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Introduzione tesina sull'ambiente
La seguente tesina di terza media descrive l'ambiente e l'inquinamento. Nella tesina vengono anche trattati i seguenti argomenti: ”Il Segreto degli Gnomi”, il Giappone, Rivoluzioni industriali, fumo, Inquinamento acustico, “Let’s save our planet”, i terremoti.

Collegamenti
Ambiente e Inquinamento - Tesina
Italiano - ”Il Segreto degli Gnomi”.
Geografia - Il Giappone.
Storia - Rivoluzioni industriali.
Educazione fisica - Il fumo.
Musica - Inquinamento acustico.
Inglese - “Let’s save our planet”.
Scienze - I terremoti.
AMBIENTE ED INQUINAMENTO
“Il Drago dell’Inquinamento” è un brano tratto dal libro ”Il Segreto degli Gnomi”
di Wil Huygen contenente storie e una guida di come gli Gnomi vivevano in
armonia con l'ambiente. Huygen nacque ad Amersfoort, in Olanda, nel 1922:
settimo di dieci figli, diventò medico e morì nel 2009. Il protagonista del brano
è lo Gnomo più vecchio del mondo, chiamato il “Genio del Sonno”, che convoca
tre persone in rappresentanza dell’umanità intera. Lo Gnomo, paragonato ad
un saggio per via della sua veneranda età, racconta di uno spirito rinchiuso da
molto tempo in una bottiglia, ma un giorno l’insensibilità dell’uomo lo fece
uscire. Lo spirito di cui lo Gnomo parla è l’inquinamento, e lo paragona a un
drago malvagio e furioso con sette teste. Ogni testa prende nome da
espressioni del tipo “che m’importa del futuro?”; “mi basterà finché campo”;
“si vedrà” …, cioè dai peggiori comportamenti umani rispetto all’ambiente:
quei comportamenti come l’indifferenza, la superficialità, l’egoismo. Il saggio,
con un monito severo, si rivolge a tutti gli uomini della Terra raccomandando di
non consumare tutte le risorse naturali: combustibili fossili e minerali. Si
definiscono fossili quei combustibili derivati dalla trasformazione di sostanza
organica, avvenuta nel corso di milioni di anni e sono: carbone, petrolio e gas
naturale. La produzione di energia elettrica si basa principalmente sul consumo
di prodotti petroliferi. Il continuo aumento del consumo di energia elettrica fa si
che si debbano sempre scoprire nuovi giacimenti impoverendo le risorse per le
generazioni future. Le principali cause dell’inquinamento sono le emissioni dei
gas di scarico di automobili, impianti di riscaldamento e centrali
termoelettriche che provocano un aumento dell’anidride carbonica
nell’atmosfera. L’anidride carbonica intrappolando i raggi solari causa l’effetto
serra: un eccessivo riscaldamento della superficie terrestre. Le conseguenze
dell’effetto serra sono: lo scioglimento dei ghiacciai, maggiore evaporazione e
aumento della desertificazione che porta a repentini cambiamenti climatici. Per
milioni di anni l’ecosistema “pianeta Terra” è riuscito ad auto equilibrarsi cioè la
CO sottratta all’atmosfera e quella immessa si è mantenuta in equilibrio. Con
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l’avvento dell’era industriale, con l’uso crescente dei combustibili fossili, la
quantità di anidride carbonica è aumentata del 30%. La Prima Rivoluzione
Industriale si avviò verso il 1780 in Inghilterra e in seguito nel resto d’Europa e
negli Stati Uniti. Nel XVIII secolo questo Paese era avvantaggiato da alcuni
fattori che ne favorirono lo sviluppo economico: era all’avanguardia negli studi
scientifici e tecnici ed era ricco di carbone; il Paese aveva una politica fondata
sulla libertà dei commerci e sull’iniziativa individuale, ed essendo un’isola la
navigazione permetteva facili collegamenti. Con l’avvento della macchina a
vapore brevettata da James Watt nel 1769 che utilizzava come combustibile, il
carbone l’energia meccanica sostituì quella umana, quella animale e quella
prodotta dai mulini ad acqua ed a vento. Lo sviluppo industriale fu
accompagnato dall’esodo di ingenti masse di lavoratori dalle campagne alle
città, ossia la nascita del ceto operaio con tutti i problemi che ne derivarono:
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dall’orario di lavoro allo sfruttamento di donne e minori e in genere dalle
condizioni di vita dei lavoratori. Le fabbriche trasformarono il volto delle città:
sovraffollamento, sporcizia, quartieri poveri e malsani. Il disagio sociale si
manifestò in un primo tempo con la distruzione da parte dei lavoratori delle
macchine. Tale forma di protesta prese il nome di Luddismo, da un certo Ned
Ludd che in un’azione di protesta distrusse un telaio. Anche l’agricoltura utilizzò
nuove tecniche di coltivazione e di irrigazione: la produzione aumentò e riuscì a
soddisfare l’aumento del fabbisogno alimentare dovuto alla crescita
demografica. Nella seconda metà del XIX secolo la scienza e la tecnica resero
possibili nuove invenzioni che fecero decollare la Seconda Rivoluzione
Industriale. In questo periodo furono perforati i primi pozzi petroliferi, la luce
elettrica fece la sua comparsa, venne inventato il telefono, le industrie
iniziarono a produrre motori a scoppio, i fratelli Lumière costruirono il primo
apparecchio cinematografico e venne fatto decollare il primo aereo. Il
principale rischio dello sviluppo economico fu l’affermarsi del monopolio, cioè
quando una sola industria domina incontrastata il mercato. Esiste però anche il
rischio di oligopolio: questo è il caso che si verifica quando le industrie si
accordano per stabilire il prezzo di un prodotto il più elevato possibile a danno
dei consumatori. Tra l’Ottocento e il Novecento i governi dei Paesi più
industrializzati emanarono rigide norme per impedire la costituzione dei
monopoli o degli oligopoli: le cosiddette Leggi Antitrust. La produzione in serie
e l’ampia diffusione di informazioni consentono a tutti di accedere a prodotti
diversi e alla cultura: si forma una società di massa. Dopo la Seconda Guerra
Mondiale si sono realizzate diverse scoperte scientifiche e tecniche che hanno
consentito l’avvio della Terza Rivoluzione Industriale, cioè un cambiamento
radicale nelle fonti energetiche, nella produzione, nella tecnologia, nelle
comunicazioni e nel sistema di comunicazioni. Le novità più importanti sono
state: lo sfruttamento dell’energia atomica, l’astronautica e l’informatica.
L’informatica e il computer sono stati la maggiore innovazione di questa fase:
permettendo lo scambio di informazioni e dati da una parte all’altra del
pianeta. Il mondo è diventato un villaggio globale cioè un solo grande mercato
in cui merci e capitali si muovono liberamente. Con questo breve percorso
storico possiamo subito capire le enormi quantità di CO e di altri gas inquinanti
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che sono stati immessi nell’ambiente tali da non poter essere più in qualche
modo neutralizzati dall’ecosistema Terra. Ed ecco i risultati di tutto questo:
effetto serra di cui abbiamo parlato e le piogge acide cioè l’aumento di acidità
delle acque piovane dovuto agli ossidi di zolfo e di azoto che combinandosi con
il vapore acqueo formano acidi tra cui l’acido solforico e l’acido nitrico. Questi
acidi sono corrosivi che cadendo al suolo sottoforma di piogge acide hanno
effetti distruttivi sugli ecosistemi: gli alberi muoiono, i laghi diventano privi di
vita, le falde acquifere si inquinano. A tutto questo, nell’ultimo trentennio, si è
aggiunto il problema del buco dell’ozono causato dal consumo indiscriminato
dei CFC (clorofluorocarburi) usati nelle bombolette spray, e come gas
refrigeranti nei frigoriferi, e nei climatizzatori. Il cloro contenuto in questi gas
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legandosi con atomi di ossigeno presente nella stratosfera sottoforma di ozono
cioè O ne assottiglia questa fascia con la conseguenza che i raggi ultravioletti
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(UV) raggiungono la superficie terrestre danneggiando le cellule in particolare
agendo sul DNA cioè l’acido desossiribonucleico che forma i cromosomi nei
quali si trovano tutte le informazioni per lo sviluppo e il funzionamento della
cellula stessa nonché tutti i caratteri ereditari. Gli effetti sugli organismi viventi
a partire dalle piante sono molteplici e gravi. Quindi tra gli effetti della
globalizzazione troviamo l’aumento dell’inquinamento atmosferico che
comprende le piogge acide, il buco nell’ozono e l’effetto serra; l’inquinamento
idrico e del suolo. L’inquinamento delle acque continentali e quello delle acque
marine è strettamente collegato. Le principali cause sono: scarichi urbani e
industriali, le sostante utilizzate in agricoltura, il petrolio e le scorie radioattive.
Le acque degli scarichi urbani contengono grandi quantità di sostanze
organiche in decomposizione e saponi e malgrado vengono convogliate in
depuratori raggiungono il mare con alte quantità ancora di elementi inquinanti.
Gli scarichi industriali invece sono i responsabili dell’accumulo nelle acque di
grandi quantità di metalli: piombo, rame, nichel, cromo, mercurio. Il mercurio e
il cromo, attraverso la catena alimentare, possono arrivare con i molluschi o
pesci sulle mostre tavole. L’inquinamento del suolo è causato soprattutto dai
prodotti chimici usati in agricoltura, dagli scarichi delle industrie e dai rifiuti. I
prodotti chimici usati in agricoltura se non assorbiti dalle piante si accumulano
nel terreno fino a raggiungere le falde acquifere. L’accumulo dei rifiuti prodotti
dalle attività dell’uomo è la causa più grave dell’inquinamento del suolo. Con
l’avvento della “civiltà dei consumi” la quantità di rifiuti prodotta dall’uomo è
aumentata in modo vertiginoso a cui si aggiunge quella dovuta
all’apparecchiature elettroniche. E poiché questi rifiuti in gran parte non sono
biodegradabili, cioè non vengono decomposti dai microorganismi, non
rientrano nel ciclo biologico accumulandosi nell’ambiente. Ma i rifiuti possono
diventare una risorsa innanzitutto operando con la raccolta differenziata, cioè
la suddivisione in quattro parti: la parte umida (scarti di origine animale e
vegetale) trasformata in biomasse utilizzata per produrre energia elettrica; la
parte secca riciclabile (carta, vetro, plastica, alluminio …); la parte secca non
riciclabile (plastica non riciclabile, polistirolo …) utilizzabile per produrre
energia elettrica; i rifiuti pericolosi (pile, medicinali, vernici …) necessitano
invece di trattamenti speciali. Le organizzazioni internazionali hanno avviato
programmi per ridurre le fonti di inquinamento, ma si scontrano con gli
interessi delle società multinazionali dei Paesi sviluppati. A Kyoto nel dicembre
del 1997 si è tenuta la Conferenza degli Stati delle Nazioni Unite (ONU) sui
cambiamenti climatici. I paesi industrializzati hanno deciso di ridurre di almeno
del 5%, entro il 2012, le emissioni di gas ad effetto serra. Inoltre si sono
impegnati a migliorare l’efficacia energetica dei prodotti industriali, nuovi piani
di rimboschimento, sviluppo di forme di energie rinnovabili … Kyoto è una città
del Giappone. Altre città importanti sono Osaka, Yokohama e la capitale Tokyo.
Il Giappone è una monarchia costituzionale: l’imperatore rappresenta solo il
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simbolo dello stato e dell’unità del popolo. Questa stato ha influenzato Claude
Monet, pittore francese vissuto tra l’Ottocento ed i primi anni del Novecento
appartenente alla corrente artistica dell’Impressionismo. A tal proposito vorrei
ricordare l’opera “Lo stagno delle ninfee” che raffigura un ponte di legno in stile
giapponese che attraversa un angolo di uno stagno. In questo stagno, facente
parte di un magnifico giardino simile ad un paradiso, Monet coltivava ninfee e
salici piangenti. Egli era così attratto da questo luogo che lo riprodusse tante
volte. L’obiettivo di questa pittura era di cogliere l’attimo fuggente della realtà
riproducendo i soggetti con rapide pennellate di colore. Il territorio giapponese
è un arcipelago formato da più di 3000 isole, prevalentemente montuoso. Il
Giappone è lo stato asiatico più industrializzato ed è la terza potenza
economica mondiale (dopo Stati Uniti e Cina). La produzione agricola più
importante è quella del riso, e la pesca al contrario dell’allevamento, è molto
diffusa. Il sottosuolo del Giappone è povero di giacimenti ma lo sviluppo
industriale in tutti i settori è elevato e l’energia necessaria è prodotta
principalmente da centrali nucleari. L’energia nucleare è una forma di energia
che è prodotta da profonde modificazioni della materia, cioè la materia si può
trasformare in energia secondo una legge fisica scoperta da Albert Einstein:
E=mxC dove C è una costante cioè la velocità della luce al quadrato (300.000
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km/s) . I processi che possono creare energia nucleare sono di due tipi: la
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fissione o scissione nucleare e la fusione nucleare. Io parlerò soprattutto della