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Introduzione Oriana Fallaci - Uno sguardo sul mondo, tesina
Questa tesina di terza media riflette sulla figura della giornalista Oriana Fallaci. Quando due anni fa vidi la miniseria televisiva sulla vita di Oriana, non mi parve possibile che fosse davvero esistita una donna del genere, una di quelle che bisogna chiamarle con la D maiuscola. Questa fu la mia prima impressione, perché mi trovavo incredibilmente affascinata dalla sua vita, dalla sua personalità, dal suo carattere. Così ne volli sapere di più e incominciai a mettere la casa sottosopra per trovare i suoi romanzi che la mamma aveva riposto in un angolo, lasciati a sé stessi. E iniziai a leggerli, uno alla volta, per assaporare la storia di una donna che non capirò mai: le sue parole, pensieri, espressioni, emozioni raccontate in dodici libri, mi offrivano una diversa sfaccettatura della scrittrice, una persona forte, coraggiosa, sensibile e grande osservatrice. Per ciò ho deciso di condividere con voi, attraverso la mia tesina, la scoperta di questo personaggio unico, che in parte mi rappresenta, come conclusione del mio meraviglioso percorso delle medie.
Collegamenti
Oriana Fallaci - Uno sguardo sul mondo, tesina
Italiano- Oriana Fallaci intervista sè stessa: l'Apocalisse : il personaggio, la vite e le opere, il contesto storico culturale.
Inglese- I sette peccati di Hollywood:Los Angeles e la storia di Hollywood.
Francese-Niente e così sia- il Vietnam e la colonizzazione francese.
Storia- Niente e così sia: la guerra in Vietnam.
Musica-Saigon e così sia: il 1968, le generazioni di rottura e i movimenti pacifisti contro la guerra in Vietnam.
Geografia- La rabbia e l'orgoglio: gli Stati Uniti.
Cittadinanza e Costituzione-La mia verità sull'islam: il terrorismo,la guerra e il diritto alla pace.
Arte- Il sesso inutile: viaggio intorno alla donna: l'art Noveau, Klimt e "le tre età della donna".
Educazione Fisica- Il sesso inutile:viaggio intorno alla donna:la donna e le discriminazioni nello sport.
Tecnologia- Se il sole muore: il Sole, la fusione nucleare, il Tokamak.
Scienze- Se il sole muore: il Sistema Solare.
all’aver respirato in Kuwait, dove si trovava per seguire la guerra del golfo nel 1991, il fumo dei pozzi di petrolio fatti incendiare
da Saddam Hussein. I suoi libri sull’11 settembre, come “La rabbia e l’Orgoglio”e “La forza della ragione” hanno suscitato
sia elogi sia contestazioni nel mondo politico e nell’opinione pubblica. Attraverso essi la scrittrice denunciò la decadenza della
occidentale che, minacciata dal fondamentalismo islamico, riteneva incapace di difendersi. Secondo la sua opinione,
assistevamo e staremmo ancora assistendo a un pianificato tentativo del mondo musulmano di islamizzazione dell’Occidente,
basato su quelle che a suo parere erano le strutture portanti del Corano, come testimoniano da oltre un millennio di conflitti e
ostilità tra musulmani e cristiani. La Fallaci è deceduta a Firenze il 15 settembre 2006 a 77 anni, dopo un peggioramento delle
sue condizioni dovuto al cancro ai polmoni. È stata sepolta nel cimitero degli Allori, accanto alla tomba di Panagulis e,per sua
espressa volontà, larga parte del suo grande patrimonio librario è stato donato, insieme ad altri cimeli come lo zaino usato in
Vietnam, alla Pontificia Università Lateranense di Roma, poiché la Fallaci nutriva per Papa Benedetto XVI “un’autentica
venerazione”.
“Non è nulla di glorioso, nulla di eccitante, è solo una sporca tragedia sulla quale
non puoi che piangere.
Piangi a quello cui negasti una sigaretta e non è tornato con la pattuglia;
piangi su quello che hai rimproverato e ti s’è disintegrato davanti;
piangi su lui che ha ammazzato i tuoi amici.”
Questa frase è tratta dal romanzo Niente e così sia, pubblicato nel 1969, ed è il diario del
primo anno che la scrittrice ha passato in Vietnam come corrispondente di guerra per
l’Europeo. Il romanzo racconta la battaglia di Dak To, l’offensiva del Tet, l’assedio di Saigon, che
per la scrittrice si concluse altrove, cioè nella strage di città del Messico dove rimase
gravemente ferita. È stato definito un libro brutale, disperato e spietato, ma per la scrittrice è
stato semplicemente un modo per raccontare la guerra a chi non la conosce, una guerra da lei
definita sempre “una sanguinosa follia”.
Il territorio dell’attuale Vietnam era però,anticamente, una colonia francese.
La colonisation française en Indochine
L’Indochine française fut une colonie française qui réunissait les régions du Vietnam actuel et les territoires du Laos et du
Cambodge. Les premieres missionnaires catholiques portugaises, espagnols, italiens et françaises arrivèrent dans l’Indochine
au XVII siècle. Au XIX siècle, la dynastie Nguyen était à la tête de l’empire du Vietnam et ses territoires s'étendaient sur la
côte orientale de la péninsule de l’ Indochine. Les premieres interventions militaires françaises en Vietnam remontent au
1858, avec le prétexte de la protection des missionnaires caitholiques. Les intérêts économiques françaises (l’ exploitation des
ressources naturelles de thé, café, charbon, caoutchouc donnèrent un grand impulsion à la conquête de l’Indochine , parce-
)
que les membres de la Chambre du commerce de Marseille avaient l’intention de «faire de Saigon une nouvelle Singapour »
qui était une colonie anglaise. Les armées françaises prirent la possession des territoires de la péninsule et ils nommèrent la
nouvelle colonie « Union indochinoise » en 1887 pendant la troisième république. Entre 1881 et 1885, se déroula la guerre
Franco-chinoise. Pendant la Seconde Guerre mondiale, en 1940, les Japonaises envahirent le nord de l’Indochine et en 1941, ils
envahirent le sud de la péninsule. À la fin de la Seconde Guerre mondiale les Français reprirent la possession des colonies,
mais la résistance des Viet Minh empêcha au Français de En 1956 les troupes françaises se
maintenir le contrôle de la colonie.
retirèrent et aujourd'hui le Vietnam est un pays francophone.
Guerra del Vietnam
Contesto storico
Nel 1945 il capo del partito comunista vietnamita Ho-Chin-Minh formò un governo
provvisorio che suscitò l’ostilità dei paesi occidentali, sempre timorosi dell’avanzata
comunista in Asia.
Nel 1946 iniziarono le ostilità tra il Fronte nazionale di liberazione (FNL) del nord del Vietnam
e i Francesi, aiutati dagli Americani. La guerra terminò nel 1954 quando a Dien-Bien-Phu le
truppe del FNL e del Viet-minh, comandate dal generale Giap, sconfissero le truppe francesi.
Divisione della penisola indocinese
Con la Conferenza di Ginevra del 1954 la penisola indocinese viene divisa in tre Stati
indipendenti: Laos, Cambogia e Vietnam.
Il Vietnam è diviso a sua volta in due lungo il 17° parallelo:
Vietnam del Nord repubblica democratica guidata da Ho Chi-Min (con capitale
Hanoi);
Vietnam del Sud, affidato a Ngo Dinh Diem (con capitale Saigon).
Erano previste (entro il 1956) libere elezioni e la successiva riunificazione del Paese. Gli USA sostengono con aiuti militari ed
economici il governo del Sud Vietnam per fronteggiare la guerriglia dei vietcong (vietnamiti rossi) cioè i comunisti del Fronte
nazionale di liberazione .
Con il trattato di Manila nel 1954 si costituisce la SEATO (Pakistan,
Filippine, Thailandia, Australia, Nuova Zelanda, Francia, USA, UK), un
organizzazione di difesa del Sud-est asiatico.
Inizio della guerra vera e propria
Il 1957 vede l'inizio della guerra fra l'esercito regolare del Vietnam del Sud,
sostenuto dagli USA, e i guerriglieri sudvietnamiti (Vietcong) appoggiati dal
Vietnam del Nord.
Nel 1960 si costituisce il Fronte Nazionale di Liberazione del Vietnam del
Sud, sostenuto dal Vietnam del Nord, dalla Cina e dall'URSS.
Il governo nordvietnamita proclamò apertamente la necessità di 'liberare il
Sud dal giogo dell’imperialismo statunitense', sancendo di fatto lo stato di
guerra.
Nel dicembre del 1961 il presidente USA John Kennedy si impegnò a
sostenere l’indipendenza del Vietnam del Sud: alla fine del mese giunsero
a Saigon i primi 400 militari statunitensi (sarebbero divenuti 11.200 un
anno dopo). Nel 1963 il regime di Diem fu abbattuto da un colpo di Stato
che portò al potere una giunta militare (generale Van Thieu), mentre le
truppe statunitensi aumentavano rapidamente (il contingente militare
arrivò a contare più di 500 mila soldati). I governi che si susseguirono al Sud suscitarono l’opposizione della popolazione,
specialmente nelle campagne, dove guerriglieri comunisti, detti Vietcong, sostenuti dai Nordvietnamiti,organizzano azioni di
guerriglia. Movimenti pacifisti
Tra il 1969 e il 1970 i morti e le stragi furono numerosi anche tra la popolazione civile. Intanto la politica reazionaria del
governo di Van Thieu stimolava la diffusione del movimento di indipendenza anche tra le popolazioni contadine del Sud,
rifornite clandestinamente di armi dai governi sovietico e cinese e sostenute nel loro spirito di rivolta dal movimento dei
Vietcong.
Intanto un imponente movimento pacifista, sviluppatosi tra i giovani degli Stati Uniti e diffusosi anche in Europa, chiede a
gran voce il ritiro delle forze americane dal Vietnam. Il presidente Richard Nixon respinse le proposte dei comandi militari per
un ulteriore aumento del contingente USA (già pari a 1/3 di tutte le forze americane) e annunciò l’inizio del disimpegno
americano. Nel 1969 venivano avviate le trattative di pace a Parigi.
Pace di Parigi
Nixon intanto decide di intervenire in Cambogia e nel Laos (invaso nel
1971) per ostacolare i rifornimenti dei vietcong. Ma questa politica di
"vietnamizzazione del conflitto" si risolve in un fallimento che prelude alla
sconfitta statunitense. Nel mondo si intensificano le manifestazioni
pacifiste.
La ritirata statunitense è preceduta da un riavvicinamento di Nixon a URSS
e Cina e questo consentì di accelerare le trattative di pace, che furono
firmate a Parigi il 27 gennaio 1973. Gli Stati Uniti sospendevano tutti gli
aiuti militari a Saigon, in cambio della formazione di un governo
democratico - parlamentare e del mantenimento provvisorio dei due
Vietnam. La guerra continua
Malgrado l'impegno del cessate il fuoco e il ritiro delle truppe statunitensi (che segnava la prima grande sconfitta nella storia
degli Usa), il conflitto continuò e il ritiro americano non avvenne.
Sanguinosi combattimenti, con moltissime vittime, si protrassero
per altri due anni, fino al 1975, quando Vietcong e truppe nord-
vietnamite riuscirono ad entrare nella capitale Saigon
(ribattezzata poi Ho Chi Minh). I sudvietnamiti sempre riforniti di
armi dagli americani continuarono la lotta fino al 30 aprile del
1975 quando si arresero al Fronte nazionale di liberazione. Il
giorno prima la Casa Bianca aveva già annunciato l'evacuazione
di tutti i soldati e funzionari americani in Vietnam.
Di fatto la guerra in Vietnam, terminò così, il 30 aprile
1975. Conseguenze
Nel 1976 il Sud e il Nord furono riuniti nella nuova Repubblica
socialista del Vietnam e Saigon mutò il nome in Ho Chi Minh. Il
conflitto provocò tra i vietnamiti più di due milioni di morti, tre
milioni di feriti e dodici milioni di profughi.
L’impiego di defolianti (come il famigerato “agente orange”, a
base di diossina) causò una massiccia distruzione del manto
vegetale del paese, con gravissimi danni ecologici,
all’agricoltura e sulle persone.
Gli Stati Uniti lamentarono 57.685 morti e circa 153.000
feriti.
A metà del 1968 la giornalista lasciò provvisoriamente il fronte per tornare negli Stati Uniti a seguito della
morte di Martin Luther King e di Bob Kennedy e delle rivolte studentesche di quegli anni. In un passaggio
di Niente e così sia irride «i vandalismi degli studenti borghesi che osano invocare Che Guevara e
poi vivono in case con l'aria condizionata, che a scuola ci vanno col fuoristrada di papà e che al
night club vanno con la camicia di seta».
Il 2 ottobre 1968, alla vigilia del Giochi Olimpici, durante una manifestazione di protesta degli studenti
universitari messicani contro l’occupazione militare del campus dell’UNAM, oggi ricordata come il massacro
di Tlaetoco, la Fallaci rimase ferita in Piazza delle tre culture a Città del Messico da una raffica di mitra.
Morirono centinaia di giovani e anche la giornalista fu creduta morta e portata in obitorio: solo in quel
momento un prete si accorse che era ancora viva.
Il 1968, le generazioni di rottura e I movimenti pacifisti contro la
Guerra in Vietnam
Il Sessantotto (o movimento del Sessantotto) è il fenomeno socio-culturale avvenuto nel 1968 nel quale grandi movimenti
di massa attraversarono quasi tutti i Paesi del mondo con la loro forte carica di contestazione sulla corruzione e sui pregiudizi
socio-politici. La contestazione del 68,politicamente orientata a sinistra, si estese all’intera società e al suo sistema di valori,
rifiutando il consumismo,l’autoritarismo, l’ipocrisia dei rapporti tra le persone nel mondo borghese, la discriminazione delle
donna e dei cittadini più poveri. Il movimento in Italia
Alla fine degli anni Sessanta la crescita economica dell’Italia subì un forte rallentamento
e gli squilibri all’interno del Paese emersero drammaticamente, generando un forte
clima di malessere sociale, che non trovò nelle istituzioni politiche una risposta
adeguata. Nell’autunno del 1969 la protesta operaia esplose in una lunga serie di
scioperi e rivendicazioni sindacali: si chiedeva l’aumento dei salari e la riduzione
dell’orario di lavoro. Alla fine i lavoratori riuscirono ad ottenere ciò che avevano chiesto,
dopo il così detto “autunno caldo”, dove le manifestazioni di protesta furono
particolarmente accese. Le proteste dei lavoratori si saldarono con il movimento di
contestazione
studentesca, che negli
stessi anni si era largamente diffuso in Europa. La protesta degli
studenti italiani partì, fin dal 1965, dalle università dove venne
messo in discussione il sistema scolastico gli studenti
contestavano i contenuti arretrati e parziali dell'istruzione e
rivendicavano l'estensione del diritto allo studio anche ai giovani