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I gusci costituiscono una classe di corpi continui tridimensionali nei quali due dimensioni prevalgono sulla terza, lo spessore; dal punto di vista geometrico, possono essere riguardati come regioni tridimensionali sottili, modellate su superfici. La superficie su cui un guscio viene modellato è detta superficie media; la geometria di una struttura a guscio ne risulta completamente determinata. L'idea che sottende tutta la meccanica delle strutture sottili, quindi anche qualunque teoria dei gusci, è quella che le equazioni che ne regolano il comportamento debbono risultare alquanto più semplici di quelle che occorrerebbe risolvere se li si considerasse corpi tridimensionali di forma particolare.
Introduzione
Obiettivo di questo lavoro e quello di esporre un modello matematico per lo studio dello stato di spostamento, deformazione e sforzo in una struttura a guscio che si trovi in un regime di equilibrio speciale e semplice, quello membranale.
Pur non potendo nè volendo compiere un completo percorso deduttivo, nei primi due capitoli raccoglieremo, nel modo più sintetico possibile, i concetti indispensabili per comprendere gli sviluppi successivi, discutendo in particolare la nozione di equilibrio membranale. Nel terzo e ultimo capitolo concentreremo l'attenzione sui gusci cilindrici e, dopo averne passato in rivista le principali proprietà, esporremo in dettaglio la soluzione esatta ed esplicita del problema di equilibrio membranale che abbiamo risolto, quello in cui, come accade nelle coperture pneumatiche per impianti sportivi, il guscio si sostiene per effetto della sovrapressione che viene creata all'interno.
I gusci costituiscono una classe di corpi continui tridimensionali nei quali due dimensioni prevalgono sulla terza, lo spessore; dal punto di vista geometrico, possono essere riguardati come regioni tridimensionali sottili, modellate su superfici. La superficie su cui un guscio viene modellato è detta superficie media; la geometria di una struttura a guscio ne risulta completamente determinata. L'idea che sottende tutta la meccanica delle strutture sottili, quindi anche qualunque teoria dei gusci, è quella che le equazioni che ne regolano il comportamento debbono risultare alquanto più semplici di quelle che occorrerebbe risolvere se li si considerasse corpi tridimensionali di forma particolare. Ovvio che ogni semplificazione si paghi in termini di dettaglio dell'informazione che si consegue: la difficoltà da affrontare e risolvere è conseguire un bilanciamento ottimo tra la complicazione residua del problema che si sa come risolvere, una volta effettuata la prescelta semplificazione del problema tridimensionale originale, e la rilevanza tecnica dell'informazione che la soluzione di quel problema semplificato fornisce.
Il metodo di attacco che adoperiamo per ottenere le equazioni della meccanica dei gusci è un metodo di deduzione sistematica dal problema tridimensionale che ha due caratteri distintivi: il primo, postulare una rappresentazione a priori del campo di spostamenti possibili (nel nostro caso, quella proposta da Kirchhoff e ripresa da Love), parametrizzata da poche funzioni di forma definite sulla superficie media; il secondo, ridurre per equipollenza alla superficie media sia i carichi applicati sia lo stato di sforzo del problema tridimensionale. Con questo metodo, le equazioni di equilibrio vengono formulate sulla superficie media in termini di due campi tensoriali, l'uno di sforzo l'altro di momento, che descrivono lo stato di sollecitazione interna; tramite equazioni costitutive tridimensionali che descrivono una risposta elastica lineare compatibile con i vincoli interni inerenti alla rappresentazione prescelta per il campo di spostamenti, quelle equazioni di equilibrio possono poi essere trasformate in un sistema di equazioni alle derivate parziali, che consentono di determinare tanto le funzioni parametro della rappresentazione che quelle eventuali componenti dello stato di sollecitazione interna che hanno natura di reazioni vincolari necessarie per mantenere la forma prescritta del campo di spostamenti.
Nel nostro caso, il sistema da risolvere è composto da cinque equazioni differenziali alle derivate parziali in cinque incognite scalari: i tre campi che parav metrizzano il campo di spostamenti di Kirchhoff-Love (due per gli spostamenti estensionali e uno per quelli flessionali) e i due che forniscono le componenti reattive del tensore di sforzo. Questo sistema non è in generale facilmente risolubile in forma chiusa. Si può tuttavia individuare un particolare stato di sollecitazione interna, il cosidetto regime membranale, in presenza del quale il campo tensoriale di sforzo, che si riduce alle sole tre componenti attive, è calcolabile senza dover introdurre il legame costitutivo. Inoltre, una delle tre equazioni di equilibrio non è di carattere differenziale, ma algebrico, mentre le due equazioni di bilancio dei momenti si riducono a condizioni di compatibilità sui carichi esterni. Per definizione, il regime membranale si ottiene quando il campo tensoriale di momento è nullo, così come le componenti reattive dello sforzo. Com'era da attendersi, restrizioni a priori così forti sul tipo di soluzioni del problema che si vuol risolvere non consentono di assegnare i dati liberamente: soluzioni del tipo cercato sono possibili soltanto se i carichi applicati soddisfano precise condizioni necessarie di compatibilità. Nel Capitolo 3, come anticipato, determiniamo la soluzione membranale del problema di equilibrio di un guscio cilindrico in pressione. L'aspetto particolarmente semplice di questa soluzione riduce il calcolo di una struttura siffatta all'applicazione di due formule molto semplici, che forniscono gli sforzi assiale e circonferenziale in termini di pochi parametri: raggio e spessore del guscio, pressione applicata, e modulo di Poisson del materiale impiegato.
Indice
1 Aspetti geometrici e cinematici
1.1 Regione a forma di guscio
1.2 Richiami di Geometria Differenziale
1.3 Richiami di Cinematica
2 Stato tensionale ed equilibrio
2.1 Descrittori superficiali di sforzo e coppia
2.2 Legame costitutivo
2.3 Caratteristiche di sollecitazione
2.4 Equazioni di bilancio in forma locale
2.4.1 Considerazioni sul tensore di sforzo superficiale
2.5 Regime di sforzo membranale
3 Gusci cilindrici
3.1 Geometria e cinematica
3.2 Equazioni di equilibrio
3.3 Gusci cilindrici in pressione
Bibliografia
[1] L. Cedolin, Gusci cilindrici e sferici. Trave su suolo elastico - Appunti di lezione con la collaborazione di Gianluigi Bisi, Edizioni CUSL, Milano 1998.
[2] M. P. Do Carmo, Differential Geometry of Curves and Surfaces, Prentice Hall, New Jersey 1976.
[3] P. Podio-Guidugli, Lezioni sulla teoria lineare dei gusci elastici sottili, Masson, Milano 1991.
[4] P. Podio-Guidugli, A Primer in Elasticity, Kluwer Academic Publishers, Dordrecht 2000.
[5] S. Timoshenko, Theory of Plates and Shells, McGraw-Hill College, New York 1959.
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Facoltà di Ingegneria Corso di Laurea in Ingegneria dei Modelli e dei Sistemi Tesi di Laurea di Primo Livello
F. Bonaldi,
S S S S
= 2µ̃ G G + G ⊗ G, (2.3)
λ̃
C ⊠ 1
dove denota l’operazione di coniugazione ortogonale tra tensori . Il tensore di
⊠ −1 (A)
elasticità inverso, tale che E = T , è
C
1 λ̃
S S
−1 S S
G G −
= G ⊗ G. (2.4)
C ⊠
2µ̃ 4µ̃( +
λ̃ µ̃)
Le costanti e sono i espressi in termini del modulo di Young
λ̃ µ̃ moduli di Lamé,
e del modulo di Poisson dalle relazioni seguenti:
Ẽ ν̃ Ẽ
Ẽ ν̃ = (2.5)
= , µ̃ .
λ̃ (1 − + 2(1 +
ν̃)(1 ν̃) ν̃)
Per una trattazione esauriente, si rimanda a [3], cap. 5.
2.3 Caratteristiche di sollecitazione
Per definizione, il tensore S verifica la condizione
Sn = 0,
T
1 (A := ∀A, ∈ Lin.
,
B) C ACB B
⊠
16 CAPITOLO 2. STATO TENSIONALE ED EQUILIBRIO
che equivale a 3
i3 i i
:= S · e ⊗ e = Sn · e = 0, (i = 1, 2, 3).
S
Quindi, le componenti controvarianti non nulle in generale del tensore S sono
iα i α i
:= S · e ⊗ e = s · e (2.6)
S .
α
Un discorso del tutto analogo vale per le componenti di M e di C. Le componenti
dei tensori S e M rappresentano le Le componenti
caratteristiche di sollecitazione.
αβ
attive dello sforzo, , si dicono due normali (per =
S α β)
forze membranali, 3α
e due di taglio (per 6 = le due componenti reattive sono le
α β); S forze di
αβ
Le componenti attive del tensore di momento vengono
M
taglio trasversali.
chiamate se = se 6 = non esiste una
α β, α β;
momenti flettenti momenti torcenti 3α
nomenclatura particolare per le due componenti reattive .
M
Le forze membranali e i momenti flettenti e torcenti hanno le seguenti espres-
sioni in termini della parte attiva di T:
+ε
Z (A)
αβ β α
= g · e
S αT dζ,
−ε (2.7)
+ε
Z (A)
αβ β α
= g · e
M αζT dζ.
−ε
Facendo uso del legame costitutivo, si possono esprimere tali componenti in
termini di deformazioni (e quindi di spostamenti, ricorrendo alla relazione di
17
2.4. EQUAZIONI DI BILANCIO IN FORMA LOCALE
congruenza (1.14)). Si ottengono le seguenti relazioni:
+ε
Z i
h
αβ α β
α β δ
= 2µ̃ E · e ⊗ g + E · g ⊗ g e · g
S α λ̃ dζ,
δ
−ε (2.8)
+ε
Z h i
αβ α β δ α β
= 2µ̃ E · e ⊗ g + E · g ⊗ g e · g
M αζ λ̃ dζ.
δ
−ε
Nella tabella seguente si riassume la natura delle caratteristiche di sollecitazione.
Sforzi Momenti
11 12 21 22 11 12 21 22
Componenti attive S , S , S , S M , M , M , M
31 32 31 32
Componenti reattive S , S M , M
2.4 Equazioni di bilancio in forma locale
Per dedurre le equazioni locali di equilibrio, cominciamo con il considerare la
(v. fig. (2.2)) ai punti della superficie media del sistema
riduzione per equipollenza
di forze agenti nei punti della generica fibra ortogonale a S per x e sulle superfici
inferiore e superiore del guscio. Tale sistema è composto dalle forze per unità di
volume b, che agiscono nei punti p = x + al variare di nell’intervallo (−ε,
ζn ζ ε),
e dalle forze di contatto per unità di superficie t che agiscono sulle superfici
suddette, cioè, nei punti p = x ± Integrando tali campi sullo spessore del
εn.
guscio si ottiene il sistema di forze e coppie per unità di area agenti sulla superficie
media: +ε
Z
S b := + (αt)
αb dζ ,
|x±εn
−ε (2.9)
+ε
Z
S S
f := × b + (αζn × t) = n × h,
αζn dζ |x±εn
−ε
18 CAPITOLO 2. STATO TENSIONALE ED EQUILIBRIO
avendo definito +ε
Z
S h := + (αζt)
αζb dζ .
|x±εn
−ε
S S
Il sistema di carichi ( b, f) agisce su ogni parte P ⊂ S, mentre (s, c) rappresenta
Figura 2.2: Riduzione dei carichi alla superficie media
il sistema di carichi per unità di lunghezza della curva frontiera della parte
∂P,
P su S.
Le condizioni di bilancio globale degli sforzi e dei momenti si formulano come
segue: Z Z S
s + b = 0,
P
∂P (2.10)
Z Z S S
[(x − o) × s + c] + (x − o) × b + f = 0, ∀P ⊂ S,
P
∂P 19
2.4. EQUAZIONI DI BILANCIO IN FORMA LOCALE
dove o è il polo rispetto al quale si calcolano i momenti. Inserendo in queste
formule le rappresentazioni di s e c in termini dei corrispondenti tensori di sforzo
e di coppia, utilizzando il teorema della divergenza per un tensore e sfruttando
l’arbitrarietà del dominio di integrazione, si possono ottenere le versioni per punti
delle condizioni di bilancio (2.10) e cioè, i due sistemi di equazioni a
per parti,
derivate parziali, con annesse condizioni al contorno:
S S
Div S + b = 0, Sm = s; (2.11)
S S
Div C + e × s + f = 0, Cm = c.
α α
S
dove Div è l’operatore di divergenza superficiale (cf. [3], §3.6). A partire da que-
sta espressione analitica delle condizioni di bilancio puntuale, si possono derivare
altre due versioni di tali condizioni, sia in termini di vettori di sforzo e di coppia
che in termini di caratteristiche di sollecitazione (cf. [3], §7.2, 7.3). Per i nostri
scopi, occorrono le espressioni delle condizioni di bilancio locale in termini di ca-
ratteristiche della sollecitazione. Si tratta del seguente sistema di cinque equazioni
2
differenziali alle derivate parziali :
S 3α S
δα δα δ
| − + = 0, = 1, 2,
S L S b δ
α
3α S S 3 (2.12)
βα
| + + = 0
S L S b ,
α αβ 3δ S
δα δ
| − + = 0, = 1, 2.
M S h δ
α
Se si esprimono le componenti attive dei tensori S e M in termini dei tre campi
scalari di spostamento (α = 1, 2) e utilizzando le (2.8), le cinque equazioni
û w,
α
che compongono il sistema contengono in totale cinque incognite, ovvero, oltre
δα
2 In queste formule abbiamo usato la notazione che esprime la derivata covariante di S
rispetto alla coordinata e il concetto di componenti miste per un tensore
α,
(cf. [3], §3.6).
20 CAPITOLO 2. STATO TENSIONALE ED EQUILIBRIO
3α
queste tre funzioni, le due componenti reattive dello sforzo .
S
2.4.1 Considerazioni sul tensore di sforzo superficiale
Le relazioni di bilancio locale sulla superficie media possono essere ottenute an-
che per integrazione sullo spessore delle corrispondenti relazioni valide per un
continuo tridimensionale ordinario di Cauchy. In particolare, se si considera la
condizione di bilancio locale dei momenti T ∈ Sym e la si integra sullo spessore
del guscio (cf. [3], §7.4), si ottiene la condizione generale:
S T
S + s ⊗ n − M L ∈ Sym. (2.13)
3
Quindi, il tensore di sforzo superficiale S risulta simmetrico se e solo se risulta
S T
simmetrico il tensore s ⊗ n − M L , circostanza che in generale non si realizza.
3
2.5 Regime di sforzo membranale
Lo stato di sollecitazione membranale per un guscio si formalizza nelle seguenti
ipotesi sui vettori superficiali di sforzo:
s · n = 0, = 1, 2, s = 0
α 3
α
e sui vettori superficiali di momento:
m = 0, = 1, 2.
α
α
Discende immediatamente dalla seconda ipotesi sui vettori di sforzo e da quella
sui vettori di momento che la condizione (2.13) fornisce S ∈ Sym. Si vede anche
21
2.5. REGIME DI SFORZO MEMBRANALE
facilmente che la prima ipotesi sui vettori di sforzo discende dalle altre (e quindi
dalla simmetria di S), infatti, se s = 0 = m , si ha:
3 α
3α
α α
s · n = Se · n = = e · Sn = 0
S ,
α
in quanto S è un campo tensoriale tangenziale.
In virtù di tali ipotesi, il tensore di momento M è nullo, mentre le uniche
αβ
S della forma ,
S
componenti del tensore di sforzo non nulle sono quelle attive,
vale a dire le forze di membrana. Esaminiamo l’aspetto che le equazioni di bilancio
locale assumono: S
δα δ
| + = 0, = 1, 2;
S b δ
α (2.14)
S S 3
βα + = 0,
L S b
αβ
per quanto riguarda il bilancio locale degli sforzi; la pretesa di assumere nulle le
azioni flessionali, invece, fa sı̀ che le due equazioni di bilancio locale dei momenti
giochino il ruolo di condizioni di compatibilità sui dati del problema, cioè, sui
carichi esterni che agiscono su G(ε):
S δ = 0, = 1, 2. (2.15)
h δ
Notiamo subito che le prime due equazioni di bilancio locale degli sforzi sono di
carattere differenziale, mentre la terza è di carattere algebrico; nel complesso, que-
sto sistema di equazioni è notevolmente più semplice di quello generale. dunque
esse risultano notevolmente semplificate rispetto al caso generale. Le condizioni
(2.15), necessarie ma non sufficienti, sono soddisfatte, ad esempio, nel caso di un
guscio cilindrico o sferico sottoposto a pressione su una o entrambe le superfici
22 CAPITOLO 2. STATO TENSIONALE ED EQUILIBRIO
S
inferiore e superiore, in quanto affermano che il vettore h dev’essere parallelo
alla normale n in ogni punto della superficie media: il problema che esamineremo
rientra in questi casi esemplificativi.
Un’altra osservazione importante riguarda il modo in cui si può condurre la
soluzione del problema elastico per un guscio in regime membranale. Per la sim-
metria di S, il sistema (2.14) si compone di tre equazioni in tre incognite, le forze
11 22 12 21 12
normali e le forze di taglio , = . Pertanto, se si dispone di con-
S , S S S S
dizioni al contorno in termini di sforzo, il guscio risulta staticamente determinato.
Neppure è necessario far ricorso al legame costitutivo per esprimere le componen-
ti attive di S in termini di deformazioni e spostamenti, ai fini della risoluzione.
Dunque, la soluzione del problema di determinare uno stato elastico (vale a dire,
le