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Introduzione Percorso verso la pace - Tesina
Ho scelto di approfondire la figura di Madre Teresa nella mia tesina di terza media, perché la considero una persona molto importante, soprattutto nella mia storia personale.
Il fatto di essere qui, in salute e con una famiglia che mi ama, lo devo essenzialmente a lei: se non fossi stata accolta nella “casa dei bambini”, chiamata anche “Shishu Bhavan”, da lei fondata, non so cosa ne sarebbe stato di me.
Mi ha dato la possibilità di ricominciare una nuova vita, che è bellezza e va ammirata, è un’opportunità e va colta...è vita, e va difesa. Purtroppo affrontare nella mia tesina il tema dell’adozione non è stato sempre semplice per me, ci sono stati momenti in cui mi sono sentita confusa e incompresa, ma le sue parole mi sono state d’aiuto, mi hanno confortato.
E ho imparato ad apprezzare ciò che ho, perché è frutto dell’amore, anzi, di due amori diversi, proprio come racconta nella sua “Storia di un bambino adottato”. In questa tesina voglio riscoprire l’India, che considero parte di me: la sua lotta per ottenere l’indipendenza, caratterizzata dalla non-violenza promossa dal Mahatma Gandhi, è la storia del mio Paese d’origine e Calcutta, dove Madre Teresa ha maggiormente operato, è la mia città natale; mi rende orgogliosa il fatto che sia lodata da illustri scrittori quali Dominique Lapierre, che nel suo romanzo “La città della gioia”, scrive: "Tu sia benedetta, Calcutta, poiché nella tua sventura hai generato dei santi".
Collegamenti
Percorso verso la pace - Tesina
Religione - Madre Teresa di Calcutta e Papa Giovanni II.
Italiano - Dominique Lapierre: "la città della gioia" e "India mon amour".
Storia - Mahatma Ghandi e l'indipendenza indiana.
Storia dell'arte - La storia della fotografia e i diversi generi fotografici.
Musica - Ashwarja Ray.
Geografia - L'Asia e l'India.
Educazione tecnica - Albert Einstein.
Gandhi e l’indipendenza indiana
Una delle più importanti trasformazioni che hanno caratterizzato la storia mondiale del XX secolo è il
fenomeno della decolonizzazione, per cui le colonie dei grandi imperi europei ottengono l’indipendenza,
con la violenza o pacificamente. Durante la seconda guerra mondiale, Francia, Belgio e Paesi Bassi si
vedono costretti ad abbandonare le proprie colonie per inefficienza militare e in seguito Italia e Giappone
perdono il dominio su di esse essendo tra le nazioni sconfitte. Al termine della guerra, solo la Gran Bretagna
mantiene le proprie colonie, tra cui quella indiana, che otterrà l’indipendenza due anni dopo, cioè nel
1947,dopo una lunga lotta non violenta.
“La non violenza non vuol dire umile sottomissione alla volontà di un malfattore, ma significa ribellione con
tutta la propria anima alla volontà del tiranno.”; “Non vi è coraggio più grande del deciso rifiuto di piegare il
ginocchio davanti a un potere terreno,per quanto grande sia. E questo senza amarezza di spirito, ma con la
piena fede che soltanto lo spirito vive, e nient’altro”, e ancora “Non ho nulla di nuovo da insegnare al
mondo. La verità e la non-violenza sono antiche come le montagne.”
Queste sono tutte citazioni che al meglio descrivono l’idea della non-violenza , promossa da colui che ha
guidato il popolo indiano durante la lotta per ottenere l’indipendenza: il 2 ottobre 1869 a Porbandar, una
città nello Stato di Gujarat, in India, nasce infatti Mohandas Karamchand Gandhi, cui nome, derivato dalla
tradizionale dedizione al commercio della famiglia, significa letteralmente “droghiere”.
Gandhi segue gli studi superiori alla Alfred High School a Rajkot e nel 1881, all'età di 12 anni, sposa con un
matrimonio combinato secondo la tradizione indù, Kastürba Gandhi, con la quale avrà 4 figli, tutti maschi.
All’età di diciassette anni parte per studiare da avvocato presso la University College di Londra,venendo
condannato come un fuori casta dal capo della comunità perché non riesce a seguire i precetti indù.
Nel 1891, ritorna in India e viene riammesso nella sua casta, così inizia a praticare la sua professione di
avvocato,ma senza troppo successo. Gandhi ritorna allora a Rajkot per lavorare e due anni dopo, gli viene
commissionata, da un’azienda che commercia con il Natal, la difesa di
una causa in Sudafrica, dove entra in contatto con l'apartheid:
rifiutando di passare dal vagone di prima classe di Pietermaritzburg,
in quello di terza classe come voleva la segregazione razziale,
viene costretto a rinunciare a viaggiare con gli altri europei;
e si sente in dovere di intervenire.
In seguito si attiva nella lotta contro i soprusi verso i suoi concittadini
scrivendo alcune lettere di protesta alla stampa, pronunciando il suo
primo discorso pubblico e redige una petizione di protesta.
Alla fine del suo contratto, Gandhi si prepara a rientrare in India ma
venendo a sapere che l'assemblea del Natal stava preparando una
legge per abolire il diritto di voto degli indiani, decide di rimanere e
nel 1893 fonda il Natal Indian Congress di cui diviene il segretario,
che trasformerà la comunità indiana in una forza politica omogenea.
Fa ritorno nel Natal per informare i compatrioti sulla drammatica
situazione degli indiani in Sudafrica e per portare con sé moglie e figli,
Gandhi da giovane ma la situazione continua a peggiorare.
Nel 1901 ritorna con la sua famiglia in India, dove partecipa per la prima volta al Congresso Indiano, da cui
ottiene una risoluzione a favore degli indiani del Sudafrica,dove ritorna poi da solo.
Ormai leader degli indiani in Sudafrica, contribuisce a fondare,nel 1903, l’“Indian opinion”, un giornale
locale, e acquista un terreno a Durban, che diventerà la sede del giornale e dove tutti i dipendenti saranno
pagati senza discriminazioni. Nel 1906 presenta il voto di castità, per concentrarsi sulla propria conoscenza
interiore; si dedica al digiuno e inizia a condurre una vita al pari di quella della casta inferiore degli
intoccabili, che considera uguali a lui, coinvolgendo la famiglia nella propria iniziativa. 10
Aderisce al boicottaggio di tutte le merci britanniche istituite dal Congresso Indiano, proposto da Banerjea
Sureundranath; crea il corpo Sanitario Indiano per portare assistenza sanitaria ai feriti in guerra contro gli
zulu, causata dalla decisione del governo di Transvaal di adottare leggi razziste e durante una protesta
all'Empire Theatre of Varieties di Johannesburg, coinvolge le masse indiane a lottare in maniera non-
violenta per i propri diritti portando ad una feroce repressione da parte del governo britannico e al suo
arresto.
Questa sua iniziativa viene chiamata “satyagraha”, composta dalla parola “saty”(verità) e agraha (forza),
tradotto come “forza della verità”, e ha fine solo quando il governo del Transvaal legalizza i matrimoni misti
e abolisce le tasse discriminatorie indiane.
Dopo aver lasciato definitivamente il Sudafrica, nel 1914 raggiunge l’Inghilterra per offrire assistenza ai
feriti nella prima guerra mondiale ma nel gennaio 1915 fa ritorno in India, per riscoprire la condizione dei
suoi connazionali e nello stesso anno fonda la “Satyagraha Ashram”, in cui uomini e donne vivono a servizio
del popolo indiano.
Gandhi ottiene i suoi primi successi dal 1917, con l’abolizione dell'immigrazione indiana a termine verso il
Sud Africa e alla campagna di satyagraha nel Champaran e nel Kheda .
Nel Champaran, un distretto del Bihar, organizza la disobbedienza civile dei contadini senza terra, costretti
nella povertà e a coltivare i prodotti destinati all’esportazione invece di quelli necessari alla sussistenza, che
riscontra molto successo e pone fine all’ingiustizia.
Nel Kheda apprende invece che i contadini sono fortemente tassati e sono impossibilitati nel pagare i
debiti a causa di una grave carestia: organizza quindi una campagna che promuove lo sciopero, poi messo
in atto e che porta ad un’imposta minore.
Nel 1918 partecipa alla “Conferenza di Delhi” per il reclutamento di truppe indiane per la difesa, affiancata
dal governo inglese, del Paese.
Nel 1919 viene approvato dal governo britannico il “Rowlatt Act” , che estende le restrizioni di libertà
entrate in vigore durante la guerra, cui Gandhi si oppone con un altro movimento di disobbedienza civile
che include uno sciopero di massa accompagnato da preghiera e digiuno, represso dagli inglesi con il
massacro di Amritsar, nel Punjab, del 13 aprile, che porta a violente manifestazioni di protesta da parte
degli indiani.
Dopo questo massacro Gandhi critica sia le azioni del Regno Unito , sia le violente rappresaglie degli indiani
esponendo il suo principio della non-violenza in un discorso pubblico.
Sempre nel 1919, entra nel partito del Congresso Nazionale Indiano , l’organizzazione con la quale si
batterà per ottenere l'indipendenza del suo paese, per Swaraj , ovvero l'indipendenza completa:
individuale, spirituale e politica.
Nel 1920 Gandhi sostiene il Califfato musulmano, per cui indù e musulmani si schierano a sostegno del
Califfato, promuovendo una campagna di non cooperazione con gli inglesi.
In poco tempo diventa il leader del movimento anticoloniale indiano, e nel 1921 viene nominato presidente
del Partito del Congresso , alla quale dà una nuova costituzione e una rappresentazione nazionale,che punta
all'autosufficienza economica del paese.
Inizia così il boicottaggio dei prodotti stranieri, in particolare di quelli inglesi, soprattutto nel settore tessile,
per cui molti indiani vestono il Khadi, un abito filato a mano per circa un’ora al giorno,permettendo così
l’inclusione delle donne nel movimento di indipendenza.
L’importanza culturale di questo fatto, ha reso quindi il khadi la stoffa simbolo della lotta per l’indipendenza
indiana, con cui è tessuta la bandiera dell’India indipendente odierna.
In seguito alla non-cooperazione conclusasi con successo, il popolo indiano, provocato dal governo
britannico, reagisce però in modo violento uccidendo molti poliziotti inglesi nel febbraio 1922, a Chauri
Chaura, nell'Uttar Pradesh; questo fatto porta alla sospensione della disobbedienza civile e all’arresto di
Gandhi, che si dichiara colpevole e chiede il massimo della pena, ma sconta solo due anni di prigione,
rispetto ai sei richiesti.
Durante i due anni di prigionia il Partito del Congresso si divide, così come il Califfato mussulmano conosce
la propria disfatta, portando alla fine della cooperazione tra indù e musulmani.
Poi moltiplica le iniziative contro la segregazione degli intoccabili, l'alcolismo, l'ignoranza e la povertà e tra
il 1925 ed il 1927, inizia a scrivere la sua autobiografia. 11
Nel 1928 appoggia la manifestazione non violenta che richiedeva la presenza di più indiani nella riforma
della costituzione data dal governo britannico ed il progetto,andato a buon termine, ha portato alla
dichiarazione dell’indipendenza indiana: il 31 dicembre 1929 viene issata a Lahore la bandiera indiana ed il
26 gennaio 1930 viene celebrato, dal partito del congresso e dalla maggioranza delle organizzazioni
indiane, come giorno dell’Indipendenza.
Nel marzo del 1930 riprende la sua campagna
“satyagraha”, questa volta contro la tassa del sale,
che gravava sulla popolazione indiana che già
viveva in miseria. Inizia così la celebre “Marcia del
sale”, lunga 380 km, che parte il 12 marzo da
Ahmedabad e termina a Dandi il 6 aprile, con lo
scopo di raccogliere acqua e fango per ottenere un
pugno di sale dalle saline, rivendicando
simbolicamente il possesso di questa risorsa al
popolo indiano, in aperta violazione del monopolio
britannico. La marcia ha impiegato 24 giorni e
migliaia di persone, che hanno continuato la loro
avanzata sebbene la polizia intervenuta adottasse Gandhi durante la marcia del sale
comportamenti violenti.
Nonostante sia una delle più riuscite della storia dell’indipendenza non-violenta dell’India, la protesta viene
violentemente repressa dagli inglesi, che lo arrestano.
Quando nel 1931 Gandhi esce di prigione, il governo britannico, rappresentato dal viceré Lord Edward
Irwin, decide di negoziare con Gandhi con il Patto Gandhi-Irwing, chiamato anche Patto di Delhi che
concede agli indiani maggiori diritti dopo la sospensione del movimento di disobbedienza civile.
Viene poi invitato a Londra come rappresentante del Partito del Congresso ormai riabilitato, per istituire
una nuova costituzione indiana.
Dopo aver viaggiato in diversi paesi d’Europa, Gandhi si sofferma anche in Italia e arriva a Milano l’11
dicembre per visitare Roma, dove viene accolto da Mussolini nella famosa Cappella Sistina.
Gandhi torna in India nel 1932, senza essere riuscito a far trasmettere realmente i poteri del governo
britannico a quello indiano, dove Freeman-Thomas, primo marchese di Willingdon, inizia una nuova
campagna di repressione contro i nazionalisti e lo fa arrestare.
Quando è ancora rinchiuso nella prigione di Yeravda, Gandhi intraprende un
digiuno per protestare contro il provvedimento del governo MacDonnald che
istituisce elettorati separati per gli intoccabili, coloro che appartengono alla
casta più povera, rappresentati d a B. R. Ambedkar; giunge poi ad un nuovo
accordo: il Patto di Yeravda.
Nel 1934 si ritira dalla vita politica per lui ormai priva di senso, sperando di
rinnovare l’India spiritualmente.
Durante la Seconda guerra mondiale, senza consultare i dirigenti del
Congresso, Gandhi offre un appoggio morale non-violento allo sforzo di
guerra britannico, offendendo i membri del Congresso che si dimissionano in
massa. Per evitare ciò, in accordo con i dirigenti del Congresso, si dichiara
contrario alla guerra in quanto non voluta dal popolo indiano, e afferma di
sostenerla solo a patto che il governo britannico conceda al Paese
l’indipendenza effettiva. Gli inglesi, non volendo concedere l’indipendenza La moglie di Gandhi, Kasturba
all’India, agiscono per creare tensioni tra induisti e musulmani che avrebbero
indebolito il movimento indipendentista indiano.