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Sintesi
Introduzione Pirandello e regime fascista tesina


Questa tesina di maturità descrive le principali opere di Luigi Pirandello, tra cui Il fu Mattia Pascal e descrive l'affermazione del regime fascista in italia.

Collegamenti

Pirandello e regime fascista tesina


Italiano - Luigi Pirandello.
Storia - Il fascismo.
Estratto del documento

Alessandro Delmonte

TESINA ESAME MATURITA'

PIRANDELLO E IL REGIME FASCISTA

Istituto Professionale Alessandro Volta

Classe 5° TIM

A.S 2012-2013

Mussolini

Il fascismo nacque nel 1919, il fondatore fu Benito Mussolini.

Mussolini era a capo del partito PSI (partito socialista italiano)

all'interno del quale erano tutti contrari all'intervento in guerra

dell'Italia, ma lui scelse la posizione di interventista e quindi fondò

"Il Popolo d'Italia". pertanto venne espulso dal partito socialista.

Il 23 Marzo 1919 Mussolini formò una nuova formazione politica

- chiamata "fasci italiani di combattimento". Il programma

conteneva spunti nazionalisti, si proponeva di fondere insieme i

concetti di nazione e di socialismo.

Nel 1920 il movimento fascista entrò in crisi tanto che nelle

elezioni seguenti il partito ebbe pochi consensi da parte del

popolo.

In seguito il movimento fascista abbandonò ogni rivendicazione

affine alla sinistra e accentuò il proprio nazionalismo; da qui i

fascisti si allearono con la borghesia schierandosi contro il

socialismo additato come nemico mortale della patria.

Nel 1921 il fascismo si ispirò molto alla violenza tanto che

vennero organizzate delle squadre d'azione con il solo compito di

distruggere ogni organizzazione politica e sindacale di matrice

socialista.

Nei primi mesi le spedizioni fasciste provocarono tantissimi morti

e feriti questo fu dovuto anche alla connivenza da parte delle forze

armate e della polizia.

Successivamente Mussolini firmò il patto di pacificazione con il

PSI e la CGL, questo documento impegnava il movimento fascista

a cessare le azioni squadristiche ma i capi delle squadre d'azione

negarono ogni accordo stipulato da Mussolini.

Mussolini era arrivato fino ad ammettere la propria sconfitta tanto

che presentò le sue dimmissioni dal partito che però furono

respinte per il fatto che egli era l'unico leader.

Nel Novembre 1921 il movimento dei fasci cambiò nome e si

riorganizzò in partito nazionale fascista (PNF), a cui aderì

successivamente nel 1924 anche il famoso scrittore Luigi

Pirandello.

Pirandello

Pirandello nacque il 28 Giugno 1867 ad Agrigento, non ebbe una

vita familiare serena tanto che nelle sue opere definì la famiglia

come trappola. Frequentò il liceo prima a Palermo, poi Roma e

infine Bonn dove si laureò e successivamente tornò a Palermo

dove sposò Antonietta Portulano. Il momento più tragico della sua

vita accadde nel 1903 quando una frana distrusse per intero la

miniera di zolfo in cui il padre aveva investito anche i risparmi di

Antonietta. La donna dopo aver appreso la notizia ebbe una crisi

nervosa che si manifestò prima come paralisi isterica e poi come

malattia mentale che la tormentò fino alla sua morte.

Pirandello scrisse molte opere famose tra cui: Iil fu Mattia Pascal,

e Uno, nessuno e centomila.

Infine Morì il 10 Dicembre 1936.

Le opere

Il Fu Mattia Pascal

Mattia Pascal vive a Miragno, un immaginario paesino ligure dove

il padre ha lasciato in eredità alla moglie e ai due figli una discreta

fortuna. Batta Malagna, un disonesto amministratore, si interessa

di gestire il patrimonio. Egli, dopo la morte della moglie, sposa

Oliva, ragazza che Mattia conosce bene, con la quale intraprende

una relazione adultera al fine di fare un dispetto all'amministratore

poiché questo non riesce ad avere eredi e attribuisce la colpa di ciò

ad Oliva, non pensando che invece sia lui il "problema"; alla fine

Oliva rimane incinta di un bambino, figlio di Mattia. L'amico

Pomino dice al protagonista di aver scambiato una discussione con

una serva, scoprendo così che Malagna sta tramando qualcosa con

la cugina, Marianna Dondi, vedova Pescatore. Questa gli avrebbe

rimproverato di non riuscire ad avere un figlio, conseguenza

dovuta al rifiuto di sposare Romilda, figlia della vedova e nipote

di Malagna, di cui Pomino è innamorato, dunque lo zio si sarebbe

pentito di non aver accontentato la nipote. Mattia e Pomino

temono che l'uomo stia complottando con la cugina per avere un

figlio da Romilda. Pascal aiuta l'amico, e, giusto per stordirlo un

po', gli dice che, per salvare la giovane, Pomino potrebbe sposarla.

Con la scusa di una cambiale, Mattia si reca a casa di Marianna

Dondi, dove trova anche Malagna e lì conosce Romilda. Si

trattiene poco a casa della vedova Pescatore, per poter tornare

ancora da Romilda e dalla madre che, però, non sembra contenta

dell'annuncio di una sua prossima visita.

Nonostante il giovane le parli di Pomino, Romilda si innamora di

Mattia, e lui ricambia l'amore. Un giorno, la ragazza, rimasta sola

con lui dopo che la madre si è allontanata, gli chiede di portarla

via. Romilda, viene messa incinta da Mattia e lui, in seguito a quel

loro incontro, pensa come preparare la madre alla notizia del suo

inevitabile matrimonio. Riceve, però una lettera da Romilda, in cui

lei gli dice che non devono più vedersi. Mattia non comprende il

motivo che ha spinto la giovane a chiedergli una cosa simile.

Oliva si reca a casa sua per sfogarsi con la madre di Mattia per la

disperazione cagionatale dal marito. Batta Malagna ha annunciato

il prossimo arrivo del suo tanto atteso figlio.

Mattia, compresa la ragione per cui Romilda gli ha detto che non

avrebbero dovuto più vedersi, si sente ingannato da lei. Si reca

così a casa di Oliva e le mostra la lettera. La ragazza capisce che

Malagna non è il vero padre del bambino che aspetta Romilda, ma

Mattia le dice che lei deve far credere al marito che lui può

veramente avere un figlio. Pascal, abbiamo detto, aveva nel

frattempo messo incinta anche Oliva; Malagna scopre il

tradimento della moglie, va da Mattia e gli dice che ha disonorato

la nipote e che deve rimediare a quello che ha fatto.

Il protagonista capisce che Romilda non ha fatto nulla di male per

far credere a Malagna di essere il padre del bambino che lei

aspetta. La ragazza, infatti, sostiene che quando ha rivelato alla

madre l'amore che ormai la legava indissolubilmente a Mattia,

Marianna Dondi è andata su tutte le furie, e le ha detto che non

avrebbe mai acconsentito a farla sposare con uno «scioperato».

Giunto Batta Malagna, la vedova Pescatore lascia sola Romilda

con lui. La giovane gli rivela la sciagura che le è capitata e gli

chiede di opporsi alla madre e di "indurla a più giusti consigli",

dato che lei voleva restare fedele a Mattia. L'uomo si intenerisce,

ma non troppo; le dice che, essendo Romilda minorenne, è ancora

sotto la potestà della madre e che potrebbe anche agire

giudiziariamente contro Pascal. Batta Malagna rimedia accettando

come suo il figlio che sarebbe nato da Romilda. Ma ora che anche

la moglie è incinta dovrà fare da padre al bambino che Oliva

aspetta da Mattia.

Mattia quindi è costretto a sposare Romilda che è invidiosa del

figlio che sarebbe nato ad Oliva tra gli agi, al contrario del suo che

verrà al mondo nell'incertezza del domani, e "non può vedere

Mattia". Per salvare il podere della Stia col mulino, i Pascal

devono vendere le case, e la madre del protagonista va a vivere

con il figlio. Ma questo non basta. Pascal cerca di trovare

un'occupazione, ma non ci riesce. La vedova Pescatore e Romilda

non si dimostrano gentili con la madre di Mattia, e lui teme che,

irritate dalla guardia che il giovane fa alla madre, la trattino male.

Zia Scolastica, membro nubile della famiglia, presentata ad inizio

dell' opera, la porta via. Un giorno, verso sera, Pascal incontra per

caso Pomino. Egli è adirato con Mattia per il suo tradimento, ma il

protagonista cerca di convincerlo che è stato Pomino a tradirlo,

dato il sacrificio che deve compiere vivendo con Romilda e la

vedova Pescatore. L'amico gli trova un lavoro: suo padre, entrato

nel municipio, dice che la biblioteca di Boccamazza è in misere

condizioni, e colui che se ne occupa è fisicamente debole.

Grazie a Pomino, Mattia diventa bibliotecario. Un giorno, gli

giunge notizia che la moglie sta per dare alla luce il bambino. Lui

si precipita a casa, dove Marianna Dondi gli dice di andare a

cercare un medico. Dopo aver girato invano, Mattia, esausto, torna

a casa, e vi trova il dottore. Pascal vede che sono due bambine

quelle che Romilda gli sta dando: una è già nata, l'altra sta per

venire al mondo. Una delle figlie muore a pochi giorni dalla

nascita, l'altra quando ha quasi un anno. Con la piccola viene a

mancare anche la madre di Mattia, nello stesso giorno e quasi

nella stessa ora. Una notte intera Mattia vaga per il paese e le

campagne, e alla fine si ritrova nel podere della Stia, presso la

gora del mulino.

Viene aiutato da un vecchio mugnaio di nome Filippo, che lo fa

sedere sotto un albero e gli parla della madre e del padre del

protagonista. L'uomo lo consola, gli dice che non deve piangere e

disperarsi così, perché la figlia è stata accolta nel «mondo di là»

dalla sua nonna, che le parlerà sempre di lui e non l'abbandonerà

mai. Dopo una delle consuete liti con Romilda e la vedova

Pescatore, che dopo la morte della sua bambina e della madre lo

disgustavano, non riuscendo più a resistere alla sua miserabile

vita, Mattia fugge dal paese. Strada facendo, pensa di recarsi

a Marsiglia, da cui avrebbe potuto partire per l'America. Ma

giunto a Nizza si ferma davanti ad una bottega, dove sono esposti

opuscoli che pubblicizzano il gioco della roulette. All'inizio si

allontana dalla bottega, ma poi vi entra e, per curiosità, compra un

opuscolo. Quindi parte per Montecarlo. Arrivato qui, si ferma a

giocare alla roulette, e, con sua sorpresa, vince.

Mattia continua a vincere e diventa ricco. Dati i suoi colpi

fortunati, una donna gli propone di giocare con lei, ma il giovane

Pascal la respinge. Anche uno «spagnuolo» gli porge la stessa

richiesta, e lui, dopo averci parlato, se ne allontana. La mattina del

dodicesimo giorno, Mattia viene a sapere che qualcuno si è ucciso:

è un giovinetto che il protagonista conosceva, avendo entrambi

giocato una volta allo stesso tavolino. Pascal ne copre

pietosamente il viso con un fazzoletto, e fugge, ritornando

a Nizza per partirne il giorno stesso. Deciso a ritornare a casa per

riscattare la sua proprietà e vendicarsi dei soprusi della suocera, un

altro fatto muta il suo destino. Mentre è in treno legge per caso su

un giornale che a Miragno è stato ritrovato nella roggia di un

mulino il cadavere di Mattia Pascal, scomparso da molti giorni,

uccisosi per dissesti finanziari.

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