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Tesi di laurea: come citare le fonti Quando si scrive la tesi di laurea, uno degli aspetti spinosi che desta più preoccupazione tra gli studenti è quello che riguarda le fonti bibliografiche. Come vanno citate all'interno del testo?

Per portare avanti la tesi sviluppata attraverso le tue ricerche, la citazione delle fonti è semplicemente essenziale: non solo permette di identificare le risorse utilizzate, evitando oltretutto il plagio, ma è anche un modo per dare autorità a quello che dici, immettendolo all’interno di un discorso accademico ben preciso.

In altre parole, non stai parlando a vanvera, le tue non sono idee arrivate in sogno, ma sono frutto di un percorso di studio, confronto e dialogo con autori che prima di te hanno affrontato l’argomento di cui ti stai occupando.

Come fare le citazioni dirette nella tesi

Ma la prassi di citare le fonti non è così scontata, né immediata. A scuola, difficilmente ci viene insegnato come fare, e all’università spesso si scrive troppo poco per automatizzare la corretta procedura. Eccoci qua dunque per capire bene quali sono le regole da rispettare per citare le fonti all’interno di una tesi.

Innanzitutto, esistono due tipologie di citazioni. La prima è quella più classica, ovvero la diretta. In questo caso si riportano direttamente le parole dell’autore citato, tra virgolette. Devi riportare per filo e per segno il testo, non puoi compiere modifiche a tuo piacimento. L’unica azione consentita è quella dell’omissione: se hai a che fare con un testo troppo lungo e vuoi ometterne una parte, magari un inciso lunghissimo che ha poco a che fare con il succo del discorso, allora puoi optare per l’utilizzo del segno grafico [...]. I tre puntini tra parentesi quadre servono proprio a segnalare l’assenza di una parte del testo. Attenzione, però: non puoi omettere una parte stravolgendo il senso del testo complessivo!

Esistono due modi per procedere con le citazioni dirette. La prima è quella della citazione direttamente nel testo tramite virgolette, che tendenzialmente può arrivare a un massimo di 3 righe. Se la citazione è più lunga, allora si passa al secondo modo, ovvero quella che prevede la separazione della citazione dal testo. Per farlo, il consiglio è di lasciare uno spazio prima e uno spazio dopo, di applicare un leggero rientro aggiuntivo e di ridurre la grandezza del carattere di almeno un punto. In questo caso, puoi anche non mettere le virgolette.

Bada bene, però: controlla sempre le linee guida fornite dall’ateneo, perché spesso tra queste sono incluse le istruzioni precise sulle citazioni.

Come fare le citazioni indirette

La seconda tipologia di citazione è quella indiretta. Questa si usa quando non si riportano in maniera diretta le parole dell’autore, ma il tema, gli argomenti o i discorsi da lui trattati. In questo caso, avrai quindi la possibilità di parafrasare il testo di riferimento, rispettandone però sempre i contenuti, senza stravolgerli.

Per segnalare la fonte, due sono le vie. All’interno del testo stesso, oppure tra le note a piè di pagina. Per farlo all’interno del testo (opzione che trovo molto più agevole e semplice), di solito si usa mettere il cognome dell’autore e l’anno di pubblicazione dell’opera citata tra parentesi, con l’aggiunta facoltativa del numero di pagina. Per il titolo dell’opera, in questo caso, il lettore dovrà consultare la bibliografia alla fine della tesi. Per esempio, voglio citare una tematica del Lector in Fabula di Umberto Eco? Allora la citazione corretta sarà: (Eco 1979).

L’altra via è quella, come abbiamo detto, delle note a piè di pagina, dove dovrai indicare il nome dell’autore, il titolo dell’opera per esteso, l’anno di pubblicazione e numero di pagina. Ma questo non vuol dire che non dovrai citare il testo anche nella bibliografia.

Ma bada bene: anche nel caso della citazione indiretta, consulta sempre le linee guida fornite dall’università.

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