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Tesi plagiate, ecco cosa rischi e come si difendono le università

Terminati tutti gli esami, l’ultimo ostacolo da superare per conquistare la tanto agognata laurea ed indossare la corona d’alloro, seguita dal titolo di dottore o dottoressa, è la tesi. Un lavoro che richiede tempo, impegno e tanta pazienza non c’è dubbio. Proprio per questo motivo, sono in molti, sempre più frequentemente, a prendere delle scorciatoie. Che sia da internet, attraverso il classico ‘copia e incolla’, o tramite altri laureati che si offrono dietro lauto compenso di aiutare, scopiazzando da lavori già fatti, i laureandi, il plagio delle tesi è davvero diffuso. Se anche tu hai intenzione di arrivare, tramite queste scorciatoie, al fatidico giorno della discussione, ti conviene stare molto attento. Di questo abbiamo parlato nella trasmissione Buongiorno Dr.Feelgood e Mr. Cotto su Virgin Radio.

Ascolta l'intervento di Daniele Grassucci, co-founder di Skuola.net su "Buongiorno Dott. Feelgood e Mr. Cotto"
Ascolta "Tesi di laurea copiata: i rischi - Virgin Radio - Daniele Grassucci - 06062017" su Spreaker.

Copiare la tesi è reato

“Chiunque in esami o concorsi, prescritti o richiesti da autorità o pubbliche amministrazioni per il conferimento di lauree o di ogni altro grado o titolo scolastico o accademico [...] presenta, come propri, dissertazioni, studi, pubblicazioni, progetti tecnici e, in genere, lavori che siano opera di altri, è punito con la reclusione da tre mesi ad un anno”. È chiara quindi, e non lascia certo spazio a interpretazioni, la legge del 19 aprile 1925 n.475 che riguarda proprio il plagio, definito come un vero e proprio reato. Credi che sia tutto qui? Ti sbagli, la legge, così come tutte, prevede anche delle sanzioni non certo da prendere sottogamba “La reclusione non può essere inferiore a sei mesi qualora l’intento sia conseguito”. Oltre ovviamente alla revoca della laurea. Insomma se sei intenzionato a copiare la tesi di laurea, e sperare di farla franca, ti conviene riflettere molto bene perché le conseguenze sono certamente rilevanti. Meglio trascorrere qualche mese sommerso dai libri, per redigere un elaborato che sia farina del tuo sacco, che scopiazzare su internet e ritrovarti a dover scontare qualche mese di reclusione.

Citare altre fonti è ovviamente possibile

Attenzione, però, a non fraintendere. Quanto previsto dalla legge non significa che nella tua tesi non puoi riportare brani trovati su internet. L’importante, proprio per non cadere nel reato di plagio, è citare la fonte, sempre. Perché? Per ben due motivi, il primo è che non puoi certo appropriarti di materiale che non è frutto del tuo ingegno, come sottolineato dalle legge contro il plagio, ma anche per una questione di correttezza scientifica. Chi infatti legge la tua tesi, o semplicemente chi assisterà alla tua discussione di laurea, che probabilmente non saranno solo i tuoi parenti fino alla terza generazione, ha il diritto di sapere la provenienza di ciò che legge o ascolta. Anche la minima citazione, presa da internet e non prodotta dalle tue doti, deve essere attribuita a chi l’ha pronunciata. Altrimenti potresti rischiare di essere accusato di plagio. Ricorda che le note, in una tesi, servono soprattutto a citare le fonti e non a riempire lo spazio inferiore della pagina!

Sempre più università anti-copioni

Proprio perché le tesi copiate aumentano sempre più, le Università non sono rimaste certo a guardare. Molti infatti gli atenei da Nord a Sud che hanno deciso di combattere il fenomeno munendosi di software anti-plagio per riconoscere se gli elaborati degli studenti siano originali o siano stati copiati da internet. Ti stai chiedendo come funzionano? Semplice, questi tipi di software analizzano il documento attraverso una comparazione con altri testi che si trovano in database e con tutte le pagine presenti sul web. Una volta trovati i passaggi che presentano delle similitudini con la tua tesi, il software elabora un report finale dando una percentuale che indica la corrispondenza tra il tuo lavoro e il materiale online. Sta poi al docente dare un giudizio e capire se la tua tesi è frutto di un copia-incolla. Un sistema che sempre più atenei stanno adottando che però, non funziona con i furbetti che decidono di affidare la stesura della propria tesi a qualcun altro. Al momento, infatti, non esistono programmi che riescono a sgamare questo tipo di scorciatoie.

Consigli per evitare il plagio…aggirando i software

Se proprio il solo pensiero di redigere una tesi ti provoca l’orticaria ma non vuoi certo pagare qualcun altro per scriverla al posto tuo, o peggio rischiare il plagio e le conseguenze che ne derivano, una soluzione c’è: ricorrere al copia-incolla ma mettendoci del tuo. Come? Bisogna parafrasare le frasi prese da un altro testo e non copiarle di sana pianta. Si, hai capito bene, proprio come facevi ai tempi delle medie con ‘L’Iliade’ e ‘L’Odissea’. Devi cambiare, usando sinonimi, le parole del testo dal quale ‘prendi spunto’ e modificare un po’ anche la sintassi. In questo modo potresti facilmente aggirare i software anti-copioni…se sarai bravo! Certo, se vuoi dormire sonni tranquilli la soluzione è solo una: scrivi la tesi di tuo pugno, anche se costerà fatica.

Manlio Grossi

Data pubblicazione 6 Giugno 2017, Ore 11:04 Data aggiornamento 6 Giugno 2017, Ore 12:14
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