abbastanza freddo.
Testimonianze fossili determinano che la materia non vivente diede origine a organismi cellulari, e i primi furono le stromatoliti.
Nel 1953 Stanley Miller condusse alcuni esperimenti e, fu il primo a dimostrare che amminoacidi e altre molecole si sono formate su una Terra priva di vita. Miller voleva dimostrare l’ipotesi di Oparin, secondo cui non poteva avvenire alcuna sintesi spontanea di composti organici perché l’atmosfera è ricca di ossigeno (agente ossidante), e i procarioti per immettere ossigeno avevano bisogno di un’atmosfera riducente.
Secondo l’ipotesi di Oparin l’atmosfera primordiale conteneva metano, ammoniaca, idrogeno e acqua allo stato gassoso. In tali condizioni, queste sostanze avrebbero potuto dare origine alle prime molecole organiche, le quali si sarebbero raccolte nelle acque del pianeta formando un “brodo primordiale”.
Secondo l’ipotesi di Miller, sulla Terra erano presenti molte forme di energia: scariche elettriche, radiazioni ultraviolette, con intensità maggiore rispetto a oggi, inoltre non era presente lo strato di ozono. Miller condusse un esperimento, riprendendo l’ipotesi di Oparin, che le molecole organiche si sarebbero formate di molecole inorganiche.
Esperimento
Attrezzatura: recipiente contenente acqua calda che simula il mare;
l’atmosfera è costituita invece da una miscela di vapore acqueo, metano, ammoniaca;
i fulmini sono rappresentati da scintille generate dagli elettrodi.
Sotto gli elettrodi è presente un condensatore che raffredda e condensa il vapore acqueo presente nella miscela di gas dando origine a una pioggia che ritorna al recipiente che rappresenta il mare;
quando l’apparecchiatura è in funzione, la soluzione del recipiente cambia colore, da rossa a gialla e con le scariche elettriche virò al marrone.
Al termine dell’esperimento Miller capì che i composti organici costituiscono le proteine biologiche.
Furono esposte altre ipotesi successivamente: le molecole organiche possono essersi formate prima della comparsa della vita; la composizione dell’atmosfera era diversa da quella supposta da Miller; la vita probabilmente si è originata grazie ai vulcani sommersi, con acqua ad alta temperatura e Sali minerali.
Dopo la formazione sulla Terra di molecole organiche, la seconda tappa deve essere stata la polimerizzazione, ovvero la formazione di polimeri organici a partire da monomeri. I polimeri sono sintetizzati tramite condensazione, che è una reazione che libera una molecola d’acqua per ogni monomero che si aggiunge alla catena.
Sulla Terra primordiale ciò è avvenuto con gocce di pioggia che potrebbero aver spruzzato soluzioni diluite di monomeri organici su lava solidificata, formando così i polimeri. Molto importante è stata l’argilla, che corrisponde al sito in cui sono avvenute le polimerizzazioni, perché è in grado di concentrare amminoacidi e monomeri in soluzioni diluite. Inoltre contiene dei catalizzatori che consentono la formazione dei polimeri.
Le testimonianze fossili dimostrano che 3,5 miliardi di anni fa i procarioti erano molto abbondanti. Oggi si trovano ovunque e possono vivere in habitat troppo freddi, o troppo caldi, o troppo acidi per qualsiasi organismo eucariotico. I procarioti svolgono un ruolo ecologico, fungono da decompositori negli ecosistemi e possono essere utilizzati come demolitori di sostanze indesiderate (pesticidi, nylon, petrolio, ecc.). I batteri sono utilizzati per svariate produzioni: per
l’estrazione di oli combustibili da materiali rocciosi, per la produzione di farmaci e di alimenti) e alcuni batteri svolgono un ruolo importantissimo fissando l’azoto atmosferico.
I procarioti sono costituiti da cellule prive di nucleo e di organuli e, sono classificati in due gruppi: eubacteria e archaebacteria.
Tra i due domini possono esserci delle differenze, e le prime classificazioni si basano sulla forma:
Cocchi: cellule sferiche
Stafilococchi: cocchi in grappoli
Streptococchi: cocchi in catene
Bacilli: hanno forma di bastoncino
Diplobacilli: si presentano in coppie
Streptobacilli: si presentano in catene
Vibrioni: forma di virgola
Spirilli: forma elica (corti)
Spirochete: forma elica (lunghi)
I procarioti si dividono per scissione binaria. La cellula procariotica ha una parete cellulare che consente di mantenere la loro forma, fornisce protezione e impedisce che scoppia in ambiente ipotonico. La parete cellulare è avvolta da una capsula (strato colloso di proteine), che serve per formare una colonia e per proteggere la cellula da attacchi del sistema immunitario.
Sono presenti anche i pili (appendici corte e sottili), che permettono ai procarioti di attaccarsi tra di loro e alle pareti. I pili sessuali invece, servono per lo scambio di Dna tra diverse cellule. I procarioti possiedono, inoltre, i flagelli che consentono il movimento per spostarsi in zone favorevoli, hanno struttura liscia e è attaccato alla superficie tramite anelli rotanti che consentono un movimento propulsivo.
I procarioti possiedono particolari modalità nutritive.
Autotrofi (si nutrono da soli)
Fotoautotrofi (utilizzano la luce solare mediante fotosintesi)
Chemioautotrofi (ricavano energia da prodotti inorganici)
Eterotrofi (si nutrono dipendendo da altri)
Fotoeterotrofi (si nutrono tramite luce solare)
Chemioeterotrofi (ricavano energia e carbonio dalle molecole organiche)
Gli archebatteri sono abbondanti in vari tipi di habitat: gli alofili estremi proliferano in ambienti molto salati; i termofili estremi si trovano in acque calde o acide; i metanogeni proliferano in ambienti anaerobi e liberano metano.
Gli archebatteri sono uno dei tipi cellulari più diffusi nel mare, che è l’ambiente più esteso del pianeta.
Gli eubatteri, invece, sono batteri la cui parete contiene il peptidoglicano (polimero glucidico). La parete può essere di due tipi e si nota tramite colorazione di Gram.
I gram positivi si colorano di blu, la parete è semplice con uno spesso strato di peptidoglicano.
I gram negativi si colorano di rosso e la parete ha meno peptidoglicano ma una struttura più complessa.
Il dominio degli eubatteri si suddivide in nove gruppi, cinque dei quali sono sottogruppi dei proteobatteri.
Proteobatteri: Rhizoibium, Salmonella, Vibrio Cholarae, Escherichia coli, Bdellovibrio bacteriophorus.
Clamidie: agente del tracoma.
Spirochete: provoca la sifilide.
Gram positivi: decompongono sostanze organiche.
Cianobatteri: batteri fotosintetici che liberano ossigeno.
Scienze - Il viaggio dell'acqua
L’insieme dei processi che consente all’acqua di lasciare l’oceano globale, immettersi nell’atmosfera, pervenire alle terre emerse e agli esseri viventi, per poi tornare agli oceani costituisce il ciclo dell’acqua.
Negli oceani e nei mari l’acqua si trova di solito allo stato liquido; il riscaldamento solare provoca l’evaporazione di una porzione dell’acqua superficiale che, trasformatisi in vapore, entra nell’atmosfera. Se una massa d’aria già satura riceve altro vapore acqueo, o se la sua temperatura diminuisce, ha luogo la condensazione. Possono così verificarsi le precipitazioni, con le quali l’acqua allo stato liquido o solido, raggiunge in parte i continenti e in parte ritorna all’oceano.
Una porzione dell’acqua di precipitazione, penetra nel suolo per infiltrazione, e in buona parte va ad alimentare le falde idriche. Quest’acqua resta per un determinato periodo nel sottosuolo, dando origine ad un deflusso profondo, finché riaffiora nelle sorgenti. Una certa parte dell’acqua presente nel suolo torna nell’atmosfera mediante l’evaporazione; un’altra parte viene assorbita dalle radici delle piante e trasportata fino alle foglie, per essere poi di nuovo liberata nell’atmosfera con la traspirazione. A questi due ultimi processi si dà il nome di evapotraspirazione. Un’altra porzione dell’acqua di precipitazione dà origine a un deflusso superficiale che si co-ncentra nei fiumi e poi torna all’oceano.
Ogni anno l’energia solare provoca l’evaporazione di quasi 517 000 kmᶟ d’acqua. Questa quantità di acqua viene restituita dall’atmosfera sotto forma di precipitazioni liquide e solide: gli oceani ne ricevono solo 409 000 kmᶟ; le terre emerse ne ricevono 108 000 kmᶟ.
Per le terre emerse è di grande interesse il bilancio idrologico, ossia la stima delle acque in “entrata” e in “uscita”, che può essere eseguita applicando l’equazione generale:
P = D + ET + I
Dove P è la precipitazione meteorica, D è il deflusso superficiale, ET è l’evapotraspirazione ed I è l’infiltrazione.
Il bilancio idrologico varia in funzione delle condizioni climatiche e assume valori differenti nelle diverse zone del nostro pianeta. La determinazione del bilancio idrologico ci offre la possibilità di valutare la quantità di acqua dolce disponibile per la vita vegetale e animale.
Fisica - La teoria della relatività
La fisica moderna ha inizio con il XX secolo. Una serie di nuove scoperte mettono in dubbio i fondamenti della fisica classica, introducendo nuove teorie alla base della spiegazione dell'universo. Una delle novità più importanti del Novecento è stata la teoria della relatività di Einstein.
Einstein aveva la capacità di andare dritto al cuore del problema, sosteneva infatti che chi usa cento formule quando ne bastano due o tre, lo fa perché non riesce a descrivere il nucleo fondamentale del problema.
La biografia della sua infanzia testimonia di una straordinaria precocità e di una curiosa lentezza e timidezza. All’età di cinque anni suo padre gli mostrò una bussola tascabile ed Einstein comprese che qualcosa nello spazio vuoto agiva sull’ago spostandolo in direzione del Nord. In seguito descriverà quest’esperienza come una delle più rivelatorie della sua vita. Imparò a parlare molto tardi, da adulto Einstein arrivò a considerare che proprio questa sua naturale lentezza gli avesse consentito di applicare al problema dello spazio e del tempo uno studio intellettuale maggiore, e quindi fosse alla base dello sviluppo della sua teoria della relatività. È noto che i suoi risultati scolastici iniziali non fossero brillanti. Si riuscì però a laureare e nel 1900 venne assunto all’ufficio brevetti di Berna, un lavoro modesto che però gli consentiva di dedicare molto tempo allo studio, e infatti da li a pochi anni lo studioso fu in grado di pubblicare tre contributi teorici che segnalano il suo ingresso glorioso nel mondo scientifico.
Il primo di questi articoli conteneva un’esposizione completa della teoria della relatività ristretta, il secondo sull’interpretazione dell’effetto fotoelettrico gli valse il premio Nobel per la fisica. Ma la rivoluzione scientifica di Einstein era appena cominciata. Nel 1916 pubblicò un articolo intitolato I fondamenti della teoria della relatività generale, che lui stesso considerò il suo maggior contributo scientifico.
La teoria della relatività
Molti credono che la teoria della relatività significa che tutto è relativo. Ma non c’è niente di più sbagliato nel credere che tutto è relativo. Infatti Einstein non era contento di questa attribuzione che fu data alla sua teoria, poiché la teoria della relatività, per quanto possa sembrare paradossale, è una teoria degli assoluti. Ci sono perlomeno due assoluti, che la relatività prende uno come assunto fondamentale e un altro come conseguenza fondamentale. L’assunto fondamentale fu scoperto sperimentalmente verso la fine dell’800 da due studiosi Michelson e Morley, e un esperimento diede loro la fama. L’idea era misurare la velocità della luce e, Michelson e Morley erano arrivati alla conclusione che l’unica costante dell’universo è la velocità della luce nel vuoto.
Relatività ristretta
Einstein nel 1905 pubblicò la teoria della relatività ristretta, valida nel caso di sistemi in moto rettilineo uniforme uno rispetto all’altro.
La relatività ristretta di Einstein si basa essenzialmente su due postulati che possono essere enunciati come segue:
1) Il principio di relatività ;
2) La velocità della luce è indipendente dal moto della sorgente.
Per principio di relatività s’intende la possibilità di parlare di moto di un oggetto, solo se lo si relaziona con un altro. Il concetto di moto sarebbe dunque relativo.
Per quanto riguarda il secondo postulato, per citare un esempio: consideriamo un treno che viaggia a 100 km/h e un passeggero che vi cammina all’interno. Per il controllore del treno, il passeggero si muove ad una velocità di 5 km/h. Per chiunque osservi da terra, il passeggero si muove ad una velocità di 105 km/h. È chiaro che a tutti la velocità del passeggero dipende dal moto dell’osservatore, per Einstein invece, la velocità della luce nel vuoto è sempre di 3,00 x 108 m/s, indipendentemente dal moto della sorgente rispetto all’osservatore.
La velocità della luce, secondo la relatività ristretta, provoca cambiamenti nel tempo e nello spazio. Di conseguenza, il tempo non è più fisso ma dipende dal sistema di riferimento utilizzato; mentre per quanto riguarda lo spazio, gli osservatori percepiscono gli oggetti in moto come se fossero contratti nella direzione del moto stesso.
Relatività generale
Da qui, si passa alla relatività generale. Questa fonda le sue radici sull’osservazione delle teorie gravitazionali di Newton. Uno dei suoi principi è quello di equivalenza, secondo cui esiste un legame tra forza di gravità e moto accelerato. La relatività generale ha lo scopo di coniugare tutte le leggi della fisica in un'unica forma in tutti i sistemi di riferimento. Un altro principio riguarda la curvatura dello spazio. Per Einstein, infatti, il moto accelerato provoca necessariamente una curvatura nello spazio e di conseguenza, anche nel tempo.
Il paradosso dei gemelli
Come conseguenza della dilatazione del tempo, tutti i fenomeni che avvengono in una nave spaziale in moto rettilineo uniforme rispetto alla Terra sono più lenti rispetto alla durata che essi hanno quando la nave è ferma. Immaginiamo ora due gemelli Franco e Carlo. Quando essi hanno raggiunto l’età di 25 anni, Carlo parte con una nave spaziale e si muove con essa con velocità costante rispetto alla Terra e quindi rispetto a Franco.
Poiché tutti i fenomeni, compresi quelli biologici, nella nave spaziale subiscono un rallentamento, Carlo invecchia meno di Franco.
In altri termini, Carlo, dopo aver fatto un lungo viaggio con la nave spaziale, ritornando a Terra, trova Franco più invecchiato.
Naturalmente l’effetto è tanto più consistente quanto maggiore è la velocità della nave spaziale. Se invece la velocità è piccola rispetto alla velocità della luce, come avviene in tutti i voli spaziali che si stanno realizzando in questi anni, la dilatazione del tempo è trascurabile.
Il problema dei gemelli però sembra condurre ad un paradosso. Infatti, quando Carlo dalla sua nave spaziale guarda la Terra, osserva gli orologi di Franco procedere più lentamente, perché anche questi sono in moto rispetto all’astronave, perciò Franco dovrebbe invecchiare meno di Carlo.
Questo tipo di ragionamento però sarebbe esatto solo se il problema dei gemelli fosse perfettamente simmetrico, se cioè i gemelli si trovassero sempre nelle stesse condizioni di moto.
In realtà non è così, perché Carlo deve accelerare al momento della partenza e dell’arrivo; inoltre per poter tornare sulla Terra deve invertire rotta e durante questa fase del volo la nave spaziale è soggetta ad accelerazioni. Il problema è perciò asimmetrico ed è per questo motivo che Carlo al suo ritorno sulla Terra trova Franco più vecchio.
Matematica - La Derivata
Data una funzione y = f(x), definita in un dominio D, si chiama derivata della funzione nel punto x0 interno al dominio il limite, se esiste ed è finito, per h che tende a 0, del rapporto incrementale di f relativo a x0 e si indica con f ′ (x0) :
A (x0 ; f(x0))
B (x0+h ; f(x0 + h))
La derivata di una funzione in un punto x0 rappresenta il coefficiente angolare della retta tangente al grafico della funzione nel suo punto di ascissa x0.
Una funzione si dice derivabile in un punto x0 se esiste la derivata f ′ (x0). Affinché una funzione sia derivabile in x0 occorre quindi che siano verificate le seguenti condizioni:
1. La funzione è definita in un intorno del punto x0 e continua e derivabile in un intorno x0;
2. Esiste il limite del rapporto incrementale, relativo a x0, per h che tende a zero, cioè esiste il limite destro e il limite sinistro di tale rapporto ed essi coincidono;
3. Questo limite è un numero finito.
Se il limite per h che tende a 0 del rapporto incrementale di una funzione in un punto non esiste o è infinito, si dice che la funzione non è derivabile in quel punto.
Informatica - internet e le reti
Una rete di computer mette in collegamento, tramite uno o più mezzi di trasmissione, un numero variabile di postazioni distanti l’una dall’altra. In dipendenza della distanza dei computer collegati possiamo distinguere tipi diversi di reti informatiche.
La rete LAN (Local Area Network) è una rete locale composta da computer collegati tra loro e che risiedono tutti nello stesso ambiente di lavoro. Sono situati, quindi, in un’area geografica circoscritta (all’interno dello stesso edificio o edifici adiacenti). I computer, collegati fisicamente tra loro, possono condividere file, programmi, periferiche, ecc.
Le reti WAN (Wide Area Network) o reti geografiche, coprono lunghe distanze, arrivando oltre i confini geografici di città e stati. Le connessioni possono avvenire tramite ponti radio, reti pubbliche o addirittura stazioni satellitari per le telecomunicazioni.
Tra le altre tipologie di reti troviamo: MAN (Metropolitan Area Network) per reti geografiche riguardanti una zona metropolitana e Internet, interconnessione di reti locali e geografiche in una rete globale. Grazie alle reti possiamo condividere le risorse all’interno di un gruppo di lavoro, come ottenere informazioni da archivi in comune, scambiare informazioni per posta elettronica, lavorare insieme su uno stesso documento.
Il Server è un computer che fornisce informazioni e/o risorse ad utenti di una rete che si collegano tramite il proprio computer (Client). La trasmissione delle informazioni può avvenire da un solo utente a molti utenti o da un utente ad un altro utente.
Intranet ed Extranet
Una rete Intranet è una rete che utilizza le stesse caratteristiche di Internet, ma mentre Internet è una rete globale aperta a tutti, le reti Intranet sono intenzionalmente limitate ad un’estensione localizzata ad una singola azienda.
Una Extranet è una rete che utilizza applicazioni e servizi basati sul protocollo Internet che consente di collegare, in maniera protetta, reti locali geograficamente distanti.
Il Firewall, o “porta taglia fuoco”, è un sistema che serve a proteggere un sistema informatico aziendale. Esso può essere realizzato via software, hardware o con una combinazione di entrambi, ed è progettato per impedire l’accesso ad una Intranet da parte di utenti non autorizzati.
Internet. Internet è una rete che collega tra loro computer diversi, sia dal punto di vista hardware che dal punto di vista software, disposti in ogni parte del mondo.
Negli anni ‘60, negli Stati Uniti, nasce la prima rete di trasmissione dati, Arpanet considerata il prototipo dell’attuale Internet. Arpanet viene successivamente divisa in due reti: MILnet (rete militare) e NSFnet (National Science Foundation Network). Con l’incremento del
numero di utenti vennero poi aggiunte altre reti come Bitnet, Usenet e Fidonet. Da Arpanet, quindi, si è progressivamente arrivati all’attuale rete globale che si estende su tutto il pianeta e che conta ad oggi oltre cento milioni di computer collegati. La trasmissione delle informazioni su Internet tra computer diversi avviene tramite la suite di protocolli detta TCP/IP; essi costituiscono l’insieme di regole che stabiliscono la modalità in cui deve avvenire lo scambio di dati tra elaboratori. Ad esempio, il protocollo IP (Internet Protocol) prevede l’utilizzo di indirizzi (detti appunto indirizzi IP) in grado di identificare univocamente le postazioni collegate alla rete Internet.
L’Internet Society è un’organizzazione di esperti che definisce le politiche e la pratica di Internet e il suo scopo è quello di assicurare lo sviluppo, l’evoluzione e l’uso di
Internet in modalità aperta per il beneficio di tutti nel mondo.
Il World Wide Web (letteralmente “ragnatela ad estensione mondiale”) è una rete di risorse informative, basata sull’infrastruttura di Internet. Il web è costituito da innumerevoli siti informativi strutturati a loro volta da un insieme di pagine ipertestuali (da cui deriva l’immagine della ragnatela) e memorizzate su computer denominati web server. La pagina iniziale di un sito è detta homepage. Ogni sito è progettato e gestito da specifiche figure professionali: il webmaster, che si occupa della gestione del sito e il web designer, che si occupa della progettazione.
Il motore di ricerca consente la ricerca di informazioni. In genere è in grado di fornire un elenco di siti e pagine Internet che potrebbero contenere l’informazione cercata. Tra i motori di ricerca troviamo: Virgilio, Google, Arianna, Yahoo, Altavista, ecc.
Il linguaggio HTML (HyperText Markup Language) è un linguaggio per la creazione dei documenti ipertestuali con cui vengono realizzati i siti web. Il browser permette di accedere al servizio www e di visualizzare i contenuti delle pagine web. Per accedere ad un sito inseriamo l’indirizzo, detto URL (Uniform Resource Locator), all’interno di un’area definita Barra degli indirizzi o Barra di navigazione. Ogni pagina web ha un indirizzo specifico o URL composto da varie parti. Prendiamo ad esempio l’indirizzo del sito del governo italiano: http://www.governo.it - http è l’acronimo di HyperText Transfer Protocol, è sempre presente ed indica il protocollo utilizzato per il trasferimento dei dati;
- www è l’acronimo di World Wide Web, un nome simbolico con cui normalmente vengono indicati i siti web;
- governo è detto dominio di secondo livello ed indica di solito il nome dell’organizzazione o della
società proprietaria del sito;
- it indica il dominio radice. Internet, infatti, è suddiviso in una moltitudine di domini radice, ossia
suddivisioni logiche della rete globale, che hanno lo scopo di facilitare la gestione dei nomi delle risorse.
Possiamo distinguere domini geografici che identificano la nazionalità del sito come “uk” (Gran
Bretagna), “it” (Italia), “de” (Germania), “es” (Spagna), “jp” (Giappone), “fr” (Francia) e domini
generici che identificano, invece, il tipo di organizzazione come “com” (commerciale), “edu”
(istituzione educativa), “gov” (ente governativo), “net” (polo di rete), “mil” (organizzazione militare). Da qualche anno, è possibile connettersi ad Internet attraverso la telefonia mobile, grazie al protocollo WAP (Wireless Application Protocol) e al linguaggio WML (Wireless Markup Language).
La Netiquette è l’insieme di regole comportamentali sviluppate dalla comunità di Internet, una specie di Galateo della rete che suggerisce delle regole di corretto comportamento.
Apparecchiature di rete
Le reti informatiche hanno bisogno di particolari apparecchiature per consentire la comunicazione tra computer. In una rete locale, ad esempio, vengono usati dispositivi detti switch a cui vengono collegati i singoli computer. Nel punto di contatto tra la rete locale e quella geografica sono solitamente presenti delle apparecchiature dette router. Il termine gateway indica genericamente il punto di comunicazione tra reti locali distinte. Altri esempi di tali apparecchiature, utilizzate soprattutto nel passato, sono: Hub, il cui compito è quello di mettere in comunicazione i computer per creare una rete locale e Bridge, che ha il compito di connettere reti locali anche eterogenee.
Oggigiorno, sia gli hub che i bridge sono quasi sempre sostituiti dagli switch che svolgono entrambe le loro funzioni con migliori prestazioni ed a costi confrontabili. Grazie ad Internet possiamo comunicare più velocemente e a costi ridotti ed accedere alle informazioni disponibili sui
siti di tutto il mondo.